PID: PAUL IS DEAD (?)...

Una delle prime e più famose leggende metropolitane legate al mondo del rock è la teoria del complotto secondo la quale Paul McCartney, bassista dei Beatles, sarebbe morto in un incidente stradale nel 1966, per essere sostituito da un sosia ingaggiato dal resto della band. Questa storia, chiamata anche PID (Paul is Dead), inizia a circolare già nel 1969, alimentata da presunti indizi nascosti nelle canzoni, nelle copertine, nelle interviste e nelle foto del gruppo. Ma cosa è successo esattamente al povero Paul? È la sera del 9 novembre del 1966 (o siamo all’inizio del 1965?): Paul esce dagli studi di registrazione dopo una violenta litigata con John, George e Ringo (o era una festa?) e, stanchissimo, si mette in macchina per tornare a casa. Durante il tragitto, raccoglie un’autostoppista, Rita, in fuga da casa dopo aver scoperto di essere incinta: Rita non capisce subito con chi sta parlando, le serve qualche momento per riconoscere Paul McCartney. La sua reazione è inaspettata e violenta: la ragazza è incredula, si agita, si muove e spaventa (o distrae?) Paul, che non frena al semaforo rosso, tagliando dritto. Lo schianto è terribile: la vettura riesce a schivare un’altra auto che arriva dalla direzione opposta, ma finisce fuori strada, colpendo violentemente un albero e prendendo fuoco. Paul viene sbalzato fuori dall’abitacolo: sia lui che Rita muoiono sul colpo (una macabra variante vuole che Paul sia rimasto decapitato dallo scontro con un camion). Ricevuta la notizia, il resto del gruppo ed il manager Brian Epstein devono decidere cosa fare: la band va bene, sta raccogliendo tantissimi fan… si può mettere tutto a rischio? Brian e John insistono per la linea del silenzio: seppelliranno Paul senza far trapelare alcun indizio e cercheranno un sosia, perché possa prendere definitivamente il suo...

GROUND CONTROL TO MAJOR TOM: KEPLER-186f E LA VITA NELL’UNIVERSO Apr22

GROUND CONTROL TO MAJOR TOM: KEPLER-186f E LA VITA NELL’UNIVERSO...

Siamo soli nell’Universo? Una domanda che il genere umano continua a porsi da anni, rispondendo nei modi più diversi, chiedendo aiuto alla scienza, alla religione, ai miti ed alle leggende. Pochi giorni fa, il dibattito, da sempre molto vivace, è stato alimentato da un importantissimo annuncio, la scoperta di una “stranezza spaziale” in grado di cambiare le cose: a 500 anni luce da noi, all’interno della costellazione del Cigno, si troverebbe un pianeta poco più grande del nostro, con caratteristiche tali da far pensare che possa essere ricoperto di oceani e che sia in grado di ospitare la vita. Il pianeta ruota attorno ad una stella nana grande più o meno la metà del sole, chiamata Kepler-186: vicini alla stella ruotano altri 4 pianeti, i cui periodi di rivoluzione durano 4, 7, 13 e 22 giorni, mentre poco più lontano, situato nella zona di abitabilità, orbita Kepler-186f, questo il suo nome, con un anno di 130 giorni ed un calore pari ad 1/3 di quello che riceviamo dal Sole (a mezzogiorno su Kepler-186f c’è una temperatura uguale a quella che sulla Terra abbiamo un’ora prima del tramonto o all’alba, in primavera). Essendo più vicino alla sua stella di quanto la Terra sia vicina al Sole, il suo periodo di rotazione è più lungo (in poche parole, il pianeta ruota su se stesso più lentamente): un giorno su Kepler-186f potrebbe durare settimane o, magari, mesi. Ma chi lo ha scoperto? Un team internazionale che ha utilizzato il telescopio Kepler (dal 2009 impegnato nell’individuazione di pianeti extrasolari) contemporaneamente a Gemini Nord e Keck II, due telescopi di 8 e 10 metri di diametro, posti sulla cima del Mauna Kea, un vulcano delle Haiwaii. Una volta scoperte delle variazioni nella luminosità di Kepler-186 (dovute al transito del pianeta...

