Perché in USA le statue di Cristoforo Colombo vengono vandalizzate? Giu11

Tags

Related Posts

Share This

Perché in USA le statue di Cristoforo Colombo vengono vandalizzate?

Negli ultimi giorni, alcune statue di Cristoforo Colombo sparse per gli Stati Uniti sono state vittima di atti vandalici: alcune sono state tirate giù dai piedistalli, altre fatte rotolare nei fiumi, altre ancora decapitate. In particolare, sta facendo notizia la statua del quartiere di North End a Boston, che – già aggredita e coperta con vernice rossa in passato – è stata in ultimo privata della testa e verrà probabilmente rimossa in via definitiva a breve.
Potrà sorprendere qualche lettore, ma Colombo è un personaggio estremamente controverso negli USA, per più di un motivo.

A scuola si studia, infatti, che Cristoforo Colombo scoprì l’America (che ancora non si chiamava così) nel 1492. “Scoprì” è, però, un termine che molti contestano e possiamo dire a ragione.
Perché quando sbarcò, Colombo non si trovò di fronte a un territorio completamente disabitato, ma entrò in contatto con popolazioni native, abitanti di quel continente da secoli.
Il suo arrivo pose le basi per quella conquista europea che non si tradusse solo con un innegabile progresso economico e con l’arrivo nel vecchio continente di tanti prodotti nuovi e utilissimi (pomodori, patate, cacao, fagioli, mais e altri innumerevoli alimenti che hanno poi trasformato anche la nostra dieta), ma anche con violenze sulle popolazioni indios che occupavano originariamente la zona, schiavitù e tratta di vite umane dall’Africa.

Colombo non fu personalmente responsabile di TUTTE le conseguenze derivanti dalla sua impresa (anche se la sua figura rimane un po’ oscura e non è possibile o giusto negare le ombre che circondano il suo operato), ma non è difficile comprendere la posizione di chi lo ritiene simbolo dell’oppressione e della divisione razziale.

A questo, punto, però si aprono diversi scenari.
La figura storica di Colombo, infatti, viene apertamente contestata – fra gli altri – da comunità di origine ispanica e afroamericani, ma rimane, invece, un’icona per gli italoamericani, che sentono di poter celebrare le proprie origini festeggiando, per esempio, il Columbus Day (ogni secondo lunedì di ottobre). Tante statue sono state erette proprio dalle comunità di italiani residenti nelle diverse città statunitensi o sono state, invece, a loro donate per ricordare l’impegno dei migranti del nostro paese e il loro coinvolgimento nella realizzazione e nello sviluppo dei più importanti centri abitati del paese (ad esempio, New York).
Comprendere come agire è, per tutti questi motivi, molto complicato.

In Italia, siamo abituati a considerare Colombo come esempio positivo dell’operosità, dell’intelligenza e del successo dei migliori fra gli abitanti del nostro paese: è un’icona e come tale viene rispettata. Fuori dai nostri confini, però, le cose vanno molto diversamente e – come spesso accade quando culture different si toccano – uno stesso argomento può essere affrontato da punti di vista praticamente opposti.

Su Twitter, questo scontro è molto evidente.
Le opinioni principali sono due: da un lato chi chiede di contestualizzare il personaggio, di ricordare che era un uomo del ‘400, di non cancellarne la storia perché questo significherebbe aprire la strada a ogni genere di critica (si arriverà a tirar giù anche le statue degli imperatori romani perché invadevano con gli eserciti i vicini?); dall’altro chi – invece – cerca di far capire che non è accettabile erigere statue per gli oppressori e che contestualizzare la storia di alcuni personaggi non significa dover accettare di conservarne simboli controversi.

La questione è aperta e raccoglie un numero sempre più alto di opinioni.
Voi che ne pensate?