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8 dicembre: la data che lega John Lennon e Jim Morrison

John Lennon e Jim Morrison, veri e propri miti e geni della musica (e non solo), sono uniti da una data: l’8 dicembre. Jim Morrison nasce, infatti, l’8 dicembre del 1943, mentre John Lennon viene tragicamente ucciso la sera dell’8 dicembre 1980: nel 2015 si ricordano, quindi, il 72esimo anniversario della nascita del misterioso cantante dei Doors ed il 35esimo anno senza il cantautore inglese ex Beatle.

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Queste due figure, così importanti sotto tanti punti di vista, hanno avuto un impatto ed una capacità di influenzare la società e la cultura diverso da molti contemporanei: sono ricordati per la forte indipendenza, per le idee e gli ideali, per la ricerca della tranquillità, per la necessità di esprimere se stessi sempre e comunque.
John Lennon e Jim Morrison condividono, poi, una lunga lista di curiosità, continuamente in crescita: vediamone qualcuna!

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JOHN LENNON

–          Il primo strumento che imparò a suonare fu un benjo regalatogli dalla madre Julia
–          Paul  McCartney entrò nei Quarry Men, la band del sedicenne Lennon, il giorno dopo averli visti esibirsi con “Be Bop a Lula”
–          Alla famosa e amata zia Mimi i compagni di band di John proprio non piacevano: tentò più volte di convincerlo a lasciar perdere e, alla fine, gli regalò un ferro di cavallo contro la sfortuna
–          Il suo film preferito era “The Way We Were”. Amava molto anche l’omonima canzone cantata per il film da Barbra Streisand

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–          Era solito fumare due pacchetti di Gaulois al giorno
–          Aveva 3 gatti: Sasha, Micha e Charo
–          Adorava in modo particolare Groucho Marx
–          Era un appassionato di numerologia e riteneva che il 9 avesse avuto un influsso particolare sulla sua vita
–          Indossò  per la prima volta i suoi iconici occhiali tondi, chiamati “teashades” in inglese, durante le riprese di “How I won the war”: preferiva utilizzare lenti di colore arancione, colore capace – secondo il Feng Shui –  di potenziare l’ispirazione

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–          Scambiò i suoi occhiali con il produttore e fotografo Junishi  Yore: alla morte del musicista, Yore tolse le lenti dalla montatura, seguendo una tradizione giapponese secondo la quale, in questo modo, l’anima può vedere attraverso l’oscurità della morte
–          Le sue ultime parole furono “Si, certo”: gli infermieri, durante il trasporto all’ospedale, gli avevano chiesto “Sai chi sei?”

 

JIM MORRISON

–          Aveva un QI certificato di 149: la media è 100
–          Detiene un primato interessante: è stata, infatti, la prima rock star ad essere arrestata direttamente sul palco, il 9 dicembre del 1967. Fece l’errore di raccontare pubblicamente un alterco avuto pochi minuti prima con un poliziotto
–          Noto playboy, potrebbe annoverare fra le sue conquiste anche Janis Joplin e Grace Slick dei Jefferson Airplane: al momento della morte, c’erano almeno una decina di cause aperte per il riconoscimento di altrettanti figli avuti in giro per il mondo

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–          L’ultimo pezzo inciso con i Doors fu Riders on the Storm
–          Morì a Parigi e venne seppellito al cimitero di Père Lachaise: ad oggi, la sua tomba è considerata la quarta attrazione turistica della città, dopo la Tour Eiffel, Notre Dame ed il Louvre.
–          Ottenne la grazia postuma per l’accusa di atti osceni in luogo pubblico
–          Fra gli effetti personali ritrovati nella sua stanza al momento della morte, c’era anche una sceneggiatura di Oliver Stone, chiamata “Break”: il regista avrebbe voluto Morrison fra i protagonisti
–          Una leggenda urbana vuole che Morrison abbia finto la sua morte per poi tornare, dopo anni di plastiche facciali, sulle scene come Barry Manilow: a supportare la teoria, il fatto che Manilow sia comparso dal nulla nel ’73, che della sua vita si sappia pochissimo e che sia lo spettro vocale che la corporatura sarebbero perfettamente compatibili con quelle del cantante dei Doors.

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–          Una seconda teoria, la più seguita, sostiene, invece, che Morrison avrebbe finto di morire per ritirarsi alle Seychelles. Secondo i convinti sostenitori di quest’idea, il cantante avrebbe lasciato una lunga scia di indizi sia nelle canzoni, che nelle conversazioni coi compagni di band.