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Product Placement: cos’è la pubblicità indiretta?

L’ultimo video di J-Ax e Fedez, “Piccole Cose”, ha scatenato nei giorni scorsi qualche polemica legata all’utilizzo di un product placement eccessivo, talmente evidente da rischiare un effetto negativo.
Ma cos’è il product placement?

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Questa pratica, detta anche “pubblicità indiretta”, prevede l’utilizzo di spazi tradizionalmente non pubblicitari (di solito, programmi tv, video e film) per l’inserimento mirato – e non necessariamente segnalato – di marchi e prodotti. Diventa “pubblicità occulta”, con una connotazione decisamente negativa, quando la promozione avviene in modo meno palese e nascosto, rischiando di attirare critiche sull’azienda coinvolta.
Il product placement può essere visuale, con inserimento diretto di icone, marchi e prodotti, verbale, con il richiamo da parte dei protagonisti all’interno di una conversazione, integrata, quando il prodotto è così importante da diventare parte della trama (Il Diavolo Veste Prada o Gran Torino sono ottimi esempi).

Ciò che è importante ricordare è che questa pratica dovrebbe rimanere quasi invisibile, farsi notare, ma senza disturbare: un prodotto che irrompe sulla scena e cattura l’attenzione dello spettatore sta distraendo il pubblico, con il rischio molto alto di essere percepito in modo negativo, ottenendo il risultato contrario!
Pensate alla vostra esperienza: quante volte, durante la visione di un film, vi è capitato di dire “certo che quest’azienda deve aver pagato un sacco di soldi per finire così tante volte in scena!”. Ecco, significa che qualcosa è andato storto.

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Gli esempi in negativo sono davvero tantissimi: dalla Audi che ha colonizzato film d’azione come gli Avengers (dove sembra non esistano altre case automobilistiche), alla Heineken che ha sconvolto i fan di 007 quando, negli ultimi film di James Bond, ha sostituito a sorpresa l’iconico Martini, passando per la Jeep, che ha praticamente inserito un suo spot in Batman vs. Superman, e gli auricolari Beats, continuamente inquadrati in Jurassic World.
Al contrario, fra le migliori aziende ormai esperte nell’uso di questo strumento, si possono nominare infinite case di moda (Prada, Chanel… ormai non ci accorgiamo nemmeno più della loro presenza nei film), Apple, Budweiser, Google, Nike e proprio la Martini: menzione a parte merita, poi, la Norvegia, capace di sfruttare al massimo il film d’animazione Frozen per alimentare il turismo.

La pubblicità indiretta è un rischio: è unidirezionale e arriva a tutti nello stesso modo, senza possibilità di modificare il messaggio in base ai destinatari. Un passo falso significa cattiva luce, anche a fronte di un investimento meno impegnativo rispetto a quello richiesto per una classica campagna di promozione.
Meglio, quindi, pensarci due volte e scegliere solo le opportunità davvero vantaggiose!