Al Capone: 25 gennaio 1947 – 25 gennaio 2017 Gen25

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Al Capone: 25 gennaio 1947 – 25 gennaio 2017

A 70 anni esatti dalla morte, Al Capone rimane il gangster più famoso di sempre: ripercorriamo la sua vita e scopriamo perché!

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Alphonse Gabriel “Al” Capone nasce nel 1899, nono figlio di una coppia di immigrati italiani trasferitisi nell’800 a Brooklyn per cercare fortuna: cresciuto fra il degrado e la povertà dei dimenticati, si fece ben presto notare da gang e criminali, arrivando a costruire un vero e proprio impero già negli anni ’20.

Ancora giovanissimo, insieme ai fratelli maggiori che lo avrebbero poi accompagnato per tutta la vita, entrò in contatto con diversi gruppi, facendosi accettare in tantissime gang: i South Brooklyn Rippers, i Forty Thieves Junior, i Five Point Junior, i Five Point Gang. Proprio quest’ultima gli diede occasione di conoscere Johnny Torrio, Frankie Yale e Lucky Luciano.
Grazie a Luciano, Al Capone divenne – nel 1917 – barista e buttafuori del locale Harvard Inn a Coney Island: è qui che il gangster guadagnò il soprannome di “Scarface”, a causa di una cicatrice sulla guancia sinistra, ricordo di uno scontro con Frank Galluccio, che lo aveva colpito con un rasoio per difendere l’onore della sorella.

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Fra il 1919 e il 1920, la vita di Al Capone cambiò notevolmente: dopo un breve soggiorno a Baltimora e la morte del padre Gabriele, venne, infatti, spedito a Chicago per collaborare con Torrio.
Qui, iniziò ad occuparsi della gestione del Four Deuces (bisca, bordello e speakeasy, cioè rifornitore di alcol illegale), ma anche di politica.
L’elezione del democratico Dever aveva, infatti, costretto il “Sindacato” (o Chicago Outfit) a spostare tutte le attività a Cicero, Illinois: per non ripetere l’errore, in occasione delle nuove elezioni, Capone e colleghi si impegnarono in violenze e minacce, contrastando più o meno apertamente il candidato democratico. In questi anni, il gangster cominciò, quindi, a essere sospettato di diversi omicidi, sempre senza prove concrete.

Uno degli episodi più importanti del decennio, un evento diventato icona ed entrato per sempre nell’immaginario collettivo, è sicuramente la Strage di San Valentino, con cui – nel 1929 – Capone affermò definitivamente il suo controllo su Chicago.
Il 14 febbraio del ’29, mentre Al Capone si trovava a Miami, il suo autista Sam Giancana e quattro dei suoi uomini fermarono, vestiti da poliziotti, alcuni uomini di Moran, diretto concorrente nella gestione della città.
Gli irlandesi, sorpresi, si lasciarono condurre in un magazzino, dove vennero messi in fila e freddati a sorpresa con circa 50 colpi di mitragliatrice a testa: all’arrivo delle autorità, Frank Gusenberg, l’unico dei sette ancora vivo, venne interrogato, ma la sua risposta, ormai famosissima, fu “Nessuno mi ha sparato”.
Moran riuscì a scappare e sparì letteralmente nel nulla, lasciando la città al rivale.

La fortuna di Al Capone durò almeno fino al 1930, quando J. Edgar Hoover lo dichiarò “Nemico Pubblico Numero Uno”: intere squadre di investigatori cominciarono a lavorare su di lui, fino alla famosa accusa per evasione fiscale, che portò, nel 1931, ad una condanna di 11 anni (più una multa da 50.000 dollari: vi ricordate la scena degli Intoccabili?).

Dopo un iniziale soggiorno d’oro, Capone venne spostato ad Alcatraz – nella cella 85 – con l’obiettivo di tagliarlo completamente fuori dal giro, impedendogli ogni forma di comunicazione.
Rilasciato nel 1939, manifestò segni di demenza da sifilide e si ritirò definitivamente a Miami fino al 1947, anno della morte.
Da allora, la sua figura non ha mai perso “fascino”, anche grazie ai film dedicati alla sua storia: da Scarface agli Intoccabili, da De Niro ad Al Pacino, Al Capone non è mai stato dimenticato.