L’Uomo di Taured: un mistero risolto Nov18

Tags

Related Posts

Share This

L’Uomo di Taured: un mistero risolto

Una delle leggende urbane che si sono diffuse maggiormente grazie alla rete è sicuramente quella dell’Uomo di Taured. La storia, piena di intriganti misteri e un tocco di paranormale, ha iniziato però a circolare molto prima dell’avvento di internet, arrivando alla sua “forma finale” grazie a siti e forum dedicati: pare, però, che forse proprio grazie a internet, i nodi siano stati sciolti, arrivando a una spiegazione plausibile di questa intera avventura.
Vediamola nel dettaglio!

L’Uomo di Taured: la leggenda

Secondo il mito, nel luglio del 1954, all’aeroporto Haneda di Tokyo, sarebbe arrivato un gentiluomo dai vestiti eleganti, i tratti caucasici e una folta barba. Passando dalla dogana, al controllo del passaporto, avrebbe dichiarato di essere un abitante di Taured giunto per la terza volta in Giappone.
Nessuno degli agenti conosceva quel paese e, pur notando che fra le tante lingue parlate dall’uomo il francese sembrava essere la principale, non c’era alcun indizio per capire con precisione da dove fosse giunto quello strano viaggiatore, nonostante i documenti dall’apparenza valida.
I doganieri gli presentarono, allora, un atlante del mondo, chiedendogli di indicare col dito l’ubicazione del suo stato di provenienza: senza dubbi, l’uomo indicò la zona del Principato di Andorra, stupendosi – però – che l’area si chiamasse in quel modo.
Sospettato di essere una spia, e sicuramente circondato da un alone di mistero un po’ troppo preoccupante per le autorità, l’uomo venne trattenuto dagli agenti e messo per una notte in un albergo, in attesa di ulteriori verifiche.
La stanza – con una sola porta di ingresso/uscita – si trovava al 15° piano ed era piantonata da due guardie che non persero mai di vista la camera: nonostante questo, la mattina dopo gli agenti trovarono la stanza completamente vuota. Bagagli, documenti e qualsiasi genere di prova erano spariti insieme a quello strano Uomo di Taured.

Le ipotesi a quel punto si scatenarono: poteva forse essere un viaggiatore interdimensionale?

La storia vera di John Allen Kuchar Zegrus

A questa leggenda si contrappone in qualche modo la storia vera di John Allen Kuchar Zegrus, una persona reale che nel 1959 aveva tentato di effettuare alcune truffe sul territorio giapponese.
Giunto nel paese nell’ottobre di quell’anno, accompagnato dalla moglie coreana, John Allen aveva tentato nei tre mesi successivi di incassare 200 mila yen e un travel check da 140 dollari in una banca giapponese, oltre ad altri 100 mila yen agli uffici della Banca di Corea.
Fermato, aveva poi sostenuto di essere un ambasciatore abissino, proveniente dallo stato africano di Negus Habes: a riprova della sua onestà presentò un passaporto grande come una rivista, scritto – secondo lui – nella lingua del paese.
Interrogato sulle sue origini fornì, poi, una serie di particolari incredibili: era nato negli USA, era stato in Cecoslovacchia e Germania, aveva terminato le scuole in Inghilterra e lì era finito nella RAF durante la guerra. Poi, si era ancora spostato in America Latina, per essere scelto dal governo statunitense per diventare un spia in Corea del Sud. Diventato diplomatico di Negus Habes era stato, infine, mandato in Giappone per scegliere militari volontari per la Repubblica Araba Unita.
Di tutta questa storia, a colpire gli agenti fu proprio Negus Habes, uno stato che Allen ubicava a sud dell’Etiopia: uno stato, però, che non esisteva.

Il passaporto era falso, così come la sua storia e l’uomo venne presto condannato a un anno di reclusione.

Dalla verità al mito

Non è difficile a questo punto intravedere come da una storia si sia arrivati all’altra.
La vicenda di John Allen – assurda, avventurosa e, a tratti, divertente – iniziò a rimbalzare fra riviste e pubblicazioni, finendo – con diversi rimaneggiamenti – sul Vancouver Provence (nell’agosto del 1960).
Qui, venne effettuato il primo errore di battitura: nella narrazione della vicenda, infatti, l’autore sostenne che Allen aveva ottenuto il suo passaporto a Tuared, invece che a Tuareg.
Questo nome cominciò a circolare e – quando nel 1981 la storia finì nel libro “The Directory of Possibilities” di Wilson e Grant – finì per essere di nuovo storpiato, trasformandosi definitivamente in Taured.

La storia dell’Uomo di Taured rimase semi sconosciuta per anni, per poi finire in rete all’avvento di Internet: le traduzioni e i forum le fecero varcare i confini giapponesi, arrivando fino a noi.

Oggi, pur spiegata da questo caso di cronaca tornato alla luce, la leggenda continua a essere una delle più famose e apprezzate del web: un vero evento collettivo, che – nonostante tutto – non perde il suo successo!

 

Fonte:
L’Inspiegabile – https://www.youtube.com/watch?v=_NIvMy6mXjk