Yurei: il culto dei morti in Giappone Apr11

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Yurei: il culto dei morti in Giappone

Nel nostro blog abbiamo già parlato della mitologia giapponese, nominando – fra gli altri – anche gli Yurei, gli spiriti dei defunti. Il loro ruolo è fondamentale nella tradizione nipponica e deriva da un culto molto profondo, tramandato di generazione in generazione: vediamolo nel dettaglio!

Yurei

Yurei

Yurei: cosa succede agli spiriti dei defunti?

Secondo un’antica tradizione giapponese, dopo la dipartita, lo spirito di un defunto – chiamato Reikon – rimane 49 giorni nei pressi del luogo della morte, attendendo il proprio destino: se i riti funebri vengono svolti correttamente e non persistono legami con i vivi, l’anima può continuare il proprio percorso, raggiungendo gli antenati nell’aldilà.
Potrà tornare a visitare i vivi una volta l’anno, ad agosto, in occasione della festa di Obon.

Quando, però, questo passaggio non viene assicurato, i funerali non vengono svolti o persistono stretti legami che ancorano lo spirito al mondo dei vivi (il defunto non ha, per esempio, portato a termine i suoi compiti e sente l’obbligo morale, detto ON, di rimanere sulla Terra), il Reikon diventa Yurei, un vero e proprio fantasma che può infestare persone, luoghi e cose.

Capelli neri, un’ampia veste bianca, braccia tese ma mani penzoloni e alcune fiammelle blu che li accompagnano ovunque, gli Yurei non sono né buoni né cattivi, ma si rivolgono ai vivi per cercare aiuto: sono il risultato di una morte violenta (e in quel caso potrebbero tormentare gli assassini) e di forti emozioni che li tengono intrappolati.

Invocazione ed esorcismo

Invocare la presenza di un Yurei non è difficile.
Secondo la tradizione, infatti, basta partecipare al “gioco” Hyakumonogatari Kaidankai: ci si riunisce in gruppo e, a turno, si racconta una storia horror, spegnendo al termine una candela (o una fonte di luce). Quando l’ultima luce sarà spenta, il fantasma si presenterà.

Scacciare uno Yurei, invece, è più difficile, perché tutto dipende dalle motivazioni che tengono lo spirito ancorato al mondo dei vivi: in alcuni casi basterà celebrare i riti funebri, in altri bisognerà sciogliere i legami con la realtà, in altri ancora sarà obbligatorio un complesso esorcismo.

Yurei: tipologie

Il termine Yurei è, come facile immaginare, generico: nella mitologia giapponese esistono diverse categorie, spiriti che si differenziano per sorte e obiettivi.

JIBAKUREI – spiriti di suicidi o di persone morte lasciandosi alle spalle molti rimpianti. Tendono a comparire sempre nello stesso luogo;
HYOIREI – spettri che entrano nei corpi dei viventi;
UBUME – spiriti di madri morte durante il parto. Sono innocui e desiderano solo un contatto coi figli;
ONRYO – spettri vendicativi;
FUNAYUREI – fantasmi di marinari morti in mare. La loro presenza a bordo fa affondare le navi;
ZASHIKI-WARASHI – fantasmi di bambini;
GAKI – spettri morti nel vizio, condannati a cercare la soddisfazione impossibile dei loro desideri;
JIKININKI – fantasmi che si cibano di cadaveri.

Il mondo degli Yurei è complesso e affascinante, legato alla più antica tradizione giapponese: possiamo trovarne una rappresentazione in moltissimi film, fra cui i classici dell’orrore The Ring e The Grudge.