La risposta è no, vale la pena specificarlo da subito. La convinzione – inspiegabilmente radicata – secondo la quale le celebrità muoiano sempre a tre a tre, pur smentita dai fatti, è diventata ancora più forte dopo questo sfortunato inizio 2016: la quantità di vip che ci hanno lasciato in così pochi giorni ha alimentato una vera e propria teoria del complotto, che, pur affascinante, sembra reggersi su pilastri estremamente fragili. L’idea è semplice: le persone famose (per motivi e meriti vari) non se ne vanno mai via da sole, ma “si portano dietro” uno o magari due colleghi. Qualche esempio? Nel 1997, Lady D e Madre Teresa se ne andarono a pochissimi giorni di distanza, così come Walter Matthau e Vittorio Gassman nel 2000 e Michael Jackson e Farrah Fawcett nel 2009. Ma i gruppi di tre? Tutto ha inizio il 3 febbraio del 1959, quando perdono la vita Buddy Holly, Ritchie Valens e The Big Bopper: i tre si trovavano sullo stesso volo per il Minnesota, partito da Mason City, Iowa, e precipitato tragicamente a 10 Km dall’aeroporto. L’evento sconvolse così tanto l’opinione pubblica ed il mondo della musica da essere citato nella bellissima canzone “American Pie” di Don McLean, poi riproposta in una bella cover anche da Madonna. Certo, in questo caso la questione “triade” è fuori discussione: ma i tre si trovavano nello stesso posto. Quale regola si dovrebbe seguire per chi diparte in luoghi e giorni differenti? Bisogna considerare il mese o l’anno? O magari la settimana? E l’età ha un peso sulla scelta? Nel gennaio 2016, a colpire appassionati di musica e cinema è stata la prematura scomparsa di David Bowie ed Alan Rickman: chi può essere considerato il terzo del gruppo? Nello stesso periodo ci hanno, purtroppo,...
Perché il Blue Monday non è davvero il Blue Monday...
Da qualche anno, circola la teoria secondo la quale il lunedì dell’ultima settimana che inizia e finisce interamente entro il mese di gennaio sia anche il giorno più triste dell’anno, cioè il Blue Monday. In questa particolare giornata ci si sentirebbe tristi e depressi , meno attivi e propositivi rispetto agli altri giorni: ma sarà vero? L’idea sarebbe partita dalla Sky Travel, che avrebbe presentato calcoli basati su variabili come meteo, salario, distanza temporale dal Natale, debiti, poca motivazione… uniti in una formula che appare così: Naturalmente, la veridicità di questa teoria viene subito messa in dubbio da alcune, semplici, domande: quale meteo bisogna prendere in considerazione? Quale clima è più importante degli altri? Che unità di misura hanno le diverse componenti? E, soprattutto, i giorni al Natale valgono anche per chi è di un’altra religione? Appare, quindi, abbastanza ovvio che il Blue Monday non sia affatto IL Blue Monday per eccellenza: certo, i lunedì sono tutti un po’ difficili, ma non ce n’è uno più nero degli altri… Almeno non secondo leggi...
Mokona Bialetti: breve recensione e punti di forza...
La Mokona, per chi non lo sapesse, è una macchina da caffè prodotta da Bialetti. Si tratta di uno strumento in grado di fornire diverse funzionalità riguardo alla preprazione del caffè: cialda, capsula e caffè espresso macinato. Al momento dell’acquisto la Mokona appare in una scatola protetta dall’imballaggio. Il prodotto a prima vista è ben elaborata e accuratamente lavorata. La scocca è realizzata in plastica e al di là del colore che sceglierete, esso rimarrà in ottime condizioni. Come conferma la recensione di Caffè sul web, Il manico per tenere ferma la macchina è molto utile al momento di aprire il filtro, tuttavia, va detto che in caso di rottura non è coperto da garanzia e nel manuale di istruzioni, non a caso, c’è scritto di non maneggiare la Mokona dal manico. Al di là della modalità di preparazione impiegata, il risultato è davvero ottimo. Nel caso si opti per la capsula, essa è utilizzata con un apposito porta capsula e sono disponibili diversi gusti di caffè: Napoli dal gusto intenso, Venezia dal gusto dolce, Italia Deca dal gusto ricco e, infine, Milano dal gusto morbido. Con riferimento, invece, alla cialda essa si presenta in carta ESE e può essere reperita molto facilmente nei supermercati che vendono sia caffè che orzo e ginseng. Grazie alla mokona è possibile ottenere delle bevande ricche di schiuma, dal grande impatto. Infine, v’è la preparazione con caffè espresso macinato che deve essere prima soggetto a torrefazione. In sintesi, dunque, la Mokona firmata Bialetti è una macchina da caffè che svolge a pieno il suo ruolo, garantendo sempre un caffè di ottima qualità al di là di quale preparazione si scelga. Il costo, tra l’altro, non è assolutamente eccessivo partendo da 90 euro fino ad arrivare a 200. L’estetica,...
