5 dritte per organizzare un evento di beneficenza...

Ecco 5 dritte per organizzare un evento di beneficenza perfetto. Dagli inviti alla location, scopri i nostri consigli per una serata da ricordare.   Organizzare un evento di beneficenza può essere un ottimo trampolino di lancio per un’azienda che vuole farsi conoscere, oltre che estremamente positivo per l’immagine della stessa. Organizzare un evento di questo tipo può rivelarsi abbastanza complicato, soprattutto per le imprese che non masticano questo settore. Per questa ragione, abbiamo deciso di svelarvi 5 dritte per organizzare un evento di beneficenza davvero perfetto. 1. Obiettivi realistici Prima di organizzare l’evento, la cosa più importante da fare è porsi degli obiettivi. Evitate di sognare troppo in grande, con obiettivi non alla vostra portata. Quando si organizzano serate di beneficenza, la cosa più importante non è raggiungere somme ingenti: in questi casi basta anche un piccolo contributo dei vostri ospiti per cambiare la vita di chi è meno fortunato di noi. Insomma, la cosa più importante è definire i vostri obiettivi, con i piedi per terra, in modo da evitare di creare illusioni. 2. Scegliete chi invitare Gli inviti sono una componente importante in un evento di questo tipo. In questo caso, avete due scelte: potete decidere se estendere l’invito a tutti, oppure se creare un evento per partecipanti di nicchia, come ad esempio, personaggi di spicco nella beneficienza, o rappresentanti di altre associazioni benefiche. La cosa più importante è scrivere un invito chiaro, con tutte le informazioni necessarie per partecipare all’evento. E specificate sempre che è possibile donare all’ente la quota che si preferisce, senza nessun obbligo specifico. 3. Quando e dove organizzarlo Non ci sono date precise. Organizzatelo in relazione alla disponibilità dei vostri ospiti in modo da non incorrere in contrattempi dell’ultimo minuto. Per quanto concerne la location, evitate luoghi...

Il crudismo

Il crudismo, conosciuto anche come Raw food, consiste in una scelta alimentare fondata sull’esclusiva assunzione di cibi non cotti. Il medico Maximilian Bircher-Benner è stato il primo a sviluppare nel 1905 un trattamento dietetico basato sull’assunzione di cibi crudi. Dopo essere guarito dall’ittero grazie ad una dieta a base di mele crude, cominciò a sperimentare gli effetti sulla salute degli alimenti crudi. L’eliminazione di qualsiasi tecnica di cottura, è determinata da fatto che quando la cottura supera i 50°, gli alimenti tendono a perdere enzimi e vitamine. Il consumo di cibi crudi invece permette di assumerli con tutte le caratteristiche nutrizionali intatte e mai alterate. Solo le bevande rappresentano un eccezione, infatti è possibile scaldarle fino a 40°, mentre sono assolutamente banditi alimenti in commercio che hanno subito processi di sterilizzazione o pastorizzazione. La raw diet è molto popolare ad Hollywood dove celebrità di entrambi i sessi le attribuiscono azione anti-età, grazie alle generose quantità di antiossidanti introdotti nella dieta. La filosofia dietro questo tipo di regime alimentare rappresenta anche la volontà di ritornare ad uno stile di vita più vicino alla natura e che ne segua i processi e le stagioni. Sembrano essere molti i benefici di una dieta crudista, oltre ad assumere alimenti completi e ricco di vitamine, sarebbe più facile sentirsi sazi e tutti gli alimenti sarebbero più leggeri da digerire. Chi sicuramente potrebbe trarre molto beneficio dal crudismo è l’ambiente, visto che si eliminerebbe molta spazzatura e si ridurebbe sensibilmente l’uso di gas e corrente elettrica. Non basta dire crudismo per comprendere davvero questo fenomeno, infatti un solo vocabolo, in realtà, nasconde preferenze e stili di vita diversi. Ad esempio, i sostenitori del crudismo onnivoro in cludono nella loro dieta frutta, verdura, miele e prodotti animali e di derivazione animale, tutto...

Nintendo Switch, una console di successo che guarda al futuro...