ALZI LA MANO CHI È MORTO: GLI ATTORI CON PIÚ DECESSI IN CARRIERA Apr15

ALZI LA MANO CHI È MORTO: GLI ATTORI CON PIÚ DECESSI IN CARRIERA...

Gli attori di Hollywood sono spesso protagonisti di classifiche più o meno utili, dedicate agli argomenti più diversi: chi guadagna di più? Chi si è sposato più volte? Chi è stato arrestato e per quale reato? E poi la più utilizzata di sempre: chi è il più bello di tutti? Fra tutti questi elenchi, però, i più interessanti sono sempre dedicati alle curiosità legate a certe interpretazioni, piuttosto che ai ruoli che diversi attori tendono a scegliere più spesso: c’è chi fa sempre il cattivo, chi si dedica solo a film comici e c’è chi… muore. Esatto, sembra che per alcuni grandi nomi del cinema internazionale morire sul grande schermo sia inevitabile: uccisi brutalmente, affogati, precipitati, travolti da una mandria impazzita (niente scherzi, è successo davvero), sacrificati in un estremo atto d’eroismo… passare a miglior vita per alcuni è davvero un must! Ma quali sono gli attori che tendono a trapassare più spesso? ATTENZIONE, SPOILER!! – LEONARDO DI CAPRIO. Ebbene sì, l’idolo delle teenagers degli anni ’90, delle teenagers del primo decennio del nuovo millennio e, probabilmente, di tante teenagers ancora di là da venire non si è mai risparmiato, morendo per ben 9 volte: Pronti a morire, Poeti dall’inferno (e già questi due titoli dovrebbero far capire tante cose), Romeo+Giulietta, Titanic, Blood Diamond, The Departed, J. Edgar, Django Unchained ed Il Grande Gatsby. Sempre se vogliamo sorvolare sul finale sospeso di Inception… – BRUCE WILLIS. Un mito: simpatico, spesso sorprendente, capace di interpretare ruoli diversissimi, anche se perfetto per la parte da duro. Chi non lo ha adorato ne La morte ti fa bella? Chi non ha corso con lui, soffrendo per ogni ferita in Die Hard? Chi non ha gioito a vederlo sparare a destra e sinistra, apparentemente a casaccio, ne I Mercenari? ...

GENETIC PORTRAITS: A CHI ASSOMIGLI DI PIÚ?...

Il colore degli occhi, la forma del naso, il sorriso, i capelli ricci o lisci… quali dei nostri tratti sono più simili a quelli dei nostri fratelli, cugini, genitori? Le somiglianze e le differenze fisiche sono scritte nei nostri geni e, anche se a volte non sono evidenti, basta la giusta foto a farle emergere: questa è l’idea alla base di “Genetic Portraits“, il bellissimo progetto dell’artista canadese Ulric Collette che, dopo aver iniziato a modificare una serie di foto di famiglia nel 2008, ha dato vita negli anni ad una vasta collezione di ritratti “in coppia” (unendo le due metà dei visi dei protagonisti), testimonianze di ciò che ci accomuna e ciò che ci divide. Le scoperte sono state clamorose: fratelli assolutamente diversi, nipoti identici a nonni e nonne, figli che sembrano la fotocopia più giovane dei propri genitori… per ognuno di loro, Ulric ha dovuto scattare circa 100 fotografie, in modo da poter accoppiare grazie a Photoshop due immagini con uguale distanza, angolo e luce, nelle quali i protagonisti condividessero anche l’espressione del viso. E proprio questo particolare è fra i più sorprendenti: quasi sempre, infatti, anche gli individui più diversi si assomigliano per una pura questione di attitudine, di relazione con la macchina fotografica, mostrando le medesime emozioni esattamente allo stesso modo, quasi a sottolineare che non è solo un particolare fisico a renderci parte di una famiglia. Ecco alcuni degli esempi più rappresentativi di Genetic Portraits: Laurence e Christine, gemelle (2014). A colpo d’occhio, e salvo eccezioni, due gemelli sono identici: moltissimi programmi televisivi, romanzi, film hanno spesso giocato sulla loro intercambiabilità (sempre e solo fisica) e sulla convinzione che la somiglianza esteriore si accompagni sempre ad un legame interiore particolare. Le foto di Ulric Collette confermano e smentiscono contemporaneamente...