IL MEGLIO DEL 2015!
Il 2016 è, ormai, alle porte e, come ogni dicembre che si rispetti, anche quest’anno sono iniziate le prime classifiche, necessarie a stabilire il meglio del 2015 ormai agli sgoccioli! Le opinioni sono molte e già tantissimi siti e giornali si sono espressi a questo riguardo: film, libri, canzoni, app, copertine… ognuno ha i suoi preferiti! Ma quali sono stati i prodotti più apprezzati dell’anno che sta per finire? Vediamone qualcuno! FILM I film più apprezzati del 2015 sono tanti e diversi fra loro! Si va dall’adrenalinico Mad Max: Fury Road al tenero film d’animazione per famiglie Inside Out (fra i più apprezzati anche da Michelle Obama), passando per rivelazioni come Carol, The Martian e La Grande Scommessa. Fra gli altri titoli scelti ci sono Il Caso Spotlight, l’italiano Mia Madre, il dolcissimo Big Hero 6, Room, Joy e il sorprendente The Revenant, previsto in uscita nelle sale USA da Natale, ma già inserito nella lista dei film candidati ai Golden Globe 2016! CANZONI Uno dei punti di riferimento quando si parla di musica è sicuramente Rolling Stone: la rivista ha recentemente pubblicato la lista delle 50 migliori canzoni del 2015, includendo artisti come Drake, Adele e Kendrick Lamar. In particolare, le prime 5 posizioni sono occupate da Can’t Feel My Face di The Weeknd (presente diverse volte nella classifica), Trap Queen di Fetty Wap, Hotline Bling di Drake (protagonista di tantissime parodie sui principali social), Pedestrian at Best di Courtney Barnett e I Know There’s Gonna Be (Good Times) di Jamie XX, Young Thug e Popcaan. All’interno della classifica si possono trovare anche Madonna (Ghosttown), Florence + The Machine (Ship to Wreck), Beck (Dreams), Rihanna, Paul McCartney e Kanye West (ForuFiveSeconds) e i Blur (Ong Ong). LIBRI Anche fra i libri più apprezzati...
8 dicembre: la data che lega John Lennon e Jim Morrison...
John Lennon e Jim Morrison, veri e propri miti e geni della musica (e non solo), sono uniti da una data: l’8 dicembre. Jim Morrison nasce, infatti, l’8 dicembre del 1943, mentre John Lennon viene tragicamente ucciso la sera dell’8 dicembre 1980: nel 2015 si ricordano, quindi, il 72esimo anniversario della nascita del misterioso cantante dei Doors ed il 35esimo anno senza il cantautore inglese ex Beatle. Queste due figure, così importanti sotto tanti punti di vista, hanno avuto un impatto ed una capacità di influenzare la società e la cultura diverso da molti contemporanei: sono ricordati per la forte indipendenza, per le idee e gli ideali, per la ricerca della tranquillità, per la necessità di esprimere se stessi sempre e comunque. John Lennon e Jim Morrison condividono, poi, una lunga lista di curiosità, continuamente in crescita: vediamone qualcuna! JOHN LENNON – Il primo strumento che imparò a suonare fu un benjo regalatogli dalla madre Julia – Paul McCartney entrò nei Quarry Men, la band del sedicenne Lennon, il giorno dopo averli visti esibirsi con “Be Bop a Lula” – Alla famosa e amata zia Mimi i compagni di band di John proprio non piacevano: tentò più volte di convincerlo a lasciar perdere e, alla fine, gli regalò un ferro di cavallo contro la sfortuna – Il suo film preferito era “The Way We Were”. Amava molto anche l’omonima canzone cantata per il film da Barbra Streisand – Era solito fumare due pacchetti di Gaulois al giorno – Aveva 3 gatti: Sasha, Micha e Charo – Adorava in modo particolare Groucho Marx – Era un appassionato di numerologia e riteneva che il 9 avesse avuto un influsso particolare sulla sua vita – Indossò per la prima volta i suoi iconici occhiali tondi,...
