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Perché i bambini medievali sono così brutti?

Ci avrete pensato sicuramente anche voi, almeno una volta: visitando un museo, camminando in una chiesa, sfogliando un libro di storia dell’arte… ma perché i bambini medievali sono così brutti?
L’arte di quel periodo – attenzione – è meravigliosa, è espressione di un importante periodo storico ed è fondamentale per comprendere tutto ciò che è venuto dopo, però… sono davvero brutti!
Sembrano uomini anziani, però piccoli.
Alcuni hanno persino la pelata!

Un bimbo medievale brut... ehm, simpatico.

Un bimbo medievale brut… ehm, simpatico.

Ecco, se anche voi vi siete fatti questa domanda fondamentale e avete cercato una risposta a quello che è un dubbio che può tormentare anche i più razionali fra noi, sappiate che una risposta c’è! Phil Edwards ha scritto un articolo molto divertente per Vox e, dopo aver intervistato il professore di storia dell’arte Matthew Averett, ha capito che è tutto intenzionale: i bimbi brutti dovevano essere brutti.

Le motivazioni sono, in realtà, molto più semplici di quanto si possa pensare: gli artisti medievali sapevano disegnare benissimo e avevano tutti gli strumenti per farlo seguendo i canoni che conosciamo oggi. Ma nel Medioevo il realismo non era poi così importante: ad essere importante era la dimensione simbolica.
Gesù, che è poi il protagonista principale delle opere del tempo, è – infatti – un HOMUNCULUS, cioè un “piccolo uomo”.
Gesù è compiuto, è formato, è già perfetto e, anche da bambino, riflette già ciò che sarà il Gesù adulto. Non è, cioè, un bambino come gli altri, ed ecco perché le sue fattezze sono già quelle di un uomo, solo più basso.
Gli artisti medievali si rifacevano a vere e proprie convenzioni, a metodi comuni per raffigurare i soggetti religiosi e questo spiega anche perché alcune opere di pittori diversi si assomiglino molto fra loro.

Un bimbo medievale diversamente bello

Un bimbo medievale diversamente bello

Questo stile – scelto e diffuso consapevolmente – arrivò al tramonto a partire dal 1400, con l’avvento del Rinascimento.
I bimbi smisero di essere brutti, diventando – invece – paffutelli, tondi, morbidi e teneri. Come mai?

1 – Il Rinascimento portò molta ricchezza, la ricchezza portò all’arte borghese. Sempre più uomini e donne disponevano del denaro necessario per richiedere un’opera d’arte da esporre in casa: l’arte religiosa, quindi, non era più l’unica espressione esistente.
E se si paga per un quadro cosa si chiede? Sicuramente non un bimbo brutto, soprattutto se il quadro in questione è un ritratto di famiglia. Il realismo tornò, quindi, piano piano a farsi largo, soppiantando le convenzioni.

2 – Il Rinascimento rivalutò il periodo classico, riavvicinandosi allo stile dell’epoca: gli artisti cercavano, quindi, bellezza, armonia, proporzioni ideali… potete capire perché i bimbi brutti siano pian piano spariti, insomma.

3 – In quel periodo, i bambini cominciarono ad essere visti come innocenti, privi di peccato, e il nuovo sentimento si traduceva con un nuovo punto di vista, che li voleva belli, floridi, simpatici, dalle gote rosse.
Bimbi, non adulti piccoli.
Esseri viventi all’inizio del loro percorso e non anziani signori con la pelata e una statura eccezionalmente ridotta.

Questo secondo approccio è sopravvissuto al trascorrere del tempo ed è arrivato fino a noi: pur con l’introduzione di nuovi strumenti e il susseguirsi di diverse correnti artistiche, i bambini sono rimasti bambini. Belli.

Voi cosa ne pensate?
Avevate mai notato la presenza un po’ disturbante di quei bimbi un po’ bruttarelli?