Eclissi solare: miti e leggende sul Sole Nero...

Una nuova meravigliosa eclissi solare ha attraversato i cieli americani nella giornata del 21 agosto 2017: nel giro di poche ore, tutti i principali social sono stati invasi da tantissime foto e video, oltre a meme e immagini simpatiche dedicate al passaggio della Luna davanti al Sole. Un passaggio che, come sempre, ha generato interessanti giochi di luce e ha proiettato strane ombre sulla Terra. Accolta con stupore e felicità, l’eclissi solare non ha sempre goduto di questo successo: per moltissimi anni, in tantissime culture, questo fenomeno così particolare ha scatenato ansia, paura e timore, alimentando la superstizione. Ancora oggi, diverse popolazioni guardano con sospetto a questa transizione, facendo affidamento su vecchie leggende e miti duri a morire. Vediamone qualcuno! Nella mitologià indù, l’eclissi solare sarebbe causata dal passaggio davanti al Sole della testa del demone Rahu, decapitato dalla divinità Vishnu. La stella verrebbe, quindi, momentaneamente inghiottita, per poi tornare a essere visibile dalla Terra, con grande sollievo degli uomini. Alcuni miti indiani, invece, sostengono che l’eclissi sarebbe dovuta alla presenza – nel cielo – di un drago: per aiutare il Sole e la Luna a combattere questo nemico, è necessario immergersi in un fiume fino alle ginocchia. E il cibo? Leggende indiane sostengono che le pietanze cucinate durante un’eclissi sarebbero velenose: per sicurezza, è meglio non mangiare nulla e gettare quanto è stato cucinato. Nella mitologia greca, l’eclissi solare è sempre interpretata come un segnale negativo. L’oscuramento del Sole era causato dall’ira delle divinità e preludeva a grandi disgrazie: lo stesso termine eclissi deriva dal greco “ekleipsis” che significa, appunto, “nascondersi”. In Africa, in particolare fra Benin e Togo, si ritiene che l’eclissi solare sarebbe causata da una lotta fra Sole e Luna. L’unico modo per fermare questo combattimento è intervenire dalla Terra...

10 curiosità sui film di Hollywood!...

Il mondo del cinema è ricco di grandi sorprese: attori che improvvisano, incidenti che diventano parte integrante del film, battute pronunciate a caso che poi diventano cult, pellicole a bassissimo costo che poi fanno il botto a livello commerciale e, al contrario, grandi produzioni che cadono nel nulla… nessuna produzione riesce a completare i lavori con il 100% di tranquillità! Ecco, quindi, 10 curiosità sui film di Hollywood! 1 – La maschera utilizzata nella saga horror di Halloween, quella – per capirci – indossata dall’assassino Michael Myers, non è una faccia bianca, ma una riproduzione del viso dell’attore William Shatner, cioè il Capitano Kirk di Star Trek! 2 – Le riprese del film Alien devono essere state davvero divertenti: basti pensare che, subito prima della famosa scena in cui l’alieno “uccide” il personaggio interpretato da John Hurt (quindi la primissima apparizione dell’antagonista principale della pellicola), nessuno aveva la più pallida idea di cosa stesse per accadere! Possiamo solo immaginare lo shock! 3 – Il ruolo di Jack Torrance, protagonista di Shining, doveva inizialmente andare a Robert De Niro. Il regista Stanley Kubrick, però, lo riteneva un po’ troppo psicopatico e troppo simile al suo personaggio di Taxi Driver, quindi spinse per passare la parte a Jack Nicholson. 4 – Il film horror “Scream” si sarebbe dovuto chiamare “Scary Movie”: anni dopo, il titolo andò alla serie di commedie demenziali che prendono di mira proprio i cliché del genere! 5 – In Jurassic Park, l’iconico verso del brontosauro venne creato mixando i versi di balene e asini! 6 – L’intero girato di 2011: Odissea nello Spazio è lungo 200 volte la durata complessiva del film uscito nelle sale. 7 – Dopo l’uscita di Top Gun, cult anni ’90 con un giovanissimo Tom Cruise, gli arruolamenti...

Esplorazione spaziale: verso l’ignoto...