Perché ascoltare Adele fa piangere?...
Adele è la giovane cantautrice britannica che negli ultimi anni ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo, grazie alla sua voce potente e ai suoi testi intimi ed emozionanti: pur avendo solo 27 anni, a partire dal suo primo disco 19 ed arrivando alla sua ultimissima creatura, cioè 25, questa magnifica artista ha ottenuto riconoscimenti importantissimi e ha visto crescere costantemente il numero dei suoi fan. Ma c’è qualcos’altro. Sì, perché ascoltare Adele fa piangere: molte delle sue canzoni, ma in particolar modo la bellissima Someone Like You, generano sempre un misto di emozioni in chi le ascolta, portando addirittura alle lacrime. Donne, uomini, più giovani, meno giovani… nessuno sfugge alle struggenti note di Adele! C’è chi si è chiesto come mai. Il Wall Street Journal ha raccolto e riassunto una serie di ricerche che sostengono che non è solo la tematica di una brano a portare al pianto. E non basta nemmeno “semplicemente” la voce. Esiste, infatti, un piccolo espediente tecnico chiamato “appoggiatura”, grazie al quale è possibile trasmettere una certa tensione, che si riflette nello stato dell’ascoltatore. Ciò si verifica quando una nota viene anteposta alla nota successiva togliendole forza e creando, quindi, una leggera dissonanza: più appoggiature consecutive generano un sistema di tensione e rilascio che, alla lunga, provoca la reazione emotiva. Molti brani di Adele – anche recenti – a quanto pare, giocano molto su questo meccanismo, unendo alcuni elementi che sono diventati il punto di forza della cantante: un inizio sommesso, un aumento improvviso di forza, un ingresso brusco di una nuova voce ed un’espansione delle frequenze. In Someone Like You, Adele canta parole particolarmente intense e, arrivata al ritornello, salta un’ottava: questo cambiamento repentino, unito agli accorgimenti tecnici e al tema universale di un amore finito,...
Tante idee per festeggiare le tue ricorrenze...
Quando desideriamo festeggiare un evento importante, la cosa che per prima ci viene in mente è sicuramente il luogo in cui si terrà la festa e come riuscire ad organizzarla nel migliore dei modi. Logicamente, il luogo scelto deve essere adatto alla tipologia di evento che abbiamo in mente di festeggiare. Sceglieremo quindi una location adatta ad ospitare il numero degli invitati previsti e tutti i servizi che vogliamo inclusi per rendere indimenticabile la ricorrenza. A chi rivolgersi? Un aspetto da non sottovalutare è a chi rivolgersi, esistono moltissime aziende che si occupano proprio di pianificare l’organizzazione di ogni genere di festa, specialmente nelle grandi città come Roma, e offrono ai propri clienti location e servizi, molte volte a prezzi vantaggiosi. Sapranno consigliarci e proporci varie alternative tra cui scegliere in base alle nostre esigenze e al budget che decideremo di investire per l’evento. Che tipi di location esistono? Le location disponibili anche per festeggiare in modo diverso dal solito sono molteplici. Per darvi un’idea: esistono ville, ville con piscina che possono essere affittate per giornate intere, sale per feste di varie misure in base al numero degli invitati, club esclusivi oppure addirittura si può optare per delle feste in bus Roma. Le feste in bus sono molto in voga recentemente: possono includere un numero limitato di invitati ma sicuramente permettono di organizzare una festa molto particolare, all’interno del bus è presente una mini discoteca che comprende anche dj con la relativa console. Insomma, esistono moltissime tipologie di luoghi adatti a festeggiare il proprio evento. Logicamente se si ha intenzione di festeggiare con poche intime persone, è consigliabile un luogo più tranquillo e raccolto, come potrebbe essere un ristorante, un pub, un winebar o addirittura un’enoteca. Tutto dipende dal tipo di evento...
