Oltre La La Land: i migliori musical! Gen30

Oltre La La Land: i migliori musical!...

Nelle ultime settimane, complici anche le tantissime nomination a praticamente ogni premio esistente, La La Land ha riportato alla ribalta un genere dato periodicamente per morto, che – però – non ha mai davvero perso colpi, trasformandosi ed adattandosi a periodi e mode: il musical. Che siano commedie musicali, adattamenti, trame basate su grandi successi, opere originali o drammi più “adulti”, questi film raccolgono sempre un mix di opinioni contrastanti, generando interessanti discussioni, mai scontate: lo stesso La La Land, dopo un inizio incredibile, sta attraversando una sorta di “calo di fama”, con le prime critiche all’indirizzo di storia, attori e scelte musicali. Bene o male, tutti i musical hanno attraversato la stessa instabilità: alcuni si sono difesi meglio di altri, entrando nella storia. Ma quali sono i migliori musical? Ecco una lista – non in ordine di preferenza – che raccoglie alcuni fra i migliori esempi del genere: come al solito, se manca qualcuno, segnalatecelo nei commenti! – Spettacolo di varietà (The Band Wagon – 1953): la scena più famosa, per altro ripresa da Emma Stone e Ryan Gosling, vede come protagonisti Fred Astaire e Cyd Charisse, impegnati in una meravigliosa ed elegantissima danza a due, che raggiunge incredibili note di romanticismo. Fred Astaire è una sicurezza, ancora oggi praticamente inimitabile. – Cantando sotto la pioggia (Singin’ in the Rain – 1953): non solo Gene Kelly. Anche Donald O’Connor e Debbie Reynolds hanno contribuito a rendere questa pellicola una pietra miliare del genere: Moses Supposes, Good Morning, Make ‘em laugh, You were meant for me e la stessa Singing in the rain sono entrate nell’immaginario collettivo grazie all’enorme talento dei protagonisti e anche grazie a qualche citazione inaspettata. Vi ricordate cosa canticchia Alex durante una delle sue aggressioni in Arancia Meccanica? – Hair...

Il sito delle mamme: graziemamma.it...

Mamme a confronto Un sito dedicato alle mamme Le mamme sono solite scambiarsi pareri tra loro, raccontarsi a vicenda le proprie esperienze, dare e ricevere consigli. Il sito www.graziemamma.it è una piattaforma dedicata interamente al mondo delle mamme, con moltissimi articoli specifici sui problemi quotidiani di tutte quelle donne alle prese con la crescita dei figli. I temi trattati vanno dalla gravidanza all’educazione, dalla conoscenza dei problemi del bambino ai rapporti familiari. Il sito si propone come un aggregatore che consenta alle mamme di trovare delle risposte alle loro problematiche, confrontarsi o semplicemente trovare conforto nel mezzo delle difficoltà. Il sito Interfaccia, rubriche e struttura Una volta entrati nella home di graziemamma.it l’interfaccia ci propone subito una carrellata di articoli con titolo e nome della rubrica in cui è stato scritto. Scrollando col mouse invece si scende alla sezione dedicata alle rubriche che sono: consigli mamme, gravidanza, il tuo bambino, famiglia ed educazione, salute e benessere, donna e mamma. Un’altra scrollata ci porta agli ultimi articoli pubblicati e infine alla sezione inerente la descrizione del sito, della sua redazione e dei contatti. Dunque la grafica è molto intuitiva, si può navigare per categorie e trovare gli articoli potenzialmente utili semplicemente scegliendo la tematica di nostro interesse. Contenuti Argomenti trattati e chiarezza comunicativa Operando un focus sulle rubriche di graziemamma.it possiamo farci un’idea migliore sui contenuti nello specifico. Andando su “Consigli Mamme” troviamo argomenti eterogenei che vanno dalla psicopedagogia alla materia economico-fiscale, passando per consigli sull’arredamento. La rubrica “Gravidanza” è invece dedicata ai nove fatidici mesi e a tutto ciò che compartano in termini di salute psico-fisica. “Il tuo bambino” invece affronta i problemi che attanagliano le madri strettamente connessi al fanciullo, come ad esempio quanto mangia il piccolo, i pianti, le colichette, lo svezzamento...

Al Capone: 25 gennaio 1947 – 25 gennaio 2017...

