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COS’È OGGI L’UNIONE EUROPEA?

In questi giorni, grazie soprattutto alle elezioni svoltesi in 28 paesi il 25 maggio scorso, il tema “Europa” ha occupato siti, pagine di giornale e canali tv: ma cos’è esattamente l’Unione Europea?
L’Unione Europea (anche detta UE) è una organizzazione internazionale di carattere sovranazionale che comprende, al momento, 28 membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia ed Ungheria. I candidati all’adesione all’UE sono la Turchia, la Macedonia, l’Islanda, il Montenegro e la Serbia.
L’Unione consiste oggi in una zona di libero mercato, caratterizzata da una moneta unica (l’euro), regolamentata dalla BCE (Banca Centrale Europea) ed adottata da 18 dei 28 stati membri: i paesi fanno parte di una unione doganale, una politica agricola e commerciale comune ed una comune politica della pesca.

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Gli organi principali dell’organizzazione sono un Consiglio, una Commissione, una Corte di Giustizia, un Parlamento, un Consiglio Europeo ed una Banca Centrale: l’europarlamento nasce nel 1952, ma è solo dal 1979 che i suoi membri possono essere eletti a suffragio universale su tutto il territorio compreso nell’Unione. Ogni organo ha una specifica competenza:
– la Commissione europea è formata da un commissario per ogni stato membro, ha sede a Bruxelles e rappresenta gli interessi generali della UE. La carica dei componenti, nominati dal Consiglio europeo, dura 5 anni.
– il Parlamento europeo è composto da rappresentanti eletti a suffragio universale dai cittadini di tutti gli stati membri ogni 5 anni (il Presidente rimane in carica per due anni e mezzo). Ha sede a Strasburgo, ma svolge i suoi lavori a Bruxelles e a Lussemburgo.
– il Consiglio dell’Unione Europea (anche detto Consiglio dei Ministri) è composto da un rappresentante di ciascuno stato membro che si occupa in questa sede della stessa materia di cui si occupa a livello statale (per esempio, ad un Consiglio convocato per motivi economici, parteciperanno i diversi ministri dell’economia). La sede è a Bruxelles e la presidenza viene assegnata a rotazione ad uno stato diverso ogni 6 mesi.
– il Consiglio europeo è composto da un rappresentante per ogni stato (il Capo di Stato o quello di Governo): il Presidente rimane in carica due anni e mezzo.
– la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha sede a Lussemburgo e si occupa del diritto comunitario.
– la Corte dei conti europea ha sede a Lussemburgo e verifica il finanziamento delle diverse attività dell’Unione.
– La BCE attua le politiche monetarie e ha sede a Francoforte sul Meno.
A queste istituzioni, si affiancano, poi, diversi organismi, fra cui il Comitato delle Regioni, l’Eurostat, la Scuola europea di amministrazione, il Mediatore europeo ecc…

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Sono diverse le politiche e le manifestazioni organizzate dall’Unione ed orientate verso la lotta al razzismo, all’omofobia, alla xenofobia, ma anche verso il sostegno di organizzazioni non governative, la libertà di stampa e lo sviluppo. Fra i simboli dell’operato dell’UE c’è, per esempio, il Progetto Erasmus, che dal 1987, permette agli studenti universitari dei paesi membri di trascorrere un periodo di studio riconosciuto in un qualsiasi altro ateneo entro i confini dell’Unione. Ciò ha permesso a tantissimi giovani di allontanarsi per la prima volta da casa, conoscere luoghi ed usanze sconosciute e crescere dal punto di vista emotivo e culturale.

Quali sono, però, le critiche?
La prima riguarda il grande numero di lingue comprese nei confini dell’organizzazione: ben 24 ufficiali, per le quali sono richiesti circa 4mila interpreti per il solo Parlamento Europeo. Nel corso degli anni, ben tre lingue (latino, esperanto ed inglese) sono state proposte come uniche lingue per i lavori delle diverse commissioni, senza mai prevalere. Altri dubbi sono stati, poi, mossi sull’effettiva democrazia dei vari organi e delle istituzioni e sull’inadeguata attenzione dei Paesi membri in materia religiosa.