Nintendo Switch è l’ultima console di gioco venduta dall’azienda nipponica, lanciata in contemporanea mondiale il 3 marzo 2017, dopo aver generato grandissime aspettative che sono state ampiamente soddisfatte a vedere il suo successo. Forse il suo particolare apprezzamento è nell’essere una console ibrida, che si può utilizzare in casa collegata ad una tv come molte altre, ma anche in maniera portatile come un tablet estraendola dalla base con il suo schermo touch o in modalità da tavolo per più giocatori grazie al supporto integrato. La Switch utilizza due controller wireless chiamati Joy-Con, che hanno quattro pulsanti d’azione standard e un joystick direzionale, oltre a sensori per rilevare i movimenti e feedback tattile ad alta definizione. I due Joy-Con sinistro e destro, che a seconda della versione possono essere entrambi grigi o uno blu e l’altro rosso, si possono collegare su ciascun lato della console per usarla in modalità portatile, collegarsi ad un’impugnatura per essere usati insieme in modo più tradizionale oppure essere utilizzati singolarmente da più giocatori in modalità multiplayer. Il firmware della Switch consente il gioco online attraverso Internet o collegandosi in wireless con altre console Switch in locale, i giochi sono disponibili come classiche cartucce fisiche o come software scaricabile dal Nintendo eShop. Solo nel primo mese dal lancio, Nintendo ha venduto più di 2 milioni e 700 mila console, molte di più delle aspettative della società che sperava di vendere 2 milioni di unità. La vendita di Nintendo Switch è stata, e lo è tuttora, strettamente legata all’amato videogioco “The Legend of Zelda: Breath of the Wild”, indubbiamente uno dei più apprezzati tra i titoli disponibili ai videogiocatori. Componenti e specifiche tecniche di Nintendo Switch Gli acquirenti di Nintendo Switch troveranno nella confezione, oltre alla rivoluzionaria console, una base per l’utilizzo...

La stagionalità della frutta nell’alimentazione...

Ormai siamo abituati ad entrare in un qualsiasi supermercato e trovare ogni tipo di frutta e verdura. Negli ultimi decenni infatti, grazie a nuove tecnologie alimentari e al miglioramento del trasporto delle merci in tutto il mondo, non ci stupiamo di trovare senza troppa difficoltà qualsiasi cosa desideriamo, fragole e lamponi in pieno inverno e frutti tropicali in qualsiasi momento dell’anno e da ogni parte del mondo. Queste infinite possibilità, se da una parte riescono ad accontentare ogni nostro desiderio, hanno anche evidenti ripercussioni sul sapore dei cibi, sulla nostra salute e su quella dell’ambiente. Scopriamo come mai è così importante consumare frutta e verdura di stagione sia per noi sia per l’ambiente in cui viviamo. Innanzitutto il nostro organismo, con il cambiare delle stagioni, e quindi delle condizioni ambientali, sviluppa esigenze e bisogni diversi ed è proprio la natura a venirci in aiuto e a fornirci ciò che ci occorre! Ogni stagione naturalmente ci fornisce gli alimenti più adatti a quello specifico periodo dell’anno, ad esempio, le arance ricche di vitamina C ci proteggono da influenze e raffreddori durante l’inverno, albicocche e pesche, invece, ricche di beta-carotene, riparano la nostra pelle dai primi soli oppure le angurie sono perfette per combattere la disidratazione estiva. La frutta e la verdura di stagione è generalmente più buona, più saporita e profumata proprio perché raccolta nel suo naturale periodo di maturazione. Quando si permette alla natura di fare il proprio corso si ottengono anche prodotti con maggiori nutrienti, come antiossidanti, vitamina C e carotene. Rispettando quelli che sono i tempi della natura inoltre, si riesce anche a mettere un freno all’uso di antimicrobici e pesticidi, altrimenti necessari per ottenere un raccolto rigoglioso. Inoltre, quando pretendiamo di mangiare un pomodoro (o qualsiasi altro frutto estivo) in pieno febbraio, questo...

Bitcoin in caduta libera: valore dimezzato in appena un mese...