A 70 anni esatti dalla morte, Al Capone rimane il gangster più famoso di sempre: ripercorriamo la sua vita e scopriamo perché! Alphonse Gabriel “Al” Capone nasce nel 1899, nono figlio di una coppia di immigrati italiani trasferitisi nell’800 a Brooklyn per cercare fortuna: cresciuto fra il degrado e la povertà dei dimenticati, si fece ben presto notare da gang e criminali, arrivando a costruire un vero e proprio impero già negli anni ’20. Ancora giovanissimo, insieme ai fratelli maggiori che lo avrebbero poi accompagnato per tutta la vita, entrò in contatto con diversi gruppi, facendosi accettare in tantissime gang: i South Brooklyn Rippers, i Forty Thieves Junior, i Five Point Junior, i Five Point Gang. Proprio quest’ultima gli diede occasione di conoscere Johnny Torrio, Frankie Yale e Lucky Luciano. Grazie a Luciano, Al Capone divenne – nel 1917 – barista e buttafuori del locale Harvard Inn a Coney Island: è qui che il gangster guadagnò il soprannome di “Scarface”, a causa di una cicatrice sulla guancia sinistra, ricordo di uno scontro con Frank Galluccio, che lo aveva colpito con un rasoio per difendere l’onore della sorella. Fra il 1919 e il 1920, la vita di Al Capone cambiò notevolmente: dopo un breve soggiorno a Baltimora e la morte del padre Gabriele, venne, infatti, spedito a Chicago per collaborare con Torrio. Qui, iniziò ad occuparsi della gestione del Four Deuces (bisca, bordello e speakeasy, cioè rifornitore di alcol illegale), ma anche di politica. L’elezione del democratico Dever aveva, infatti, costretto il “Sindacato” (o Chicago Outfit) a spostare tutte le attività a Cicero, Illinois: per non ripetere l’errore, in occasione delle nuove elezioni, Capone e colleghi si impegnarono in violenze e minacce, contrastando più o meno apertamente il candidato democratico. In questi anni, il gangster...

Product Placement: cos’è la pubblicità indiretta?...

L’ultimo video di J-Ax e Fedez, “Piccole Cose”, ha scatenato nei giorni scorsi qualche polemica legata all’utilizzo di un product placement eccessivo, talmente evidente da rischiare un effetto negativo. Ma cos’è il product placement? Questa pratica, detta anche “pubblicità indiretta”, prevede l’utilizzo di spazi tradizionalmente non pubblicitari (di solito, programmi tv, video e film) per l’inserimento mirato – e non necessariamente segnalato – di marchi e prodotti. Diventa “pubblicità occulta”, con una connotazione decisamente negativa, quando la promozione avviene in modo meno palese e nascosto, rischiando di attirare critiche sull’azienda coinvolta. Il product placement può essere visuale, con inserimento diretto di icone, marchi e prodotti, verbale, con il richiamo da parte dei protagonisti all’interno di una conversazione, integrata, quando il prodotto è così importante da diventare parte della trama (Il Diavolo Veste Prada o Gran Torino sono ottimi esempi). Ciò che è importante ricordare è che questa pratica dovrebbe rimanere quasi invisibile, farsi notare, ma senza disturbare: un prodotto che irrompe sulla scena e cattura l’attenzione dello spettatore sta distraendo il pubblico, con il rischio molto alto di essere percepito in modo negativo, ottenendo il risultato contrario! Pensate alla vostra esperienza: quante volte, durante la visione di un film, vi è capitato di dire “certo che quest’azienda deve aver pagato un sacco di soldi per finire così tante volte in scena!”. Ecco, significa che qualcosa è andato storto. Gli esempi in negativo sono davvero tantissimi: dalla Audi che ha colonizzato film d’azione come gli Avengers (dove sembra non esistano altre case automobilistiche), alla Heineken che ha sconvolto i fan di 007 quando, negli ultimi film di James Bond, ha sostituito a sorpresa l’iconico Martini, passando per la Jeep, che ha praticamente inserito un suo spot in Batman vs. Superman, e gli auricolari Beats, continuamente...

Il giorno di Donald Trump: fra proteste e fan Gen20

Il giorno di Donald Trump: fra proteste e fan...

