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Il Demon Murder Trial: il processo ad Arne Johnson

Il Demon Murder Trial è uno dei processi americani più famosi degli anni ’80, non tanto per la particolare efferatezza o per le generalità dei protagonisti, ma per l’originale linea di difesa scelta da uno degli avvocati nelle prime battute del processo: il reo confesso Arne Johnson, giovane ragazzo originario del Connecticut, aveva – sì – ucciso il suo padrone di casa, Alan Bono, ma lo aveva fatto perché posseduto da un demone.

Demon Murder Trial

Demon Murder Trial

La storia

Tutto inizia nel luglio del 1980: Arne sta aiutando la famiglia della sua fidanzata, Debbie, a traslocare. Tutti, anche David, il fratellino della ragazza, stanno dando una mano, pulendo le stanze e preparando gli spazi per l’arrivo di mobili e valigie.
A un certo punto, però, David torna correndo dal piano di sopra, raccontando di aver visto un uomo anziano vestito di nero: l’uomo lo ha spintonato e gli ha detto di andare via, perché rimanere lì significa attirare sulla famiglia qualcosa di molto brutto.

Nessuno sembra credergli. Forse il piccolo David sta patendo il trasferimento, forse è solo una fase della crescita… Arne e Debbie, però, sentono rumori strani provenire dal piano di sopra e, in effetti, non si sentono troppo tranquilli.

Le cose peggiorano quando David torna a casa: il ragazzo si comporta in modo strano, digrigna i denti, si contorce, aggiunge dettagli alla sua storia, raccontando che l’uomo era un uomo, ma ogni tanto sembrava un animale, aveva le corna e parlava latino.
La madre di David si spaventa, comincia a sentire strane vibrazioni anche a casa sua e contatta la vicina chiesa per un aiuto: l’esorcismo deciso dal prete, però, sembra peggiorare le cose.
È a questo punto che i genitori di David decidono di chiamare Edward e Lorraine Warren, esperti di paranormale diventati famosissimi pochi anni prima grazie alle vicende di Amityville.

I coniugi visitano David e confermano i peggiori presentimenti: David è posseduto da ben 42 demoni.
Si decide, quindi, di organizzare una serie di esorcismi – almeno tre con l’intervento di quattro preti – e di intervenire il prima possibile: a quanto pare, però, durante uno di questi riti, uno dei demoni avrebbe lasciato il corpo di David, entrando in quello di Arne che, presente, aveva sfidato apertamente le entità.

I cambiamenti di Arne

Arne comincia – allora – a mutare: torna nella casa dove tutto era iniziato, cerca di lottare con gli spiriti, inizia a comportarsi come David.
Debbie è preoccupata, anche perché – nel frattempo – Arne è finito in un incidente stradale, a suo dire dovuto a un attacco demoniaco.

Le cose vanno avanti così per qualche tempo, fino al febbraio dell’81: durante un pranzo, Arne e Alan Bono mangiano e bevono, forse bevono troppo.

I due discutono, la situazione degenera e Arne tira fuori dalla tasca un coltellino: tre fendenti e Alan muore in pochissime ore.
Quando viene ritrovato, Arne è da solo nel bosco.

Il processo

Da subito, gli Warren e la famiglia di Debbie cercano di spiegare cosa è successo: Arne ha sfidato i demoni, ha perso ed è stato posseduto, perdendo la sua indipendenza e il suo libero arbitrio. Sono stati gli spiriti a fargli commettere quell’omicidio, Arne non c’entra nulla, Arne è una vittima.

La giuria ci impiega tre giorni a decidere: alla fine, la difesa del “Devil made me do it” non funziona e il Demon Murder Trial finisce con una condanna per omicidio colposo.
Della pena iniziale – da 10 a 20 anni – Arne sconta solo i primi 5: da subito, le opinioni si scatenano e il pubblico si divide.
Gli Warren, già più volte screditati, vengono infine accusati di essersi inventati tutto per farsi pubblicità.

Ancora oggi, però, in tanti rimane il dubbio: e se davvero Arne non avesse avuto il controllo delle sue azioni?