Weekend in Toscana: relax e benessere...

La Toscana è la regione con il più alto numero di attrazioni turistiche di intessere storico culturale dal momento che può vantare il titolo di ‘culla del Rinascimento’. Ma non è finita qui oltre a Firenze e la galleria degli Uffizi, Pisa con la sua Piazza dei Miracoli e la torre pendente più famosa del mondo, i piccoli borghi in cui possiamo ravvisare tracce di cultura etrusca e romana in Toscana possiamo rilassarci sulle bellissime spiagge della Versilia, partecipare ai colorati festeggiamenti del Carnevale di Viareggio la cui celebrazione si protrae per un mese intero o visitare gli sterminati vigneti e gustare degli ottimi vini locali (tra i più famosi citiamo il Chianti, il Montepulciano e il Brunello di Montalcino). Le attrazioni turistiche sono davvero tantissime per non circoscrivere un solo ambito, dunque ora vogliamo proporvi le tre migliori mete toscane per trascorrere un piacevole weekend di puro relax. I centri termali di Montecatini: un’oasi di benessere A Montecatini la città e terme hanno sviluppato una curiosa simbiosi imprescindibile. La città con i suoi enormi parchi e il caratteristico borgo diventa un proseguimento dell’area termale che ci riporta all’epoca romana di cui conserva innumerevoli vestigia. Le terme di Montecatini detiene il primato tra le aree termali italiane e si conferma uno dei luoghi di benessere più frequentati d’Europa. Qui troverete la bellezza di nove stabilimenti e una varietà straordinaria di trattamenti benessere, curata da un ‘equipe di esperti e di medici specializzati. Ogni momento dell’ anno è il momento migliore per rigenerare il proprio corpo, i servizi termali infatti sono aperti anche d’inverno. Le terme di Saturnia Le terme di Saturnia sono probabilmente le terme più amate della Toscana per il fatto di essere situate al centro di un’area incontaminata nel cuore della Maremma...

Le principali novità nel campo automobilistico presentate al CES di Las Vegas...

Il CES di Las Vegas, ribattezzato da molti la “fiera dei sogni”, rappresenta una vetrina dalla grande visibilità per i grandi brand tecnologici ed elettronici, che possono mostrare i loro nuovi prototipi, che saranno lanciati sul mercato del futuro. Da diverso tempo ormai ha fatto prepotentemente irruzione alla manifestazione tecnologica in Nevada il settore automobilistico, che anche quest’anno non ha deluso le aspettative presentando prodotti e servizi estremamente all’avanguardia e futuristici. L’azienda Autronica, officina specializzata in auto elettriche a Udine, ci spiega come oltre ai nuovi modelli di auto, svelati proprio nella “città delle luci” dalle case automobilistiche, i protagonisti in assoluto del settore sono stati i nuovi modelli di guida autonoma e l’intelligenza artificiale. Partendo dai modelli uno dei più interessanti è stato e-Palette di Toyota, un minivan elettrico dotato di guida autonoma pensato per il business. Il veicolo, oltre ad essere usato per il servizio di car sharing o di consegne a domicilio, è anche dotato di un display esterno dove mostrare informazioni utili sul percorso o inserire messaggi pubblicitari. Queste innovative caratteristiche hanno attirato l’attenzione di Uber ed Amazon, diventati partner di Toyota in questo progetto. Anche Kia punta forte su veicoli “eco-friendly”, infatti ha presentato 16 auto rispettose dell’ambiente: 5 ibride, 5 ibride plug-in, 5 elettriche a batterie ed una alimentata da celle a combustibile. Passando ai servizi per la guida sicura uno dei più interessanti è la tecnologia Brain-to-Vehicle (B2V) di Nissan. Si tratta di un sistema dotato quasi di intelligenza propria, poiché è in grado di interpretare i messaggi inviati dal cervello umano e di fornire un’assistenza all’automobilista, favorendo una guida più piacevole e confortevole. In questo settore da segnalare il sistema Departed Drive Rescue & Exit Maneuversviluppato da Mobis, la divisione dedicata alla sicurezza della Hyundai. Una particolare camera ad infrarossi monitora le condizioni di salute del guidatore, analizzando il movimento del viso e delle palpebre. Se il sistema ritiene che ci sono le condizioni per un malessere...