L’Inauguration Day è, alla fine, arrivato: Barack Obama ha ufficialmente terminato il suo incarico e Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il quarantacinquesimo, per l’esattezza. Eletto nell’incredulità generale di sostenitori e oppositori, “The Donald” ha provocato le reazioni più diverse: dalla gioia incontrollabile di chi lo ha votato, alla disperazione – se non la paura – di chi, invece, avrebbe preferito un esito diverso. Una delle più concrete manifestazioni di protesta si è tenuta ieri, il 19 gennaio 2017, proprio alla vigilia dell’insediamento del tycoon alla Casa Bianca: migliaia di persone si sono raccolte davanti al Trump International Hotel di New York, compresi diversi attori e personalità della musica, della politica, della spiritualità. Fra loro, Alec Baldwin, apprezzatissimo per la sua imitazione dell’imprenditore e politico, Julianne Moore, Mark Ruffalo, Robert De Niro, Michael Moore, Cher, Bill De Blasio e Marisa Tomei: tutti i partecipanti hanno manifestato per ricordare la necessità di proteggere (“We Stand United”) assistenza sanitaria, giustizia penale, diritti degli immigrati e azioni che possano scongiurare le conseguenze negative di un cambiamento climatico. Nuove proteste sono attese anche nei prossimi giorni: ne è un esempio la Marcia delle Donne del 21 gennaio! Oggi, a pochissime ore dalla cerimonia di inaugurazione, su tutti i social si può assistere ad una incredibile divisione fra chi salta di gioia e chi, invece, cade nella disperazione: il tag #InaugurationDay su Twitter è stato presto seguito dal meno allegro “mourning in America”, cioè un vero e proprio giorno di lutto. Ad essere particolarmente interessante è il coinvolgimento di utenti non americani, che partecipano alla discussione con passione e convinzione: artisti come Lily Allen e persone comuni da ogni paese del mondo hanno pubblicato post, foto, articoli (come questo!) appoggiando l’una o l’altra parte. L’elezione...

#Knowyourlemons: a sostegno della prevenzione Gen17

#Knowyourlemons: a sostegno della prevenzione...

Parlare di tumore può far paura. Questa malattia colpisce grandi e piccini, uomini e donne, con conseguenze anche drammatiche: comprendere perché si preferisca evitare l’argomento è davvero molto facile. Però, parlare di tumore può salvare la vita. Come? Sostenendo l’importanza della prevenzione. Questo è l’obiettivo della bellissima campagna #Knowyourlemons, promossa dalla Worldwide Breast Cancer,  organizzazione per la lotta contro il tumore al seno fondata da Corrine Ellsworth Beaumont e Katherine Crawford-Gray. Le infografiche legate a questa campagna sono davvero molto semplici: utilizzando la similitudine fra limoni e seno, vengono mostrati i 12 segni che possono far insospettire ogni donna. Questi comprendono la comparsa di fluidi, rossori, bruciori, cambiamenti nella forma, vene improvvisamente in evidenza, masse sottopelle e gonfiori visibili in superficie. Nessun segnale, se intercettato, deve far immediatamente pensare al peggio, ma conoscere il proprio corpo e rendersi conto di un cambiamento può fare la differenza: a quel punto, basterà rivolgersi al medico, trovando conforto per un falso allarme oppure iniziando l’iter di controllo. Le infografiche spiegano anche questo, identificando tutti i passaggi che vanno dall’autoesame del proprio corpo fino alle mammografie e alle eventuali biopsie. La convinzione del team di #Knowyourlemons è che, se conosci tutti i possibili campanelli di allarme, sai a chi rivolgerti e sei già preparata alla strada che potresti dover percorrere, anche solo per scoprire che non si trattava di nulla di preoccupante, avrai maggiore consapevolezza e potrai gestire ogni situazione con determinazione e senza paura. La prevenzione è vita: una massa può comparire ed essere identificata molto prima che diventi visibile a occhio nudo. Mammografie periodiche possono tranquillizzarci e darci, di volta in volta, l’idea precisa di come il nostro corpo sta cambiando. #Knowyourlemons cerca di far passare con semplicità un messaggio importantissimo: conoscere il proprio corpo ed...

WhatsApp: le ultime novità...

L’applicazione di messaggistica di WhatsApp è utilizzata ogni giorno da più di un miliardo di persone. Ma questo programmino ormai di proprietà  di Facebook è leader del suo settore non solamente per la facilità  e l’utilità  della stessa, bensì perché è sempre al passo con i tempi e si aggiorna spesso, introducendo spesso nuove funzionalità  per non far scappare gli utenti altrove. D’altronde si sa, chi si ferma è perduto. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le ultime novità che WhatsApp ha introdotto o introdurrà a breve nelle nuove versioni dell’applicazione disponibili per il download e l’installazione sui vari store ufficiali di Apple, Google (per Android) e Windows Phone. Le Videochiamate Le videochiamate sono una delle funzionalità più richieste dagli utenti di WhatsApp durante questi anni in cui l’applicazione si è affermata a livello mondiale. Sono conversazioni video criptate, così come già lo sono le altre funzioni di chiamate e messaggi di testo via WhatsApp. Sembra che la possibilità di attivare questa nuova funzione sarà disponibile nei prossimi mesi per gli utenti che utilizzeranno i migliori smartphone e le migliori reti Internet, proprio per riuscire a sfruttare correttamente questa tecnologia di videochiamate che per un funzionamento a prestazione standard richiede caratteristiche piuttosto elevate. Le immagini GIF L’opportunità di inviare immagini gif è una nuova funzione introdotta dall’app che è stata decisamente ben accettata dagli utenti WhatsApp. Infatti, ormai queste immagini animate hanno preso vita nelle conversazioni tra le persone, soprattutto nei gruppi dove adesso, invece di condividere direttamente un video, lo si converte in gif prima di inviarlo. Infatti, la cosa bella è che WhatsApp permette di inviare un normale filmato video in formato gif, convertendolo dall’originale, purché se ne selezioni al massimo una durata di sei secondi. Davvero una piacevole aggiunta per le conversazioni dell’applicazione. Citazioni nei...

