Referendum Costituzionale: Cosa Prevede Nov18

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Referendum Costituzionale: Cosa Prevede

Tra pochi giorni tutti gli italiani con diritto di voto dovranno esercitare il loro potere di cittadini dato l’avvicinarsi imminente del referendum costituzionale. Il 4 dicembre le urne attendono l’opinione degli italiani in merito alla riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento. Per l’entrata in vigore delle modifiche è necessaria però l’approvazione da parte del popolo, per questo motivo chiamato ad esprimersi con il voto.

Quello del prossimo 4 dicembre si tratta di un referendum confermativo. Ciò significa che non ci sarà un quorum da raggiungere, ma qualunque sia il numero di cittadini che si recherà alle urne verrà approvata o non approvata la modifica alla legge costituzionale.
Essendo un referendum di questo tipo e non un referendum abrogativo la legge prevede che la modifica sia approvata o meno nella sua interezza. Non è possibile esprimersi per le varie modifiche, ma solamente accettare tutte le opzioni o rifiutarle tutte.

Per il referendum 4 dicembre cosa si vota? La modifica del testo costituzionale coinvolge 36 articoli di 139. Il primo obiettivo della riforma costituzionale è quello di modificare il bicameralismo paritario attualmente in funzione che prevede l’approvazione di Camera e Senato di ogni legge, il che comporta una navetta continua tra i due organi e di conseguenza tempi più lunghi. Accettando la nuova riforma ad occuparsi della legislazione sarebbe unicamente la Camera, che potrebbe comunque ricevere consigli e consulenze da parte del Senato, se pur non in modo vincolante.

Il numero dei Senatori verrebbe ridotto e con essi anche relativamente i costi della politica. Da 315 componenti il Senato diverrebbe di 100 tra consiglieri regionali e sindaci che percepirebbero unicamente lo stipendio derivante dalla loro carica, acquisendo però immunità e rimborsi spese.
La modifica della legge costituzionale prevede anche uno snellimento nel processo di elezione del Presidente della Repubblica dal punto di vista del quorum.

Ulteriori cambiamenti vengono proposti per il Titolo V della Costituzione, in modo particolare in merito alle competenze di Regioni e Stato. Lo Stato tornerebbe ad occuparsi di Energie, Infrastrutture Strategiche e Protezione Civile per esempio. Le Province verrebbero eliminate dal testo costituzionale, processo fondamentale per poterle in seguito abolire in modo definitivo. Il CNEL verrebbe abolito, non ritenendolo un organo necessario allo svolgimento dell’attività politica ed economica del Paese.

Subirebbe una modifica anche l’art 75 Costituzione, che parla delle modalità per richiedere un referendum o per proporre una legge di iniziativa popolare. La riforma prevede un aumento delle firme necessarie per richiedere un referendum, ma abbasserebbe il quorum per la sua approvazione.

Referendum 4 dicembre Si o No?

Non è semplice prendere una decisione, esistono buone ragioni per votare sia un’opzione che l’altra al referendum 4 dicembre. Chi sostiene il Sì si concentra sulla snellezza delle approvazioni di legge, sulla riduzione dei costi della politica italiana e sulla diminuzione degli attriti Stato Regioni. Chi sostiene il No sottolinea che il nuovo sistema potrebbe creare confusione, aumentare le controversi tra organi statali e regionali, creare una situazione non equilibrata avendo la Camera troppo potere e non riduce a sufficienza i costi della politica che potrebbero essere ulteriormente ridotti.