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L’URLO DI MUHAMMAD ALI

Muhammad Ali è, forse, il pugile più famoso di sempre: un personaggio per certi versi amato e odiato, conosciuto per i suoi “balletti” sul ring, per le sue provocazioni durante le interviste, per il suo carattere forte e deciso, per la sua conversione all’Islam, per il suo rifiuto a partire per il Vietnam (che gli costò la radiazione dall’albo dei pugili nel 1967 e la riammissione solo nel 1970), per i suoi 61 incontri, di cui 56 vinti (37 per KO).
Ali non aveva problemi a dire ciò che pensava, né a scontrarsi con pugili ritenuti migliori di lui: la sua fortuna fu, forse, anche questa.

Muhammad Ali contro Sonny Liston

Muhammad Ali contro Sonny Liston

Video, frasi e interviste hanno consacrato il suo mito insieme ai suoi successi sul quadrato, ma anche diverse immagini hanno contribuito a rafforzare la sua immagine sia durante la sua carriera che successivamente: una di queste ha una storia incredibile e venne scattata da uno sconosciuto – almeno all’epoca – Neil Liefer durante la rivincita fra Muhammad Ali e Sonny Liston, tenutasi il 25 maggio del 1965 a Lewiston, nel Maine.
I due pugili si erano già incontrati il 25 febbraio del 1964: Liston, il favorito, era noto per la sua aggressività sia dentro che fuori dal ring ed era generalmente poco apprezzato, soprattutto dagli “addetti ai lavori”; Ali, all’epoca ancora Cassius Clay, arrivava dalla medaglia Olimpica di Roma (1960) e da qualche ottimo risultato, ma niente di più. L’incontro terminò in modo inaspettato, permettendo al giovanissimo Ali di conquistare in un colpo solo titolo e fama.
La rivincita mise in campo una situazione completamente ribaltata: nessuno era più così certo che Liston avrebbe potuto battere quel giovane pugile di Louisville, ormai conosciuto a livello internazionale. In effetti, lo scontro si chiuse quasi subito, ma in un modo che ancora oggi provoca più di un dubbio: al gong iniziale i due si avvicinarono, pochi scambi e poi, 2 minuti e 8 secondi dall’avvio, il famoso “phantom punch“.
Muhammad Ali colpì il viso di Sonny Liston, facendolo precipitare a terra: nessuno vide quel colpo, alcuni sostennero che non c’era stato, che Liston avesse semplicemente deciso di finire al tappeto per una scommessa o, magari, per paura della Nation of Islam a cui il convertito Ali apparteneva da poco tempo.
Comunque sia andata, Liston cadde ed è qui che inizia la storia di quella fotografia.

Il 22enne Neil Liefer si trovava ai bordi del lato del ring opposto al tavolo dei giudici: era stato mandato lì dal più noto ed esperto Herb Scharfman, convinto che fosse il punto peggiore per scattare una buona fotografia.
Ma il destino decise diversamente: Liston cadde sulla schiena, i pugni alzati sopra la testa, privo di forze; Ali urlò qualcosa, dalla foto potrebbe sembrare quasi un grido di vittoria. E invece no. Ali gli stava urlando: “Get up and fight, sucker“, cioè “Alzati e combatti, perdente”.
Lo scatto, a colori, arrivò in quel preciso istante, consacrando pugile e fotografo e destinando, almeno in quella occasione, Liston e Scharfman (presente sullo sfondo, con la macchina fotografica fra le mani) ad un ruolo secondario.

L’immagine venne scelta come copertina del numero di Sports Illustrated dedicato alle migliori fotografie sportive del ‘900 e segnò l’inizio di una brillante ascesa per Liefer, che nella sua carriera ha partecipato a 15 Olimpiadi, è finito 150 volte in copertina per SI e 50 per Life ed è diventato anche un affermato regista.
Questione di secondi.