Prodotti di successo: la Joyetech Ego Aio Feb23

Prodotti di successo: la Joyetech Ego Aio...

Il mondo dello svapo è un mondo complesso, in continua evoluzione: anche in Italia le sigarette elettroniche sono sempre più numerose e i vapers – sempre più preparati – ricercano continuamente soluzioni di ultima generazione e dispositivi di qualità. Fra le tante aziende conosciute nel settore, la Joyetech ha saputo distinguersi con prodotti dalle ottime prestazioni e dai prezzi competitivi: uno degli esempi è sicuramente la serie Ego Aio. Joyetech Ego Aio: le caratteristiche L’Ego Aio è una sigaretta elettronica all-in-one particolarmente compatta e pratica, dotata di un serbatoio da 2 ml e da una struttura affidabile, che scongiura il rischio di pericolose perdite. La sicurezza è assoluta, anche grazie a un sistema “a prova di bambino”, che permette di svitare la cap solo applicando una certa pressione e ruotando contemporaneamente le componenti del dispositivo: questo design semplice ed efficace – unito a due sistemi di protezione anti scariche e sovraccarichi per la batteria– rende l’e-cig particolarmente affidabile. La natura all-in-one si traduce, invece, con un atomizzatore integrato, funzionale anche se di piccole dimensioni: l’intera sigaretta, infatti, ha una lunghezza di 118 mm e un diametro di appena 19 mm. Leggerissima e comoda, può essere trasportata senza troppo ingombro praticamente ovunque, adattandosi a borse, tasche, zainetti e astucci senza problemi. Joyetech Ego Aio: i motivi del successo Non è mai facile comprendere a pieno i motivi del successo di un particolare prodotto: in questo caso, per esempio, il merito può essere dato al design intuitivo, alla possibilità di personalizzare il dispositivo con diversi colori, alla presenza di più sistemi di sicurezza, alla praticità e forse, soprattutto, alla facilità di utilizzo. Vapers esperti e meno esperti hanno trovato in questo modello un giusto mix di qualità e semplicità, con un’accessibilità assoluta: questo significa che la...

Alla scoperta della canapa...

Sono davvero tanti i pregi della canapa, un materiale che negli ultimi tempi sta venendo riscoperto in modo sempre più apprezzabile: il merito è della sua grande resistenza, ma anche della sua capacità di fornire una protezione ottimale rispetto all’azione dei raggi UV. E non è finita qui, perché la canapa è in grado anche di assorbire l’umidità ed è antiparassitaria, il che vuol dire che non richiede il ricorso a pesticidi o ad altre sostanze potenzialmente tossiche. Coltivabile nel nostro Paese, questo materiale naturale ha alle spalle una storia molto lunga: oggi esso è impiegato anche per la realizzazione di abbigliamento biologico. La canapa non è soggetta a terme o a funghi, ma nemmeno a muffe ed acari: i tessuti realizzati con questo materiale si caratterizzano per una notevole capacità di dispersione, il che implica che restano caldi in inverno e freschi in estate. Assorbendo gli odori in misura limitata, gli indumenti in canapa possono essere usati anche quando si fa sport o si pratica un’attività fisica, in quanto sono perfettamente compatibili con il sudore e lasciano traspirare la pelle. Per di più, essi si contraddistinguono per una micropotenza elettrica in virtù della quale viene stimolata la circolazione del sangue. Dal punto di vista pratico, la vestibilità della canapa è superiore rispetto, per esempio, a quella di un materiale come il lino, come dimostrano le sue pieghe più dolci. Certo è che il vero punto di forza che definisce la sua coltivazione va individuato nell’ecosostenibilità della cultura: non solo l’ambiente non risulta danneggiato, ma addirittura viene aiutato. Le radici molto lunghe che si formano, infatti, vanno a scavare nel terreno in profondità, così da garantire una maggiore ossigenazione e da incrementare la sua fertilità. Non c’è bisogno, pertanto, di utilizzare concimi, mentre gli oli essenziali hanno proprietà tali da tenere alla larga i...