Continua inesorabile e senza pause il crollo del valore dei Bitcoin. La criptovaluta ha perso il 50% del suo valore nel corso dell’ultimo mese: difatti, a metà dicembre il Bitcoin aveva toccato quota 20mila dollari, mentre oggi si attesta intorno ai 10.200 dollari. Come analizzato da Il Sole 24 Ore, questo crollo traina con sé tutte le altre principali criptovalute attualmente in circolazione. Si stima che l’intero settore sia crollato a una capitalizzazione complessiva di circa 480 miliardi di dollari, mentre a inizio gennaio era pari a 800 miliardi di dollari. Grande importanza sul mercato delle criptovalute stanno avendo e avranno due paesi asiatici. Da una parte c’è la Cina, dove è attesa una nuova stretta su questo mercato, che andrà ulteriormente a ridurre l’operatività, già ridotta a causa delle chiusure di exchange locali; dall’altra parte, invece, troviamo la Corea del Sud, il cui mercato è stato determinante recentemente per sostenere le varie quotazioni, dove il governo di Seoul ha annunciato che prenderà misure di regolamentazione per il mercato delle criptovalute, per esempio rendendo obbligatoria l’identificazione di chi investe. Quello della regolamentazione di questo particolare mercato sarà uno dei temi bollenti che verranno affrontati durante il dibattito al G20 in programma a marzo. Come detto in apertura, questo crollo del valore del Bitcoin ha dato il via a un effetto a catena, trascinando a fondo con sé molte altre tra le principali criptovalute esistenti. Seguendo l’analisi del quotidiano nella sua versione online, tra le più colpite da questa svalutazione troviamo Ethereum, criptovaluta seconda per capitalizzazione, che in appena cinque giorni è crollata di quasi il 40%, passando dal valore record di 1.420 dollari a 900 dollari. Situazione pressoché simile per Ripple, che il 4 gennaio ha messo a referto il personale record di 3,81...

George Best e il resto d’Europa: gli incroci fino al pallone d’oro...

Uno accosta le parole “Anni ’60” e “calcio” e subito, nell’immaginario dell’interlocutore, si materializza la chioma corvina di George Best, il primo vero idolo calcistico a tutto tondo. Seguono a ruota le imprese (calcistiche e non) di “Bestie”, dalla Coppa Campioni con lo United allo stuolo di conquiste femminili dovuta alla fama di tombeur de femmes. Quel che non tutti sanno è che, oltre la cortina di ferro, esisteva un uomo simile per talento, estro e carattere, ma non altrettanto fortunato dal punto di vista del contesto geopolitico. Questa è la storia di Eduard Streltsov. Classe 1937, crebbe nella Torpedo Mosca e sin dal debutto si segnalò fra le novità più interessanti del panorama mondiale. La sua fama crebbe di pari passo con le prestazioni della squadra moscovita e con il senno di poi verrebbe facile pensare ad un intromissione politica, considerando il contesto: può un regime totalitario come quello sovietico lasciarsi sfuggire l’occasione di cooptare una figura del genere? Sì, perchè Streltsov non è esattamente il modello di cittadino che piace a Krusciov, fra alccol, feste e belle donne. Proprio una festa gli risulterà fatale, alla vigilia del Mondiale in Svezia. Il 25 maggio del 1958 lascia il ritiro per recarsi ad un party frequentato anche da membri del partito e   il giorno dopo lo accusano per stupro. Interrogato dal KGB lo interrogano nel carcere della Butirka, gli fanno credere che se confessa andrà alla Coppa del Mondo in Svezia. Ovviamente, la promessa non fu mantenuta e il giocatore si trovò internato in un gulag, dal quale uscì solo nel 1965. Altrettanto ovviamente, alla rassegna svedese l’URSS uscì di scena ai quarti, trascinata da solo Jascin. In merito a quel che successe quella notte di primavera però, le versioni sono molteplici. La più...

Dal paragone con Best alla cattura in un Gulag: Eduard Streltsov...

