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Bitcoin in caduta libera: valore dimezzato in appena un mese

Continua inesorabile e senza pause il crollo del valore dei Bitcoin.
La criptovaluta ha perso il 50% del suo valore nel corso dell’ultimo mese: difatti, a metà dicembre il Bitcoin aveva toccato quota 20mila dollari, mentre oggi si attesta intorno ai 10.200 dollari. Come analizzato da Il Sole 24 Ore, questo crollo traina con sé tutte le altre principali criptovalute attualmente in circolazione. Si stima che l’intero settore sia crollato a una capitalizzazione complessiva di circa 480 miliardi di dollari, mentre a inizio gennaio era pari a 800 miliardi di dollari.

Bitcoin

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Grande importanza sul mercato delle criptovalute stanno avendo e avranno due paesi asiatici.
Da una parte c’è la Cina, dove è attesa una nuova stretta su questo mercato, che andrà ulteriormente a ridurre l’operatività, già ridotta a causa delle chiusure di exchange locali; dall’altra parte, invece, troviamo la Corea del Sud, il cui mercato è stato determinante recentemente per sostenere le varie quotazioni, dove il governo di Seoul ha annunciato che prenderà misure di regolamentazione per il mercato delle criptovalute, per esempio rendendo obbligatoria l’identificazione di chi investe. Quello della regolamentazione di questo particolare mercato sarà uno dei temi bollenti che verranno affrontati durante il dibattito al G20 in programma a marzo.

Come detto in apertura, questo crollo del valore del Bitcoin ha dato il via a un effetto a catena, trascinando a fondo con sé molte altre tra le principali criptovalute esistenti. Seguendo l’analisi del quotidiano nella sua versione online, tra le più colpite da questa svalutazione troviamo Ethereum, criptovaluta seconda per capitalizzazione, che in appena cinque giorni è crollata di quasi il 40%, passando dal valore record di 1.420 dollari a 900 dollari. Situazione pressoché simile per Ripple, che il 4 gennaio ha messo a referto il personale record di 3,81 dollari, mentre adesso vacilla intorno a 1 dollaro, registrando una perdita di oltre il 70%.

Vitor Constancio, vicepresidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica. Tra i vari temi affrontati, l’economista portoghese ha a lungo analizzato la questione legata alle criptovalute.”Non sono monete”, ha esordito nell’intervista. “Non sono in grado di garantire le funzioni classiche di una moneta. La prima è quella di essere una stabile unità di conto con la quale esprimere il valore di altri beni”. Successivamente, il vicepresidente si è soffermato su una particolare terminologia: “Io chiamo quegli strumenti ‘tulipani’, per ricordare il famoso crollo della bolla su quei fiori in Olanda nel Seicento. I prezzi crescenti hanno portato a una capitalizzazione così alta che se crollano potrebbero avere conseguenze”.