I 5 alimenti da provare in Irlanda Feb20

I 5 alimenti da provare in Irlanda...

Prima di partire per l’Irlanda, conosciuta anche come l’isola di smeraldo per il verde del panorama, è meglio conoscerla anche dal punto di vista culinario, in quanto ha molte cose da offrire al viaggiatore italiano, che non si accontenta del solito fast food. Come un bravo travel e food blogger spiega, ogni periodo dell’anno ha la sua particolarità vegetale o animale e quando sarete in Irlanda, vi renderete conto che il cibo irlandese piace a tutta la famiglia (bambini inclusi) e che assaggiare la tradizionale Chocolate Guinness Cake è un “must” che non potete perdervi Durante il vostro viaggio in Irlanda, vi suggeriamo di assaggiare: Cavolo e pancetta bollita – Boiled bacon and cabbage Quando si pronunciano le parole pancetta bollita, cavolo bollito e patate bollite possono sembrare non molto appetitosi per i buongustai italiani ma rimangono i piatti preferiti in molte famiglie irlandese. Tradizionalmente la carne di maiale salata – un taglio dalla spalla o sulla parte posteriore del maiale – viene messa in concia tutta la notte a seconda di quanta desalificazione si vuole fare, prima di essere bollita, con il cavolo che aggiunto alla pentola negli ultimi dieci minuti. Salmone irlandese e salmone affumicato – Irish salmon and smoked salmon Il salmone selvatico ora è una rarità in Irlanda, in quanto la sua qualità è di molto superiore ai suoi cugini d’allevamento. Se lo trovate fresco su un menu, ordinatelo subito (i mesi migliori sono aprile a giugno) in quanto viene servito con una salsa bianca e patate novelle ed è semplicemente delizioso. Un altro must da provare è il Burren Smokehouse ovvero il salmone affumicato in legno di faggio dall’affumicatoio di Connemara Black and white pudding Gli irlandesi non erano gli unici a scoprire le delizie di sanguinaccio che non...

Il velcro adesivo e i suoi usi!...

Il velcro adesivo è un alleato prezioso per tantissime delle nostre attività quotidiane: utilizzato su diversi tessuti, ma anche su superfici di vario tipo (dalle pareti ai metalli, passando per il legno, il cartone e il vinile), diventa un valido supporto, adattabile a ogni situazione! Per scoprire le sue origini bisogna andare indietro nel tempo: nel 1941, l’ingegnere svizzero Georges de Mestral stava passeggiando per i boschi quando notò qualcosa di molto particolare. Sui suoi vestiti – in particolare sulle calze di lana – rimanevano, infatti, impigliati dei frutti secchi, chiamati acheni spinosi o Bardana: analizzandoli al microscopio, l’ingegnere scoprì che le estremità delle loro spine erano uncinate e proprio questa caratteristica permetteva loro di “aggrapparsi” ad altre superfici. Deciso a imitare quel sistema così intelligente, Georges de Mestral utilizzò il nylon, riproducendo gli uncini su una fettuccia e le fibre di lana su un’altra: le due aderirono perfettamente, con un risultato finale estremamente resistente! Il nuovo prodotto, chiamato velcro (dal francese: velours, cioè velluto, e crochet, cioè uncino) si diffuse rapidamente, presto declinato in diverse versioni adattabili a tutti i vari impieghi! Ma come può essere usato il velcro adesivo? Vediamo qualche esempio! 1 – Sui vestiti: il velcro può salvare un outfit! Applicata al posto di una cerniera zip (che può rompersi facilmente), una fascetta adesiva è affidabile e quasi invisibile: basta posizionarla sul lato interno del tessuto. Attaccarla agli abiti è molto semplice, perché se in alcuni casi è necessario dare due punti con ago e filo, molte varietà di velcro si incollano perfettamente con una semplice passata di ferro da stiro! Naturalmente, il velcro non è l’ideale solo per i vestiti, ma per tutti i tessuti con cui lavoriamo ogni giorno: dai cuscini delle sedie agli asciugamani, passando per strofinacci,...