FANTASIA HA COMPIUTO 75 ANNI!...
Fantasia è il terzo classico Disney, distribuito nelle sale statunitensi dopo Biancaneve (1937) e Pinocchio (1940) a partire dal 13 novembre 1940: è un film d’animazione musicale diverso da qualsiasi altro lungometraggio precedente e successivo (ad esclusione, ovviamente, del sequel Fantasia 2000), nato direttamente da un’idea di Walt Disney per “salvare” il personaggio di Topolino, la cui popolarità era in caduta. Il film è suddiviso in otto segmenti ispirati a nove pezzi di musica classica e mescola disegni e live action in un susseguirsi di immagini incredibili, astrazioni e suggestioni coloratissime: ogni episodio è introdotto dal critico e compositore Deems Taylor, mentre ad eseguire i brani è per sette volte su otto l’Orchestra Sinfonica di Filadelfia. Fantasia comprende, quindi: – Toccata e Fuga in Re Minore (Bach): si inizia con una ripresa dal vivo dei musicisti, illuminati d’oro e blu, a cui si sovrappongono disegni astratti; – Lo Schiaccianoci (Cajkovskij): ogni stagione viene rappresentata con l’aiuto delle danze di fate, funghi, fiori e foglie. Fra esse, la Danza Cinese, la Danza Araba e la Danza della Fata Confetto; – L’Apprendista Stregone (P. Dukas): il protagonista è Topolino, impegnato a riprodurre, perdendone goffamente il controllo, i trucchi del suo maestro; – La Sagra della Primavera (Stravinskij): le origini della Terra, dai primi momenti fino all’estinzione dei dinosauri; – Intervallo: l’orchestra se ne va per lasciare il posto ad una divertente sessione jazz; – Sinfonia n. 6 Pastorale (Beethoven): vengono rappresentati il mondo dell’Antica Grecia e la mitologia; – Danza delle Ore (A. Ponchielli): un balletto comico che vede la partecipazione di struzzi, ippopotami, elefanti ed alligatori; – Una Notte sul Monte Calvo (M. P. Musorgkij) e l’Ave Maria (Schubert): Chernobog (Satana) richiama le anima malvagie e le travolge in una danza che dura fino all’arrivo...
MOVEMBER: COME I BAFFI POSSONO SALVARE VITE!...
Novembre, diventato nel tempo il mese della salute maschile (così come Ottobre vede numerosissime iniziative dedicate alla salute femminile), prevede sempre più numerosi eventi utili ad accrescere la consapevolezza dei rischi legati ad alcune patologie e a sottolineare la necessità di una accurata prevenzione. Fra le tante organizzazioni impegnate in questa lotta, la Movember Foundation è, forse, una delle più note. Nata nel 2003 in Australia da un gruppo di amici impressionati dal successo ottenuto da alcune campagne giocose dedicate al cancro al seno, la fondazione è diventata vero e proprio ente nel 2004, prendendo il nome dall’unione di Mo (slang australiano per “baffi”) e November. Cosa propongono i Mo Bros? Semplice: di “cambiare la faccia” della salute maschile! E per farlo, quale metodo migliore che cambiare letteralmente il proprio volto, facendo crescere un bel paio di baffi per tutto il mese di novembre? Il “gioco” (che poi tanto gioco non è) è davvero facile: innanzitutto, si clicca su www.movember.com e ci si iscrive. Una volta diventato “fratello baffuto”, ogni utente parte con la sfida, radendosi il 1 novembre e lasciando crescere i baffi fino al 30. Le regole? – Si parte assolutamente senza barba/baffi/basette e simili; – Non si fa crescere la barba e non si uniscono i baffi alle basette; – Ci si comporta da veri gentlemen, informando più persone possibili dell’iniziativa, anche attraverso i social. In questo modo, attirando l’attenzione di parenti e amici sui propri baffi, si può dare qualche importante delucidazione su malattie come il cancro alla prostata piuttosto che la depressione, promuovendo non solo la beneficenza, ma anche, e soprattutto, la prevenzione. Pare, infatti, che gli uomini tendano ad andare dal medico meno delle donne e che tendano ad indagare anche molto meno la storia clinica della propria...
