50 ANNI SENZA NAT KING COLE Feb15

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50 ANNI SENZA NAT KING COLE

Il 15 febbraio del 1965 moriva di cancro ai polmoni il mito Nat King Cole: il crooner originario dell’Alabama se ne andò poco prima di compiere 46 anni per una malattia legata con tutte le probabilità al vizio del fumo, che lo aveva accompagnato per tanti anni.

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La cover di uno dei grandi classici di Nat King Cole: Unforgettable

Il cantante e pianista americano aveva imparato a suonare grazie all’aiuto della madre organista, passando dal jazz al gospel e senza dimenticare la musica classica: cresciuto in una vera e propria famiglia di artisti, una volta trasferitosi a Chicago, cominciò a frequentare giovanissimo alcuni locali, innamorandosi della musica e provando a sua volta a entrare a far parte di quel mondo.
Negli anni ’30, poco più che ragazzino, cominciò ad esibirsi col fratello con il nome di Nat Cole: nel ’36, i due incisero il loro primo disco insieme.
Trasferitosi in California, cominciò a farsi conoscere all’interno della sua band fino ad arrivare al successo di Sweet Lorraine nel 1940: pur non essendo troppo sicuro della sua voce, il giovane Cole iniziò la sua ascesa, favorita proprio da quel timbro così inusuale.
Nel 1943, firmò con la Capitol Records e lì rimase per tutta la vita: i successi cominciarono ad arrivare con (I love you) for sentimental reasons nel ’47 e Nature Boy nel 1948. Entrambe le canzoni arrivarono in vetta alla Billboard Hot 100!
Nat King Cole raggiunse finalmente il grande pubblico nel 1950, con la bellissima Mona Lisa: il brano rimase in vetta alle classifiche per cinque settimane e, nel 1992, venne premiata con il Grammy Hall of Fame Award. Ulteriore consacrazione arrivò quattro anni dopo, con la pubblicazione di Smile, canzone scritta da Chaplin per il suo “Tempi Moderni”.

La vita di Nat King Cole non fu, però, sempre facile: pur essendo stato scelto come primo afro americano ad avere un programma radiofonico prima e televisivo dopo, venne apertamente osteggiato dagli sponsor, che si ritirarono in fretta dai progetti, decretandone la chiusura.
Il cantante decise addirittura di non tornare mai più negli Stati Uniti del Sud dopo un brutto incidente a Birmingham, Alabama, nel 1958: un gruppo di appartenenti al White Citizens’ Council tentò di rapirlo, fallendo, ma ferendolo comunque alla schiena. Nat Cole mantenne sempre la promessa, rifiutandosi anche di cantare in tutti i locali che osservavano le norme sulla segregazione razziale.

La malattia lo colpì ancora molto giovane: Cole era solito fumare fino a tre pacchetti di sigarette al mentolo al giorno. Era convinto che il fumo potesse dare sfumature particolari alla sua già bellissima e particolarissima voce.