Esplorazione spaziale: verso l’ignoto...

Pianeti e stelle sono, da sempre, protagonisti di osservazioni, teorie, poesie, canzoni, opere d’arte: aztechi, cinesi, indiani, arabi, antichi greci… tutte le popolazioni, fin dagli arbori della civiltà, hanno passato notti col naso all’insù, cercando di capire la natura di ciò che ci circonda. L’astronomia moderna, però, non inizia fino all’invenzione del telescopio, nel ‘600: con quel “semplice” strumento, Galileo vede le macchie solari, le irregolarità della superficie lunare, i satelliti di Giove… intuisce che c’è molto più di quanto l’occhio, da solo, riesca a percepire. L’esplorazione spaziale si basa proprio su questa convinzione. I primi voli orbitali La conoscenza diretta dello spazio inizia nel ’57, con il lancio in orbita dello Sputnik 1 da parte dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno, il programma spaziale russo prevede l’impiego di animali: cani (Laika rimane la più famosa), ma anche conigli, topi e mosche vengono lanciati e fatti rientrare, con la speranza di poter creare le condizioni ideali per l’invio di esseri umani. L’esplorazione umana inizia, in effetti, solo quattro anni dopo: – il 12 aprile del 1961, Jurj Gagarin è il primo cosmonauta ed entrare in orbita – il 16 giugno del 1963 lo segue la prima donna, Valentina Vladimirovna Tereskova – il 18 marzo del 1965, Aleksej Archipovic Leonov porta a termina la prima EVA, cioè la prima attività extraveicolare, uscendo dal suo Voschod 2. Sono gli Stati Uniti, però, a mettere a segno il colpo migliore: il 20 luglio del 1969, fra l’eccitazione e la tensione generale, Armstrong, Aldrin e Collins riescono nel primo allunaggio della storia umana, poggiando i piedi sulla superficie del nostro satellite. Dal ’69 al ’72, altri dieci astronauti seguirono le loro stesse orme! L’esplorazione spaziale del Sistema Solare La Luna non è l’unico oggetto d’interesse dei programmi spaziali internazionali:...

Il Demon Murder Trial: il processo ad Arne Johnson...

Il Demon Murder Trial è uno dei processi americani più famosi degli anni ’80, non tanto per la particolare efferatezza o per le generalità dei protagonisti, ma per l’originale linea di difesa scelta da uno degli avvocati nelle prime battute del processo: il reo confesso Arne Johnson, giovane ragazzo originario del Connecticut, aveva – sì – ucciso il suo padrone di casa, Alan Bono, ma lo aveva fatto perché posseduto da un demone. La storia Tutto inizia nel luglio del 1980: Arne sta aiutando la famiglia della sua fidanzata, Debbie, a traslocare. Tutti, anche David, il fratellino della ragazza, stanno dando una mano, pulendo le stanze e preparando gli spazi per l’arrivo di mobili e valigie. A un certo punto, però, David torna correndo dal piano di sopra, raccontando di aver visto un uomo anziano vestito di nero: l’uomo lo ha spintonato e gli ha detto di andare via, perché rimanere lì significa attirare sulla famiglia qualcosa di molto brutto. Nessuno sembra credergli. Forse il piccolo David sta patendo il trasferimento, forse è solo una fase della crescita… Arne e Debbie, però, sentono rumori strani provenire dal piano di sopra e, in effetti, non si sentono troppo tranquilli. Le cose peggiorano quando David torna a casa: il ragazzo si comporta in modo strano, digrigna i denti, si contorce, aggiunge dettagli alla sua storia, raccontando che l’uomo era un uomo, ma ogni tanto sembrava un animale, aveva le corna e parlava latino. La madre di David si spaventa, comincia a sentire strane vibrazioni anche a casa sua e contatta la vicina chiesa per un aiuto: l’esorcismo deciso dal prete, però, sembra peggiorare le cose. È a questo punto che i genitori di David decidono di chiamare Edward e Lorraine Warren, esperti di paranormale diventati famosissimi...

QUANDO L’AMIANTO NON SI PUO’ RIMUOVERE...

