LA MUSICA FA STORIA: GLI ANNIVERSARI DEL 2014...

Il 2014 è caratterizzato da anniversari davvero importanti: i 100 anni dallo scoppio della Grande Guerra, i 10 anni dal terribile Tsunami che sconvolse tutto il mondo nel 2004, i 25 anni dalla Caduta del Muro di Berlino, i 100 anni del Canale di Panama, i 200 anni dell’Arma dei Carabinieri, i 150 anni della Croce Rossa, i 50 anni della Nutella… Anche dal punto di vista della letteratura, dell’arte, dello spettacolo, il 2014 ha celebrato tanti passaggi fondamentali dello sviluppo del genere umano (es. 450 anni dalla nascita di Shakesperare, i 250 anni de “Dei delitti e delle pene” di Beccaria, i 150 anni di “Viaggio al centro della Terra” di Verne….), per non parlare di personaggi ricordati per il loro genio e per le loro innovazioni (150 anni dalla nascita di Louis Lumiere, 450 anni dalla morte di Michelangelo, 500 anni dalla morte di Bramante… ). Anche tantissime band hanno festeggiato anniversari legati all’uscita dei propri album: perché anche la musica fa storia! Qualche esempio? 1964 – The Times They are A-changin’ – Bob Dylan – England’s Newest Hit Makers – The Rolling Stones (debutto della band nel mercato americano) – Kinks – The Kinks (il primo album del gruppo comprende canzoni come “Louie Louie”, “Long Tall Sally” e “You really got me”) 1969 – Led Zeppelin – Led Zeppelin (l’impressionante debutto di una delle band più rappresentative del genere rock: “Good Times Bad Times” e “Communication Breakdown” sono solo due degli esempi della potenza con cui i Led Zeppelin si fecero conoscere in tutto il mondo) – Kick out the Jams – MC5 (classico del proto – punk, citato e copiato da tantissimi gruppi successivi) – Dusty in Memphis – Dusty Springfield – Abbey Road – The Beatles (una delle copertine più...

#IPHONE6QUESTIONS: DOMANDE INUTILI DA TUTTO IL MONDO...

La presentazione dei nuovi iPhone 6 e dell’Apple Watch non ha colpito tutti allo stesso modo: le polemiche sull’effettiva utilità di prodotti dal design sicuramente curatissimo, ma anche dal prezzo notevole si sono susseguite senza sosta fino ad oggi, dando vita ad un nuovo hashtag di grande successo. Si tratta di #iphone6questions: alcuni utenti di Twitter e Facebook hanno letteralmente bombardato la Apple di domande… inutili! Una forma di protesta, forse. Più probabilmente un tentativo di prendere un po’ in giro i fanatici dei prodotti con la “i”, già pronti a file interminabili ed investimenti non indifferenti. L’accusa lanciata più di frequente? L’iphone 6 e l’iPhone 6 Plus costano tanto, ma le loro caratteristiche non sono affatto innovative (il paragone più apprezzato in questo momento viene fatto con il Nexus 4, uscito nel 2012!). Ma quali sono le domande – e le battute – #iphone6questions più divertenti? – Ma una volta il mio pollice non andava “da qui a qui”? Ora alla #apple si sono allungati i pollici? (In un recente spot della Mela, lo schermo touch veniva mostrato in tutta la sua comodità: con un solo dito era possibile andare “da qui a qui”, cioè dall’angolo esterno in basso dello smartphone, all’angolo interno in alto. Ma se l’iPhone 6 Plus avrà uno schermo molto più grande, sarà ancora possibile utilizzarlo con un solo dito?) – Il 6 guida la macchina tu puoi tranquillamente dormire che lui ti porta a casa. – Ma fa anche il caffè espresso? – Posso pagarlo in natura? (le polemiche sul costo sono davvero numerosissime e le battute di questo tipo dilagano) – At what temperature will it boil? (A che temperatura bolle?) – Do I have to grow bigger hands? (“Dovrò farmi crescere mani più grandi?”, anche in...

FARE L’ATTORE OGGI: COS’È CAMBIATO?...

