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Il Faro delle Isole Flannan: un mistero ancora irrisolto

Le isole Flannan si trovano a largo della costa occidentale della Scozia e sono conosciute anche come Sette Cacciatori, o Seven Hunters: il loro nome deriva dall’omonimo Vescovo Flannan che, nel 1600, decise di trascorrere gli ultimi anni della propria vita in solitudine proprio su uno di questi isolotti. Alla sua morte, non rimase quasi nulla, tranne una cappella e, appunto, il nome.
Nel corso dei secoli successivi, però, i Sette Cacciatori cominciarono ad essere interessati dal passaggio di moltissime imbarcazioni, coinvolte in nuove rotte commerciali a largo della Gran Bretagna: gli incidenti iniziarono a verificarsi con sempre maggiore frequenza e, nel 1895, per cercare di limitare i danni ed aiutare i marinai, la Northern Lightouse Board decise di costruire un faro sull’isola più grande, Eilean Mor.

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La costruzione del faro, alto ben 23 metri, venne ultimata in circa quattro anni e comprese anche la preparazione di luoghi adatti allo sbarco, l’installazione di scale e la sistemazione di alcuni binari, necessari a trasportare viveri e materiali più rapidamente sull’isola: all’epoca, questo genere di costruzioni necessitava di un personale minimo, impegnato a spegnere e accendere la luce notturna e ad occuparsi del buon funzionamento e della corretta manutenzione della struttura.
Poco prima dell’inaugurazione del faro, avvenuta il 7 dicembre del 1899, vennero, quindi, scelti quattro uomini di comprovata esperienza e serietà: Thomas Marshall, un ex marinaio, James Ducat, capo guardiano, Donald McArthur, marinaio e guardiano, e Joseph Moore, già impegnato in passato in incarichi simili.  I quattro si misero d’accordo su turni da sei settimane di lavoro e due di riposo: a rotazione, in tre sarebbero rimasti al faro e uno sarebbe tornato sulla terra ferma.
I primi mesi di lavoro andarono piuttosto bene e non si segnalarono particolari problemi: alla fine dell’anno successivo, però, le cose cambiarono drasticamente.

Il 6 dicembre del 1900, Ducat arrivò su una nave carica di rifornimenti (la Hesperus)per sostituire Moore, che tornò sulla terra ferma quello stesso giorno: una settimana dopo circa, e precisamente la sera del 15 dicembre, un piroscafo, l’SS Archtor, si trovò a passare davanti alle coste di Eilean Mor ed il comandante Thomas John Holman notò con sorpresa che il faro non era in funzione.
Arrivato a Oban, Holman cercò di avvertire la guardia costiera del problema, ma, per una serie di altre inchieste in cui era incappata la Archtor e per una serie di ritardi dovuti al mal tempo, la Northern Lighthouse Board non intervenne immediatamente, ma attese che Moore tornasse per ricominciare regolarmente il suo turno al faro: era il 26 dicembre.

Giunti sull’isola, Moore e i suoi colleghi si trovarono di fronte ad una scena decisamente inquietante: McArthur, Ducat e Marshall erano spariti, lasciando dietro di sè una sedia rovesciata a terra, un solo impermeabile nell’armadio e porte e cancello chiusi perfettamente.
Il diario delle operazioni riportava le ultime annotazioni, risalenti al periodo 12-15 dicembre: in quei giorni, secondo la testimonianza lasciata da Marshall, l’isola era stata colpita da una tremenda tempesta, tanto violenta da far crollare i nervi di McArthur e spingere i tre a pregare per la propria sorte.
La mattina del 15 dicembre, in corrispondenza dell’ultima annotazione, la situazione sembrava, però, essere tornata alla normalità: cos’era successo, quindi?

Il particolare dell’impermeabile è piuttosto importante: nessuno poteva, infatti, uscire dal faro senza indossarlo. Questo elemento, unito alla sedia a terra, fa pensare che uno dei tre guardiani, essendosi improvvisamente accorto di qualcosa, sia corso fuori dalla struttura per avvertire gli altri due, dimenticandosi l’indumento nell’armadio.
Considerata, poi, l’assenza di annotazioni pomeridiane e la totale pulizia delle cucine, è possibile che il problema si sia verificato nel pomeriggio o, forse, la sera del 15.

Ma cosa può essere capitato?
La teoria maggiormente accreditata sostiene che, nel pomeriggio del 15 dicembre, dopo diversi giorni di tempesta, una serie di onde anomale si sarebbe abbattuta sull’isola, trascinando i tre sventurati in mare.
Una seconda ipotesi, interessante e macabra, vuole, invece, che uno dei tre guardiani sia impazzito, uccidendo i due colleghi e poi togliendosi la vita: questo spiegherebbe il contrasto fra sedia rovesciata e porte perfettamente chiuse. Perché correre fuori in fretta e furia per poi perdere tempo a serrare le porte?
Non mancano, ovviamente, teorie molto più fantasiose: dal rapimento alieno al mostro marino, passando per la leggenda del Fantasma dei Sette Cacciatori, che viaggia fra le isole del piccolo arcipelago in cerca di uomini da reclutare.

Oggi, il Faro delle Isole Flannan è completamente automatizzato e, silenzioso e solitario, conserva ancora il suo mistero.