Razzie Awards 2017: la lista dei peggiori film dello scorso anno!...

I Razzie Awards nascono nel 1981 per volontà di John J. B. Wilson, pubblicitario statunitense: chiamati in realtà, Golden Raspberry Awards, cioè Lamponi Dorati, vengono chiamati Razzie per la somiglianza col verbo inglese “to razz”, cioè “prendere in giro”. Le statuette, lamponi appoggiati a nastri Super8 del valore complessivo di 4.97 dollari, vengono assegnati a Los Angeles, il giorno prima dei più famosi ed attesi fratelli maggiori Academy Awards, ai film peggiori dell’anno passato: si premiano, se così si può dire, tantissime categorie, includendo non solo i film, la regia e la sceneggiatura, ma anche le singole interpretazioni degli attori coinvolti. Piccola differenza dagli Oscar: la stessa persona può essere nominata per più titoli! Nella storia dei Razzie Awards, alcuni nomi hanno davvero ottenuto un incredibile successo: Sandra Bullock, per esempio, è l’unica ad aver ricevuto nello stesso anno sia Razzie che Oscar (2010), Sylvester Stallone ha ottenuto ben 10 premi (su ben 31 nomination), compreso il titolo di “Peggior attore del XX secolo” – statuetta che, al femminile, è andata a Madonna – mentre Adam Sandler, nello stesso anno, ha ottenuto i premi come Peggior Attore e Peggior Attrice, per il film Jack e Jill (ad oggi l’unico film ad aver vinto in tutte le categorie). Le nomination ai Razzie Awards 2017 sono, come sempre, divertenti e spietate: il più nominato è Batman V Superman, ma non mancano candidature per Suicide Squad, Collateral Beauty (il cui cast è stato quasi interamente preso in considerazione), Indipendence Day e Zoolander 2. Ecco tutte le candidature: PEGGIOR PREQUEL, REMAKE O SEQUEL Alice Through the Looking Glass Batman v Superman: Dawn of Justice Blair Witch The Divergent Series: Allegiant Fifty Shades of Black (rip-off of Fifty Shades of Grey) Independence Day: Resurgence The Legend of Tarzan London Has...

#ObamaFarewell: i migliori momenti dell’ormai ex Potus...

In queste ore, si stanno susseguendo tweet e post con l’hashtag #ObamaFarewell dedicati all’ultimo discorso di Barack Obama da Presidente degli Stati Uniti: il termine del mandato è segnato per il prossimo 20 gennaio 2017 e Obama ha deciso di tenere un’ultima toccante assemblea coi suoi sostenitori a Chicago, la sua città natale, proprio lì dove la sua Presidenza era iniziata con un bellissimo discorso di vittoria nel 2008. Il discorso di ieri (10 gennaio) ha generato più di un momento di commozione sia per gli spettatori che per l’oratore e ha incluso accenni alla Costituzione, alla Democrazia, ai Padri Costituenti, alla Libertà, alla Ricerca della Felicità, alla “Perfect Union”, andando a toccare tutti i temi cari al pubblico americano: non sono mancate citazioni a suoi comizi precedenti (ad esempio, “You might have said our sights were set a little too high“, preso proprio dal suo primo incontro del 2008), celebrazioni dei successi raggiunti e l’iconico “YES WE CAN”, che ha chiuso con forza e speranza il discorso. Tantissimi ringraziamenti alla famiglia, a Biden, ai collaboratori, ai volontari, alla gente comune: tutti coinvolti nel raggiungere un sogno in parte compiuto… ma l’impegno degli Obama non finisce qui. I due saranno, infatti, sempre al fianco dei cittadini e continueranno a lottare anche se lontani dalla scena politica. Obama conclude il suo secondo mandato a 55 anni, con un tasso di popolarità molto alto: riuscire a raggiungere lo stesso seguito sarà molto complicato. Rivediamo i momenti iconici di questa Presidenza, celebrando un uomo politico che ha certamente diviso l’opinione pubblica, ma che ha indubbiamente saputo comunicare se stesso e i suoi valori. – Il primo ballo con Michelle: dopo la vittoria del 2008, Barack e Michelle Obama hanno incantato il mondo con un primo romantico ballo...