Fare l’attore oggi richiede capacità e sacrifici diversi da quelli necessari in passato: non basta essere credibili o manifestare un grande talento… spesso, bisogna mettere in gioco anche il proprio corpo. Cosa fa di un attore o di una attrice un buon esempio da seguire? Marcus Geduld ha recentemente identificato una serie di caratteristiche che fanno di un attore un buon attore: ovviamente, i giudizi in questo campo restano soggettivi ed è sempre corretto avere opinioni diverse. Esistono, però, dettagli che fanno la differenza: 1 – Un bravo attore riesce a convincere il pubblico che sta provando ciò che prova il suo personaggio: che si tratti di una reazione a stimoli esterni (ad esempio, uno schiaffo, un colpo di pistola…) o all’emergere di emozioni e sensazioni, un professionista deve sempre essere credibile. 2 – Un buon attore deve saper sorprendere. Non significa necessariamente che debba sempre accettare ruoli in contrasto fra loro, ma che in ogni sua parte sia imprevedibile, scegliendo la reazione giusta al momento giusto, all’interno della vastissima gamma di comportamenti umani. 3 – Fare l’attore significa essere vulnerabile, condividere con il pubblico una parte nascosta di sé, abbandonarsi ad ogni sensazione, anche la più meschina, mostrandosi “nudo”. 4 – Un buon attore sa ascoltare chi recita con lui, reagendo a tutto ciò che gli capita attorno. 5 – Ogni attore deve saper “usare” se stesso: la voce, i gesti, i movimenti, il corpo… recitare significa coinvolgere ogni parte di sé in modo credibile, parlando anche senza pronunciare alcuna parola. Proprio quest’ultimo punto sembra aver preso piede negli ultimi anni, portando sempre più attori a “trasformarsi”, prendendo e perdendo peso, pur di rispondere nella maniera più adeguata alle richieste per un determinato ruolo (in realtà, diversi attori hanno affrontato in carriera almeno...

“ANCORA UNA COSA”: SVELATI L’IPHONE 6 E L’APPLE WATCH!...

Durante la conferenza svoltasi al Flint Center for Performing Arts di Cupertino, Tim Cook, CEO di Apple, ha presentato le grandi novità della Mela, attese, sognate e, forse, in parte previste: “gli” iPhone 6 e l’Apple Watch. Una scelta significativa, se si pensa che Steve Jobs, la cui memoria è ancora vivissima fra addetti ai lavori e pubblico, aveva annunciato proprio al Flint Center la creazione del primo Mac (1984) e dell’iMac (1998). Quali sono le caratteristiche dei nuovi prodotti Apple? Il nuovo iPhone uscirà in due versioni: l’iPhone 6 e l‘iPhone 6 Plus. Il primo avrà uno schermo retina HD grande 4.7 pollici, sarà spesso 6.9 mm ed avrà una risoluzione di 1334×750 pixel, mentre il secondo avrà uno schermo retina HD grande 5.5 pollici, uno spessore di 7.1 mm ed una risoluzione di 1920×1080 pixel. Entrambi saranno provvisti di un processore A8 made in Apple, un nuovo sistema operativo iOS 8, un software Health che misurerà i dati vitali, una tecnologia Nfc per i pagamenti online ed una fotocamera migliorata da 8 megapixel, con sensori completamente nuovi ed un sistema Focus Pixels per una messa a fuoco più precisa e veloce. Ulteriori differenze dai precedenti modelli? La possibilità di chiamare sfruttando il WiFi, una batteria molto più resistente ed una velocità decisamente superiore rispetto al 5s (+25%). Entrambi i dispositivi usciranno il 19 settembre in 9 paesi (USA, Francia, Hong Kong, Canada, Germania, Singapore, Gran Bretagna, Australia e Giappone), ma la casa di Cupertino promette il loro lancio in tutto il mondo entro la fine dell’anno (in Italia il lancio ufficiale è previsto a Ottobre). Ma… il prezzo? Per il momento Tim Cook ha svelato solo i costi relativi agli Stati Uniti, dove gli iPhone 6 potranno essere acquistati tramite un abbonamento biennale...

JACK LO SQUARTATORE: IL MISTERO È RISOLTO?...