Pianeti e stelle sono, da sempre, protagonisti di osservazioni, teorie, poesie, canzoni, opere d’arte: aztechi, cinesi, indiani, arabi, antichi greci… tutte le popolazioni, fin dagli arbori della civiltà, hanno passato notti col naso all’insù, cercando di capire la natura di ciò che ci circonda. L’astronomia moderna, però, non inizia fino all’invenzione del telescopio, nel ‘600: con quel “semplice” strumento, Galileo vede le macchie solari, le irregolarità della superficie lunare, i satelliti di Giove… intuisce che c’è molto più di quanto l’occhio, da solo, riesca a percepire. L’esplorazione spaziale si basa proprio su questa convinzione. I primi voli orbitali La conoscenza diretta dello spazio inizia nel ’57, con il lancio in orbita dello Sputnik 1 da parte dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno, il programma spaziale russo prevede l’impiego di animali: cani (Laika rimane la più famosa), ma anche conigli, topi e mosche vengono lanciati e fatti rientrare, con la speranza di poter creare le condizioni ideali per l’invio di esseri umani. L’esplorazione umana inizia, in effetti, solo quattro anni dopo: – il 12 aprile del 1961, Jurj Gagarin è il primo cosmonauta ed entrare in orbita – il 16 giugno del 1963 lo segue la prima donna, Valentina Vladimirovna Tereskova – il 18 marzo del 1965, Aleksej Archipovic Leonov porta a termina la prima EVA, cioè la prima attività extraveicolare, uscendo dal suo Voschod 2. Sono gli Stati Uniti, però, a mettere a segno il colpo migliore: il 20 luglio del 1969, fra l’eccitazione e la tensione generale, Armstrong, Aldrin e Collins riescono nel primo allunaggio della storia umana, poggiando i piedi sulla superficie del nostro satellite. Dal ’69 al ’72, altri dieci astronauti seguirono le loro stesse orme! L’esplorazione spaziale del Sistema Solare La Luna non è l’unico oggetto d’interesse dei programmi spaziali internazionali:...

Il Demon Murder Trial: il processo ad Arne Johnson...

Il Demon Murder Trial è uno dei processi americani più famosi degli anni ’80, non tanto per la particolare efferatezza o per le generalità dei protagonisti, ma per l’originale linea di difesa scelta da uno degli avvocati nelle prime battute del processo: il reo confesso Arne Johnson, giovane ragazzo originario del Connecticut, aveva – sì – ucciso il suo padrone di casa, Alan Bono, ma lo aveva fatto perché posseduto da un demone. La storia Tutto inizia nel luglio del 1980: Arne sta aiutando la famiglia della sua fidanzata, Debbie, a traslocare. Tutti, anche David, il fratellino della ragazza, stanno dando una mano, pulendo le stanze e preparando gli spazi per l’arrivo di mobili e valigie. A un certo punto, però, David torna correndo dal piano di sopra, raccontando di aver visto un uomo anziano vestito di nero: l’uomo lo ha spintonato e gli ha detto di andare via, perché rimanere lì significa attirare sulla famiglia qualcosa di molto brutto. Nessuno sembra credergli. Forse il piccolo David sta patendo il trasferimento, forse è solo una fase della crescita… Arne e Debbie, però, sentono rumori strani provenire dal piano di sopra e, in effetti, non si sentono troppo tranquilli. Le cose peggiorano quando David torna a casa: il ragazzo si comporta in modo strano, digrigna i denti, si contorce, aggiunge dettagli alla sua storia, raccontando che l’uomo era un uomo, ma ogni tanto sembrava un animale, aveva le corna e parlava latino. La madre di David si spaventa, comincia a sentire strane vibrazioni anche a casa sua e contatta la vicina chiesa per un aiuto: l’esorcismo deciso dal prete, però, sembra peggiorare le cose. È a questo punto che i genitori di David decidono di chiamare Edward e Lorraine Warren, esperti di paranormale diventati famosissimi...

La Piccola Bastarda: che fine ha fatto la Porsche di James Dean?...