Film controversi: le pellicole che hanno creato scandalo...

La storia del cinema è costellata da esempi di film controversi, in grado di creare scandali e generare reazioni contrastanti: non solo pellicole dichiaratamente politiche o legate ad avvenimenti storici, ma anche – e soprattutto – commedie e horror, considerati irriverenti, violenti o addirittura sacrileghi. Quali sono le pellicole che hanno incontrato maggiori problemi in fase di pubblicazione e distribuzione? – L’ultima tentazione di Cristo: il film del 1988 di Martin Scorsese vede come protagonista un incredibile Willem Dafoe, chiamato ad interpretare un Gesù imperfetto, pieno di dubbi, colto ad immaginare la propria vita “normale”, senza il peso del legame con Dio e del suo ruolo fra gli uomini. Come è facile immaginare, la pellicola, che già in fase di realizzazione aveva creato più di un problema, venne vietata in diversi stati, fra cui Filippine e Cile. In altri paesi, Francia compresa, suscitò reazioni anche violente. – La Casa: il film horror di Sam Raimi del 1981 venne immediatamente accusato di violenza inutile e gratuita (compresa una scena di stupro ai danni di una delle protagoniste). Come è facile immaginare, l’argomento – possessioni demoniache – non ha facilitato il compito di chi aveva realizzato la pellicola: nonostante questo, il film ha ottenuto un ottimo successo, dando vita ad una trilogia e a diverse citazioni parodistiche. – La Passione di Cristo: il film di Mel Gibson del 2004 scatenò controversie legate a praticamente ogni elemento, dalle lingue scelte (aramaico e latino con sottotitoli durante tutto il corso del film) ai toni ritenuti antisemiti, fino alla violenza realistica e davvero dolorosa da guardare. In particolare, la rappresentazione della flagellazione di Cristo, con sangue e dettagli estremamente accurati, provocò vere e proprie rivolte, oltre che malori al cinema. – Psyco: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non...

2016 – 2017: ricordando David Bowie e i suoi look iconici...

Ad un giorno dal suo settantesimo compleanno e a poco meno di 24 ore dal primo anniversario della sua inaspettata e dolorosa scomparsa, sembra quasi che David Bowie non se ne sia mai andato: gli articoli che parlano di lui si moltiplicano costantemente, così come i post e le immagini condivise dai suoi fan sul web. In molti ne sentono la mancanza e ne ricondividono i principali successi, tirando le somme di questi primi 12 mesi senza il Duca Bianco: considerato l’andamento del 2016, dai più ritenuto estremamente sfortunato (anche per il numero eccezionalmente alto di grandi star scomparse più o meno prematuramente), ad alcuni pare evidente che fosse proprio Bowie a tenere le fila dell’universo oppure, ancor più incredibilmente, che sia semplicemente andato via, costruendo una realtà parallela da popolare con le tante celebrità scomparse nel corso dell’anno passato. Qualsiasi sia la vostra opinione, dalla più realista alla più ottimista, è innegabile che David Bowie abbia significato tantissimo a livello musicale, cinematografico, culturale, sociale e che la sua mancanza stia iniziando a farsi sentire pesantemente. Anche nel campo della moda. A un anno dalla scomparsa, vogliamo ricordarlo così, con un breve elenco di alcune delle sue apparizioni e scelte stilistiche più iconiche! – La tuta realizzata da Kansai Yamamoto per l’Aladdin Sane Tour nel 1973: in piena era Ziggy Stardust, Bowie sorprende con questo outfit senza paragoni, vestendo in modo incredibile ed indimenticabile uno dei suoi personaggi più conosciuti ed apprezzati. Famosissimo anche il make up, imitato e riproposto ininterrottamente fin dalla sua prima apparizione sulla scena. – Diamond Dog: a metà degli anni ’70, iniziano i primi cambiamenti, che avvicinano Bowie alla sua trasformazione successiva, fatta da look decisamente meno colorati ed aggressivi. – Il Duca Bianco: pochi anni dopo il tramonto...