Il caso di Jack lo Squartatore è forse il “cold case” (un’indagine ancora aperta, senza risoluzione definitiva) più famoso di sempre: a partire dagli ultimi giorni dell’estate del 1888 e poi per tutto l’autunno dello stesso anno, un assassino senza volto e nome uccise nel quartiere londinese di Whitechapel cinque prostitute, dando vita ad un personaggio tanto misterioso da diventare nel corso dei decenni protagonista delle più svariate teorie, oltre che di libri, film, saggi e canzoni. Le certezze riguardo a questa vicenda sono davvero pochissime: basti pensare che, nonostante il numero di vittime canoniche sia cinque, diversi investigatori hanno ipotizzato che gli omicidi di Jack lo Squartatore sarebbero compresi fra 4 e 16, interrotti da un arresto per crimini di altro tipo o dalla certezza da parte del colpevole di essere stato quasi scoperto. I dubbi sull’identità del serial killer più famoso della storia hanno coinvolto uomini di ogni estrazione sociale, impegnati nelle più diverse professioni e hanno alimentato per anni leggende e storie più o meno improbabili: il 2014 sembra, però, l’anno della svolta. Russell Edwards, autore britannico, avrebbe scoperto la verità grazie ad un esame del DNA sui reperti originali: Jack lo Squartatore sarebbe Aaron Kosminski, un barbiere residente nel quartiere degli omicidi, già noto alle autorità dell’epoca e morto nel 1899 all’interno di un manicomio. Ma come si sono svolti i fatti in quel terribile 1888? La prima vittima accertata fu Mary Ann Nichols, ritrovata il 30 agosto, seguita poi da Annie Chapman (8 settembre), Elizabeth Stride (30 settembre – l’assassino fu costretto alla fuga dal sopraggiungere di un cocchiere), Catherine Eddowes (30 settembre – Jack lo Squartatore si accanì su di lei probabilmente senza una reale pianificazione, solo per concludere il lavoro iniziato con la Stride) e Mary Jane...

HASHTACK: L’APP MOBILE PER TUTTI GLI HASHTAG!...

L’app mobile Hashtack, vera e propria rivoluzione per i grandi appassionati di social, promette enormi novità e la possibilità di gestire contemporaneamente gli stream fotografici provenienti da Facebook, Twitter e Instagram. Come fare? Basta scaricare l’applicazione e collegarsi tramite i diversi profili: una volta personalizzato il contenuto, selezionando solo gli hashtag di maggiore interesse, si può iniziare immediatamente a commentare, condividere e dare i propri like utilizzando direttamente la piattaforma Hashtack. Con un’unica interfaccia è, quindi, possibile non solo tenersi sempre aggiornati e controllare le novità, ma anche interagire senza la necessità di loggarsi ed attivare più applicazioni contemporaneamente (la batteria dello smartphone sicuramente ringrazierà!). Per il momento l’app Hashtack è disponibile, gratis, solo per i dispositivi Apple, ma è stata annunciata a breve anche una versione Android: non resta che provarla e verificarne il funzionamento… forse il momento del social “intelligente” è arrivato! Piccola curiosità: sapete quali sono gli hashtag più utilizzati su Instagram? #love #TagsForLikes #TFLers #tweegram #photooftheday #20likes #amazing #followme #follow4follow #like4like #look #instalike #igers #picoftheday #food #instadaily #instafollow #like #girl #iphoneonly #instagood #bestoftheday #instacool #instago #all_shots #follow #webstagram #colorful #style #swag Chissà quale risultato possono dare se inseriti su...

“INFELICI E SCONTENTI”: I PERSONAGGI DISNEY SECONDO JEFF HONG...