Guida alle auto ibride: vantaggi, svantaggi e caratteristiche Feb18

Guida alle auto ibride: vantaggi, svantaggi e caratteristiche...

La vendita delle auto ibride preannuncia un’interessante crescita nel mercato automobilistico che sicuramente non può passare inosservata. Molti automobilisti stanno riflettendo sulla bontà dell’acquisto di questi veicoli, ma nella testa di tutti rimbalza un’ovvia domanda: conviene comparare un’auto ibrida? Prima di rispondere a questa domanda bisogna però porsi altri quesiti. Che utilizzo fai dell’auto? Quanti chilometri percorri al giorno? Cammini più in autostrada o nelle strade cittadine? É bene sapere infatti che le auto ibride offrono le migliori prestazioni sui percorsi cittadini. Un’utilitaria ibrida è più conveniente rispetto ad un’utilitaria a benzina? Anche in questo caso bisogna fare delle opportune valutazioni, confrontando i consumi effettivi delle auto ibride e a benzina e considerando entro quanto tempo si ammortizza la spesa extra. Per capirne di più analizziamo pro e contro delle auto ibride. Partiamo dai vantaggi delle auto ibride, che non sono pochi. Innanzitutto il motore elettrico consuma meno carburante, soprattutto quando si accelera, si frena e si decelera di continuo, in breve in quelle situazioni in cui si cammina nel traffico. Per questo motivo le strade urbane sono l’habitat naturale delle auto ibride. Notevoli sono i vantaggi anche da un punto di vista ecologico, poiché le emissioni di gas inquinanti sono ridotte notevolmente con questi modelli. Infine da non trascurare le esenzioni fiscali per le auto ibride. Chi possiede questi veicoli infatti, a seconda delle Regioni, viene esentato dal pagamento del bollo auto per un tot di anni, ed il pagamento è limitato alla potenza del motore termico. Passiamo adesso alle dolenti note, gli svantaggi delle auto elettriche. Il peso è uno dei principali elementi negativi, a causa della presenza delle batterie. Un’auto pesante ha bisogno di maggiore energia per muoversi, quindi considerando che in autostrada è necessario procedere ad una velocità piuttosto sostenuta, il motore elettrico non può essere utilizzato in quanto si scaricherebbe dopo pochi chilometri. Inoltre è da considerare che,...

5 cose da fare in un viaggio a Madrid Feb17

5 cose da fare in un viaggio a Madrid...

