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LA MISOFONIA: DI COSA SI TRATTA?

La misofonia è un disturbo del sistema nervoso centrale che si può descrivere come un’intolleranza a certi specifici suoni, derivante da disordini neurologici connessi a delle esperienze negative: questo termine così particolare, coniato da Pawel e Margaret Jastreboff, indica, quindi, una sensibilità selettiva al suono, che deve essere distinta da altri due fenomeni, l’iperacusia e la fonofobia. La prima indica un disturbo del sistema uditivo specifico di alcune frequenze o di tutti i suoni, mentre la seconda si riferisce ad una paura ossessiva verso il rumore, che si traduce in attacchi di panico, tachicardia, mal di testa, disorientamento….

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La misofonia si presenta, invece, intorno ai 13/14 anni, come molti altri disordini psichiatrici, e si manifesta con fastidio, disgusto, rabbia nei confronti di suoni ritenuti ordinari: persone che masticano, respirano, si tagliano le unghie, si lavano i denti, russano, tossiscono, annusano, parlano, sbadigliano, fischiano, pronunciano certe consonanti, emettono suoni ripetitivi…. tutti questi comportamenti possono generare uno stato ansioso che, nella sua trasformazione, può arrivare anche ad evitare certe interazioni, con una riduzione della capacità di socializzare. In alcuni soggetti, la misofonia viene amplificata da stimoli visivi, come movimenti del corpo, dei piedi o delle dita, e può portare ad imitare involontariamente le azioni compiute da altri: questa spinta alla compulsione servirebbe a gestire l’ansia e a superare l’angoscia.

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Anche per questa patologia esistono vari livelli, dal tenue al grave, studiati nel corso degli anni, ma, almeno per ora, contrastati solo dalle ricerche dell’AMC, l’Academic Medical Center di Amsterdam, unico centro europeo che si dedica a chi soffre di questo disturbo, offrendo anche una terapia.
Questa cura consisterebbe in una vera e propria riprogrammazione del cervello, necessaria per scollegare i suoni da emozioni e reazioni negative: le persone colpite da misofonia sono molte più di quante non si pensi e sono nate negli anni diverse associazioni, come la Associazione per la Misofonia, utili per creare momenti di aggregazione e condivisione, con i quali affrontare e superare questi stati di frustrazione.