Denis Villeneuve: fra scena indipendente e Hollywood Giu28

Denis Villeneuve: fra scena indipendente e Hollywood...

Denis Villeneuve, regista canadese diventato in pochi anni una vera e propria rivelazione su scala internazionale, si divide da sempre fra piccoli capolavori indipendenti e grandi produzioni ad altissimo impatto – fra Un 32 août sur terre e Blade Runner 2049 – analizzando l’animo umano in tutte le sue sfaccettature. Che si tratti di una pellicola sci-fi o di un film iper realistico, ogni lungometraggio presenta alcuni tratti comuni, alcuni piccoli segni che il regista sembra ripetere con una certa sistematicità a ogni occasione. I suoi protagonisti, per esempio, sono sempre alla ricerca di qualcosa: uomini e donne, in una posizione di potere oppure trascinati dagli eventi, sono sempre spinti verso un obiettivo, uno scopo di cui il pubblico è più o meno cosciente. E questi obiettivi, spesso, cambiano in modo inaspettato e si intrecciano, portando i personaggi a scoprire lati della propria personalità che non conoscevano o – addirittura – elementi nuovi della realtà che li circonda. Il Detective Loki di Prisoners, per esempio, sta cercando due bambine scomparse, ma si trova a fare i conti anche con se stesso, con la paura di fallire, con il senso di colpa, con le responsabilità; il Keller Dover di Hugh Jackman, padre di una delle due bimbe, sta disperatamente cercando la figlia, ma finisce per riportare a galla lati della personalità che pensava di aver nascosto per sempre; la Kate Macer di Emily Blunt, d’altra parte, scopre in Sicario tutti i limiti della sua risolutezza, scopre di essere una pecora fra i lupi. E i personaggi di Villeneuve tendono a percorrere questo intricato sentiero fra interiorità e contatto con l’esterno facendo i conti con una violenza estremamente realistica, quasi crudele: gli incidenti in auto, per esempio, sono ricorrenti e segnano sempre un momento di rottura...

La funzione RTH dei droni: rientro a casa automatico...

La funzione RTH (Return to Home) serve per far rientrare il nostro drone quando è in volo al punto di decollo facendolo atterrare automaticamente. Il tutto, semplicemente premendo un tasto: molti modelli hanno questa funzione. In quelli di fascia medio-alta e alta, è praticamente obbligatorio trovare questa funzione. Ci sono però degli aspetti da non sottovalutare in questa funzione, vediamo in questa guida che cosa ci dobbiamo aspettare da una buona funzione RTH. Funzione RTH RTH è una funzione di volo automatizzata che sembra essere abbastanza semplice da utilizzare, ma c’è molto di più che premere un pulsante. Può essere utilizzata premendo un semplice tasto del controller o via smartphone. Questa funzione deve darti la capacità di far atterrare il tuo drone in sicurezza. Ritornare a casa in automatico come concetto è abbastanza facile da capire, tuttavia, va impostato il punto di ritorno e bisogna evitare eventuali ostacoli lungo questo tragitto. Questa funzione RTH è davvero molto comoda e utile, soprattutto se perde di vista in aria il nostro drone. Può inoltre capitare di perdere il segnale tra il telecomando e dispositivo. In questo caso, il rientro in automatico a casa può davvero salvare la situazione senza rischiare di precipitare: basta premere un pulsante sul telecomando o toccare l’icona del software sul nostro smartphone per riportare a casa il drone. Impostare il punto di atterraggio Si ha bisogno di sapere con esattezza dov’è il punto di atterraggio per rientrare a casa. Questo può essere fatto in due modi. Il tuo drone può essere equipaggiato con un GPS che registra la tua posizione di decollo, il drone quindi ritorna a quel punto. Altri modelli possono tracciare i tuoi viaggi, quindi, riescono a creare una rotta semplicemente andando a “ritroso”. Ad esempio, il DJI Mavic Pro,...

Come dimagrire con il tè verde...

Il tè verde è un ottimo alleato della linea. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che questa bevanda è in grado di rendere più facile perdere peso corporeo, quando si hanno problemi di sovrappeso. A tutti piace essere in forma ed avere un fisico perfetto e non c’è niente di meglio che ricorrere alle sostanze naturali per perdere quei chili di troppo che abbiamo accumulato. Dimagrire è anche una questione di stile di vita: fare un’alimentazione equilibrata, svolgere con regolarità attività fisica. Tuttavia alcuni aiuti naturali possono essere importanti per facilitare il processo. Ma scopriamo perché il tè verde aiuta a dimagrire. Perché il tè verde fa dimagrire? Il tè verde è una di quelle bevande naturali che possiamo includere nella nostra dieta quotidiana, perché ci aiuta a perdere peso in maniera sana ed equilibrata. Spesso pensiamo che il segreto per restare in forma è quello di ridurre i carboidrati o i grassi. A volte questa convinzione si può rivelare del tutto sbagliata, perché anche i carboidrati e i grassi fanno parte di quelle sostanze nutritive di cui il corpo ha bisogno per promuovere il corretto benessere psicofisico. Meglio quindi ricorrere ad un alleato naturale come il tè verde, che ci può dare una mano fondamentale, a patto che rinunciamo alle abitudini sbagliate e rivediamo il nostro stile di vita. Ci sono anche degli integratori a base di tè verde, come Thermopure MyProtein, che forniscono un mix giusto di ingredienti per perdere peso senza sforzi. Il tè verde è ricco di polifenoli, che sono dei potenti antiossidanti in grado di contrastare l’invecchiamento e di proteggerci dall’insorgenza di varie malattie. Inoltre è particolarmente indicato perché accelera il metabolismo e quindi aiuta a bruciare più facilmente i grassi. Sono le catechine, altre sostanze contenute in questa bevanda,...

