L’addio di Kobe Bryant al basket: 20 anni da numero 1 Apr12

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L’addio di Kobe Bryant al basket: 20 anni da numero 1

Mercoledì 13 aprile 2016, allo STAPLES Center di Los Angeles, si incontreranno Los Angeles Lakers e Utah Jazz, per dare vita all’ultima partita di una vera e propria leggenda: Kobe Bryant.

Scottie Pippen, Kobe Bryant e Michael Jordan

Scottie Pippen, Kobe Bryant e Michael Jordan

Bryant nasce a Filadelfia nel 1978, figlio di Joe Bryant, a sua volta cestita ed allenatore di pallacanestro, e si trasferisce in Italia con la famiglia all’età di 6 anni: qui, per 8 anni, mentre il padre si fa conoscere in squadre come Rieti, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Pistoia, il piccolo Kobe comincia ad imparare i fondamentali e a sognare le squadre statunitensi.
Il suo ritorno negli Stati Uniti, coincide con l’iscrizione alla High School e al suo primo successo come giocatore di basket: il giovane Bryant si fa notare mettendo a segno ben 2883 punti ed infrangendo il record per il quadriennio liceale segnato da Wilt Chamberlain.

Nel 1996, ancora giovanissimo, arriva ai Los Angeles Lakers, dove rimarrà per 20 anni esatti, prima col numero 8, poi col numero 24: qui incontrerà veri e propri miti e darà forma anche alla propria leggenda.

Per Kobe Bryant parlano i numeri:
5 titoli NBA (2000, 2001, 2002, 2009, 2010)
– terzo miglior marcatore di sempre dietro a Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone
– miglior realizzatore di sempre all’All Star Game
– realizzatore di ben 81 punti in una sola partita, record superato solo da Wilt Chamberlain
– giocatore più giovane ad essere incluso nell’All Star Game (a soli 19 anni e 175 giorni)
– realizzatore del maggior numero di tiri da tre all’All Star Game (ben 17)
– miglior realizzatore di sempre anche per i Lakers
– per 17 volte NBA All Star
MVP 2008 (cioè, miglior giocatore in assoluto per la stagione 2007/2008)
– miglior giocatore nelle Finals 2009-2010
– vincitore di 2 ori olimpici (2008 e 2012)

Kobe Bryant e Shaquille O'neal

Kobe Bryant e Shaquille O’neal

La carriera di Kobe Bryant non è, però, sempre stata facile: un altissimo numero di infortuni ha costellato le sue stagioni, tenendolo fermo anche per mesi.
Proprio per questo motivo, pur innamorato del basket, il 37enne mito statunitense ha annunciato il suo ritiro al termine della stagione 2015/2016.

L’addio di Kobe Bryant si è concretizzato con queste bellissime parole:

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.

Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima.

Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.

E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.

Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.

Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker
e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.

E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.

Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…

Ti amerò per sempre,
Kobe