Jeff Hong è un appassionato dei cartoni Disney: vive a New York e da anni si occupa di storyboard di film di animazione. Nei primi mesi del 2014, ha aperto un blog su Tumblr e lo ha intitolato “Unhappily ever after“, cioè “E vissero per sempre infelici e scontenti”. Perché? Perché Jeff ha deciso di riscrivere i classici Disney, spostando letteralmente i personaggi più amati da generazioni e generazioni di bambini nella vita vera: inquinamento, maltrattamento sugli animali, droga, povertà, ossessione per la bellezza e la perfezione, caccia, razzismo… i principi e le principesse che ci hanno accompagnato durante la nostra infanzia sono costretti ad affrontare i problemi, anche estremamente gravi, di tutti i giorni. Qualche esempio? Simba non corre felice nel suo habitat naturale, ma è costretto a vivere all’interno di uno zoo: il muso un po’ sconvolto del piccolo leone racconta bene quali sensazioni stia provando. Alice non è la ragazzina piena di fantasia che, catapultata in un nuovo mondo sensazionale, riesce a cavarsela fra mille ostacoli, ma è una ragazza con seri problemi di dipendenza dalle droghe, che vaga con il volto emaciato per i vicoli della sua città. Mulan non deve più combattere con il suo esercito, ma, con una mascherina, deve affrontare ogni giorno il terribile smog che caratterizza alcune città cinesi. Tiana, protagonista de “La Principessa e il ranocchio”, è alle prese con le discriminazioni razziali dell’America degli anni ’20. La Carica dei 101 non viene inseguita da una Crudelia De Mon impazzita, ma è rinchiusa in un minuscolo canile, con musi spaventati o tristi e rassegnati. Winnie the Pooh, invece, si ritrova a vagare in una parte della sua foresta completamente distrutta dall’uomo: non può fare altro che sedersi e piangere. Dumbo non è l’allegro elefantino che...

ZACK DAMAGE BROWN E L’INSALATA DI PATATE DA 50.000 DOLLARI...

Aperto su Kickstarter il 3 luglio, il progetto di Zack Damage Brown era molto semplice: ottenere un fondo di 10 dollari per poter acquistare gli ingredienti necessari per realizzare la sua prima insalata di patate. Quella che può sembrare una richiesta ai limiti dell’assurdo, soprattutto se si considera la serie di progetti milionari finanziati dal 2009 proprio grazie a questa piattaforma, ha assunto una dimensione totalmente inaspettata: a 15 giorni circa dalla scadenza (fissata per il 2 agosto prossimo), l’insalata di patate di Zack ha raccolto ben 50.923 dollari. Quali sono i motivi di questo enorme successo? Un po’ difficile capirli, in realtà, ma forse la chiave sta nell’ironia con cui Zack ha presentato le sue richieste, promettendo ricompense divertenti, golose e utili a tutti i suoi “backers” (cioè i suoi sostenitori). Doni 1 dollaro? Zack ti ringrazierà pubblicamente sul tuo sito personale ed urlerà il tuo nome durante la preparazione dell’insalata di patate. Ne doni 2? Riceverai anche una foto. Con 3 avrai anche un assaggio, mentre, dai 5 in su, cominciano le categorie super premiate: 5 dollari – DELUXE PACKAGE – oltre all’assaggio, alla foto, all’urlo ed al ringraziamento personale, potrai scegliere un ingrediente adatto da aggiungere alla ricetta dell’insalata; 10 dollari – PLATINUM LEVEL – assaggio, urlo, foto, ringraziamento personale, ingrediente e potrai stare in cucina con Zack a guardarlo preparare l’insalata di patate; 20 dollari – POTATO MADNESS – se decidi di donare 20 dollari, riceverai un Haiku a tema insalata di patate scritto da Zack, vedrai il tuo nome inciso in una patata, avrai un barattolo di maionese autografato, la ricetta originale dell’insalata e tutti i premi promessi con le somme precedenti; 25 dollari – THE HAT – con 25 dollari Zack ti regalerà un cappello dedicato all’insalata di...

IL CLUB 27 E LE MORTI SOSPETTE...

