CHARLES BRONSON: IL PRIGIONIERO PIÙ COSTOSO DI SUA MAESTÁ Giu26

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CHARLES BRONSON: IL PRIGIONIERO PIÙ COSTOSO DI SUA MAESTÁ

Charles Bronson non si chiama davvero Charles Bronson.
Nasce a Luton, nel Bedfordshire, nel 1952 come Michael Gordon Peterson, per poi cambiare identità una serie di volte, passando appunto da Charles Bronson (come l’attore hollywoodiano di origini lituane), a Charles Ali Ahmed, per arrivare a Charles Salvador.
Ma chi è Michael Gordon Peterson?
È un criminale inglese, precisamente il criminale più violento della storia carceraria britannica, capace di meritarsi l’ergastolo pur non avendo ucciso nessuno (ma arrivandoci molto molto vicino).

Charles Bronson

Charles Bronson

Il suo difficile rapporto con l’autorità inizia già a scuola, dove, giovane figlio di una famiglia benestante, comincia a picchiare indistintamente studenti e professori: Michael è un tipo particolare, capace di alternare momenti di ilarità e gioia ad attimi di vera follia incontrollata.
In questi anni decide di mettere quella rabbia al servizio di un progetto concreto, diventando un pugile a mani nude e divertendosi in incontri clandestini nei sobborghi di Londra: qui incontra piccoli criminali e bande più o meno organizzate, finendo per collaborare anche con Leonard John McLean, detto Lenny (diventato, poi, famoso anche come attore).
La sua carriera sul ring lo porta a cambiare nome per la prima volta, diventando Charles Bronson: Peterson è troppo per bene, troppo poco evocativo, mentre lo pseudonimo di uno degli attori più duri in circolazione funziona sicuramente meglio.
Forse troppo.
Il 1974 è l’anno della “svolta”: l’ex Michael, ora Charles, viene arrestato poco dopo aver commesso una rapina ad un centro postale di Little Sutton (il bottino è 26 sterline e 18 penny), finendo in carcere per 7 anni. Considerata la condizionale per buona condotta, gli anni da trascorrere in prigione sarebbero, però, “solo” 4.
Sembra, però, che a Charles Bronson questa soluzione non piaccia: inizia a fare a botte letteralmente con chiunque – detenuti, guardie ed impiegati – e a farsi conoscere a suon di pugni, testate e morsi. I 4 anni diventano 14, la maggior parte dei quali passati in isolamento.
Fuori dal carcere riesce a resistere pochissimo, arrivando a 53 giorni durante il primo rilascio e a 69 per il secondo: in entrambi i casi, una nuova accusa per rapina lo fa tornare in galera, passando da diverse strutture, compresi ospedali psichiatrici criminali, normalmente riservati ad assassini e detenuti dalla fedina penale decisamente più lunga (in totale, Bronson ha subito per ora circa 120 trasferimenti)
Negli anni ’80 riesce a mettere a ferro e fuoco una di queste prigioni, generando un rivolta ed arrivando a quasi un milione di sterline di danni, mentre negli anni successivi Charles comincia a tenere in ostaggio bibliotecari, altri criminali ed educatori, facendo le richieste più assurde: un elicottero, un aereo, un Uzi, 5mila munizioni, una bambola gonfiabile, una tazza di the…
Nel frattempo continuano anche i suoi colloqui per la richiesta della libertà vigilata, definitivamente negata dopo l’ultimo rapimento agli inizi del nuovo millennio.
Charles Bronson ora non può più tornare indietro: ha quasi ucciso il vicedirettore del centro di detenzione in cui era rinchiuso, mandandolo in ospedale per un mese, ha picchiato senza motivo un numero imprecisato di “secondini”, spesso preparandosi e cospargendosi di burro per scivolare meglio alla presa. L’ultima rissa di questo tipo è avvenuta solo l’anno scorso, quando a fare le spese della delusione per la sconfitta degli Spurs contro l’Arsenal sono state ben 14 guardie.

Charles Bronson in manette

Charles Bronson in manette

Gli anni 2000 hanno, però, evidenziato anche l’inizio di un cambiamento: un matrimonio (finito nel 2004) lo ha portato a convertirsi all’Islam (poi ripudiato) e a cambiare nome, mentre le lezioni di arte hanno rivelato un incredibile talento. Charles Bronson dipinge in modo sorprendente e, soprattutto, scrive benissimo, sia poesie che prosa, inclusa anche una guida per il fitness in spazi ristretti. Le sue opere vengono pubblicate ed esposte, suscitando generalmente l’ammirazione e la sorpresa di chiunque le guardi o le legga.
E legata all’arte è anche la sua ultima trasformazione, una deriva verso la tranquillità, verso un modo più pacifico di vivere: il suo nuovo nome è Charles Salvador, in onore dell’artista Salvador Dalì.
Ma quanto durerà questa nuova filosofia? Ce la farà il detenuto più costoso di Sua Maestà a superare definitivamente rabbia e frustrazione?
Dedicato alla figura di Charles Bronson è il film diretto da Nicolas Winding Refn ed interpretato da Tom Hardy, il cui titolo è “Bronson” (2008).