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Mitologia giapponese: Yokai e Yurei

La mitologia giapponese raccoglie numerosissime credenze e miti, oltre ad un numero impressionante di “personaggi”, di creature: il solo pantheon shintoista, per esempio, include oltre 8mila Kami, cioè divinità (anche se la traduzione letterale di questo termine sarebbe più vicina a “oggetto di venerazione”. Il termine “dio”, infatti, può creare più di un equivoco).

Fra gli spiriti inclusi all’interno di questo complesso sistema, a destare particolare interesse sono Yokai e Yurei.

yokai_yurei

YOKAI
La parola Yokai deriverebbe dall’unione di Yo, cioè maleficio, e Kai, cioè manifestazione inquietante: la traduzione più appropriata sarebbe quindi a metà fra “spirito” e “demone”.
Queste creature non sono tutte uguali, ma si caratterizzano in modo decisamente differente: secondo la tradizione, alcune preferiscono stare lontane dagli uomini, mentre altre – attirate dal calore – rimangono a loro molto vicine. Molte di loro sono dotate di poteri soprannaturali e, generalmente, sono ritenute pericolose, spinte da motivazioni oscure.
Fra gli Yokai più conosciuti:
– gli Oni, simili a orchi, sono giganti mostruosi e malvagi
– le Kitsune sono ingannatrici
– la Yuki-onna è la Signora della Neve
– Kappa, Tengu e Nure-onna sono, invece, in parte animali.
Ad accomunarle, il legame con il fuoco e con l’estate, periodo dell’anno in cui il mondo degli spiriti si trova più vicino a quelli dei vivi.

Gli Yokai si possono dividere in tre “famiglie” principali (a cui si aggiungono anche Yokai di altra natura): animali, umanoidi e oggetti.

In Giappone si ritiene che alcuni animali posseggano dei poteri e che, arrivati ad una certa età, possano semplicemente trasformarsi:
– i Bakeneko, per esempio, sono gatti molto anziani oppure molto grandi che manifestano il potere di cambiare forma. Possono creare sfere di fuoco e possono assumere sembianze umane: sono conosciuti perché tendono a rubare dalle case l’olio delle lampade;

bakeneko
– le Kitsune, già citate, sono volpi capaci di trasformarsi in esseri umani, generalmente donne molto belle. In alcune storie sono vere e proprie ingannatrici, in altre sono particolarmente benevole. Venerate come divinità, possono arrivare a possedere fino a 9 code;

kitsune

– lo Yatagarasu, corvo sacro a tre zampe, è presente – con diversi nomi – in tante culture asiatiche, ma anche africane. In Giappone, il corvo imperiale è proprietà della Dea del Sole Amaterasu.

yatagarasu

Gli Yokai umanoidi sono, invece, uomini che, a causa di forti cambiamenti emotivi, hanno ottenuto caratteristiche e capacità grottesche: le Rokurokubi, per esempio, sono donne che – solo di notte – riescono ad allungare a dismisura il collo.

rokurokubi
E gli oggetti? Questi Yokai sono oggetti di uso comune che, dopo cento anni, riescono a prendere vita.
Il più conosciuto è l’ombrello/parasole Karakasa.

karakasa

YUREI
Con il termine Yurei si indicano veri e propri fantasmi: Yo significa oscuro, mentre Rei significa anima o spirito.
Secondo la tradizione, ogni uomo, in vita, possiede un Reikon, cioè un’anima: alla morte, il Reikon esce dal corpo e attende i funerali e i riti sacri che gli permetteranno di lasciare il mondo dei vivi per raggiungere in pace quello dei morti.

Putroppo, in caso di morte violenta o improvvisa e in caso di riti funebri svolti in modo scorretto (oppure non svoltisi affatto), il Reikon può diventare un Yurei e rimanere intrappolato fra i due mondi, trattenuto dalle emozioni.
In questo stato intermedio, lo spirito può tornare a contattare i vivi, infestando oggetti, persone e posti.

yurei

Qual è il loro aspetto?
La mitologia giapponese, inizialmente priva di indicazioni in questo senso, si è man mano arricchita di dettagli.
Ad oggi, gli spiriti dei defunti sono vestiti interamente di bianco, hanno in testa un fazzoletto triangolare (Hitaikakushi), portano lunghissimi capelli scuri particolarmente scompigliati, hanno mani “morte” a penzoloni e non possiedono la parte inferiore del corpo (infatti, fluttuano) e sono costantemente circondati da due fuochi fatui di colore blu, viola o verde (detti Hitodama).

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Come per tante leggende occidentali, anche gli Yurei giapponesi possono essere allontanati con specifici riti di esorcismo.