Il Poltergeist di Enfield: una storia mai dimenticata Lug27

Tags

Related Posts

Share This

Il Poltergeist di Enfield: una storia mai dimenticata

Quella del Poltergeist di Enfield è una storia iniziata alla fine degli anni ’70 e sopravvissuta fino ad oggi, con ciclici ritorni: non solo fotografie, video ed interviste, ma anche una nuova pellicola cinematografica ci raccontano la storia che ha per protagonisti Peggy Hodgson e i suoi quattro figli, Margaret, Janet, Pete e Jimmy.

poltergeist_di_enfield_3
Fra l’agosto del ’77 ed il settembre del ’78, i cinque, residenti al 284 di Green Street, vennero letteralmente tormentati da una serie di inspiegabili fenomeni, progressivamente sempre più violenti.
I primi a percepire qualcosa di strano furono Janet (11 anni) e Pete (10 anni): i loro letti cominciarono a muoversi da soli, a tremare, mentre iniziarono ad essere udibili anche alcuni colpi alle pareti.
Peggy, inizialmente scettica, sperimentò in prima persona alcuni fenomeni curiosi, compreso lo spostamento di un cesto della biancheria, che si rovesciò da solo: terrorizzata, si rifugiò dai vicini con i figli, chiamando la polizia.
I due agenti ispezionarono la casa e uno di loro, Caroline Heeps, vide una sedia muoversi: in seguito, firmò anche una dichiarazione dove confermava la veridicità dell’accaduto.

Nei giorni seguenti, la signora Hodgson chiese l’aiuto di diverse persone, contattando la chiesa, dei medium e anche la stampa, fra cui, in particolare, due giornalisti del Daily Mirror: contemporanemante, i fenomeni cominciarono ad intensificarsi, con oggetti che si muovevano da soli, colpendo i presenti.
I giornalisti, protagonisti di alcuni di questi episodi, convinsero Peggy a rivolgersi alla Society For Psychical Research, che inviò dopo poco più di una settimana Maurice Grosse e Guy Playfair.

Colpi alle pareti, mobili e oggetti che si spostavano, pozze d’acqua inspiegabili, piccoli incendi che iniziavano e si estinguevano da soli, improvvise correnti fredde e,infine, la stessa Janet, colpita in particolare da forze che le strappavano coperte e cuscini durante il sonno e si impossessavano del suo corpo, parlando attraverso di lei: la voce rivelò la propria identità, sostenendo di essere un certo “Bill”.
Secondo questo spirito, Bill era morto diverso tempo prima: era prima diventato cieco, poi un’emorragia lo aveva colpito, facendolo prima addormentare e poi uccidendolo mentre era seduto su una sedia.

poltergeist_di_enfield_2
Maurice Grosse non era troppo convinto dei fenomeni che avevano coinvolto Janet: la bambina usava le false corde vocali e poteva, forse, semplicemente fingere.
Decise, quindi, di contattare i precedenti proprietari della casa: Terry Wilkins, che abitava nella casa prima di Peggy, confermò che suo figlio Billy Wilkins era morto proprio lì e proprio nel modo descritto da Janet.

Dopo quasi due anni, i fenomeni diminuirono e, infine, terminarono: in molti, compreso Grosse, si dichiararono infine convinti della natura sovrannaturale degli eventi capitati in quella casa, ma diversi altri, compresi alcuni psicologi, rimasero scettici, soprattutto per alcuni comportamenti tenuti dalla ragazzina.
Si diceva, infatti, che Janet fosse stata scoperta a piegare manualmente alcuni cucchiai forse per sfidare gli investigatori, o, forse, per accontentare i giornalisti troppo curiosi.