James Dean, morto a soli 24 anni nel 1955, è ancora oggi un’icona: di stile, sicuramente (anche grazie a lui, jeans e maglietta bianca spopolano indisturbati da oltre mezzo secolo), ma anche di “attitudine”. Con la sua faccia bellissima e squadrata, il suo sguardo a tratti trasognato, il suo indiscusso talento, le sue foto private che rivelano un animo profondo, le intense passioni per tutto ciò che è arte e la sua affascinantissima vena ribelle, è ancora oggi – per tanti – un modello da imitare, raggiungere, superare. Parte del suo essere ribelle si esprimeva anche con le auto: le sue preferite, le Porsche, lo accompagnarono per tantissimi anni e una di loro, la Piccola Bastarda, ne segnò anche la fine. Ma chi era la Piccola Bastarda? Era una meravigliosa Porsche 550 Spyder color argento, lunga, lunghissima, senza tettuccio: praticamente un missile, sia per linee che per velocità (220 Km/h con un passaggio da 0 a 100 in 10 secondi. Nel 1955…). Dean l’acquistò nel ’55, abbandonando la precedente 356 bianca: nemmeno il tempo di staccare l’assegno che l’auto finì a George Barris, famoso per aver progettato e prodotto alcune delle auto cinematografiche più famose di sempre (la macchina dei Flinstones, la Batmobile, il Generale Lee…). Barris gliela modificò, la rese ancora più aggressiva, perfetta per quelle gare su strada che la Warner Bros. aveva espressamente vietato a Dean, almeno durante le riprese. Dopo le modifiche, Barris gliela riconsegnò, manifestando un brutto presentimento: la Piccola Bastarda, soprannome scelto direttamente dall’attore, l’avrebbe fatto finire male. Il 30 settembre del ’55, la profezia si avverò. Mentre si trovava in auto, sulla sua Little Bastard, in compagnia di un amico, un’auto proveniente dalla direzione opposta non rispettò una precedenza, prendendoli in pieno: sulla Statale 46, in direzione...

The Black List: spazio agli scrittori...

The Black List è un progetto dal nome oscuro e un po’ inquietante, ma dai risultati incredibili: nasce nel 2005 per opera di Franklin Leonard, un executive della grande industria cinematografica hollywoodiana che decide di iniziare una ricerca fra gli addetti ai lavori, chiedendo ai suoi colleghi di votare tutte quelle sceneggiature che non ce l’avevano fatta a diventare film veri e propri. Pellicole di ogni genere, lasciate a metà per mancanza di un produttore o per l’assenza di un regista… script belli, bellissimi, ma purtroppo abbandonati: l’idea era quella di rimettere sotto i riflettori l’importanza di una buona storia, dando slancio al settore degli scrittori. Nel 2005 a votare erano meno di 100, oggi sono quasi 500: executive di piccoli studi e professionisti delle major che leggono le sceneggiature (di solito, del genere di loro competenza) e danno un voto che va da 1 a 10. The Black List raccoglie i risultati, li somma e restituisce una sorta di scaletta annuale, che indica i preferiti: delle oltre 1000 pellicole recensite e votate negli ultimi 12 anni, quasi un terzo è stato poi effettivamente prodotto. Oltre 300 pellicole in totale, capaci di raccogliere oltre 25 miliardi di dollari nel mondo e più di 260 nomination all’Oscar: ne hanno vinti 48, compresi Miglior Film e Miglior Sceneggiatura. I casi più eclatanti comprendono Il Discorso del Re, Argo, Il Caso Spotlight e The Imitation Game (il più votato di sempre), ma ogni anno questa particolare ricerca mette in luce titoli davvero incredibili. Qualche esempio? Nel 2005, in lista finirono Blood Diamond, Juno, Little Miss Sunshine, The Prestige, Nebraska e Zodiac (oltre ai vari X-Men e Fast and Furious); nel 2006, Quel treno per Yuma, In Bruges, Changeling, Frost/Nixon, Scott Pilgrim Vs. The World, Sette Anime; nel...

Anna Anderson: la donna che voleva essere la Granduchessa Anastasia...