“Club 27” è un’espressione giornalistica ormai diventata di uso comune per indicare quel gruppo di artisti, in maggioranza musicisti, deceduti a 27 in modo più o meno chiaro: omicidi, suicidi, incidenti, overdose… la lista dei giovani colpiti da questa “maledizione” continua, purtroppo, ad allungarsi, facendo vittime in tutto il mondo. Addirittura, sarebbe nata una sottocategoria, definita “J27“, che includerebbe tutti gli artisti morti a 27 anni, che nel nome o nel cognome presentavano una J: Robert Johnson, Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Amy Jade Winehouse… insomma, esistono una serie di dettagli molto particolari, che potrebbero davvero portare a credere che ci sia un sortilegio nascosto. Soprattutto se si considera che alcuni dei nomi inclusi nel Club 27 sono protagonisti di storie sospese e vagamente macabre… ROBERT JOHNSON E IL PATTO COL DIAVOLO: CHI ERA IL PRIMO MEMBRO DEL CLUB 27? Di Robert Johnson si sa davvero pochissimo: nato in Mississippi nel 1911, figlio di una relazione extraconiugale, cresce appassionandosi alla musica ed imparando a suonare armonica a bocca e chitarra. Nel ’29 si sposa con Virgina Travis e si trasferisce a Robinsonville: nel ’30 la sua vita viene sconvolta dalla morte della moglie e Robert, disperato, comincia a vagare per il Mississippi, diventando un forte bevitore. Nel 1931 si risposa con Calletta Craft, ma anche questa unione naufraga dopo poco. L’abilità di Johnson con la chitarra sarebbe, secondo la leggenda alimentata dallo stesso protagonista, una conseguenza del patto che il musicista avrebbe deciso di stipulare con il diavolo: la sua anima per poter suonare meglio di chiunque altro. La sua tecnica è quella del fingerpicking (toccare le corde solo con le dita e senza mai usare il plettro) ed i suoi testi parlano spesso di demoni e spettri: alcuni musicisti raccontano...

CREME PER TATUAGGI: I PRODOTTI MIGLIORI PER LA SKINCARE...

Le creme per tatuaggi sono fondamentali per una completa e corretta guarigione della pelle: un prodotto lenitivo può, infatti, aiutare a risolvere l’infiammazione dell’area interessata e a proteggere nel miglior modo possibile disegno e colori. Quali sono i passaggi da compiere una volta fatto un tatuaggio? Per prima cosa, la zona deve essere coperta da una crema lenitiva e bendata con una pellicola impermeabile: il tatuaggio deve rimanere coperto per almeno 2/3 ore. Una volta arrivati a casa, occorre lavarsi le mani con un sapone neutro, togliere il bendaggio e, con un po’ di acqua tiepida e lo stesso sapone, rimuovere delicatamente i residui dei prodotti utilizzati dal tatuatore. Fra i saponi consigliati ci sono, per esempio, Neutromed o Neutro Roberts. Da quel momento in avanti, è consigliabile tenere il tatuaggio a contatto con l’aria, coperto solo da un sottile strato di Bepanthenol: in questo modo, si dovrebbe favorire la formazione di croste, necessarie per la totale guarigione. Il procedimento deve essere ripetuto 3/4 volte al giorno per i primi due giorni: la zona deve essere coperta con una benda traspirante durante la notte e con uno strato di vaselina idrorepellente durante la doccia. Trascorsa questa prima fase, la pelle deve essere ammorbidita con l’uso di vaselina, creme per tatuaggi specifiche o prodotti come la Nivea (da evitare creme al cortisone o creme antibiotiche), fino a quando la zona non è totalmente liscia. Per la completa guarigione di un tatuaggio in bianco e nero sono necessari in media dai 10 ai 15 giorni; i tatuaggi colorati necessitano di un po’ più di tempo. Fra le creme per tatuaggi consigliate per la skincare, oltre all’accoppiata vincente Bepanthenol/vaselina, utilizzata dalla maggior parte delle persone, ed alcuni prodotti (come Dermovitamina, Avene, Burro di Karitè biologico…) considerati ugualmente validi,...

I CLIENTI DI SHARP SUITS: QUALI FRASI SI POSSONO EVITARE?...