L’amianto è un minerale appartenente al gruppo dei silicati, costituito da fibre sottilissime, molto utilizzato fino agli anni ‘90 per la costruzione di tetti e tettoie, rivestimenti di tubature e moltissimi altri prodotti. Grazie al suo basso costo e alla sua versatilità, è stato impiegato un po’ ovunque finché studi sulla salute non hanno svelato la sua pericolosità. Le fibre sottili del minerale danneggiato, infatti, possono essere facilmente inalate per anni depositandosi negli alveoli polmonari e causando così tumori della pleura. Dal 1992 l’amianto, anche detto Eternit, dal nome dell’azienda che lo produceva, è stato completamente bandito. Molti edifici che hanno più di 25 anni possono presentare rivestimenti con questo materiale, pertanto è necessario rimuoverlo e smaltirlo nel rispetto delle normative vigenti. Le procedure consistono nel contattare una azienda specializzata in smaltimento e bonifica amianto che, previo sopralluogo, stabilirà gli interventi da fare e informerà l’asl competente. Una volta rimosso l’Eternit, la ditta lo consegnerà impacchettato e sigillato in modo che possa essere consegnato a una discarica certificata che lo seppellirà in seguito in luoghi autorizzati. I costi fissi di questo intervento riguardano le pratiche dell’asl e il trasporto dei rifiuti, ma gli importi totali sono dati dalla quantità e dalla difficoltà di svolgimento del lavoro. Nel caso in cui l’amianto non possa essere rimosso, come può avvenire per esempio per una colonna portante, si parla di bonifica. La bonifica amianto è una procedura che non rimuove il materiale ma lo riveste con appositi prodotti ricoprenti. Esistono due tecniche principali di bonifica: la prima è il confinamento, ovvero la delimitazione dell’area da trattare qualora si tratti di una zona frequentata (per esempio l’interno di un edificio) con una barriera a tenuta,  la seconda  è l’incapsulamento, ovvero il rivestimento della parte da bonificare. La bonifica...

Gambino Garden Center: un’oasi verde vicino a Torino! Giu13

Gambino Garden Center: un’oasi verde vicino a Torino!...

Gambino Garden Center è una vera e propria oasi verde, un fai da te dedicato a giardinaggio, animali, vita all’aperto, che consente di acquistare con semplicità e a prezzi davvero competitivi tutti gli accessori necessari per trasformare completamente la propria casa e il proprio stile di vita, con un occhio agli ambiti green e bio! Lo store, situato a San Francesco al Campo, in provincia di Torino, è ricco di prodotti: non solo piante e fiori, ma anche decorazioni, arredi e prodotti per i nostri amici animali! In particolare, il catalogo di articoli messi a disposizione da Gambino comprende: – piante e fiori: da esterno, da interno, recisi e in plastica, ma anche sementi e concimi; – zoo market: alimenti e accessori per gatti, cani, uccelli, roditori e pesci; – giardinaggio: attrezzi manuali e motorizzati, vasi in plastica e cotto, fioriere, strumenti per l’irrigazione, teli e coperture; – bio: alimentazione, cosmesi, erboristeria e ortofrutta; – decor: profumatori d’ambiente, vasi, coprivasi e decorazioni per la casa; – arredo giardino: piscine fuori terra e accessori, ombrelloni, set da giardino, tavoli e sedie; – bbq: cioè, griglie a carbone, a gas e a pellet, oltre ad accessori specifici e pietre ollari. Gambino Garden Center propone, quindi, prodotti della massima qualità, sempre accompagnati dalla massima professionalità e da consigli mirati: all’interno del fai da te si possono acquistare solo gli articoli migliori, su misura per tutte le esigenze di tempo, spazio e investimento! Che si tratti di un giardino da risistemare, piante e fiori da organizzare, animali da curare o aree interne/esterne da arredare in modo pratico, funzionale e alternativo, nello store saranno disponibili tutte le soluzioni più adatte a completare i lavori rapidamente e con il risultato finale più soddisfacente! Per maggiori informazioni e per consultare il...

