Debate Night: il primo scontro Clinton – Trump Set27

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Debate Night: il primo scontro Clinton – Trump

Hillary Clinton And Donald Trump Face Off In First Presidential Debate At Hofstra University

Si è da poche ore concluso il primo dei tre dibattiti che i due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton e Donald Trump dovranno affrontare prima del voto di novembre: i prossimi incontri, che si preannunciano di fuoco, si terranno il 9 ed il 19 ottobre.
Ma come funziona una Debate Night?

Il dibattito è organizzato da una società indipendente, che rende disponibile uno spazio televisivo a tutti i candidati che abbiano raggiunto il 15% delle preferenze nei sondaggi ufficiali: i candidati si incontrano e, incalzati dal presentatore, rispondono a domande dirette sulle tematiche di interesse per gli elettori.
Ogni partecipante ha a disposizione due minuti per dare la propria risposta senza interruzioni: a seguire, si intraprende un breve scambio, cercando, però, di evitare il più possibile un botta e risposta diretto e facendo affidamento sull’intervento del mediatore.
Quest’anno, il dibattito è stato presentato da Lester Holt, giornalista della NBC noto per la schiettezza e l’equità, che ha introdotto i tre argomenti della serata: America’s Direction, cioè quali sono i progetti dei candidati per il futuro – soprattutto economico – della Nazione, Achieving Prosperity, quindi tematiche per lo più interne e riferimenti al sociale, e Securing America, cioè un approfondimento sulle strategie necessarie per proteggere il paese da pericoli interni ed esterni.

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Hillary Clinton e Donald Trump si sono, quindi, affrontati su argomenti come economia, commercio, sicurezza (anche informatica), armi, razzismo, Isis e tasse, senza risparmiare affondi e accuse riguardo alle rispettive mancanze.
In particolare, chi ha visto la Debate Night, ha potuto notare come i punti salienti dello “scontro” siano stati fondamentalmente le accuse della Clinton a Trump – colpevole di aver sfruttato la crisi del 2008 per arricchirsi, di essersi avvicinato troppo a Putin, di aver insistito per anni sul fatto che il Presidente Obama non fosse davvero nato negli Stati Uniti, di non avere rispetto per le donne, di ritenere il problema “clima” una bufala inventata dai cinesi per rallentare l’economia americana e di avere nei confronti dell’Iran un atteggiamento guerrafondaio – e le contro accuse di un Trump per la verità un po’ confuso su qualche punto, ma convinto che l’Isis sia nato dal vuoto creato dalla politica Obama – Clinton e che Hillary Clinton nasconda molto del suo operato agli elettori.

Trump è apparso molto “presidenziale” e meno aggressivo del solito, anche se non è riuscito a mettere mai davvero sotto pressione una Clinton sorridente e sempre, apparentemente, rilassata: qualche critica c’è comunque stata, considerato che nei primi 26 minuti di dibattito, Trump ha interrotto Hillary Clinton per ben 25 volte. Le reciproche provocazioni hanno riguardato per lo più l’assenza di una dichiarazione dei redditi da parte di Trump (che, secondo la Clinton, a questo punto potrebbe anche essere molto meno ricco e caritatevole di quanto non dica pubblicamente) e lo scandalo che ha travolto la Clinton dopo la conferma di aver cancellato 33mila mail dal suo indirizzo di posta personale.
Su quest’ultimo punto, Hillary Clinton ha, in realtà, sorpreso tutti, prendendosi piena colpa dell’accaduto ed evitando scuse e giustificazioni: una strategia che potrebbe rivelarsi vincente.

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Ma perché la Debate Night è così importante?
Perché, in realtà, è un vero e proprio spettacolo, che serve ai candidati per convincere soprattutto gli indecisi: le conseguenze di un dibattito sono, infatti, monitorate per settimane e possono comprendere anche un ribaltamento totale dei sondaggi.
Qualche esempio di come un dibattito possa determinare una vittoria o una sconfitta?
Nel 1960, un Nixon troppo magro, struccato, stanco, sudato e visibilmente nervoso perse contro un Kennedy giovane, bello, sorridente e calmo: la differenza fra i due non si era percepita così fortemente via radio, ma il mezzo televisivo portò slancio definitivo alla campagna di JFK.
Sedici anni dopo, nel 1976, una gaffe piuttosto incredibile del Presidente uscente Ford, che sostenne l’inesistenza di un dominio sovietico nell’est Europa, ribaltò i sondaggi a favore dello sfidante Carter.
Negli anni ’80, Reagan dimostrò di essere un maestro di comunicazione, prima sfidando la seriosità di Carter nel 1980 (famose le sue frasi “There you go again” e “Are you better off than you were four years ago?”) e poi usando la sua età, giudicata troppo alta, per prendere un po’ in giro il giovane, e quindi inesperto, sfidante Walter Mondale nel 1984.
Nel 1992, il continuo guardare l’orologio costò carissimo a George W. Bush Senior, surclassato da un più composto ed amichevole Bill Clinton, mentre, 8 anni dopo, il continuo sbuffare di Al Gore durante il dibattito con George W. Bush Junior lo fece apparire un po’ snob e goffo, portando gli spettatori dalla parte dello sfidante, fino a quel momento ritenuto un outsider con poche speranze.

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A quanto pare la prima Debate Night presidenziale del 2016 avrebbe portato la vittoria nei sondaggi di Hillary Clinton: ma basterà a farle affrontare con serenità i prossimi incontri?
E, soprattutto, la porteranno alla Casa Bianca?