Il mondo dei designers, degli animatori, degli illustratori, dei pubblicitari è spesso caratterizzato da incursioni incredibili da parte degli “unhelpful clients“, clienti dal commento assurdo, capaci di tirar fuori teorie e consigli decisamente improbabili: in realtà, un po’ in tutte le categorie si possono trovare storie divertenti ed aneddoti riguardanti richieste impossibili e domande a cui è davvero difficile rispondere seriamente, ma, in questo caso, i diretti interessati hanno deciso di mettere a punto una contromossa. Una comunità creativa irlandese, la Sharp Suits, ha, infatti, riunito gli addetti ai lavori e li ha coinvolti in un progetto davvero divertente: trasformare le citazioni più assurde in poster A3, non tanto per vendicarsi, quanto per farsi una serena risata davanti a situazioni che spesso possono generare incomprensioni e problemi. Le nuove opere hanno, però, anche una finalità benefica estremamente positiva: i ricavati delle vendite delle immagini vanno, infatti, al Temple Street Children’s Hospital, per aiutare chi davvero ne ha bisogno. Quali sono le reazioni, i commenti, i consigli, le teorie, le richieste più incredibili? Vediamo qualche esempio! – “Dobbiamo togliere l’orecchio del bambino o almeno spostarlo un pochino al lato della testa.” – “Non possiamo usare l’Inno Nazionale! Fa troppo IRA!” – “L’albero di Natale deve sembrare naturale… ma deve essere viola.” – “Vogliamo che assomigli a questo, ma non copiarlo, basta che lo fai abbastanza diverso, ma tenendolo uguale!” -“Il volantino dovrebbe assomigliare ad una calda stretta di mano.” – “Ci sembra che il rosso proprio non vada bene per il Natale.” – “Tutti sanno che le ragazze sotto i 25 anni non indossano gonne.” – “C’è troppo bianco. Meno è di più.” – “Lo so che hai detto che lo spot sarebbe stato animato, ma questo è un cartone!” – “Ora è molto meglio,...

MUSICA E MESSAGGI SUBLIMINALI...

La parola “subliminale” deriva dal latino SUB+LIMEN, cioè “sotto la soglia”. Cosa significa? Significa che un messaggio subliminale è una informazione, un’immagine, un suono, nascosto all’interno di un altro mezzo ed assimilato dal cervello dell’interlocutore in modo assolutamente inconsapevole ed inconscio. Questo termine deriva da due campi diversi, ma in qualche modo connessi, cioè psicologia e pubblicità, ed è stato oggetto di studi e dispute fin dagli anni ’50: il primo a parlarne fu Vance Packard, nel suo famoso “I persuasori occulti”, seguito pochi anni dopo dall’ormai mitico James Vicary, che per primo annunciò la presenza di pubblicità nascoste nei film, tanto forti da condizionare gli acquisti degli spettatori. Nel 1962, però, lo stesso Vicary ammise la truffa, confessando di essersi inventato un’indagine interessante per poter salvare la sua azienda di comunicazione, sull’orlo del fallimento. Ad oggi, alcuni studi hanno confermato l’azione dei messaggi subliminali su zone specifiche del cervello, ma hanno negato l’esistenza di effetti duraturi ed importanti sul comportamento umano: l’informazione nascosta viene, effettivamente, registrata, ma non provocherebbe alcun tipo di sconvolgimento comportamentale o psicologico. Nell’ambito dei messaggi “sub limen”, uno dei settori più colpiti è sicuramente quello della musica: canzoni ( e interi dischi) vengono fatti suonare spesso al contrario, per rivelare piccole frasi, discorsi, suggerimenti più o meno pericolosi. Dal punto di vista “sonoro”, le informazioni subliminali possono essere di due tipi: backmasking (cioè una frase registrata al contrario) e bifronti (una frase che, ascoltando la canzone nel verso giusto, suona in un modo, mentre, mettendo il disco al contrario, dice assolutamente un’altra cosa). La maggior parte delle volte, gli indizi trovati in questo modo sembrano decisamente esagerati, forse nati da un particolare effetto, chiamato “illusione uditiva subconscia“: in poche parole, sentiamo qualcosa perché vogliamo sentire qualcosa. Ci sforziamo di...

LE EMOZIONI SU FACEBOOK: OTTIMISMO E PESSIMISMO VIAGGIANO IN UN POST...

