L’impronta dell’uomo sulla Terra Ago30

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L’impronta dell’uomo sulla Terra

La storia dell’umanità è caratterizzata dall’utilizzo delle risorse della natura: nei secoli, lo sviluppo delle popolazioni è stato possibile anche grazie alla presenza di alcune materie prime, utilizzate per costruire attrezzi, abitazioni e strade, ma anche per sostenere gli essere umani. Gli uomini hanno imparato con l’esperienza a sfruttare sempre di più il territorio, in modo da avere cibo per tutti, ma anche per costruire macchinari sempre più complessi e città sempre più grandi.
Il pianeta Terra, però, non ha risorse infinite e la prima conseguenza è stata, negli anni ’70, il primo Ecological Debt Day: anche detto Earth Overshoot Day, il giorno di debito ecologico è la soglia oltre la quale il consumo annuo delle risorse da parte dell’umanità supera (“to overshoot” in inglese significa proprio “andare oltre”, “superare”) la capacità del pianeta di rigenerare quelle stesse risorse in 12 mesi.
La data viene calcolata con una complessa operazione: (la biocapacità, cioè le risorse prodotte dalla terra in un anno/ l’impronta ecologica sul mondo, cioè lo sfruttamento annuo delle risorse) x 365. Il risultato, seppur approssimativo, è ciò che più si avvicina alla definizione dell’impatto dell’umanità sulla Terra.

 

earth overshoot day 2013

L’organizzazione di ricerca no profit che si occupa di questo argomento si chiama Global Footprint Network: il sito dell’organizzazione è disponibile in diverse lingue ed ha come obiettivo il portare alla luce l’importanza dell’impronta ecologica di ogni paese e, di conseguenza, provocare una presa di coscienza sull’importanza che questo argomento deve avere per tutti. Infatti, è stato calcolato che il paese che consuma di più è la Cina, il cui impatto è comparabile a quello che avrebbe se le sue dimensioni fossero 2 volte e mezzo quelle reali. Ma anche il comportamento dei paesi più piccoli ha un peso: la Svizzera consuma come se le sue dimensioni fossero 4 volte e mezzo quelle reali, il Giappone 7 volte, il Qatar 6 volte e l’Italia come se fosse 4 volte più grande. Sommando i consumi di tutte le realtà mondiali risulta che ci servirebbe una Terra e mezza l’anno per soddisfare il nostro fabbisogno rispettando il ciclo produttivo del pianeta, e si è stimato che, entro il 2050, potremmo salire fino ad un consumo pari a quello che potremmo avere disponendo di due pianeti Terra su cui abitare.
Ciò che è più impressionante, però, è la velocità con cui l’Earth Overshoot Day “indietreggia” ogni anno: nel 1987 fu il 19 dicembre, nel 1990 fu il 7 dicembre, nel 2000 fu il 1 novembre, nel 2005 fu il 20 ottobre, nel 2009 fu il 25 settembre, quest’anno è stato il 20 agosto.
Ogni anno perdiamo dai due ai tre giorni e il nostro deficit nei confronti del pianeta cresce. Risulta evidente che questa tendenza deve essere invertita con l’aiuto di tutti, perché tutti noi possiamo fare qualcosa.

Volete sapere qual è la vostra impronta ecologica?
Andate su www.footprintnetwork.org e calcolatela: non c’è modo migliore per capire le reali conseguenze di molte delle nostre scelte di vita quotidiana.