Con i suoi più di 3 milioni di abitanti Madrid è una delle città più grandi d’Europa. La capitale spagnola rappresenta uno dei poli culturali più importanti dell’antico continente e, proprio per questo, è uno dei luoghi turistici maggiormente gettonati per i viaggi in Spagna. Il suo mix culturale, garantito dal perfetto connubio tra storia, arte, folklore popolare e gastronomia unica, la rende una delle mete più interessanti nel momento in cui si decide di far la valigia e andare a visitare qualcosa di nuovo. Abbiamo selezionato 5 cose che non ci si può perdere durante una vacanza a Madrid. Visitare i musei. Alcune delle più grandi attrazioni di Madrid sono i musei, alcuni di essi tra i più importanti d’Europa. Imprescindibile per gli amanti di storia dell’arte una visita al Museo del Prado, con le collezioni della scuola spagnola ma anche tantissimi importanti rappresentanti italiani di qualità come Correggio, Caravaggio, Botticelli, Raffaello, Tiziano. Da non perdere il Reina Sofía, laddove si potrà ammirare la celeberrima Guernica. In zona si trova anche il Thyssen-Bornemisza, contenente imperdibili pezzi di cultura europea. Insomma: ce n’è davvero per tutti i gusti! Passeggiare nel verde. Madrid è una delle città più verdi d’Europa e, proprio per questo, non può mancare un giro nei suoi parchi più importanti. Il più celeberrimo è sicuramente il centralissimo Parque del Buen Retiro, a pochi passi dal centro e contenente al suo interno interessantissime opere architettoniche come il monumento ad Alfonso XII, il Palazzo di Cristallo e la fontana dell’Angelo Caduto. Meritano sicuramente una visita anche i Giardini Sabatini, adiacenti al Palazzo Reale, il Parque de Oeste, non lontano dalla centralissima Plaza de España e il più recente Madrid Río, che costeggia il fiume Manzanarre. Una foto con el oso y el madroño....

Il museo Petit Palais di Parigi Feb15

Il museo Petit Palais di Parigi...

E’ ritornato allo splendore originale il Petit Palais, il “piccolo palazzo” uno dei musei più amati dai parigini stessi. Il Petit palais sorge nell’Ottavo Arrondissement, il quartiere salotto della città, con Place de la Concorde, gli Champs Elysées e le vie delle grandi boutique come Avenue Montaigne e Rue du Faubourg Saint Honoré. Un quartiere dove è piacevolissimo passeggiare e soggiornare, visto che offre anche ristoranti e alberghi di squisita ospitalità. Non è un semplice restauro ma una vera e propria rinascita quella del Petit Palais, dove la protagonista principale è la luce, che inonda ogni ambiente non appena varcate le pesanti porte di ferro battuto d’ispirazione Art Nouveau. Sembra sorgere dappertutto, dalle grandi finestre aperte sugli Champs Elysées, dal giardino interno, dai soffitti dove agli affreschi si alternano a grandi vetrate aperte sul cielo di Parigi. Nulla a che vedere con il museo buio e polveroso che, nonostante le importanti mostre temporanee ospitate nel corso degli anni, rimaneva sempre nell’immaginario di parigini e di Inguaribile Viaggiatore come il fratellastro povero e un po’ negletto, seppure amatissimo, del più importante vicino Grand Palais. Gioiello architettonico dell’Exposition Universelle del 1900, opera dell’architetto Charles Girault, il Petit fu salutato al momento della sua inaugurazione come un capolavoro eclettico in cui vetro e metallo si sposavano con la maestosità classica. Potendo contare soltanto sulla luce del giorno, Girault aveva moltiplicato le soluzioni audaci per farla penetrare, creando uno spazio aperto di grande modernità, di cui, paradossalmente, il Petit Palais è rimasto vittima. Troppo moderno, troppo trasparente rispetto ai mezzi a disposizione all’epoca per filtrare la luce e controllare allo stesso tempo la temperatura a protezione delle opere. Così, sostituita la luce naturale con quella elettrica negli anni ’50, a poco a poco si è cominciato a nascondere finestre, murare...

Impermeabilizzazione: come eseguirla e quali materiali utilizzare Feb13

Impermeabilizzazione: come eseguirla e quali materiali utilizzare...