Uno accosta le parole “Anni ’60” e “calcio” e subito, nell’immaginario dell’interlocutore, si materializza la chioma corvina di George Best, il primo vero idolo calcistico a tutto tondo. Seguono a ruota le imprese (calcistiche e non) di “Bestie”, dalla Coppa Campioni con lo United allo stuolo di conquiste femminili dovuta alla fama di tombeur de femmes. Quel che non tutti sanno è che, oltre la cortina di ferro, esisteva un uomo simile per talento, estro e carattere, ma non altrettanto fortunato dal punto di vista del contesto geopolitico. Questa è la storia di Eduard Streltsov. Classe 1937, crebbe nella Torpedo Mosca e sin dal debutto si segnalò fra le novità più interessanti del panorama mondiale. La sua fama crebbe di pari passo con le prestazioni della squadra moscovita e con il senno di poi verrebbe facile pensare ad un intromissione politica, considerando il contesto: può un regime totalitario come quello sovietico lasciarsi sfuggire l’occasione di cooptare una figura del genere? Sì, perchè Streltsov non è esattamente il modello di cittadino che piace a Krusciov, fra alccol, feste e belle donne. Però in campo ci sa fare e se ne accorgono anche in Europa, dato che dopo aver condotto la sua Nazionale all’oro olimpico di Melbourne ’56 France Football lo inserisce nella lista del Pallone d’Oro 1957, in cui si piazzerà al settimo posto. Il “nostro” all’epoca ha solo 20 anni, eppure ha già in bacheca anche un titolo di capocannoniere e quasi 50 gol complessivi in 90 gare. L’Unione Sovietica ha il miglior portiere del globo e un centravanti di primissimo livello, può qualcosa andare storto? La risposta è sì, perchè sarà proprio una festa a dividere in due tronconi la carriera di Streltsov, lasciando nel mezzo uno spazio vuoto di rimpianti. Alla vigilia...

Viaggio in Giappone, alla scoperta di tesori unici...

Un paese ultra-moderno che custodisce fino in fondo le tradizioni millenarie e le esalta. La tecnologia fa passi sensazionali, ma non entra mai in contrasto con l’anima e la spiritualità di queste terre. Un viaggio in Giappone racconta questo e molto altro. C’è solo l’imbarazzo della scelta quando si decide di partire per il Giappone. Si potrà infatti scegliere di visitare tre perle preziose: la capitale Tokyo che vive di modernità e passato; l’antica capitale imperiale Kyoto, famosa per templi e santuari; Nara, primissima capitale del Paese, che ospita un simbolo conosciutissimo come il Daibutsu, il Grande Buddha alto oltre 16 metri. Perché non provare a scoprire i tesori del Giappone che annovera tra le sue bellezze 13 siti culturali e quattro naturali? Parliamo nel dettaglio del Memoriale della Pace, del santuario scintoista di Itsukushima e di tanti altri posti tutti da visitare almeno una volta nella vita. Il Giappone, occorre ricordare, è anche il luogo per eccellenza della tradizionale cerimonia del tè, dei caratteristici giardini zen e di sorgenti termali. Ma quando partire? Le stagioni migliori sono la primavera, con la fioritura dei ciliegi, e l’autunno: in questi periodi le temperature non scendono mai al di sotto dei 15°C. A giugno inizia l’estate con la stagione delle piogge che dura tre settimane circa. Per chi subisce invece il fascino dell’inverno, sappiate che il Giappone ha un clima secco e soleggiato. La stagione sciistica e il pattinaggio sul ghiaccio sono due aspetti preziosi da non sottovalutare. Proprio così: il Paese del Sol Levante conta circa 600 stazioni sciistiche. Vi segnaliamo infine altre esperienze da non perdere: un’escursione sul Monte Fuji, la più alta montagna del Giappone: la cima si può visitare dal primo luglio a fine agosto e, per cercare ristoro, è possibile fermarsi...

Auto usate, quando la scelta e l’acquisto diventano un ottimo affare...

Cosa cerchiamo quando decidiamo di acquistare un’auto usata? Affidabilità, sicurezza, e sotto sotto, un buon affare. Se le nostre esigenze sono chiare, e conosciamo anche il budget che possiamo utilizzare, si può passare all’azione. Ovvero decidere se acquistare l’auto presso un rivenditore o un privato. Occhi aperti e nessuna fretta. Valutiamo bene  l’auto che magari ci ha subito stregato, cerchiamo di conoscere il suo passato, controlliamo lo stato degli pneumatici, gli ammortizzatori, chiediamo se il veicolo è rimasto coinvolto in qualche incidente. Ma soprattutto, facciamo massima attenzione ai chilometri percorsi che, nella maggior parte dei casi, diventano il perno della trattiva, e non solo. Ebbene sì, questo è un tasto dolente in quanto, ogni giorno, la cronaca ci racconta di spiacevoli sorprese che potremmo avere qualche mese dopo il nostro acquisto. Ed è proprio recente l’ennesima storia che racconta di una truffa, di auto usate con i km truccati. A praticarla, un’autofficina che manometteva i contachilometri. In che modo? Attraverso software piratati di case automobilistiche internazionali e strumentazioni varie. Concediamoci dunque il giusto tempo per scoprire eventuali raggiri, misuriamo tutti gli aspetti prima di prendere la decisione definitiva e fare l’acquisto tanto desiderato che ci assicurerà i vantaggi immaginati. Ancora dubbi? Il marchio Volkswagen rappresenta una buona soluzione. Da sempre icona di affidabilità e sicurezza nel settore automobilistico, ha prodotto negl anni svariati modelli adatti a qualsiasi tipo di esigenza personale o lavorativa. Acquistare un’auto usata Volkswagen è dunque un ottimo affare per chi vuole risparmiare senza rinunciare a elevati standard di qualità. Volkswagen t5 usato, soffermiamoci proprio su questo modello disponibile in varie versioni. A proporre questa vettura usata è tra gli altri l’autosalone multimarche Autohaus Moser, fondato nel 1955, che punta sin dal primo giorno della sua attività alla piena soddisfazione del...