La fine dei Romanov è stata raccontata, con diverse versioni, fin dal 1918: le testimonianze dei soldati coinvolti dicono che, nella notte fra il 16 e il 17 luglio di quell’anno, ben sette membri della famiglia imperiale – e almeno quattro persone di servizio – vennero assassinati a colpi di pistola, baionetta e calcio di fucile; la propaganda alimentò, invece, per anni la storia secondo la quale l’unico ad essere stato assassinato sarebbe stato lo Zar Nicola II, mentre moglie e figli sarebbero stati risparmiati. Il ritrovamento di alcuni corpi fra gli inizi degli anni ’90 e il 2007, ha confermato alla fine la storia dei militari: lo Zar Nicola II, la Zarina Aleksandra e i figli Aleksej, Ol’ga, Marija, Tat’jana e Anastasija sono stati uccisi, con determinazione e ferocia (l’episodio dei gioielli cuciti nei vestiti che deviano le pallottole e costringono gli assassini ad usare armi bianche è, ormai, notissimo). Sette dei venti membri della casata imperiale a venire eliminati nel giro di due anni: complessivamente, 1/3 dei membri adulti della dinastia. Due anni dopo, però, succede qualcosa: a Berlino, una donna polacca viene ritrovata in un fiume dopo un tentativo di suicidio. Confusa, non parla, non rivela il suo nome e viene internata in un ospedale psichiatrico, dove rimane lungo tempo in totale silenzio. Un giorno, su un giornale, vede una foto della famiglia imperiale e, cogliendo tutti alla sprovvista, afferma di essere la granduchessa Anastasia: la voce si diffonde alla velocità della luce… in fondo, tantissimi credevano che i figli dello Zar fossero ancora vivi! La dichiarazione arriva anche alle orecchie della Baronessa Buxhoevden, che – incuriosita – decide di andare a trovare la giovane: senza esitazione, la dama nega che la donna sia Tatiana. Ma la ragazza, troppo bassa, non...

Curiosità da viaggio e consigli per turisti!...

Si sa, viaggiare regala esperienze uniche: che si tratti di pochi giorni con uno zaino in spalla o di settimane spese fra le tappe di un percorso organizzato al secondo, scoprire posti nuovi e nuove culture ci trasforma totalmente. La figuraccia, però, è dietro l’angolo! Quante volte siete finiti in una città sconosciuta e vi è stato consigliato di evitare determinati comportamenti? Ecco, quindi, alcune curiosità da viaggio, utili per i turisti incalliti! “Piacere, mi chiamo…” Come ci si saluta negli altri paesi? La classica stretta di mano va bene proprio ovunque? A quanto pare no! –       In Nuova Zelanda, il saluto tradizionale Maori prevede di avvicinare il viso e far toccare il proprio naso e la fronte e il naso e la fronte del destinatario. Un gesto di rispetto, con il quale si condivide il “respiro vitale”, cioè l’anima. –       In Giappone, vige il famosissimo “rei”, cioè l’inchino. Non tutti sanno, però, che esistono tre tipi di inchino: l’eshaku, di 15°, è il più informale; il keirei, di 30°, è riservato a chi ci precede nella gerarchia (come il datore di lavoro); il saikeirei, di 45°, è riservato a personalità molto particolari (come l’imperatore) o ad una richiesta di scuse. –       Nelle Filippine c’è il Mano Po, diretto alle persone più anziane: dopo aver chiesto il permesso, di avvicina la fronte al dorso della mano del destinatario. –       In India si può venire accolti dal Namastè, accompagnato dalle mani congiunte e un leggero inchino. Significa: “Lo spirito che è in me riconosce lo spirito che è in te”. –       In Thailandia c’è il “Wai”, un saluto fatto a mani congiunte all’altezza del petto, del mento o della fronte. –       In Tibet si mostra brevemente la lingua per dimostrare di non essere l’incarnazione di...

Febbre da remake: film che si potrebbero evitare...

