La Squadriglia 19: la storia del volo sparito nel nulla Nov07

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La Squadriglia 19: la storia del volo sparito nel nulla

Quella della Squadriglia 19 (o Flight 19) è una storia piuttosto misteriosa, entrata di diritto nell’immaginario degli amanti delle leggende urbane e, in particolare, di coloro che sono assolutamente convinti dell’esistenza di una qualche forza maligna all’interno del Triangolo delle Bermuda.
Questo spicchio di Oceano Atlantico racchiuso fra il lato sud dell’arcipelago delle Bermuda, il punto più occidentale di Porto Rico e la punta sud della Florida, ha visto negli anni alcuni incidenti strani e vere e proprie sparizioni: oltre alla Squadriglia 19, questo tratto di mare avrebbe inghiottito almeno altri tre aerei e ben sei navi, alcune delle quali con più di 300 passeggeri!
Ma cosa è successo alla squadra?

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Il pomeriggio del 5 dicembre 1945, precisamente dalle ore 14:10, cinque Grumman TBF Avenger partirono dalla loro base per una esercitazione di volo e bombardamento, chiamata “Problema di navigazione n.1”: il volo avrebbe dovuto permettere ai 14 allievi aviatori di provare la “Navigazione Stimata”, cioè la navigazione che permette di comprendere dove ci si trova di preciso utilizzando come punti di riferimento velocità, direzione e senso.
Per sua natura, questo tipo di tecnica è sempre affetta da errori di valutazione, ma i 14, tutti con circa 300 ore di volo alle spalle, potevano fare affidamento sul leader Charles Carroll Taylor, pilota e veterano con 2500 ore di volo ed esperienze pregresse sulla zona. Taylor avrebbe dovuto limitarsi ad osservare, intervenendo solo in caso di errore.
La rotta era già stata stabilita, tutti gli aerei avevano il pieno, il tempo era favorevole, il mare agitato: il piano prevedeva di percorrere 90 km ad est, procedere con il bombardamento, poi continuare ad est per altri 108 Km, girare e seguire la rotta di 346° per 117 Km e poi seguire la rotta di 241° per 193 Km, fino al ritorno alla base.
Almeno fino alle ore 15:00, cioè fino all’ultima bomba sganciata, tutto si verificò secondo i piani.

Quaranta minuti dopo, le conversazioni radio rintracciate dalla base e dagli altri aerei cominciarono a rivelare una certa preoccupazione: uno degli allievi, Powers, disse chiaramente di non sapere dove si trovassero in quel momento. I messaggi continuarono a rimbalzare, mostrando una situazione sempre più disperata.
Contemporaneamente, il tempo peggiorò, rendendo i contatti molto più difficoltosi: l’ultimo messaggio, delle 18:20, arrivò proprio da Taylor

«All planes close up tight …we’ll have to ditch unless landfall …when the first plane drops below 10 gallons , we all go down together.»
[Tutti gli aeroplani si avvicinino …dobbiamo resistere fino all’atterraggio …quando il primo aereo scende sotto i 10 galloni (38 l), andremo giù assieme.]

Poco dopo, un PBM Mariner con un equipaggio di 13 membri lasciò la base per iniziare le ricerche dei dispersi: alle 19:30, la petroliera SS Gaines Mills riferiva di fiamme in aria, confermando l’esplosione del mezzo di salvataggio e la morte di tutti i passeggeri.

In poche ore si persero 6 aerei e ben 27 aviatori.

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Chi investigò sul caso ritenne che la responsabilità dell’errore e, quindi, della perdita degli aerosiluranti, fosse da imputare a Taylor, già noto per la sua tendenza a volare in autonomia, senza seguire troppo la rotta: confondendo le Bahamas con le Florida Keys, aveva portato i suoi uomini ancora più a nord est, uscendo dal percorso stabilito ed ordinando un ritorno verso ovest quando ormai il limite del carburante era stato superato.
Il PBM Mariner, invece, era esploso per problemi in volo.

Ovviamente, non mancarono opinioni contrastanti: già fra gli anni ’60 e ’70, allo scoppio della “Bermuda Mania”, moltissimi avevano segnalato questo incidente come uno dei più significativi segnali della presenza di qualcosa di strano dentro il Triangolo delle Bermuda. Ancora oggi, in molti sono convinti che la sparizione e l’esplosione successiva non siano stati sfortunati eventi casuali.
Un indizio dell’importanza di questi eventi sta anche all’interno di un film: la scomparsa della Squadriglia 19 rimase così impressa nella memoria americana, da essere citata anche nel film “Incontri ravvicinati del terzo tipo” ben 30 anni dopo!