La figura del pagliaccio: origine e caratteristiche...

Quella del pagliaccio (o clown) è una figura particolare, divisa fra divertimento e malinconia: ricordata come anima centrale, fondante, della tradizione circense internazionale, si è trasformata negli anni, assumendo di volta in volta significati e caratteristiche diverse. Il primo clown, Burt, venne introdotto nel 1780 fra gli artisti del Circo Astley: divertiva il pubblico prendendo un po’ in giro i cavallerizzi fra un numero e l’altro. Pochi anni dopo, anche grazie all’impegno di professionisti come Joseph Grimaldi, la figura del pagliaccio assunse una nuova rilevanza, trasformandosi quasi in un personaggio teatrale e assumendo il dono della parola. Nel corso dell’800 cominciarono a diffondersi clown giocolieri, clown acrobati, clown cantanti: nella seconda metà del secolo, si definirono anche le tre principali categorie nelle quali, ancora oggi, è possibile suddividere i pagliacci sparsi per il mondo. Sono il Bianco, l’Augusto e il Tramp. Il primo, nato formalmente nel 1864, è severo, autoritario, preciso, a tratti crudele nei confronti degli altri clown, si veste tradizionalmente di bianco e porta un cappello a punta; il secondo è il classico pasticcione un po’ stralunato, che si veste con abiti larghissimi e porta scarpe fuori misura; il terzo è il vagabondo dall’aria un po’ sognante, alla Charlot. In pochi anni, cominciarono a convivere pagliacci divertenti e malinconici, dispotici e incapaci, sognanti e un po’ folli: si delineò quella dualità rappresentata anche all’interno dell’opera I Pagliacci, dove felicità e tristezza sono facce della stessa medaglia e dove la risata spesso nasconde il pianto. Ottimo esempio di queste numerose anime è sicuramente la Famiglia Fratellini: quattro fratelli, quattro clown con caratteristiche assolutamente diverse. Louis era il pagliaccio equilibrista, Paul il classico Augusto, Francois il clown malinconico e Albert il pagliaccio un po’ folle e sopra le righe: i quattro si esibivano divisi...

Perché aumentano le vendite delle ville a Udine? Mar28

Perché aumentano le vendite delle ville a Udine?...

Udine è una città particolarmente eclettica e multiculturale, come dimostra il suo passato, e la sua ricchezza culturale è una risorsa che attrae sempre più persone che decidono di trasferirsi a Udine e nel suo territorio dal resto del Friuli Venezia Giulia o da altre regioni. La vivace vita culturale e artistica si dipana lungo tutto l’arco dell’anno, senza pause, tra rassegne, kermesse, festival e tante iniziative che contribuiscono a rendere una delle città dalla miglior qualità di vita secondo le classifiche stilate ogni anno da Il Sole 24 Ore e Legambiente. Infatti, oltre i servizi per il cittadino e le grandi aree di verde pubblico, la vita socioculturale di Udine è una grande attrattiva per chiunque sia alla ricerca di una nuova casa in città. Orientarsi in una città dal panorama immobiliare ricco e complesso come quello di Udine può essere difficile, ma grazie alla rete del gruppo immobiliare Quore ciascun cliente può trovare una soluzione abitativa all’altezza dei suoi desideri, delle sue necessità e delle sua aspettative come appartamenti o ville in vendita a Udine. Il gruppo Quore riunisce ben nove agenzie immobiliari associate alla FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) accuratamente selezionate per la loro esperienza più che ventennale e la loro elevata professionalità. Quore è l’agenzia immobiliare leader sul territorio friulano, che con la sua rete che copre l’intero territorio riesce a venire incontro al cliente offrendo un ventaglio di possibilità molto ricco e diversificato, con proposte studiate in base alle necessità specifiche del cliente, caso per caso. La profonda conoscenza del territorio è il punto di forza del gruppo Quore, al quale sempre più persone si rivolgono con fiducia per trovare o vendere casa in questa zona. Scegliere un’agenzia immobiliare associata al gruppo è sempre una garanzia: l’alta professionalità degli operatori...