Da diversi anni a questa parte, al cinema è dilagata la febbre da remake: non una novità, se si considera che molti campioni d’incassi (Scarface, per dirne uno) derivano da opere precedenti, ma è innegabile che la cosa stia oggi sfuggendo un po’ di mano. Ok, qualche remake ha avuto successo – il genere horror, per esempio, ne ha ampiamente giovato – ma questo non significa dover dirottare tutte le produzioni verso questo ambito rischiosissimo: avete presente il remake di Psyco, no? Sembra quasi che remake (e reboot, e sequel, e prequel) siano diventati una mania: Ghostbusters al femminile – carino, ma evitabilissimo – l’ennesimo Assassinio sull’Orient Express (anche se il cast è da urlo e le prime foto ufficiali fanno ben sperare), Ocean’s Eleven, sempre al femminile, un nuovo Blade Runner, l’infinita saga di Star Wars, con svariati spin off in lavorazione… Ovvio, meglio non fare di tutta l’erba un fascio: alcuni progetti sembrano notevoli. Il trailer del nuovo IT, per esempio, è arrivato a bomba meno di un mese fa e ha convinto anche i più scettici. Però, c’è un però: possibile che non si trovino spazio e fondi per screenplay completamente originali? Possibile che ciclicamente si debba ritornare ai titoli di maggiore successo per giocare sul sicuro? Possibile che non esistano più pellicole intoccabili, da lasciare da sole nella loro perfezione? Possibile che un buon film (così come una buona serie tv) sia al 95% destinato a diventare il primo capitolo di una storia infinita, fatta di 2, 3, 4, reboot, spin off e prequel? Ecco, se questa lotta alla febbre da remake vi sembra esagerata, di seguito troverete un lunghissima lista di film attualmente presi in considerazione per un make over: forse, alla fine, sarete d’accordo anche voi! – Ace...

Marilyn Monroe: diva senza tempo...

Vorrei essere felice. Ma chi lo è? (Marilyn Monroe)  Di Marilyn Monroe si è detto tutto e il contrario di tutto. Nata l’1 giugno del 1926 (fra meno di un mese ricorrerà il suo 91° compleanno), Norma Jean Mortenson – o Baker, secondo il certificato di battesimo – ebbe un’infanzia difficile, costellata dall’assenza di una figura paterna, l’allontanamento dalla madre e l’affido a più di dieci diverse famiglie: si sposa la prima volta ancora giovanissima e cerca da subito di sfondare, prima come modella e poi come attrice. La fama arriva alla fine degli anni ’40, portandole un difficile carico di tristezza e incertezza: Norma Jean e Marilyn diventano due persone diverse, accomunate solo da una grande fragilità. La morte, forse un suicidio, arriva il 5 agosto del 1962 e la consegna alla storia: ancora oggi, a decenni dalla scomparsa, la Monroe è considerata un’icona senza paragoni. Ma siete sicuri di sapere tutto su di lei? Ecco alcune curiosità che la riguardano: forse, dopo la lettura, comincerete a vedere questa meravigliosa attrice sotto una luce diversa! – Radio Plane: questo è il nome della fabbrica in cui Norma Jean e il primo marito lavorano durante la seconda guerra mondiale. La futura stella di Hollywood piega i paracadute e dipinge le fusoliere: un giorno, però, arriva in azienda il fotografo David Conover, che, notata la sua incredibile bellezza, le chiede di scattare una foto e si fa dare anche la licenza per utilizzare l’immagine. La foto fa il giro degli Stati Uniti e Norma Jean viene eletta Miss Lanciafiamme: la strada del cinema si aprì inaspettatamente. – Marilyn Monroe: non è chiaro da dove sia saltato fuori il suo nome d’arte. C’è chi dice abbia preso spunto dal nome proprio della moglie di Arthur Miller,...

Moda Adidas: quali modelli sono intramontabili?...

Moda, croce e delizia di grandi e piccini! Siamo sempre più sottoposti ad immagini e figure di copertina che a volte non rispecchiano la realtà delle cose, ma quanto ci piace alla fine la moda? Siamo irresistibilmente attratti dalle immagini patinate delle riviste, dalle star del cinema e dalle collezioni che gli stilisti reinventano ogni anno e che, dopo le passerelle, raggiungono anche i negozi più comuni. Che si tratti di neonati, adolescenti o adulti ormai quasi tutti siamo influenzati dalle mode del momento. Fantasie particolari, giochi di volumi su gonne, pantaloni e capi spalla, abbinamenti vistosi e dall’estro stravagante sono tutti dettagli che, sulle passerelle a volte ci sembrano anche eccessivi ma che, riproposti in maniera più semplice nei negozi alla portata di tutti danno un tocco stiloso e particolare ad ogni outfit. Ma si può fare lo stesso discorso per le scarpe? Anche quella delle calzature, soprattutto quando si parla di haute couture, è una moda decisamente vistosa e fantasiosa che spesso però non ha la stessa risonanza nei megastore e nei negozi più abbordabili. Soprattutto quando si parla di scarpe da ginnastica, la moda è spesso più accessibile alle tasche di molte persone.La scarpa da ginnastica, ormai sdoganata come accessorio moda abbinata anche a mise eleganti, professionali o formali, è un dettaglio molto amato da qualsiasi età e da qualsiasi sesso. Declinate in collezioni prettamente maschili o femminili, sono moltissime le proposte unisex dei grandi marchi che riescono ad accontentare un numero sempre più grande di consumatori. Basti pensare alle ormai intramontabili Adidas Superstar Vintage! Nate negli anni ’70 come scarpe da basket e consacrate negli anni ’80 dai rapper statunitensi, godono oggi di fama mondiale e di un successo strepitoso grazie alla loro forma, alla loro versatilità e l’inconfondibile punta...

