Lo strano mistero del Dracula islandese Apr21

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Lo strano mistero del Dracula islandese

Tutti conoscono Dracula.
Che si tratti del protagonista di un film, dell’antagonista all’interno di una serie tv, dell’oscura e oppressiva presenza dentro a un libro o anche del Conte Muppet che passa il tempo a contare col suo forte accento est europeo, non importa il livello di conoscenza della storia originale: tutti sanno chi è Dracula!

Meno nota, forse, è la sua origine letteraria.
Questo personaggio iconico, infatti, venne presentato al mondo nell’omonimo romanzo gotico di Bram Stoker, pubblicato nell’ormai lontanissimo 1897: un’opera particolare, che incorpora scambi epistolari e diari, testimonianze dirette e parziali, grazie alle quali è possibile percepire una crescente atmosfera oppressiva e misteriosa.
La scura e pericolosa figura del conte si ispira a quella altrettanto controversa di Vlad III di Valacchia, anche detto l’Impalatore: un elemento che diventa punto di partenza di tutta la vicenda e assume anche un valore estetico incomparabile nel film del 1992 di Francis Ford Coppola (insomma, vi ricordate l’armatura pazzesca che indossa Dracula all’inizio di quella pellicola?).

Stoker ebbe il merito di creare un mostro classico, di dare vita a un’icona (anche di stile) e di affermare definitivamente l’archetipo del vampiro, poi utilizzato e riutilizzato migliaia di volte nei decenni successivi.
Tutto in un colpo solo.

Alla figura di Dracula, però, è legata anche una curiosità davvero incredibile.
Sapevate, per esempio, che il Dracula islandese è completamente diverso?

Ecco la vicenda.
Nel 1900, a tre anni dalla pubblicazione dell’originale, Valdimar Asmundsson decise di pubblicare sul suo giornale Fjallkonan una traduzione a puntate del romanzo.
La nuova versione in islandese prese il titolo di Makt Myrkranna e venne anticipata da una prefazione scritta proprio da Bram Stoker.
Tutto perfetto, non fosse che quella di Asmundsson non era una semplice traduzione. Era una revisione.

La versione islandese finì, così, per comprendere tantissimi elementi nuovi e lontani dalla versione britannica: la lunghezza era inferiore, le ambientazioni diverse, i personaggi molti più di quelli classici, gli elementi erotici decisamente enfatizzati. In più, il protagonista Harker non era Jonathan ma Thomas e la forma epistolare tipica del romanzo spariva completamente nella seconda metà della traduzione, a favore di un narratore esterno e onniscente.
Insomma, un vero stravolgimento.

Nessuno, però, si accorse delle modifiche per almeno 86 anni, forse per “colpa” dell’islandese, una lingua meravigliosa e interessante, ma poco conosciuta e poco parlata fuori dal paese.

Nel 1986, Hans Corneel de Roos fu il primo ad accorgersi di qualcosa di strano, mettendo anche in dubbio la provenienza della prefazione di Stoker: ma fu solo negli anni 2000 che il mistero venne risolto.
Tre anni fa, la versione di Asmundsson è stata ri-tradotta in inglese e proposta col titolo Powers of Darkness.

Una storia a lieto fine, quindi, che – con un pizzico di ironia – ha permesso di valorizzare anche la particolarissima versione del Dracula islandese!