Arredare casa con originalità scegliendo materiale da recupero...

L’originalità è una caratteristica importante per rendere unica la propria casa. Attraverso la scelta di oggetti di arredamento possiamo personalizzare la casa in cui abitiamo, creando soluzioni innovative e anche piacevolmente insolite. Avete mai pensato, ad esempio, alla possibilità di ridare vita a materiali che non servono più e che potreste salvare dalla discarica? Elementi di arredo e decorazioni originali e creative possono nascere dalla fantasia e prendere spunto da materiali di riciclo facilmente reperibili. Ecco qualche esempio. Vecchi pneumatici Se trovate per caso qualche vecchio pneumatico ormai inutilizzabile come tale, potete approfittarne per realizzare sedute, tavoli, o anche pouf per arricchire il soggiorno. I vecchi pneumatici si prestano benissimo anche per arredare gli esterni, ad esempio un giardino o un’ampia terrazza. I pallet Altro materiale da recupero che può servire per ricavare elementi di arredo sono i comunissimi pallet. Con questi si possono realizzare scaffali, divani, testiere per il letto, tavolini da giardino. Non è difficile levigarli e poi colorarli con la tinta che preferite, da abbinare naturalmente alla stanza. Su alcuni siti web ci sono tutorial che spiegano come procedere passo per passo e ottenere un ottimo risultato finale. Cassette di legno da imballaggio In un qualsiasi punto vendita di frutta e verdura potrete accorgervi di quante cassette da imballaggio vengono utilizzate e poi buttate via. In realtà, se avete dimestichezza con il fai da te, potete utilizzarle per ricavare elementi di arredo per la casa o il giardino: con un po’ di pazienza ed abilità è possibile realizzare librerie, scaffali, mensole per il bagno. Lattine e bottiglie Avreste mai pensato che le bottiglie di vetro e le lattine di plastica possono essere riciclate per diventare lampade originali oppure complementi di illuminazione in generale (ad esempio faretti ed applique)? Un semplicissimo barattolo...

Guardare la tv con i bambini: cosa è meglio fare?...

E’ vero dall’arrivo dei piccoli inizialmente le ore passate su Netflix e sulle serie in generale diminuiscono drasticamente, finché però i piccoli non iniziano a capire le trame ed i concetti espressi dai film di animazione. Scegliere il film o la serie giusta E’ ovvio, dovremo rinunciare a guardare The Walking Dead o serie ricche di eventi spiacevoli come omicidi, suicidi e sparatorie, ma magari ne potremmo guardare qualcuna adatta alla famiglia. Per le serie più ricche di questi eventi c’è pur sempre la seconda serata. Non rischiate di far vedere scene non appropriate a vostro figlio/a. Consigli di una blogger Ma come è possibile far rimanere il bambino e coinvolgerlo nel film di animazione sin da piccolo? La blogger Mamma la Dritta ci ha dato delle indicazioni per godersi una serata in famiglia sia con il partner che il proprio figlio/a in tranquillità e nell’intrattenimento: “All’inizio è difficile riappropriarsi della propria tv e coinvolgere il proprio figlio nella visione di programmi diversi da cartoni animati. E’ bene coinvolgerlo in film di animazione che siano un mix tra film e cartone animato. Ma il consiglio che do a tutte è quello di dotarvi di una bella poltroncina chicco. A me ha cambiato la vita. Gabriele è contentissimo di stare con i suoi genitori a vedere Inside out. Inoltre molte volte preso dalla stanchezza dell’asilo la apre e ci si addormenta. Poi spiegate parte del film e scegliete soprattutto film con un bel significato, ricordandovi che sono sempre bambini!” Occasione utile per rivedere vecchi film Eh giù, magari può essere una bellissima occasione per rivedere film che vi hanno coinvolto da piccoli, come Mary Poppins, Mamma ho perso l’aereo o i Goonies. Ogni tanto tornare piccoli serve anche a noi. Perché alla fine poi basta...

5 copertine che hanno fatto la storia Mar17

5 copertine che hanno fatto la storia...