10 divi della vecchia Hollywood: carisma, fascino e talento da vendere!...

Quando si pensa alla vecchia Hollywood, vengono subito in mente alcuni nomi iconici, attori e attrici che hanno fatto la storia non solo per il loro talento, ma anche per l’incredibile fascino ed un innegabile carisma. Oggi partiamo dagli attori più cool che siano mai esistiti: ecco 10 divi della vecchia Hollywood! – Humphrey Bogart (1899 – 1957): uno dei volti più riconoscibili di sempre, talmente unico nel suo genere da diventare metro di paragone per chiunque abbia tentato la strada della recitazione dopo di lui. Parlando di Bogart, Hemingway disse: “Il volto d’uomo più interessante che abbia mai conosciuto”. E, in effetti, così veniva percepito anche dal pubblico: affascinante, misterioso, carismatico, sempre impegnato in ruoli da uomo imperfetto, fragile, eppure mosso da valori solidi, come la lealtà e la generosità. Una parte del suo successo arrivò, forse, anche dal suo matrimonio – glamour e invidiatissimo – con la divina Lauren Bacall. – Frank Sinatra (1915 – 1998): The Voice in Italia, Swoonatra nel resto del mondo (“swoon”, cioè “svenire”… proprio l’effetto che il cantante faceva sulle sue fan!). Bellissimo, carismatico, talentuoso, affascinante, divertente e anche, a tratti, scandaloso: Sinatra incise in vita circa 2200 canzoni, per un totale di oltre 60 album. Praticamente nessun’altro ha raggiunto questi numeri, lasciando “Old Blue Eyes” da solo, sulla vetta, ammirato da tutti gli altri (Michael Jackson compreso). Non solo un cantante, però: partecipò anche a 53 film, imponendosi per i suoi tanti talenti! – Dean Martin (1917 – 1995): si fece conoscere in coppia con Jerry Lewis, recitando il ruolo di quello calmo, cool, affascinante, tranquillo, misurato ed elegante. Fortunato con le donne, ma mai esagerato o antipatico. Ebbe tantissimo successo anche da solo, non solo come cantante, ma anche come attore: Elvis (ELVIS!!) lo definì...

Le pagine più strane di Wikipedia!...

Wikipedia è in continua crescita: i contenuti si moltiplicano, le pagine aumentano e letteralmente chiunque può pubblicare o modificare approfondimenti di vario genere. Alcune pagine sono un esempio di collaborazione positiva e competenza, altre, invece, si distinguono per altri motivi: ecco le pagine più strane dell’enciclopedia online più famosa al mondo! – Joyce Vincent: nella versione inglese di Wikipedia, un’intera pagina è dedicata allo strano caso di questa giovane ragazza inglese, ritrovata morta – seduta di fronte al televisore acceso – ben tre anni dopo il decesso. Prima della morte, Joyce si era progressivamente allontanata da amici e parenti, lasciando anche il lavoro: forse per questo, nessuno ha pensato che fosse successo qualcosa di così terribile… inquietante! – Hinterkaifeck: una piccola fattoria poco distante da Monaco di Baviera, teatro di un crimine orribile. La sera del 31 marzo 1922, i sei abitanti – il proprietario Andreas Gruber, la moglie Cazilia, la figlia Viktoria Gabriel, i nipoti Cazilia e Josef e la cameriera di famiglia Maria – vennero uccisi a colpi di piccone: il caso è ancora oggi irrisolto. Pochi giorni prima del terribile assassinio, Gruber aveva trovato impronte strane nella neve e aveva sentito dei passi in soffitta: inspiegabilmente, le chiavi dello scrittoio erano sparite e la porta della fattoria era stata forzata. L’indagine non arrivò mai ad un colpevole, ma accertò che – dopo l’omicidio – il killer aveva trascorso almeno due giorni nella fattoria, prendendosi anche cura del bestiame… – Sindrome di Cotard: in cosa consiste? In un delirio di negazione cronico a causa del quale ci si convince di essere morti, di aver perso tutti gli organi oppure tutto il sangue. Viene anche chiamata “Sindrome del cadavere che cammina”. – Caso Taman Shud: nel 1948, sulle spiagge australiane nei pressi di...