Le 5 serie tv da non perdere su Netflix (+ 1 novità attesissima)!...

Netflix Italia propone ormai da qualche anno un catalogo leggermente ridotto rispetto al fratello maggiore statunitense: questo non significa che manchi la qualità! Prodotti originali o provenienti da altre piattaforme, cartoni animati, commedie, drama e storie fantascientifiche degne del miglior cinema anni ’80… insomma, i titoli distribuiti di alto valore sono davvero tanti, adatti a ogni gusto! Ma quali sono le serie tv da non perdere su Netflix? Vediamone 5! 1 – Better Call Saul: spin-off di quel capolavoro che è stato Breaking Bad (a sua volta interamente caricato all’interno del catalogo Netflix), BCS ha saputo smarcarsi piuttosto in fretta da pericolosi paragoni, facendo perno su una scrittura di altissimo livello e su personaggi credibili e carismatici. La storia è un prequel dedicato a Saul Goodman, avvocato di Walter White, e alla sua vita prima di incrociare sul suo percorso i protagonisti di Breaking Bad: arrivata alla sua terza stagione, e già confermata per una quarta, Better Call Saul è stata acclamata da pubblico e critica. Merita un tentativo! 2 – Narcos: serie originale Netflix, concentra le sue due prime stagioni sul personaggio di Pablo Escobar, descrivendone ascesa e declino, per poi spostarsi sul Cartello di Cali e sulle trasformazioni attraversate dalla Colombia negli anni ’90. Arrivata alla sua terza stagione, è sopravvissuta ad alcuni cambi imponenti dal punto di vista della narrazione e del cast, mantenendo livelli altissimi. Girata un po’ in inglese e un po’ in spagnolo, mescolando realtà e finzione, richiede un minimo di pazienza, soprattutto all’inizio, per poi lasciare spazio a ritmi serrati e sorprese continue. 3 – Stranger Things: un’altra produzione Netflix, ma dai toni decisamente più leggeri e divertenti! Vero e proprio cult degli ultimi due anni, questa serie sci-fi riprende temi tipici del cinema anni ’80 e...

Alitosi, combatterla con rimedi naturali...

Un problema che colpisce diverse persone e che può essere davvero fastidioso, sia per chi ne soffre che per chi sta loro accanto, è l’alitosi. Questa può avere diverse origini, da quelle più banali fino a quelle più serie, e in tali casi costringe un soggetto a sottoporsi ad una visita presso un qualche studio dentistico Roma est o di qualsiasi altra zona o località per cercare di porvi rimedio. In casi rari, invece, può essere indizio di un malessere che colpisce altre parti del corpo. Per alitosi s’intende il cattivo odore emesso dalla bocca al momento della respirazione e che può causare disagio ed imbarazzo nei contatti sociali di coloro che ne soffrono. Le cause possono andare dalla semplice errata igiene orale fino alla presenza di denti cariati o piorrea o, ancora, da problemi digestivi fino a disfunzioni renali o diabete, più raramente. Una soluzione temporanea, nell’attesa di individuare quella definitiva, è fornita da diversi rimedi naturali, che possono combattere l’alito cattivo. Alitosi e collutori naturali Tra i rimedi più antichi vi è quello di preparare dei collutori che possano non solo eliminare il cattivo odore, ma anche rinfrescare e pulire il cavo orale. Per realizzarli si utilizzano generalmente diversi oli essenziali. Il bergamotto riesce ad unire un’azione disinfettante ad una piacevole sensazione rinfrescante per la bocca. Basta mettere cinque gocce di bergamotto in una tazza d’acqua tiepida ed effettuare degli sciacqui, almeno due volte al giorno. Pure la salvia, presente in numerose paste dentifrice, può fornire un ottimo rimedio per diverse problematiche, tra cui anche l’alitosi. Si possono far cadere cinque gocce di olio essenziale di questa pianta in un bicchiere d’acqua e fare degli sciacqui con tale preparato, da ripetere anche più volte al giorno. Medesimi effetti si riesce ad ottenere...

