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Come celebrare Halloween? Tornando al classico!

Halloween si sta avvicinando a grandi passi: c’è chi si prepara scegliendo un costume, chi si informa sui dolci tipici o le ricette a tema e chi, invece, sta organizzando un party, cercando di trovare il perfetto film horror.
Che ne dite di tornare al classico?
Diverse pellicole degli anni ’30, ’40 e ’50 sono ricordate ancora oggi come vere e proprie icone, capaci di creare un nuovo linguaggio, una mitologia, consacrando per sempre i personaggi principali ed alcuni degli interpreti.

Qualche esempio?

Dracula (1931): il film di Tod Browning e Karl Freund, adattamento di un’opera teatrale del ’27 a sua volta basata sul romanzo del 1897 di Bram Stoker, è ricordato come uno dei migliori lungometraggi dedicati al tema “vampiri” e come rampa di lancio di due dei suoi protagonisti, Bela Lugosi e Edward Van Sloan.
Una curiosità: la pellicola viene spesso citata non solo per l’incredibile abilità di Lugosi, affascinante e spaventoso, ma anche per la totale assenza della colonna sonora che, in origine, era limitata solo ai titoli di testa (venne scelto Il Lago dei Cigni)

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Frankenstein (1931): un altro film basato su un’opera teatrale a sua volta nata dal riadattamento dell’omonimo romanzo di Mary Shelley, la pellicola di James Whale viene citata come pietra miliare del genere. Alcuni elementi – lo scienziato pazzo, l’aiutante gobbo, il fulmine come mezzo per riportare in vita i cadaveri ed il make up del mito Jack Pierce utilizzato per il Mostro (zip e chiodi compresi) – sono entrati per sempre nella tradizione del cinema dell’orrore, citati e rivisti in centinaia di pellicole.
Il film ottenne all’epoca un successo inaspettato, portando fama immediata anche all’interprete Boris Karloff.

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La mummia (1932): la pellicola di Karl Freund si basava sulla recente riapertura della tomba di Tutankhamon (1922) e sulla conseguente circolazione di voci riguardo ad una presunta maledizione. La critica accolse l’opera, e il protagonista Karloff, con grande calore, consacrando per sempre questo film: l’omonimo lungometraggio del ’99 è, con qualche modifica, un remake di questo originale.

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L’uomo invisibile (1933): film di James Whale, esplora il delirio di onnipotenza di uno scienziato che scopre la formula per l’invisibilità. Questa pellicola viene ricordata anche per i magistrali effetti visivi: per dare, infatti, l’illusione di “non essere lì”, il protagonista venne coperto con un telo nero e ripreso su uno sfondo completamente scuro o decorato con il matte painting. Di nuovo, l’idea per i costumi arrivò da Jack Pierce.

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L’uomo lupo (1941): la pellicola di George Waggner non fu la prima a parlare di licantropi, ma fu sicuramente quella di maggior successo. La svolta venne determinata dalla decisione di aggiungere, in linea col clima internazionale sempre più teso, riferimenti religiosi ed elementi letterari, come poesie scritte appositamente per il film. A caratterizzare la storia anche una colonna sonora tritonale: il tritono è da sempre legato alla figura del Diavolo.

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Il mostro della laguna (1954): l’ultima delle pellicole, diretta da Jack Arnold, è anche una delle più famose, citate ed apprezzate degli anni ’50. Girata in bianco e nero ed in formato stereoscopico (per dare un’illusione di tridimensionalità), racconta di un gruppo di scienziati incappati per loro sfortuna nel Gill – Man, mezzo uomo e mezzo pesce, che abita in un lago preistorico. Il costume, complicatissimo, venne creato con qualche difficoltà: alcune soluzioni erano, infatti, involontariamente troppo comiche!

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E voi? Cosa guarderete ad Halloween?