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BRUCE E BRANDON LEE: MISTERI ANCORA IRRISOLTI?

Il 27 novembre del 1940 nasceva negli Stati Uniti uno dei personaggi simbolo della seconda metà del ‘900, un’icona sia dal punto di vista sportivo, che culturale: Bruce Lee. Cresciuto in Cina, il “Piccolo Drago” (questo il significato del suo nome cinese Lǐ Xiǎolóng) si impegnò nell’apprendimento delle arti marziali, approdando presto al cinema: dai ruoli più piccoli, alle parti da protagonista, il cammino di Bruce Lee venne sempre caratterizzato dalla forza, dalla tenacia e dalla determinazione. Una determinazione che gli consentì di sintetizzare anche i principi del Jeet Kune Do, “la via del pugno che intercetta”.
Brandon Lee, figlio di Bruce e di Linda Emery, intraprese la stessa carriera del padre, impegnandosi nella recitazione e nelle arti marziali: viene ricordato come uno dei simboli degli anni ’90, soprattutto per aver interpretato Eric Draven nel film cult “Il Corvo”.

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Bruce e Brandon Lee non sono accomunati solo dal percorso nel mondo dello spettacolo: i due condividono, purtroppo, anche una fine prematura e inaspettata.
Il primo morì il 20 luglio del 1973: impegnato nel progetto “Game of Death”, Bruce Lee si era recato a casa dell’attrice Betty Ting Pei per discutere del copione alla presenza del produttore Raymond Chow. Colto da una terribile emicrania, assunse un potente medicinale, l’Equagesic: poco dopo cadde in un sonno profondo da cui non si risvegliò mai.
L’attore era già stato vittima di un incidente simile solo pochi mesi prima, quando era stato trasportato d’urgenza all’ospedale per un edema cerebrale da cui sembrava essersi ripreso. Le ipotesi riguardanti il suo decesso sono svariate, ma i più pratici sostengono che la morte sia stata probabilmente causata da una reazione allergica ad uno dei componenti del farmaco assunto quella mattina.
20 anni dopo, anche Brandon Lee subì lo stesso destino: il 31 marzo del 1993, durante le riprese di una delle scene de “Il Corvo”, il giovane attore (all’epoca 28enne) venne colpito accidentalmente da un proiettile, che gli perforò l’addome. Trasportato all’ospedale, morì 12 ore dopo.
La produzione del Corvo era già stata turbata da una serie di incidenti e la morte di Brandon Lee sconvolse totalmente il mondo della spettacolo per la sua assurdità: la troupe, in ritardo, aveva deciso di ricavare dei proiettili a salve da veri proiettili. In quelle giornate le pistole erano già state utilizzate più volte e, a causa di una carica debole, una di esse non aveva esploso tutti i colpi nel modo corretto. L’involucro di un proiettile si era fermato nella canna dell’arma, ma nessuno aveva controllato il funzionamento degli attrezzi di scena, inserendo semplicemente nuove pallottole: la pistola finì tragicamente nella mani dell’attore Michael Massee che, inconsapevolmente, sparò all’indirizzo di Brandon Lee. Il proiettile lo colpì, ma la troupe non reagì subito, convinta che l’attore stesse semplicemente recitando: solo dopo qualche istante la gravità della situazione divenne evidente.
Dopo le prime indagini, la famiglia ritirò la denuncia, chiudendo il caso: le riprese dell’incidente non vennero mai inserite nel film (come, invece, sostenuto da tantissime leggende metropolitane), ma vennero forse distrutte o consegnate alla polizia.
Anche in questo caso, la tragicità dell’evento, collegato ai precedenti, alimentò una serie di ipotesi più o meno improbabili, che avrebbero voluto il coinvolgimento della criminalità cinese, o forse di quella giapponese, un omicidio volontario piuttosto che una fatalità.

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I misteri che circondano Bruce e Brandon Lee, pur comprensibili considerata la parentela fra i due, sembrano in realtà risolti dalla banalità di errori umani e coincidenze: a restare è l’incredulità per degli incidenti che potevano, forse, essere evitati.
A restare sono anche le eredità di due attori, che hanno significato tantissimo in momenti diversi, per motivi diversi.