Due studi condotti sulla natura dei post e delle emozioni su Facebook hanno rivelato che l’ottimismo ed il pessimismo espressi su un social network sono contagiosi: uno stato che esprime felicità genera post positivi da parte di chi ci legge e la stessa cosa vale anche per le emozioni negative. Il primo di questi test venne condotto dal 2009 al 2012 da un team capitanato da James Fowler (University of California a San Diego) e che vedeva fra i collaboratori anche due italiani, Lorenzo Coviello e Massimo Franceschetti: un software analizzò in 1180 giorni circa 1 miliardo di stati su Facebook da 100 milioni di utenti anonimi, provando che, per esempio, in un giorno di pioggia la percentuale di post tristi aumentava del 1,16%, mentre gli stati felici diminuivano contemporaneamente del 1,19%. Ma questa variazione non riguardava solo persone residenti nella stessa città e, quindi, “vittime” delle stesse condizioni meteorologiche: anche amici di città lontane “baciate dal sole” percepivano il malessere, rispondendo con post di uguale tenore. L’effetto del contagio risultò evidente. Un secondo studio, condotto recentemente dai ricercatori della Cornell University e della University of California di San Francisco, ha confermato i primi dati, utilizzando un algoritmo modificato per la prima settimana, in modo da analizzare con sempre maggior frequenza parole riferite ad emozioni negative: la proporzione per i primi 7 giorni è stata di 4 milioni di post positivi contro 1,8 milioni di stati negativi. In totale, sono stati presi in considerazione oltre 3 milioni di post da 690 mila utenti casuali di Facebook, per circa 122 milioni di parole: i risultati, pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science, hanno confermato l’alto tasso di contagio fra amici, i cui post si “adeguano” a quelli pubblicati da altri durante la...

COLORI ED EMOZIONI: MOVIES IN COLOR...

Movies in color è un progetto nato dalla fantasia e dallo spirito d’osservazione di Roxy Radulescu: durante la visione di Skyfall, Roxy rimase colpita dall’uso dei colori all’interno delle scene, tanto da concentrarsi più sulla scenografia che sulla trama. La curiosità la spinse a cercare, con l’aiuto di Photoshop, lo spettro di colori utilizzati nei fotogrammi più interessanti, per trovare quelle importanti connessioni che, in modo più o meno evidente, legano in ogni film scelte registiche, luoghi, sfondi, costumi ed emozioni. Perché ogni colore provoca una reazione, suscita determinate emozioni e modifica lo stato d’animo di uno spettatore che lui lo voglia oppure no. Se per alcune scene questo procedimento è evidente, pensiamo ai colori sempre forti ed in contrasto usati da Wes Anderson piuttosto che al rosso acceso scelto da Tarantino per il sangue delle sue vittime sullo schermo, per altre pellicole le scelte cromatiche, pur attente, passano quasi inosservate, agendo di nascosto: eppure, nonostante l’assenza di particolari tonalità accese, film drammatici come Shining, Alien o Il Cigno Nero riescono comunque a trasmettere un senso di oppressione e inquietudine. La stessa cosa vale per i film d’animazione o comici, a cui bastano poche tonalità per trasmettere sentimenti positivi. Se poi consideriamo un capolavoro come Schindler’s List, il ruolo centrale del colore diventa evidente. L’idea originale di Roxy Radescu è diventata prima un blog, poi una pagina Facebook: le still vengono spesso pubblicate per argomenti e intere settimane vengono dedicate a specifici registi (Federico Fellini, Wim Wenders, Frank Oz, Spike Jonze…), ma è sempre possibile fare delle richieste. Nel sito viene pubblicato tutto, comprese le ultimissime uscite o i film in bianco e nero. Perché anche un’ombra grigia può dire mille...

SHORTOLOGY: TUTTO IN UN’ICONA...

Come si può rappresentare un film, un evento storico, una ricorrenza, un proverbio, una canzone con pochi, pochissimi, elementi? Come si può condensare la complessità di un film di Kubrick o l’epicità della vita di un personaggio come Cesare utilizzando semplici disegni? Con le icone di Shortology: bignami visual ideati dai direttori creativi della H-57! La carriera di Michael Jackson, i capitoli di Star Wars, il D-day il 6 giugno del 1944, i pezzi dei Beatles, la storia delle nazionali di calcio… tutto può diventare icona, una sorta di riassunto rapido per chi non può perdere tempo. Il progetto si è presto trasformato in un libro, dal titolo “Shortology, da Allen a Mark Zuckerberg, 101 ministorie per chi non ha tempo da perdere“: una raccolta divertente ed irriverente, utile per mettere alla prova anche gli amici… qualche esempio? – CINEMA: – MUSICA: – STORIA: E ora tocca a voi: un proverbio e due film. Riuscite a...