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HUMANS OF NEW YORK: QUANDO UN BLOG DIVENTA UN SUCCESSO

Qual è il blog preferito di David Karp, fondatore della piattaforma di microblogging Tumblr? Humans of New York.
E che cos’è Humans of New York? Semplicemente il più grande archivio di “facce” newyorkesi al mondo, nato dalla mente del giovane fotografo americano Brandon Stanton.

Nato e cresciuto ad Atlanta, Brandon Stanton si laurea in Storia all’Università della Georgia e trova il suo primo lavoro grazie ad una scommessa: dopo ave ottenuto 3mila dollari con i prestiti agli studenti, decide di puntarli tutti sulla vittoria di Barak Obama alle presidenziali. E ha ragione. Un amico, incuriosito dalla sua abilità, gli trova un lavoro da Operatore Finanziario a Chicago: all’inizio il lavoro va bene, ma dopo quasi tre anni le cose smettono di funzionare e Brandon è costretto a trasferirsi di nuovo, questa volta nella Grande Mela.
Il giovane fotografo mette allora a punto un nuovo progetto: fare un censimento degli abitanti della città attraverso 10.000 immagini e, nell’estate del 2010, inizia la sua avventura, apre un blog dove poter pubblicare i suoi scatti e lo chiama “Humans of New York“.
Presto il progetto comincia a mutare e Brandon aggiunge alle sue immagini brevi interviste che ha fatto a quasi tutti i suoi soggetti: persone di successo e con una vita felice (“Una volta ho partecipato ad un talent show e, alla fine, tutti si sono alzati in piedi ad applaudire”) e barboni pieni di saggezza (“Qual è stato il momento più felice della tua vita?” “…Sono piuttosto felice in questo momento”), uomini e donne appena usciti di prigione e ragazzi che cercano disperatamente il loro posto nel mondo, soldati, sportivi e studenti (“Qual è il momento della tua vita di cui sei più orgoglioso?” “La prima volta che ho indossato l’uniforme”), bambini felici che saltano nelle pozzanghere ed altri che, nonostante la giovane età, hanno già vissuto esperienze terribili (“Qual è il momento più triste della tua vita?” “Forse quando è morto mio cugino” “Cosa è successo?” “Gli hanno sparato mentre tornava a casa da una festa”).

Humans of New York

Le domande che Brandon pone ai suoi interlocutori sono quasi sempre le stesse: qual è il momento più felice della tua vita? E il più triste? Se potessi dare un consiglio ad un grande numero di persone, quale sarebbe? Le risposte, spesso molto semplici, sono sempre interessanti.
Gli utenti del blog diventano sempre di più e Brandon apre anche una pagina fan su Facebook, dove il numero di followers cresce costantemente. La Fan Page diventa presto luogo di discussione, scambio culturale e amicizia, dove è facile trovare commenti pieni di affetto diretti a perfetti sconosciuti o esperienze personali anche molto dolorose pubblicate, spesso, per confortare ed essere confortati.
La particolarità del blog e della pagina è che l’autore non giudica mai i suoi soggetti, ma lascia che siano gli utenti a stabilire il valore di una storia e a trovarne i significati profondi: in poche parole, Brandon Stanton viaggia attraverso la città, ritrae ciò che lo colpisce e, alla fine, pubblica le immagini, dando a tutti la possibilità di creare un dialogo da una parte all’altra del pianeta.
Anche grazie a questa inaspettata piega degli eventi, il suo progetto evolve di nuovo: nel dicembre del 2012, infatti, Brandon viaggia verso l’Iran, nell’aprile 2013 si trova a Boston e, un mese dopo, viene invitato al Quartier Generale di Facebook, dove ritrae buona parte dei dipendenti.
A celebrare questo successo, viene, infine, pubblicato un libro che, con le sue 400 foto, ben rappresenta non solo il lavoro di Brandon Stanton, ma anche le complessità e le contraddizioni di New York.

Un’ultima curiosità:  sono molti i blog che, nati in altre parti del mondo, riprendono il modello “HONY”.
Siete interessati? Allora cercate Humans of New York e, da lì, navigate attraverso paesaggi e popoli diversi grazie a Humans of London, Humans of Asia, Humans of Jerusalem, Humans of Paris, Humans of Rome e tanti altri.