La stagione autunnale e quella invernale fanno aumentare il rischio, a causa della maggiore quantità di precipitazioni, di infiltrazioni d’acqua nella struttura cementizia di balconi, tetti e terrazze. Questa circostanza non deve essere assolutamente sottovalutata in quanto nel lungo periodo, oltre a dare luogo a delle antiestetiche macchie di umidità, può anche creare problemi alla struttura delle abitazioni. Per questi motivi, è opportuno prevenire il problema effettuando dei lavori di impermeabilizzazione che assicurano un adeguato isolamento dalle infiltrazioni. Che cosa si intende per impermeabilizzazione Prima di vedere praticamente quali opere si eseguono per prevenire i rischi di infiltrazione, cerchiamo di comprendere meglio cosa si intende per impermeabilizzazione. Essa consiste nelle insieme delle opere e delle attività nonchè dei materiali da posare per garantire un completo isolamento da infilitrazioni di acqua e umidità. Quest’ultima infatti non deve essere sottovalutata in quanto è necessario garantire anche una completa traspirazione dell’umidità proprio per prevenire danni. In linea di massima la posa dei prodotti impermeabilizzanti dovrebbe essere effettuata in fase di costruzione con una particolare attenzione ai punti più esposti all’azione delle intemperie come tetti, terrazzi e balconi. Può però capitare che l’infiltrazione d’acqua si manifesti a distanza di tempo per cui si rende necessario eseguire un intervento di impermeabilizzazione che si traduce in costose opere edili. Come si effettua l’impermeabilizzazione: prodotti tradizionali e novità La valutazione dello stato di fatto dell’infiltrazione è fondamentale per comprendere come effettuare al meglio l’impermeabilizzazione e quali prodotti impermeabilizzanti utilizzare. Se ci troviamo nella fase di costruzione, per evitare l’infiltrazione d’acqua bisogna applicare sopra il massetto una guaina realizzata in materiale bituminoso o in alternativa delle moderne guaine in poliuretano che permettono di ottenere dei risultati eccellenti in termini di isolamento. Se invece l’impermeabilizzazione deve essere eseguita successivamente alla costruzione dell’abitazione, bisogna...

Il surrealismo in fotografia...

Tra i mezzi di rappresentazione visiva più conosciuti, caratterizzato per rappresentare la realtà così come la vedono i nostri occhi, c’è indubbiamente la fotografia. Quando invece parliamo di fotografia surrealista questo momento da catturare o un realismo oggettivo non esistono più, esiste solo una realtà soggettiva. La fotografia surrealistica è una tendenza artistica nel campo della fotografia il cui obiettivo è esprimere, per mezzo delle immagini, l’essenza e le inquietudini dell’essere umano attraverso tecniche e tematiche legate al mondo dell’inconscio, dell’onirico e dell’irrazionale. Questa tendenza nacque dal movimento d’avanguardia conosciuto come “surrealismo”, apportando un notevole rinnovamento nell’arte pittorica e visiva. Guidati da Breton, i surrealisti svolsero un lavoro importante separando gli approcci estetici tradizionali, acquisendo nuove e grandi possibilità di creazione e sperimentazione grazie alla capacità degli artisti di sfruttare il momento in cui un’immagine viene catturata e la capacità dell’essere umano di percepirla come reale nonostante sia finzione. Il surrealismo, come lo definisce André Breton, è come un automatismo psichico con cui ci si propone di sperimentare il funzionamento del pensiero in assenza di ogni controllo da parte della ragione, senza alcuna preoccupazione estetica e morale. In queste condizioni il fenomeno surrealista si alimentò di diverse aree artistiche e culturali, assorbendo dalla fotografia tradizionale il modo di operare e procedere per immagini attraverso l’articolazione inconscia della realtà. Per fare questo sfrutto due diverse procedure: le fotografie manipolate, quello solitamente definito surrealismo tecnico, e quelle non manipolate, fatto di immagini come strumento documentale con “l’oggetto trovato” dall’artista. Bisogna ricordare che la manipolazione delle immagini è pienamente accettata in quanto infrange le regole della realtà e libera la creatività e l’inventiva, anche producendo strane forme che aiutano l’inconscio ad emergere attraverso i sensi. Man Ray, nato nel 1890 negli Stati Uniti, è una delle figure...

Alla scoperta dei tessuti in bamboo...