Le copertine delle riviste non sono sempre semplici “cover”, fotografie colorate pensate esclusivamente per attirare i lettori: a volte, sono capaci di riassumere un momento storico, una trasformazione, un elemento capace di cambiare la società per sempre. Sono un esempio le tante immagini dall’incredibile potenza pubblicate dopo l’11 settembre 2001, i ritratti di politici (George W. Bush e Bill Clinton, per esempio, sono stati protagonisti di alcune delle immagini più suggestive), le foto prive di filtri inviate dai giornalisti di guerra: oggi vediamo 5 copertine che hanno fatto la storia! 1 – Esquire, aprile del 1968: a finire in copertina è Muhammad Ali, vestito con la sua classica divisa da pugile, ma trafitto da frecce. Poco prima, quello che è senza dubbio uno degli atleti più rappresentativi di sempre aveva espresso il suo parere sulla guerra nel Vietnam, rifiutandosi – per motivi religiosi – di arruolarsi nell’esercito: gli era stato tolto il titolo, era stato allontanato dal ring. Esquire aveva, quindi, deciso di dedicargli una serie di copertine “a favore”, dipingendolo come San Sebastiano, protettore degli atleti. Una scelta coraggiosa, sicuramente forte per l’epoca, che ancora oggi fa parlare di sè: un misto di sacro e profano che ben rappresentava quegli anni così difficili. 2 – Life, edizione speciale del 1969: “To the Moon and Back” è il nome del reportage speciale che la rivista Life ha dedicato nel ’69 all’impresa dell’Apollo 11. In copertina, il casco di Buzz Aldrin, fotografato da Armstrong, ci mostra luci e ombre della missione: nella rivista, foto a colori, approfondimenti e curiosità riguardanti uno dei momenti più importanti nella storia dell’evoluzione umana. 3 – Rolling Stones, 22 gennaio 1981: poche ore prima dell’assassinio di John Lennon, Annie Leibovitz aveva scattato una bellissima fotografia, che ritraeva un abbraccio pieno...

Darwin Awards: un premio all’idiozia...

“Il mondo è pieno di ladri di ossigeno” (motto del sito)   I Darwin Awards sono premi davvero particolari, così particolari che nessuno potrebbe mai sperare di vincerne uno. Perché? Perché questo riconoscimento viene annualmente assegnato a chi è riuscito, con le sue azioni, a migliorare il “pool genetico” umano, rimuovendosi da esso in modo eccezionalmente idiota: i premi vanno, insomma, a chi è morto o a chi ha perso la capacità riproduttiva a causa di decisioni davvero discutibili. Più l’azione è sciocca, assolutamente evitabile e dall’esito facilmente prevedibile, più è facile vincere: i Darwin Awards – creati negli anni ’90 da Wendy Northcutt, che ancora oggi ne cura l’evoluzione, gestendo i casi segnalati dagli utenti – vengono assegnati tramite il sito internet ufficiale ed inviati via mail. Ma finire in lista è molto meno facile di quanto ci si potrebbe aspettare: i doppioni non valgono, così come le morti in effetti stupide, ma tutto sommato comuni (avete presente il classico fumatore che si addormenta con la sigaretta accesa, dando fuoco a tutta la casa?), oppure i casi non accertati (in passato, sono stati scoperti diversi falsi, oltre che vere e proprie leggende urbane). I requisiti sono cinque: – Impossibilità di riprodursi (per decesso o sopravvenuta incapacità di procreare) – Incredibile assenza di capacità di giudizio: l’azione compiuta deve essere davvero, totalmente, fantasticamente idiota – Essere causa della propria eventuale morte (rimanere uccisi per sfortuna, seppur in un incidente stupido, non vale, così come non vale uccidere qualcun altro a causa di una decisione discutibile) – Maturità e capacità di intendere e volere (i partecipanti hanno tutti più di 16 anni  e non soffrono di alcuna patologia che possa alterare la percezione del pericolo) – Verificabilità dell’evento grazie ad articoli di giornale o testimoni...

8 marzo 2017: 5 libri da regalare e regalarsi per la festa della donna...