LE ORIGINI DI HALLOWEEN: STORIE E SIMBOLI...
Le origini di Halloween, festa anglosassone con radici celtiche, vengono fatte risalire a diversi riti, i cui elementi principali si sarebbero uniti nel tempo, a caratterizzare per come la conosciamo oggi la notte fra il 31 ottobre ed il 1 novembre. Ad essere indicate come possibili “fonti di ispirazione” ci sono, per esempio, le feste romane dedicate a Pomona (dea dei frutti celebrata in autunno) e ai cari defunti: i Romani si dedicavano in modo particolare al culto dei morti, ricordando gli avi durante i giorni della Parentalia (fra il 13 ed il 21 febbraio) o placando gli spiriti della notte in occasione della Lemuria (9, 11 e 13 maggio). Ma la festività da cui, più che da qualsiasi altro rito, sembra essere derivato Halloween è il Samhain, anche detto “Capodanno Celtico”: questa festa pagana si svolgeva proprio fra il 31 ottobre ed il 1 novembre e celebrava l’ultimo raccolto prima dell’inverno (in origine, il termine “Samuin” significherebbe “fine dell’estate”). A livello spirituale, però, questi due giorni servivano per contemplare anche la morte e ricordare chi non c’era più: secondo le leggende, nella notte che divideva questi due giorni, i morti potevano tornare ai luoghi che avevano amato, unendo simbolicamente il passato ed il futuro di ogni famiglia e ogni tribù. Proprio questo aspetto avrebbe, poi, influenzato anche la scelta del 1 novembre per la festività di Ognissanti, istituita ufficialmente sotto Papa Gregorio IV nell’840. Con l’avvento del protestantesimo, la tradizione di Ognissanti venne interrotta, mentre le celebrazioni del 31 ottobre, pagane, sopravvissero arrivando anche nel Nuovo Mondo: il famoso termine Halloween sarebbe entrato in uso più tardi (attestato dal 1556), prendendo forma dallo scozzese “All – Hallows – Eve”, cioè Vigilia di Ognissanti. Per quanto riguarda le origini dei simboli di questa particolarissima...
Lo spot di IBM con Bob Dylan!...
Recentemente è stato pubblicato su Youtube il nuovo spot di IBM con Bob Dylan, che vede forse il più famoso ed apprezzato cantautore statunitense dialogare con IBM Watson, l’intelligenza artificiale del marchio in grado di rispondere a domande poste in un linguaggio naturale, sostenendo una vera e propria conversazione. Descrivendo la sua rapidità di calcolo, Watson dice a Dylan di aver letto tutti i testi delle sue canzoni e di aver riassunto le tematiche principali affrontate dall’artista in tutta la sua carriera a due ambiti: il tempo passa e l’amore sparisce. Il povero Watson, però, non ha mai conosciuto l’amore e viene invitato da Dylan a scrivere con lui una canzone al riguardo: a questo punto il computer si mette a canticchiare. Il musicista non è nuovo alla pubblicità (negli anni ha partecipato alle campagne di Apple, Victoria’s Secret, Pepsi e Chrysler), ma questo spot, particolarmente divertente, dimostra apertamente quanto la figura di Dylan sia importante nella cultura americana: chi meglio di lui, esperto di parole, autore di alcuni dei testi più emozionanti del secondo Novecento, può dialogare con un sistema che fa del linguaggio il suo cardine? Ecco la traduzione del nuovo spot di IBM con Bob Dylan: Watson: “Bob Dylan, per migliorare la mia capacità di linguaggio ho letto i testi di tutte le tue canzoni” Dylan: “Hai letto tutti i miei testi?” W: “Posso leggere 800 milioni di pagine al secondo” D: “Sei veloce!” W: “La mia analisi mostra che i tuoi temi principali riguardano il tempo che passa e l’amore che se ne va” D: “Beh, direi che è giusto” W: “Non ho mai conosciuto l’amore” D: “Forse dovremmo scrivere una canzone insieme” W: “Io so cantare” D: “Sai cantare??” W: “Doo bee doo, doo bee doo…” ...