I tessuti in bamboo rappresentano una novità molto interessante nel panorama dei capi di abbigliamento realizzati con fibre naturali, non solo per i benefici che apportano alla nostra pelle, ma anche perché la coltivazione della fibra di bamboo si dimostra positiva per la salute dell’ambiente. Sul piano pratico, questi tessuti risultano essere molto più resistenti rispetto al cotone, e hanno il pregio di favorire il mantenimento della temperatura del corpo al livello desiderato. Non possono essere sottovalutate, inoltre, le loro proprietà anti-microbiche. Insomma, nel contesto dell’abbigliamento biologico e non solo, la fibra di bamboo sembra destinata ad acquisire un’importanza sempre maggiore, complice la tendenza della moda e dell’industria tessile degli ultimi tempi di promuovere l’offerta e la domanda di fibre naturali. Si tratta, per essere più precisi, di fibre che vengono prodotte senza l’impiego di sostanze inquinanti che potrebbero risultare nocive nel momento in cui entrano in contatto con la pelle. Tra i tanti tessuti di origine vegetale, la fibra di bamboo può essere considerata una pratica alternativa non solo al cotone, ma anche alla canapa. I tessuti che ne derivano sono molto traspiranti e caratterizzati da una notevole leggerezza, capaci di assorbire il sudore e l’umidità del corpo. La temperatura media garantita da questo materiale è di un paio di gradi al di sotto della norma: insomma, non si corre il rischio di sentire freddo in inverno né di essere troppo accaldati in estate. I vestiti in bamboo proteggono chi li indossa dai raggi ultravioletti, ma non mancano le proposte per i costumi da bagno e per la biancheria intima in generale, proprio per la già menzionata capacità di assorbire l’umidità. In commercio non è difficile trovare tessuti in bamboo per la casa, oltre a guanciali, cuscini e materassi in fibra di bamboo, che hanno il pregio di potersi adattare senza difficoltà...

Le Olimpiadi uniscono le due Coree: sfileranno insieme nella cerimonia d’apertura...

Un’apertura che potrebbe diventare storica e certamente segnerà un precedente. Corea del Nord e Corea del Sud insieme, unite nel segno dello sport. Come analizzato da L’Huffington Post, è questo uno degli accordi (annunciato con una nota congiunta) raggiunti tra le delegazioni dei due stati nell’incontro a Panmunjom, villaggio sul confine tra i due paesi, dove nel 1953 venne firmato il cessate il fuoco della guerra (1950-1953). L’accordo è stato raggiunto in vista delle Olimpiadi invernali, che quest’anno saranno di scena nella contea di Pyeongchang, Corea del Sud, e inizieranno con la cerimonia d’apertura il 9 febbraio prossimo. Dunque, le rappresentative delle due Coree sfileranno insieme durante la cerimonia, sotto la bandiera della Corea unita. Il primo grande passo è avvenuto la scorsa settimana, quando la Corea del Nord ha accettato di mandare una delegazione di sportivi, alti responsabili e artisti ai giochi olimpici. Oltre a ciò, da Pyongyang hanno annunciato che partirà anche una gruppo di 230 tifosi, con tanto di cheerleader, che raggiungerà la sede dei giochi via terra, attraversando il confine di Panmunjom. Sarà presente anche una squadra femminile di hockey univoca, che rappresenterà le due Coree. “Le relazioni intercoreane sono tese da circa dieci anni. Speriamo che le relazioni possano essere riallacciate” ha commentato Jon Jong-Su, capo della delegazione nordcoreana che ha preso parte agli incontri di Panmunjom. Nonostante recentemente le relazioni si sono inasprite, specialmente  causa del programma nucluare della Corea del Nord, è in parte riuscita la volontà di Seoul di rendere le Olimpiadi di Pyeongchang i “Giochi della pace”, con un’apertura tra i due paesi che potrebbe, nel prossimo futuro, diventare un elemento importante per gli incontri fra le due fazioni. Questo risultato è stato accolto con piacere e grande sostegno a livello globale. Gli incontri di...

Passione running: dove andare a correre in Toscana...

