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La Tavola Ouija: di cosa si tratta?

La Tavola Ouija è uno strumento molto particolare: si tratta di una superficie piana, di solito in legno o plastica, caratterizzata dalla stampa (o l’incisione) di tutte le lettere dell’alfabeto, delle cifre numeriche da 0 a 9, di un si, un no ed una forma di saluto, di solito l’inglese “goodbye” (addio o arrivederci).
Ideata a metà del XIX secolo (con precedenti illustri non meglio specificati né provati) e lanciata con successo sul mercato dalla metà del secolo successivo, la tavola viene utilizzata per le comunicazioni medianiche con gli spiriti: viene, cioè, utilizzata nel corso delle sedute spiritiche.

Tavola Ouija: come si utilizza e da quando?
I partecipanti si uniscono ad un medium, un tramite, appoggiando leggermente le dita ad un indicatore, di solito un triangolo di legno. A turno, vengono fatte delle domande a cui si possa rispondere con un si o un no, oppure formulando frasi più complesse: gli spiriti (o fantasmi, o presenze, o angeli o comunque li chiami chi decide di tentare il contatto) rispondono spostando l’indicatore verso le parole o le lettere giuste e componendo piano piano una o più parole. La seduta si conclude solo con un commiato.
Gli inventori ufficiali di questo strumento sono Elijah J. Bond e Charles Kennard, che lo brevettarono nel 1890. Undici anni dopo, William Fuld ne rilevò i diritti e lo rimise in vendita con il nome “Ouija” (un’unione di francese e tedesco senza un’origine chiara): nel 1991, il trademark è passato all’azienda Hasbro.

Una spiegazione razionale
Chi non crede all’effettiva possibilità di connettersi con gli spiriti ritiene che ci sia una spiegazione molto semplice per il movimento – all’apparenza volontario – dell’indicatore sulla tavola: l’effetto ideomotorio.
In poche parole, l’inconscio di chi appoggia le dita sul triangolo di legno genera un leggero movimento, che avviene quasi spontaneamente, senza che i partecipanti se ne rendano conto: le dita seguono le aspettative inconsce, formulando esattamente le risposte che vogliamo.
Una prova dell’esistenza di questo particolare effetto sta nel fatto che, se si bendano i partecipanti, si mischiano le lettere o si capovolge la tavola, non si è più in grado di formulare parole e frasi di senso compiuto!

E voi? Avete mai utilizzato una tavola Ouija?
Credete nel suo funzionamento o pensate che siano tutte leggende urbane e suggestioni?