ACQUA SU MARTE: MISTERO RISOLTO SUL PIANETA ROSSO!...
È notizia delle ultime ore: l’acqua su Marte esiste. In realtà, sul Pianeta Rosso erano stati già scoperti dei ghiacciai, quindi acqua allo stato solido, ma ora le osservazioni riguarderebbero dell’acqua salata allo stato liquido, la cui presenza, sebbene già sospettata, viene ora confermata da alcune prove inequivocabili. Quali? Gli studiosi, primo fra tutti il 25enne Luju Ojha, si sono avvalsi dello spettrometro della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), mandata in orbita 10 anni fa: l’analisi avrebbe rivelato la presenza di minerali idratati all’interno di canali scuri presenti stagionalmente sulla superficie. Questi canali “fantasma” – presenti in estate, ma non in inverno – sarebbero composti da cristalli contenenti sali d’acqua. Ma da dove arriverebbe l’acqua liquida e salata che, una volta giunta in superficie, evapora in pochi minuti? Le ipotesi sono tre: da sali perclorati in condizioni di elevata umidità, da strati di ghiaccio che diventano liquidi al contatto con i sali oppure da falde sotterranee ed invisibili. La questione “acqua su Marte” era già stata indagata a fondo negli anni passati, anche grazie a Spirit, Opportuniy ed al robot Curiosity: quest’ultimo aveva, nel 2012, trovato quello che doveva essere stato un vecchio corso d’acqua e, nel 2013, tracce di un antico lago, risalente a oltre 3 miliardi di anni fa. Questi elementi sosterrebbero la teoria secondo la quale Marte sarebbe stato simile alla Terra, un pianeta dotato di oceani e atmosfera, almeno fino alla catastrofe naturale che lo fece diventare così come lo vediamo oggi. Quali sono le principali conseguenze di questa conferma? Ora la vita su Marte, già considerata possibile, diventa un po’ più probabile! E per celebrare l’evento, anche Google ha pubblicato un divertente e tenerissimo Doodle a...
The Rocky Horror Picture Show: i primi 40 anni di un vero e proprio cult!...
Il Rocky Horror Picture Show ha compiuto 40 anni: uscito al cinema per la prima volta il 26 settembre del 1975, il film di culto di Jim Sharman non ha mai perso smalto, raccogliendo nuovi fan ed appassionati ogni anno! Musical, commedia e horror, la pellicola raccoglie elementi entrati ormai definitivamente nell’immaginario del pubblico di tutto il mondo, ispirando altre pellicole e spettacoli teatrali, finendo in citazioni e richiami di diverso genere: non solo Glee, ma anche l’italianissima sigla di Mai Dire Gol, eseguita da Elio e le Storie Tese! Ma cosa ha reso il Rocky Horror Picture Show tanto importante? Vediamo qualche curiosità! 1 – DERIVA DA UNO SPETTACOLO TEATRALE: anzi, NASCE come spettacolo teatrale dalla genialità di Richard O’Brien, all’epoca attore disoccupato. Venuto in contatto con Jim Sharman durante una rappresentazione di Jesus Christ Superstar, gli affidò la regia delle prime serate al Royal Court Theatre di Londra e poi anche del film: moltissimi degli attori presenti nella pellicola, sono gli interpreti originali della versione teatrale. 2 – IL FILM FU UN FLOP: almeno inizialmente. La fama arrivò solo dopo le proiezioni ai midnight cinema. Il successo fu così grande da spingere la 20th Century Fox a non toglierlo mai dal “cartellone”: in Italia, per esempio, il film viene proiettato tutti i giorni dal Cinema Mexico di Milano. 3 – IL CASTELLO DI FRANK-N-FURTER ESISTE DAVVERO: e si trova a Windsor, in Inghilterra. Chiamata “Oakley Court”, all’epoca la proprietà era praticamente in stato di abbandono. I servizi igienizi funzionavano a stento, c’erano continue perdite e mancava il riscaldamento: dopo le scene girate in piscina, Susan Sarandon si ammalò di polmonite proprio per questo motivo. 4 – MICK JAGGER E STEVE MARTIN SI PRESENTARONO ALLE AUDIZIONI: uno voleva interpretare Frank-N-Furter, l’altro Brad Majors....