La Piccola Bastarda: che fine ha fatto la Porsche di James Dean?...

James Dean, morto a soli 24 anni nel 1955, è ancora oggi un’icona: di stile, sicuramente (anche grazie a lui, jeans e maglietta bianca spopolano indisturbati da oltre mezzo secolo), ma anche di “attitudine”. Con la sua faccia bellissima e squadrata, il suo sguardo a tratti trasognato, il suo indiscusso talento, le sue foto private che rivelano un animo profondo, le intense passioni per tutto ciò che è arte e la sua affascinantissima vena ribelle, è ancora oggi – per tanti – un modello da imitare, raggiungere, superare. Parte del suo essere ribelle si esprimeva anche con le auto: le sue preferite, le Porsche, lo accompagnarono per tantissimi anni e una di loro, la Piccola Bastarda, ne segnò anche la fine. Ma chi era la Piccola Bastarda? Era una meravigliosa Porsche 550 Spyder color argento, lunga, lunghissima, senza tettuccio: praticamente un missile, sia per linee che per velocità (220 Km/h con un passaggio da 0 a 100 in 10 secondi. Nel 1955…). Dean l’acquistò nel ’55, abbandonando la precedente 356 bianca: nemmeno il tempo di staccare l’assegno che l’auto finì a George Barris, famoso per aver progettato e prodotto alcune delle auto cinematografiche più famose di sempre (la macchina dei Flinstones, la Batmobile, il Generale Lee…). Barris gliela modificò, la rese ancora più aggressiva, perfetta per quelle gare su strada che la Warner Bros. aveva espressamente vietato a Dean, almeno durante le riprese. Dopo le modifiche, Barris gliela riconsegnò, manifestando un brutto presentimento: la Piccola Bastarda, soprannome scelto direttamente dall’attore, l’avrebbe fatto finire male. Il 30 settembre del ’55, la profezia si avverò. Mentre si trovava in auto, sulla sua Little Bastard, in compagnia di un amico, un’auto proveniente dalla direzione opposta non rispettò una precedenza, prendendoli in pieno: sulla Statale 46, in direzione...

The Black List: spazio agli scrittori...

The Black List è un progetto dal nome oscuro e un po’ inquietante, ma dai risultati incredibili: nasce nel 2005 per opera di Franklin Leonard, un executive della grande industria cinematografica hollywoodiana che decide di iniziare una ricerca fra gli addetti ai lavori, chiedendo ai suoi colleghi di votare tutte quelle sceneggiature che non ce l’avevano fatta a diventare film veri e propri. Pellicole di ogni genere, lasciate a metà per mancanza di un produttore o per l’assenza di un regista… script belli, bellissimi, ma purtroppo abbandonati: l’idea era quella di rimettere sotto i riflettori l’importanza di una buona storia, dando slancio al settore degli scrittori. Nel 2005 a votare erano meno di 100, oggi sono quasi 500: executive di piccoli studi e professionisti delle major che leggono le sceneggiature (di solito, del genere di loro competenza) e danno un voto che va da 1 a 10. The Black List raccoglie i risultati, li somma e restituisce una sorta di scaletta annuale, che indica i preferiti: delle oltre 1000 pellicole recensite e votate negli ultimi 12 anni, quasi un terzo è stato poi effettivamente prodotto. Oltre 300 pellicole in totale, capaci di raccogliere oltre 25 miliardi di dollari nel mondo e più di 260 nomination all’Oscar: ne hanno vinti 48, compresi Miglior Film e Miglior Sceneggiatura. I casi più eclatanti comprendono Il Discorso del Re, Argo, Il Caso Spotlight e The Imitation Game (il più votato di sempre), ma ogni anno questa particolare ricerca mette in luce titoli davvero incredibili. Qualche esempio? Nel 2005, in lista finirono Blood Diamond, Juno, Little Miss Sunshine, The Prestige, Nebraska e Zodiac (oltre ai vari X-Men e Fast and Furious); nel 2006, Quel treno per Yuma, In Bruges, Changeling, Frost/Nixon, Scott Pilgrim Vs. The World, Sette Anime; nel...