Acquisto di pellet prestagionale: conviene?...

Per risparmiare sul costo dell’acquisto di pellet all’ingrosso una delle soluzioni è quella di acquistarlo in anticipo e possibilmente all’ingrosso. Infatti con l’acquisto pre stagionale da effettuare nei mesi estivi dove c’è minore richiesta, si riesce a spuntare un ottimo prezzo anche per le tipologie di pellet più pregiate. Esistono però anche altri fattori che possono influenzare il nostro acquisto anticipato, vediamoli insieme. Perché acquistare il pellet fuori stagione? Minore domanda e minor prezzo Una semplice regola economica che vale in ogni settore; minore è la domanda e minore sarà il prezzo! Infatti quando inizia a far caldo anche nei luoghi freddi o di montagna, i distributori tendono ad abbassare i prezzi che ovviamente in inverno risalgono pesantemente. L’acquisto anticipato (tra Maggio ed Agosto) di un bancale di pellet all’ingrosso vi permette di risparmiare fino al 40% sul prezzo finale. Prodotto migliore ad un prezzo inferiore Acquistando in anticipo avrai un prezzo minore che ti permetterà di scegliere la qualità di pellet migliore che di solito è anche quella più costosa. Ma come riconoscere la qualità del pellet? Ogni pellet ha una certificazione rilasciata da alcuni paesi ed alcune di queste hanno valenza internazionale; la certificazione più alta è la EN Plus A1 ma ne esistono tante altre in base al potere calorifico e al rilascio di polveri e ceneri. Pellet sempre disponibile Se in casa usi il pellet ti sarà sicuramente capitato in pieno inverno di avere difficoltà a reperire quello che usi abitualmente; questo succede perché appena le temperature scendono c’è la corsa all’approvvigionamento di pellet da parte di privati e di negozianti. Questo ovviamente non succede nella stagione estiva, dove ben poche persone pensano ad acquistare e fare scorta. Pellet asciutto e maggiore potere calorifero La bella stagione porta un innalzamento delle...

David Fincher: il cinema delle emozioni Giu19

David Fincher: il cinema delle emozioni...

Se cercate degli approfondimenti sullo stile del regista statunitense David Fincher – che sia un articolo su Movieplayer o il bellissimo video del Canale Youtube NerdWriter1 – scoprirete che tutti sono d’accordo su un elemento: Fincher parla di emozioni, trasmette emozioni, usa le emozioni in ogni momento. Questo non significa che le sua filmografia sia abitata dal melodramma: più semplicemente, o forse meno semplicemente, le storie raccontate parlano solitamente di persone e le persone provano e manifestano tantissime emozioni, anche contemporaneamente. Fincher cerca proprio di focalizzarsi su questo aspetto, sul quel “motion” che fa parte della parola “emotion” e che si riferisce a come un tormento interiore possa esprimersi o meno in superficie. Per realizzare questo obiettivo, il regista coreografa ogni singolo fotogramma, sincronizzandosi coi suoi attori: ogni movimento dei personaggi è seguito come un’ombra da un corrispondente movimento di macchina, pan, tilt o track. In questo modo, lo spettatore può “sentire” il movimento, creando una connessione quasi unica nel suo genere: io non mi limito a guardare cosa fa un determinato personaggio, ma mi muovo con lui, percepisco il suo dubbio, sento la sua paura, vengo colpito dallo stesso disgusto, dalla stessa disillusione. In quanti si sono sentiti intrappolati nella cantina del presunto assassino con Robert, il protagonista di Zodiac? In quanti hanno provato enorme confusione, la stessa del Nicholas Van Orton di Michael Douglas, guardando The Game? Chi non ha condiviso i dubbi di Nick, marito incastrato nel meraviglioso Gone Girl? Per non parlare poi dell’alienazione che si prova in modo costante nel guardare Fight Club. David Fincher non tocca temi facili, le sue emozioni non sono mai semplici e piatte: sono complesse, mischiate, in contraddizione fra loro, tremendamente vere. Nei vicoli della città grigia e distaccata in cui è ambientato Seven...