Leggende dalle Barbados: la cripta dei Chase...
Nel cimitero della Chiesa Parrocchiale di Cristo ad Oistin, alle Barbados, c’è una cappella molto particolare, chiusa da un pesante portone in marmo e in parte sommersa dal terreno, in corrispondenza della cripta. L’edificio, costruito durante la prima metà del ‘700, aveva già ospitato il riposo di Elizabeth Elliot, poi spostata (anche se non ci sono documenti che si riferiscono a questo passaggio), e di Thomasina Goddard, della famiglia Walronds, quando venne acquistata all’inizio dell’800 da Thomas Chase, facoltoso colonnello, noto per la sua severità. Il colonnello la scelse come luogo di sepoltura di famiglia, senza spostare il feretro della Goddard: nel 1808, la cripta venne aperta per accogliere Mary Ann Chase, morta in tenera età. Poco dopo, nel 1812, la cappella venne di nuovo utilizzata, questa volta per Dorcas Chase, figlia maggiore del colonnello, lasciatasi morire, si diceva, di inedia a causa dei difficili rapporti con il padre. La cripta dei Chase si riaprì quasi esattamente un mese dopo, questa volta per ospitare proprio il pesante feretro in metallo del colonnello, forse morto suicida: al momento di collocare i resti all’interno della cappella, però, gli uomini si trovarono di fronte ad uno spettacolo incredibile. Le bare delle due Chase erano spostate, capovolte, appoggiate contro le pareti: dalla cripta non mancava nulla, ma gli spostamenti erano inspiegabili. Forse un atto di vandalismo, forse un tentativo di furto andato male: il feretro del colonnello venne posizionato e le bare delle due figlie rimesse al loro posto. Si prese solo la decisione di chiudere meglio il portone, sigillandolo il più possibile. Il terribile spettacolo, però, continuò: ad eccezione delle spoglie della Goddard, che rimanevano sempre al loro posto, tutte le altre bare continuavano a spostarsi in modo impossibile, addirittura scheggiandosi e rovinandosi negli urti con le...
Harriet Tubman: chi è la donna citata da Viola Davis agli Emmy 2015...
Premiata agli Emmy 2015 come migliore attrice protagonista in una serie drama per “How to get away with murder” (in Italia “Le regole del delitto perfetto”), Viola Davis, prima afroamericana a ricevere questo riconoscimento, ha accettato la statuetta con un discorso di ringraziamento emozionante e storico, rivolto a tante sue colleghe, capaci negli anni di creare nuove opportunità per le attrici di colore. Durante la premiazione, la Davis ha citato Harriet Tubman, dicendo: “Nella mia mente vedo una linea e al di là di questa linea vedo campi verdi, bei fiori e bellissime donne bianche che tendono le loro braccia verso l’altra parte della linea, verso di me. Ma io non riesco ad arrivarci e non so come farlo. Non riesco a superare quella linea”. Questo diceva Harriet Tubman nel 1800. Ora lasciate che vi dica questo: la sola cosa che separa le donne di colore da tutte le altre è l’opportunità. Ma chi è Harriet Tubman? Harriet Tubman, pseudonimo di Araminta “Minty” Rose, è stata un’attivista di colore, impegnata nella seconda metà dell’800 nell’abolizione della schiavitù e nell’introduzione del suffragio universale e ricordata come la “Mosè della gente nera”. Nata in schiavitù nel 1822, Harriet visse un’infanzia difficile, fatta di violenze e soprusi: picchiata e frustata dai suoi padroni, venne anche violentemente colpita alla testa da un oggetto metallico. La ferita le provocò conseguenze per tutta la vita, fra cui, per esempio, capogiri e insonnia, ma anche visioni e sogni lucidi. Nel 1849 scappò verso Filadelfia, ma tornò subito indietro per salvare parenti e amici: si occupò in totale di circa 13 missioni, facendo affidamento sulla Underground Railroad, una rete di attivisti impegnati nell’abolizione della schiavitù. Nel giro di pochissimi anni, Harriet riuscì a far fuggire verso il Canada moltissimi schiavi, aiutandoli anche...