Robert the Doll e Annabelle: bambole maledette e musei dell’orrore Ago07

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Robert the Doll e Annabelle: bambole maledette e musei dell’orrore

Cinema e leggende urbane hanno più di una cosa in comune: fra queste, la trasformazione di bambole e bambolotti in oggetti magici, maledetti, spaventosi.
Che si tratti di costosissimi modelli in porcellana, pupazzi cuciti a mano del secolo scorso o giocattoli super moderni e accessoriati, ognuno di loro può nascondere un segreto, un’anima perversa capace di tormentare la vita di chi li possiede, anche solo per un momento.
Parlando di fortunate serie horror è impossibile non pensare a Chucky la bambola assassina, ma negli ultimi anni il cinema ha trovato una nuova protagonista, la cui storia è ispirata a fatti realmente accaduti: si tratta di Annabelle.

Annabelle è una Raggedy Ann, una bambola dai capelli rossi e dal viso amichevole: nei film è sempre un po’ inquietante, le sue espressioni sono poco convincenti e non si fatica affatto a ritenerla posseduta da forze maligne.
Il modello reale, regalato nel 1968 a una studentessa che si preparava a diventare infermiera, è molto più innocuo, tenero e simpatico: è la classica bambola di pezza che potrebbe fare un figurone in qualsiasi cameretta per bambini.
Peccato che il suo comportamento fosse alquanto bizzarro, per non dire davvero terrificante: spostamenti, voci, risate…. la studentessa e il suo inquilino, spaventati a morte, decisero di chiamare un medium immediatamente.

Annabelle: dalla realtà al film

Annabelle: dalla realtà al film

Il verdetto? All’interno del giocattolo si trovava (e apparentemente si trova) lo spirito di una ragazza deceduta. Il nome è – manco a dirlo – Annabelle.

Cosa fare a questo punto? Più o meno quello che succede nei film.
I due contattarono Ed e Lorraine Warren, la coppia esperta dell’occulto, i quali – dopo aver confermato il sospetto del primo medium – si portarono via la bambola, per esporla al loro The Warrens’ Occult Museum a Monroe, Connecticut.
I più cinici potrebbero dire che si è trattata di una fantastica mossa commerciale; i meno cinici potrebbero evitare di visitare il museo, per paura di incorrere nella maledizione che circonda la bambola.

Ma Annabelle non è l’unica esponente di questo interessante e particolare gruppo di oggetti stregati: Robert the Doll è sul podio insieme a lei, grazie a capacità sovrannaturali che si manifesterebbero anche al museo in cui ora risiede, cioè l’East Martello Museum a Key West.

Robert the Doll

Robert the Doll

Il bambolotto Robert venne realizzato dall’azienda tedesca Steiff Company agli inizi del ‘900: qui – in Germania – venne acquistata dal nonno di quello che sarebbe diventato un apprezzato artista e autore, cioè Robert Eugene Otto.
Nel 1904, la bambola raggiunse gli Stati Uniti, iniziando la sua “vita” – vestita alla marinaretta – al 534 di Eaton Street a Key West: rimase qui per anni, anche quando Otto si allontanò per studiare arte a New York o a Parigi.
Tornò al suo proprietario nel maggio del 1930, quando Otto decise di sposarsi e vivere nella sua città di origine. Dal 1976 – dopo la morte della coppia – la casa e la bambola passarono a Myrtle Reuter, nuova proprietaria; negli anni ’90 l’abitazione divenne una guest house, sempre con Robert al seguito: nel 1994, però, il bambolotto passo al museo.

Come mai? Beh, Robert the Doll ha dei poteri.
Si muove, cambia espressione, si mette addirittura a ridere.
In più, porterebbe giusto un po’ di sfortuna: negli anni, avrebbe causato incidenti d’auto, danni fisici (come ossa fratturate), perdita di posti di lavoro, divorzi…. Insomma, sfortune varie da cui CHIUNQUE preferirebbe allontanarsi.
Il problema, però, è che Robert è inarrestabile: la maledizione, infatti, passerebbe anche a chi gli fa semplicemente visita al museo!

Sapendo tutte queste informazioni… paghereste il biglietto per entrare?