Nerdwriter1: un canale Youtube per appassionati di cultura...

Nerdwriter1 è un canale Youtube davvero sorprendente: gestito da Evan Puschar, che ha studiato “film production” all’Università di Boston, si arricchisce ogni mercoledì di un nuovo video, realizzato con cura e cognizione di causa. Ogni video – dai 5 ai 10 minuti circa – tratta di una particolare tematica: si va dalla politica alla filosofia, passando per la morale e la società, la psicologia, l’economia e la scienza. Ogni argomento viene presentato con chiarezza, spiegando un punto di vista mai aggressivo e sempre aperto ad altre interpretazioni. Particolarmente interessanti sono i video che Puschar dedica a film e canzoni, sviscerandone significato e stile, punti di forza e punti deboli: ecco perché un determinato artista fa le cose in un certo modo, perché un genere cinematografico si presta a determinate sperimentazioni, perché un attore è bravo in quello che fa… A questo proposito, all’interno del canale Nerdwriter1 è stata iniziata anche una serie specifica, chiamata “Understanding Art”: i video di questo gruppo raccontano con semplicità la bellezza e l’unicità di film, poesie, quadri e ogni forma d’espressione artistica. Un esempio dei video che potete trovare su Nerdwriter1? Jack Nicholson: l’arte della rabbia; Arrival: una risposta ai film brutti; L’epidemia dei film passabili; Akira: come animare la luce; Westworld: cosa rende Anthony Hopkins fantastico; Inside Out: la teoria delle emozioni prende vita; In the Mood for Love: le inquadrature nelle inquadrature… Ogni tema viene sviluppato con delicatezza ed accostato in modo interessante a spunti scientifici, filosofici o sociali. Cliccate subito su Nerdwriter1 e scoprite un canale Youtube...

Salvador Dalí: “Il surrealismo sono io”...

Salvador Dalí non ha mai messo d’accordo tutti: nella sua vita – complici le scelte al limite, la stravaganza, le opinioni estreme – ha spesso collezionato critiche e aspre opposizioni, imparando da subito a gestire un’incredibile fama. Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto: appoggiava Franco, non condannava il fascismo, ma non era antisemita; amava la madre e mal sopportava il padre; era pazzo, a tratti delirante, ma era anche un genio; amava se stesso, ma accettava senza opposizioni l’autorevolezza della moglie. George Orwell ebbe occasioni di commentare con durezza le scelte dell’artista spagnolo, dicendo: “Bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalí è contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non esclude l’altra né, in alcun modo, la influenza.” Probabilmente, non sapremo mai chi fosse il vero Salvador Dalí: alcune curiosità, però, ci aiuteranno a comprenderne gli aspetti superficiali. – Dalí nasce a Figueres, in Catalogna, l’11 maggio del 1904 e sempre qui muore 84 anni dopo, il 23 gennaio del 1989: dopo una vita trascorsa a viaggiare per la Spagna, la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, l’artista ha scelto di ritornare nella sua città natale, dove è stato anche sepolto. – Come Vincent Van Gogh, anche Salvador Dalí porta il nome del fratello maggiore, morto prematuramente nel 1903: col tempo, anche a causa dei genitori, l’artista si convinse di esserne la reincarnazione. Disse: “Era la prima versione di me”. – Ossessionato dal cibo, a sei anni voleva diventare un cuoco. Optò, poi, per la pittura, ma non abbandonò mai questa passione, pubblicando anche un libro di ricette (in 400 copie) nel 1973. – Frequentò una scuola d’arte, ma non si diplomò mai: arrivato agli esami finali, si rifiutò di farsi giudicare da docenti...