Rifiuti particolari, ecco dove buttarli...

La raccolta differenziata è ormai una realtà e un’abitudine consolidata nel nostro Paese, dalle grandi metropoli fino ai piccoli borghi, anche grazie al supporto di aziende municipalizzate o società private impegnate nella raccolta e gestione rifiuti Roma o di qualsiasi altra località, come ad esempio può essere Nova Ecologica nella Capitale. Una sinergia tra Comuni, aziende e cittadini che quindi sta facendo superare l’annoso problema italiano dei rifiuti e del loro smaltimento. Durante la raccolta differenziata, è capitato a tutti, nonostante guide o brochures specifiche, di avere dei dubbi riguardo al contenitore dove vanno buttate alcune tipologie di rifiuti. Magari di quelli che non si producono spesso o particolari, anche per il materiale di cui sono fatti. Cerchiamo di individuare questo genere di particolarità che possono far sorgere dubbi, indicando la loro eventuale collocazione, evitando così errori nella loro raccolta. Dai peli di animali ai blister Per coloro che posseggono degli amici a quattro zampe i peli possono essere davvero un problema, anche per quanto riguarda il loro smaltimento. Tuttavia, questi, così come i capelli che troviamo sul cuscino o nel lavandino, vanno buttati generalmente nel contenitore dell’umido, in quanto biodegradabili. Comunque, vi sono anche dei Comuni che indicano di metterli in quello dell’indifferenziata. Perciò, si consiglia di verificare le istruzioni di ciascuna amministrazione locale. Le persone, poi, tendono spesso ad utilizzare confezioni che racchiudono pillole o medicinali, chiamati blister. Questi da un lato sono fatti in materiale plastico, dall’altro sono in alluminio. Di conseguenza, possono sorgere dubbi legittimi sulla loro destinazione finale, una volta vuoti. In effetti, essi vanno buttati nel contenitore della plastica. Se, però, i medicinali sono solo scaduti, ma ancora integri, vanno inseriti in appositi bidoni posti nei pressi delle farmacie. Dai contenitori di polistirolo a quelli di cartone per alimenti o...

Jonestown e fanatismo: la fine del Tempio del Popolo...

“Jonestown” è il nome con cui veniva generalmente chiamato il Progetto Agricolo del Tempio del Popolo, una comunità fondata da Jim Jones nella Guyana nordoccidentale. Quello del Tempio del Popolo era un movimento di volontariato che univa elementi religiosi a elementi politici di stampo socialista: fondato ufficialmente nel 1955 in Indiana, si era trasferito prima in California (nel 1965) e poi, con il crescere degli adepti e delle accuse di promiscuità e attività politica segreta, in Sudamerica. In realtà, almeno nella sua premessa, l’idea di Jones era un’idea positiva e innovativa, decisamente “avanti” per l’epoca: si trattava di una comunità unita, dove non c’era razzismo e dove, forse per la prima volta in quegli anni così difficili e controversi, si tentava una seria integrazione razziale, promuovendo la tolleranza e la fratellanza. Lo stesso Jones aveva adottato con la moglie bimbi di diverse origini ed etnie, creando una famiglia allargata davvero esemplare. Con l’andare del tempo, però, il progetto si era evoluto seguendo una strada imprevista, includendo toni apocalittici, metodi di lavaggio del cervello e mobilitazione permanente: ben presto, gli abitanti di Jonestown iniziarono a vedere il resto del mondo come il nemico e iniziarono a considerare la propria comunità con una sorta di paradiso terrestre. I livelli di fanatismo crebbero esponenzialmente in tempi brevissimi e lo stesso Jim Jones cominciò a raccogliere attorno a sé la sua nuova società: allontanarsi era impossibile, andarsene significava disertare, quindi tradire. Le famiglie di alcuni adepti chiesero aiuto al Congresso degli Stati Uniti che, dopo ripetute segnalazioni, decise di intervenire con una inchiesta ufficiale: fra il 17 e il 18 novembre del 1978, il deputato Leo Ryan si recò a Jonestown con una troupe di giornalisti NBC e cominciò a fare domande ai membri della comunità. Se dopo...