Correre ormai è uno sport olimpico, sempre più praticato e più apprezzato. La corsa, infatti, è uno sport completo che dà benefici sia a livello fisico che psicologico. Perché è importante correre L’importanza della corsa per la salute dell’organismo è stata documentata negli anni da diverse ricerche scientifiche. I benefici che la corsa comporta sono diversi e riguardano diversi ambiti della salute. Per cominciare, correre, migliore la gittata cardiaca, regola la pressione arteriosa, migliora il circolo periferico e aiuta a prevenire la comparsa di malattie cardiovascolari a lungo andare. A livello psicologico, invece, correre aiuta a tenere alto l’umore grazie al grande numero di endorfine che vengono rilasciate durante l’attività. Equipaggiamento per la corsa Per praticare adeguatamente uno sport come la corsa è necessario equipaggiarsi a modo. La cosa più importante sono le scarpe, devono essere scarpe da corsa areate ed ammortizzanti. Anche i calzini devono essere calzini da corsa, sottili, corti e rinforzati nella zona del tallone e delle dita. E’ preferibile utilizzare i calzini dopo averli lavati più volte per renderli meno rigidi. Infine, l’abbigliamento, che varia in base alle stagioni. Per esempio, nelle mezze stagioni è preferibile utilizzare un abbigliamento tecnico in microfibra mentre d’estate basta una canottiera e dei pantaloncini. Stile di vita Quando si decide di praticare la corsa bisogna adeguare il proprio stile di vita. Innanzitutto è importante seguire un’alimentazione equilibrata e sana che non comprenda cibi grassi. E’ importante anche avere un ciclo di sonno regolare e smettere di fumare. Infine, ma non meno importante, prima di cominciare a correre è consigliabile eseguire un check-up dal proprio medico. Bisogna cominciare a correre per una ventina di minuti al giorno per poi aumentare quando il fisico lo permetterà. Prima di iniziare a correre ricordarsi sempre di riscaldarsi per...

5 dritte per organizzare un evento di beneficenza...

Ecco 5 dritte per organizzare un evento di beneficenza perfetto. Dagli inviti alla location, scopri i nostri consigli per una serata da ricordare.   Organizzare un evento di beneficenza può essere un ottimo trampolino di lancio per un’azienda che vuole farsi conoscere, oltre che estremamente positivo per l’immagine della stessa. Organizzare un evento di questo tipo può rivelarsi abbastanza complicato, soprattutto per le imprese che non masticano questo settore. Per questa ragione, abbiamo deciso di svelarvi 5 dritte per organizzare un evento di beneficenza davvero perfetto. 1. Obiettivi realistici Prima di organizzare l’evento, la cosa più importante da fare è porsi degli obiettivi. Evitate di sognare troppo in grande, con obiettivi non alla vostra portata. Quando si organizzano serate di beneficenza, la cosa più importante non è raggiungere somme ingenti: in questi casi basta anche un piccolo contributo dei vostri ospiti per cambiare la vita di chi è meno fortunato di noi. Insomma, la cosa più importante è definire i vostri obiettivi, con i piedi per terra, in modo da evitare di creare illusioni. 2. Scegliete chi invitare Gli inviti sono una componente importante in un evento di questo tipo. In questo caso, avete due scelte: potete decidere se estendere l’invito a tutti, oppure se creare un evento per partecipanti di nicchia, come ad esempio, personaggi di spicco nella beneficienza, o rappresentanti di altre associazioni benefiche. La cosa più importante è scrivere un invito chiaro, con tutte le informazioni necessarie per partecipare all’evento. E specificate sempre che è possibile donare all’ente la quota che si preferisce, senza nessun obbligo specifico. 3. Quando e dove organizzarlo Non ci sono date precise. Organizzatelo in relazione alla disponibilità dei vostri ospiti in modo da non incorrere in contrattempi dell’ultimo minuto. Per quanto concerne la location, evitate luoghi...