CALAIS: IL NUOVO MURALES DI BANKSY CONTRO IL PREGIUDIZIO E LA PAURA Dic14

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CALAIS: IL NUOVO MURALES DI BANKSY CONTRO IL PREGIUDIZIO E LA PAURA

Negli scorsi giorni, alcune immagini del nuovo murales di Banksy hanno iniziato a circolare in tutto il mondo: l’ultima opera del misterioso artista ritrae uno Steve Jobs in fuga, vestito con i suoi abiti più iconici – maglietta nera con dolcevita, jeans e scarpe da ginnastica – e ritratto mentre porta via con sé un sacco ed uno dei primi Macintosh.

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Il murales è apparso, insieme ad una serie di altri graffiti, all’interno del campo rifugiati “Jungle” di Calais, in Francia e racconta una storia precisa: il padre di Steve Jobs era, infatti, il siriano Abdul Fattah Jandali, giunto a New York solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’immagine vuole, quindi, sottolineare come il pregiudizio e la paura possano davvero chiudere le porte al cambiamento, togliendo speranze e possibilità a uomini e donne in cerca di una nuova vita: l’artista avrebbe, proprio per questo motivo, rilasciato una dichiarazione apparsa attraverso il Guardian, in cui spiega

«Spesso siamo portati a credere che gli immigrati prosciughino le risorse di un certo paese, ma Steve Jobs era figlio di un immigrato siriano. Apple è la società più redditizia al mondo, paga oltre 7 miliardi di dollari all’anno in tasse ed esiste solo perché gli Stati Uniti hanno accettato di accogliere un giovane uomo da Homs»

Il messaggio che il nuovo murale di Banksy cerca di diffondere è ancora più forte, se si considera la scelta di realizzarlo in Francia, a pochissimi giorni dai terribili attentati di Parigi: l’impegno dell’artista si è concretizzato anche con l’invio di parti della suo parco a tema Dismaland nel paese per la costruzione di nuovi centri.