Tags

Related Posts

Share This

Leggende dalle Barbados: la cripta dei Chase

La cripta dei Chase

La cripta dei Chase

Nel cimitero della Chiesa Parrocchiale di Cristo ad Oistin, alle Barbados, c’è una cappella molto particolare, chiusa da un pesante portone in marmo e in parte sommersa dal terreno, in corrispondenza della cripta.
L’edificio, costruito durante la prima metà del ‘700, aveva già ospitato il riposo di Elizabeth Elliot, poi spostata (anche se non ci sono documenti che si riferiscono a questo passaggio), e di Thomasina Goddard, della famiglia Walronds, quando venne acquistata all’inizio dell’800 da Thomas Chase, facoltoso colonnello, noto per la sua severità.
Il colonnello la scelse come luogo di sepoltura di famiglia, senza spostare il feretro della Goddard: nel 1808, la cripta venne aperta per accogliere Mary Ann Chase, morta in tenera età.
Poco dopo, nel 1812, la cappella venne di nuovo utilizzata, questa volta per Dorcas Chase, figlia maggiore del colonnello, lasciatasi morire, si diceva, di inedia a causa dei difficili rapporti con il padre.
La cripta dei Chase si riaprì quasi esattamente un mese dopo, questa volta per ospitare proprio il pesante feretro in metallo del colonnello, forse morto suicida: al momento di collocare i resti all’interno della cappella, però, gli uomini si trovarono di fronte ad uno spettacolo incredibile.
Le bare delle due Chase erano spostate, capovolte, appoggiate contro le pareti: dalla cripta non mancava nulla, ma gli spostamenti erano inspiegabili. Forse un atto di vandalismo, forse un tentativo di furto andato male: il feretro del colonnello venne posizionato e le bare delle due figlie rimesse al loro posto.
Si prese solo la decisione di chiudere meglio il portone, sigillandolo il più possibile.

Il terribile spettacolo, però, continuò: ad eccezione delle spoglie della Goddard, che rimanevano sempre al loro posto, tutte le altre bare continuavano a spostarsi in modo impossibile, addirittura scheggiandosi e rovinandosi negli urti con le pareti. Si iniziò a parlare di magia nera, di maledizioni, di testimoni a cavallo che avevano sentito dei lamenti, di animali che fuggivano dal cimitero terrorizzati…
Ad intervenire, infine, fu lo stesso Governatore delle Barbados, Lord Combermere, che, dopo aver assistito di persona a quell’incredibile fenomeno, fece esaminare la cripta dei Chase, cercando eventuali botole o passaggi segreti: trovò, invece, pareti solide e sigillate e la totale assenza di cunicoli o infiltrazioni.
Il Governatore fece, quindi, risistemare tutte le bare, fece spargere un sottile strato di sabbia per poter “registrare” le impronte dei vandali che si divertivano nella cripta e fece cementare la porta, imprimendo il proprio sigillo.

Dopo otto mesi, non resistendo più alla curiosità, Lord Combermere fece riaprire la cappella: trovò i feretri spostati, addirittura addossati al portone, ma non vide alcun segno sulla sabbia, alcun indizio del passaggio del colpevole.
Dopo quest’ultimo episodio, le bare vennero spostate e seppellite separatamente nel cimitero: i fenomeni terminarono così com’erano cominciati e la cappella venne sigillata definitivamente.

Verità o leggenda? La storia della cripta dei Chase, pur affascinante, potrebbe essere un semplice mito, un racconto che si fa in notti senza luna per spaventare qualche amico: alcune spiegazioni razionali sostengono che, probabilmente, in certi periodi la parte inferiore della cappella, che si trovava di molto sprofondata sotto terra, subiva pesanti infiltrazioni d’acqua, capaci di spostare anche i feretri più pesanti. Una volta ritiratasi l’acqua, rimanevano solo le bare spostate apparentemente senza un motivo.
Sarà andata proprio così?