THE BLACK DOGS PROJECT: COME SUPERARE LA SUPERSTIZIONE...

Da sempre, il colore nero viene associato a ricordi, sensazioni, esperienze negative: passando dai gatti neri, alla paura del buio, fino ad arrivare a tutte le superstizioni legate al demonio ed alla stregoneria, non esiste un’altra tonalità in grado di innescare in chi guarda emozioni tanto contrastanti. Purtroppo, preconcetti e convinzioni sono spesso in grado di modificare il nostro comportamento, portando a conseguenze anche molto spiacevoli: è il caso dei cani neri a cui, in caso di adozione, vengono spesso preferiti esemplari più chiari, nocciola, beige o bianchi. Si tratta della così detta “Sindrome del cane nero“, a causa della quale chi si avvicina ad un animale dal pelo scuro ha istintivamente la sensazione che sia più feroce e pericoloso: in realtà, nonostante gli studi, non esiste alcuna conferma scientifica dell’interazione fra colore e comportamento e si è lentamente arrivati alla conclusione che questa convinzione sia un semplice mito, una falsa verità che ancora influenza tanti futuri padroni. Ad accorgersi del fenomeno è stato un fotografo statunitense originario di Maynar, Massachusetts, che, dopo aver parlato con numerosi impiegati dei canili degli Stati Uniti si è sempre più convinto che, nonostante non esistano statistiche precise, il problema sia reale: il suo nome è Fred Levy e, per dare il suo contributo alla causa, ha dato vita ad un progetto, The Black Dogs Project, con l’obiettivo di dimostrare ai futuri padroni che non è importante il colore di un cane, ma la sua capacità di amare e di farci compagnia. I cani neri scelti da Levy vengono fotografati davanti a pareti completamente scure e con le loro espressioni dolci e furbe dimostrano una semplice verità: mai giudicare dalla...

I MIGLIORI PESCI D’APRILE DELLA STORIA...

Il primo d’Aprile è da sempre una data particolare: personaggi famosi che muoiono inaspettatamente e nei modi più spettacolari, invenzioni improbabili, scoperte rivoluzionarie, invasioni aliene… tutto ciò che accade al primo del mese è verosimile e provato scientificamente, e caderci è facilissimo. Ognuno di noi ha sognato almeno una volta di fare lo scherzo perfetto, magari attaccando un cartello alle spalle di un amico o utilizzando i social network per annunciare qualche grande – e falsa – novità che ci riguarda, ma la voglia di prendere un po’ in giro chi ci circonda non è un vizio di pochi e non risparmia interi paesi, grandi aziende o enti di ricerca internazionali, impegnati ormai da decenni ad architettare i piani migliori per spaventare e divertire un po’ tutto il mondo. Ecco alcuni fra i migliori pesci d’aprile della storia! 1 – 1860: gli abitanti di Londra vengono richiamati alla Torre di Londra per assistere al lavaggio dei leoni bianchi che vi abitano… ovviamente, non c’è nessun animale feroce. Lo scherzo riuscì così bene che venne ripetuto più volte nel corso degli anni. 2 – 1977: il Guardian pubblica un intero articolo, corredato di fotografie, sulla nuova isola San Serriffe, scoperta recentemente. L’isola non esiste (il nome arriva dal carattere tipografico Sans Serif), ma il reportage è così dettagliato da ingannare tantissimi lettori. 3 – 1995: l’Irish Times annuncia che la Disney sarebbe in trattative per l’acquisto della salma di Lenin, da esporre nei propri parchi. La notizia, falsissima, fa in breve il giro del mondo. 4 – 1996: la Mars annuncia l’innovativa barretta al cioccolato per mancini. Come si riconoscerà? Sulla confezione sarà specificato il verso in cui si dovrà mangiare. Gli scherzi che includono originali invenzioni per chi usa la mano sinistra sono davvero moltissimi...