Pennywise: la creatura più spaventosa di Stephen King!...

Pennywise, il clown danzante, è uno dei pagliacci più famosi della storia del cinema e della letteratura: prima fra le pagine del romanzo di Stephen King, poi nell’interpretazione di Tim Curry sul piccolo schermo, ha saputo rappresentare la paura più assoluta, il puro terrore. Lo sguardo a tratti vitreo, le espressioni sprezzanti, il tragico contrasto fra la crudezza delle immagini e l’allegria della musica da circo che l’accompagna in ogni istante… un solo personaggio è stato in grado di tormentare i sonni di grandi e piccoli per anni, diventando una vera e propria icona. Ma Pennywise non è IT: è solo una delle sue tante manifestazioni. Perché? Perché IT rappresenta tutte le paure: si trasforma, cambia essenza, modifica il suo aspetto e si adatta di continuo. Un vampiro, un licantropo, dei fantasmi, persino una mummia… Quale immagine può racchiudere tutte le precedenti, conservando lo stesso tipo di inquietante terrore? King scelse il clown. In effetti, i pagliacci sono, da sempre, piuttosto controversi: complice il trucco esagerato, le smorfie e i numeri che prevedono – spesso – cadute rovinose, litigate e finta violenza, i clown non sono mai fra i preferiti dei bambini. Se poi si torna con la memoria ai circhi più antichi e ai “freaks” (donna barbuta, donna cannone, gemelle siamesi ecc…), è ancora più facile capire perché un certo tipo di spettacolo metta irrimediabilmente a disagio il pubblico, anche oggi. Ne sa qualcosa Tim Curry: chiamato a interpretare Pennywise per la miniserie tv del 1990, l’attore si trovò improvvisamente sommerso dal trucco, costretto a rimanere in costume per ore e ore. Certo, la quantità di make up venne progressivamente ridotta (la sua incredibile espressività bastava a avanzava per ottenere l’effetto desiderato), ma difficilmente il resto del cast trascorreva del tempo con lui:...

I parallelismi di Game of Thrones: i migliori rimandi nel corso delle stagioni...

Game of Thrones è, in questi giorni, alla ribalta: ha occupato praticamente tutti i social, le testate online, i siti, i canali televisivi… tutti ne parlano, tutti vogliono saperne di più, tutti hanno almeno una teoria. Persino chi non guarda la serie si sente coinvolto, in un gioco di meme e contro meme che dividono in due schieramenti chi è appassionato e chi non capisce cosa stia succedendo: è innegabile che questa serie abbia cambiato per sempre le carte in tavola, rivoluzionando la televisione. Una delle cose più apprezzate fin dall’inizio è stata sicuramente la capacità di creare legami, richiami, rimandi, ricollegando le stagioni fra loro, gli episodi, i personaggi, anche costruendo tantissimi momenti “lacrimuccia”. I parallelismi di Game of Thrones sono innumerevoli, ma ecco 10 fra i migliori! 1 – Mance Rayder e Jon Snow: due re, in due momenti diversi. Forti e rispettati, seguiti e aiutati, lasciati – però – soli ad affrontare altri personaggi dotati di potere: Mance Rayder affronta Jon quando è ancora alla Barriera, Jon incontra Daenerys per tentare di ottenere un’alleanza, necessaria per sconfiggere i White Walkers. I due hanno motivazioni diverse, ma sono accomunati dalla stessa caratteristica: l’orgoglio. Nessuno dei due vuole inginocchiarsi, nessuno dei due vuole tradire il proprio popolo, ma entrambi sono messi di fronte allo stesso dilemma: l’orgoglio vale la vita degli amici e delle persone che credono in loro? Il primo non ha ceduto, il secondo – forse – si. 2 – Ned Stark e Jon Snow contro Ditocorto: le mani al collo e una bella minaccia. Ditocorto sembra suscitare le stesse emozioni contrastanti negli uomini di casa Stark: Ned e Jon, in particolare, hanno utilizzato lo stesso identico metodo per cercare di mettere un freno al personaggio più viscido della serie tv!...