100 ANNI DI ROCK! Mar31

100 ANNI DI ROCK!

Sapevate che Hip Hop e Rap Rock sono connessi? E che la Disco sta all’origine di New Wave e Post Punk? E che Grunge e Post Grunge non sono collegati? Basta un semplice click per scoprire questo e molto altro! L’infografica di Concert Hotels racconta le origini del Rock in modo semplice e chiaro, rivelando tante piccole sorprese ed aprendo gli orizzonti musicali di tutti gli appassionati: è un vero e proprio albero genealogico che, sviluppandosi in meno di un minuto, riassume più di 100 anni di storia della musica, passando dalla fine dell’800 ai primi anni post 2000. I generi vengono messi in ordine cronologico, caratterizzati da un colore diverso in base alle influenze che ne hanno determinato la nascita: arancione per il folk, azzurro per il blues, beige per il country, verde per la sperimentale, blu per il rythm & blues, rosso per il rock, nero per il metal, fucsia per il punk, verde chiaro per il post punk, viola per l’alternativa e grigio per tutti gli altri. I generi “padri” sono otto, tutti nati prima del ‘900 (Spirituals, Work Songs, Hymns, Gospel, Mexican Folk, Classica, Hawaiian Folk ed Anglo-Celtic Folk), mentre il periodo più proficuo e ricco per la sperimentazione musicale e la creazione di veri e propri capolavori parte alla fine degli anni ’60 e continua almeno fino all’inizio degli anni ’90 (è qui che nascono, fra gli altri, Rock, Hard Rock, Heavy Metal, Grunge, Punk e Rock Psichedelico e si trovano gruppi come i Beatles, i Rolling Stones, i Pink Floyd, i Ramones ed i Nirvana). Cliccando su un’etichetta qualsiasi si scoprono tutti i collegamenti fra generi (segnalati da frecce colorate) e si può ascoltare un brano celebre, rappresentativo della categoria: per esempio, cliccando su Blues Rock si può...

IL FUTURO DELLA WEB DESIGN INDUSTRY Mar27

IL FUTURO DELLA WEB DESIGN INDUSTRY...

Qual è il futuro della Web Design Industry? Fino a pochi anni fa, all’interno dell’ambito della creazione di siti web, c’erano due soluzioni: la B2B, cioè transazioni commerciali fra le imprese, centrate sulla figura dello sviluppatore e la B2C, cioè transazioni impresa – cliente, centrate sulla figura dell’amateur che modifica codici e template preesistenti. Ultimamente è, però, emerso un terzo segmento, sempre B2B, composto da designers che, grazie a nuovi software professionali, possono creare siti avanzati senza scrivere una riga di codice e mantenendo il 100% di creatività e libertà. Un’analisi risalente al novembre 2013 ha rivelato che sulla rete esistono ben 785 milioni di siti web che, crescendo al ritmo di 16 milioni nuove unità al mese, generano in un anno un guadagno di ben 20.1 miliardi di dollari solo per la web design industry statunitense. Ma chi li crea? Secondo la ricerca, il 74% dei siti web sono realizzati dalla collaborazione fra designers e sviluppatori, mentre gli amatori ricoprirebbero solo il 3% della produzione totale, con una percentuale di successo del 2% (ben il 98% dei siti prodotti da non professionisti non raggiungerebbero mai la fase di pubblicazione). La collaborazione fra sviluppatori e designers non è, però, sempre facile: il processo creativo è spesso lento e complesso, poiché i designers dipendono in tutto e per tutto dagli sviluppatori, a cui tocca il compito di tradurre in codici tutta la parte grafica. Inoltre, si verifica spesso una disparità nel guadagno, là dove agli sviluppatori va il 70% del profitto e ai designer solo il 30%. Sembra, quindi, giustificata la nascita e la diffusione di diversi programmi dedicati ai designers che vogliono lavorare in modo indipendente (per esempio, Webydo ed Adobe Muse) e che si affiancano agli strumenti tipici degli sviluppatori (WordPress, Umbraco; Joomla…)...

LA SELFIE MANIA E LA PUBBLICITÀ Mar21

LA SELFIE MANIA E LA PUBBLICITÀ...

Scelta come simbolo del 2013 e già indicata come buzzword (“termine di tendenza”) del marketing nel 2014, la parola Selfie è ormai prepotentemente entrata nel parlato quotidiano, rappresentando una delle mode planetarie degli ultimi anni: l’autoscatto. Di per sé niente di nuovo (basti pensare agli autoritratti, piuttosto che alle fotografie allo specchio di moda negli anni ’60), se non fosse che anche la pubblicità si è mobilitata per integrare questo nuovo fenomeno in campagne sempre più accattivanti e dall’esito decisamente positivo: un esempio su tutti, il selfie che, scattato da Bradley Cooper durante gli Oscar 2014, si è rivelato un’abilissima, e costosissima, mossa da parte della Samsung per farsi dell’ottima pubblicità, passando quasi inosservata. L’obiettivo delle nuove forme di comunicazione è proprio questo: raggiungere gli utenti nel modo meno evidente possibile, umanizzando il proprio prodotto, rendendolo alla portata di tutti ed utilizzando dinamiche semplici e comprensibili dal più ampio pubblico possibile. Come si fa a riconoscere uno spot, se si inserisce talmente bene nei nostri riti quotidiani da non sconvolgere o interrompere affatto le nostre azioni ed interazioni? Ed utilizzare il selfie sembra davvero la mossa migliore: uno studio pubblicato dal Time ha rivelato la classifica delle “Selfiest Cities” del mondo, cioè delle città con il maggior numero di autoscatti pubblicati sui profili Instagram dei propri cittadini (anche se Selfiest fa subito venire in mente la traduzione “egocentrico”). La classifica non è ovviamente precisa, soprattutto se si tiene conto del fatto che moltissimi utenti non hanno un profilo IG o che, fra tutti i selfies scattati, potrebbero averne pubblicato uno solo, ma è interessante notare come ai primi posti ci siano città con risultati incredibili: prima su tutte è Makati, nelle Filippine, con ben 258 “selfie-takers” ogni 100mila abitanti, seguita da Manhattan (202 fotografi...

“FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO”: LE 100 MIGLIORI CITAZIONI CINEMATOGRAFICHE Mar10

“FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO”: LE 100 MIGLIORI CITAZIONI CINEMATOGRAFICHE...

L’American Film Institute (AFI) stila dal 1998 alcune delle più interessanti liste dedicate al cinema americano: 100 Film (1998), 100 Star (1999), 100 Eroi e Cattivi (2003), 100 Film da applausi (2006)… Nel 2005, ben 1500 addetti ai lavori (artisti, studiosi, critici) si sono riuniti per stabilire le 100 Migliori Citazioni Cinematografiche, creando una lista eterogenea ed interessantissima, grazie alla quale è possibile rivivere la storia del cinema: basta dare un’occhiata alle prime posizioni per ritrovarsi fra grandissimi titoli ed interpretazioni da Oscar!  All’interno dell’elenco, le pellicole più citate sono Casablanca, Il Mago di Oz e Via Col Vento (che occupa il primo posto con l’indimenticabile “Francamente me ne infischio“), mentre gli attori e le attrici più nominati sono, fra gli altri, Bette Davis, Marlon Brando (che occupa seconda e terza posizione), Tom Hanks ed Al Pacino. Certo, l’ordine scelto per alcune delle citazioni può destare qualche perplessità: ad esempio, la mitica battuta “Bond. James Bond” è solo ventiduesima (mentre “Agitato, non mescolato” è addirittura novantesima), “Dopotutto, domani è un altro giorno” si trova al 31° posto, “Beh, nessuno è perfetto” è quarantottesima e l’urlo più famoso del cinema, “Adrianaaaaaa”, è solo 80°. Allo stesso modo, si sente la mancanza di alcune citazioni cult, tipo “Sedadavo??” da Frankenstein Junior (nell’originale, “SedaGIVE??”), l’urlo finale di Braveheart, la presentazione di Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore, piuttosto che una qualsiasi battuta pronunciata da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction (forse la sua migliore prova d’attore). La lista AFI rimane comunque una delle più complete raccolte mai stilate, in grado di celebrare non solo gli attori, ma anche gli sceneggiatori e gli scrittori, che, pur messi in secondo piano, sono “colpevoli” della nascita di grandi personaggi iconici quasi quanto chi li interpreta. Quali battute verranno incluse nella...

I VINCITORI DEGLI OSCAR 2014...

Dopo una lunghissima attesa, sono stati finalmente annunciati i vincitori degli Oscar 2014: la cerimonia, tenutasi al Dolby Theatre di Los Angeles, è stata condotta da una inarrestabile Ellen DeGeneres, che si è divertita a prendere un po’ in giro e a coinvolgere alcuni fra i più famosi e potenti attori di Hollywood. A fare il pieno di statuette è stato Gravity: ben 7 premi, fra cui 6 tecnici ed 1 per la miglior regia ad Alfonso Cuaròn. Grandi risultati anche per 12 Anni Schiavo, che si porta a casa gli ambitissimi riconoscimenti per il Miglior Film, la Miglior Sceneggiatura Originale e la Migliore Attrice Non Protagonista, Lupita Nyong’o. Gli altri attori premiati sono stati Jared Leto, Cate Blanchett (forse la più bella della serata) e Matthew McGonaughey, che ha soffiato (meritatamente) la statuetta come Miglior Attore Protagonista ad un deluso Leonardo Di Caprio, alla sua quinta nomination: quello di Di Caprio, 31 nomination in carriera e solo 3 premi vinti, sta diventando un vero e proprio “caso” fra i fan dell’attore, che, soprattutto tramite i social network, lo hanno reso protagonista di meme, vignette e divertentissimi video di protesta, al motto “Leo deserves an Oscar” (o era “The Oscar deserves Leo”?). Tanti i momenti divertenti della serata: dall’ennesima caduta di Jennifer Lawrence sul red carpet, si passa a Benedict Cumberbatch che saltella dietro agli U2 al momento delle foto, al fattorino che entra in scena e dà un po’ di pizza agli attori presenti in sala, mentre Brad Pitt fa il cameriere portando piatti a destra e sinistra. Già cult il momento Twitter: decisa a creare il tweet più ritweettato al mondo, Ellen DeGeneres ha, infatti, scattato il selfie più bello di sempre, coinvolgendo Meryl Streep, Julia Roberts, Channing Tatum, Brad Pitt, Angelina...