La Festa della Donna è alle porte e, come ogni anno, si preparano discorsi e celebrazioni. Stavolta, però, non voglio tornare alle origini di questa giornata: voglio, piuttosto dare qualche consiglio letterario! Ecco, infatti, 5 libri da regalare – oppure da regalarsi, perché no? – per capire l’impronta lasciata nella storia da tantissime donne: pittrici, scrittrici, scienziate, politiche, sportive… vere e proprie pioniere, capaci, a volte anche inconsapevolmente, di ispirare tantissime ragazze in tutto il mondo con il loro esempio! – Le tue antenate. Donne pioniere nella società e nella scienza dall’antichità ai giorni nostri: questo testo, scritto da Rita Levi Montalcini, raccoglie alcune delle più affascinanti ed esemplari biografie di donne che hanno saputo farsi largo, combattendo con fierezza e rivoluzionando il mondo che le circondava. Da Marie Curie a Margherita Hack, ogni storia permette di tuffarsi in una realtà differente, comprendendone le problematiche ed apprezzando i mezzi utilizzati dalle protagoniste per essere definitivamente riconosciute! – Cattive ragazze. 15 storie di donne audaci e creative: la raccolta, a cura di Assia Petricelli e Sergio Riccardi, include esempi femminili forse non famosissimi, ma comunque importantissimi. Fra le figure incluse nel libro si possono trovare, per esempio, Antonia Masanello, Angela Davis, Miriam Makeba, Onorina Brambilla e Nellie Bly: anche in questo caso, poche storie bastano a capire la forza delle donne! – Nel mio elenco voglio includere anche due testi in lingua inglese: il primo è Girls Think of Everything: Stories of Ingenious Inventions by Women, scritto da Catherine Thimmesh ed illustrato da Melissa Sweet, mentre il secondo è  Women in Science: 50 Fearless Pioneers Who Changed the World, di Rachel Ignotofsky. Entrambi sono dedicati al ruolo importantissimo giocato dal genere femminile in campo tecnico e scientifico: si va dalle invenzioni in apparenza più semplici...

La Tavola Ouija: di cosa si tratta?...

La Tavola Ouija è uno strumento molto particolare: si tratta di una superficie piana, di solito in legno o plastica, caratterizzata dalla stampa (o l’incisione) di tutte le lettere dell’alfabeto, delle cifre numeriche da 0 a 9, di un si, un no ed una forma di saluto, di solito l’inglese “goodbye” (addio o arrivederci). Ideata a metà del XIX secolo (con precedenti illustri non meglio specificati né provati) e lanciata con successo sul mercato dalla metà del secolo successivo, la tavola viene utilizzata per le comunicazioni medianiche con gli spiriti: viene, cioè, utilizzata nel corso delle sedute spiritiche. Tavola Ouija: come si utilizza e da quando? I partecipanti si uniscono ad un medium, un tramite, appoggiando leggermente le dita ad un indicatore, di solito un triangolo di legno. A turno, vengono fatte delle domande a cui si possa rispondere con un si o un no, oppure formulando frasi più complesse: gli spiriti (o fantasmi, o presenze, o angeli o comunque li chiami chi decide di tentare il contatto) rispondono spostando l’indicatore verso le parole o le lettere giuste e componendo piano piano una o più parole. La seduta si conclude solo con un commiato. Gli inventori ufficiali di questo strumento sono Elijah J. Bond e Charles Kennard, che lo brevettarono nel 1890. Undici anni dopo, William Fuld ne rilevò i diritti e lo rimise in vendita con il nome “Ouija” (un’unione di francese e tedesco senza un’origine chiara): nel 1991, il trademark è passato all’azienda Hasbro. Una spiegazione razionale Chi non crede all’effettiva possibilità di connettersi con gli spiriti ritiene che ci sia una spiegazione molto semplice per il movimento – all’apparenza volontario – dell’indicatore sulla tavola: l’effetto ideomotorio. In poche parole, l’inconscio di chi appoggia le dita sul triangolo di legno genera un...