MOVEMBER: COME I BAFFI POSSONO SALVARE VITE!...

Novembre, diventato nel tempo il mese della salute maschile (così come Ottobre vede numerosissime iniziative dedicate alla salute femminile), prevede sempre più numerosi eventi  utili ad accrescere la consapevolezza dei rischi legati ad alcune patologie e a sottolineare la necessità di una accurata prevenzione. Fra le tante organizzazioni impegnate in questa lotta, la Movember Foundation è, forse, una delle più note. Nata nel 2003 in Australia da un gruppo di amici impressionati dal successo ottenuto da alcune campagne giocose dedicate al cancro al seno, la fondazione è diventata vero e proprio ente nel 2004, prendendo il nome dall’unione di Mo (slang australiano per “baffi”) e November. Cosa propongono i Mo Bros? Semplice: di “cambiare la faccia” della salute maschile! E per farlo, quale metodo migliore che cambiare letteralmente il proprio volto, facendo crescere un bel paio di baffi per tutto il mese di novembre? Il “gioco” (che poi tanto gioco non è) è davvero facile: innanzitutto, si clicca su www.movember.com e ci si iscrive. Una volta diventato “fratello baffuto”, ogni utente parte con la sfida, radendosi il 1 novembre e lasciando crescere i baffi fino al 30. Le regole? – Si parte assolutamente senza barba/baffi/basette e simili; – Non si fa crescere la barba e non si uniscono i baffi alle basette; – Ci si comporta da veri gentlemen, informando più persone possibili dell’iniziativa, anche attraverso i social. In questo modo, attirando l’attenzione di parenti e amici sui propri baffi, si può dare qualche importante delucidazione su malattie come il cancro alla prostata piuttosto che la depressione, promuovendo non solo la beneficenza, ma anche, e soprattutto, la prevenzione. Pare, infatti, che gli uomini tendano ad andare dal medico meno delle donne e che tendano ad indagare anche molto meno la storia clinica della propria...

Formare un’azienda: business plan, forma giuridica e altri punti chiave Nov06

Formare un’azienda: business plan, forma giuridica e altri punti chiave...

Sono numerose le aziende che nascono con obiettivi particolari e con il desiderio di ottenere successo; tutto ciò deve essere pianificato in maniera precisa, quasi alla lettera, per avere numeri chiave idonei al tipo di attività ed evitare errori nelle pianificazioni economiche. Ma cosa serve ad un’azienda per partire senza avere nessun rischio imprenditoriale? Vediamo alcuni dei punti fondamentali che non andrebbero trascurati. Business Plan. Tutti gli imprenditori conoscono questo documento ma non tutti lo pianificano per diversi motivi; è un documento molto importante che racchiude la business idea e pianifica e gestisce aziendalmente la comunicazione esterna, soprattutto quella verso fornitori. Il proprio progetto imprenditoriale è racchiuso con numeri, parole chiave e conti economici in questo importante documento che va redatto con persone qualificate e che sono esperti nel settore. Quando una nuova azienda nasce deve essere supportata da una pre-analisi di fattibilità che restituisca dei dati di natura economico-aziendale, dove poi su questi viene tracciata la linea guida che serve per costituire l’azienda. Lo step di analizzare i concorrenti rientra in questa fase in maniera tale da permettere di interfacciarsi al giusto mercato e anche pianificare un’eventuale espansione estera, qualora sia prevista. Il business Plan è utile anche per valutare i punti di forza e di debolezza del progetto che si sta per pianificare, ma non va valutato come strumento assoluto ma bensì dinamico perché deve permettere eventuali cambiamenti che avvengono sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Questo documento va tenuto sotto controllo, usato correttamente e visto e rivisto dall’imprenditore nel caso in cui siano previsti aggiornamenti soprattutto su dati statistici o stimati. I punti principali che un business plan deve contenere sono i seguenti: -Descrizione del progetto di investimento e la tipologia di impresa che si vuole creare; -Presentazione del tema management e...

LE ORIGINI DI HALLOWEEN: STORIE E SIMBOLI...

Le origini di Halloween, festa anglosassone con radici celtiche, vengono fatte risalire a diversi riti, i cui elementi principali si sarebbero uniti nel tempo, a caratterizzare per come la conosciamo oggi la notte fra il 31 ottobre ed il 1 novembre. Ad essere indicate come possibili “fonti di ispirazione” ci sono, per esempio, le feste romane dedicate a Pomona (dea dei frutti celebrata in autunno) e ai cari defunti: i Romani si dedicavano in modo particolare al culto dei morti, ricordando gli avi durante i giorni della Parentalia (fra il 13 ed il 21 febbraio) o placando gli spiriti della notte in occasione della Lemuria (9, 11 e 13 maggio). Ma la festività da cui, più che da qualsiasi altro rito, sembra essere derivato Halloween è il Samhain, anche detto “Capodanno Celtico”: questa festa pagana si svolgeva proprio fra il 31 ottobre ed il 1 novembre e celebrava l’ultimo raccolto prima dell’inverno (in origine, il termine “Samuin” significherebbe “fine dell’estate”). A livello spirituale, però, questi due giorni servivano per contemplare anche la morte e ricordare chi non c’era più: secondo le leggende, nella notte che divideva questi due giorni, i morti potevano tornare ai luoghi che avevano amato, unendo simbolicamente il passato ed il futuro di ogni famiglia e ogni tribù. Proprio questo aspetto avrebbe, poi, influenzato anche la scelta del 1 novembre per la festività di Ognissanti, istituita ufficialmente sotto Papa Gregorio IV nell’840. Con  l’avvento del protestantesimo, la tradizione di Ognissanti venne interrotta, mentre le celebrazioni del 31 ottobre, pagane, sopravvissero arrivando anche nel Nuovo Mondo: il famoso termine Halloween sarebbe entrato in uso più tardi (attestato dal 1556), prendendo forma dallo scozzese “All – Hallows – Eve”, cioè Vigilia di Ognissanti. Per quanto riguarda le origini dei simboli di questa particolarissima...

Harriet Tubman: chi è la donna citata da Viola Davis agli Emmy 2015...

Premiata agli Emmy 2015 come migliore attrice protagonista in una serie drama per “How to get away with murder” (in Italia “Le regole del delitto perfetto”), Viola Davis, prima afroamericana a ricevere questo riconoscimento, ha accettato la statuetta con un discorso di ringraziamento emozionante e storico, rivolto a tante sue colleghe, capaci negli anni di creare nuove opportunità per le attrici di colore. Durante la premiazione, la Davis ha citato Harriet Tubman, dicendo: “Nella mia mente vedo una linea e al di là di questa linea vedo campi verdi, bei fiori e bellissime donne bianche che tendono le loro braccia verso l’altra parte della linea, verso di me. Ma io non riesco ad arrivarci e non so come farlo. Non riesco a superare quella linea”. Questo diceva Harriet Tubman nel 1800. Ora lasciate che vi dica questo: la sola cosa che separa le donne di colore da tutte le altre è l’opportunità. Ma chi è Harriet Tubman? Harriet Tubman, pseudonimo di Araminta “Minty” Rose, è stata un’attivista di colore, impegnata nella seconda metà dell’800 nell’abolizione della schiavitù e nell’introduzione del suffragio universale e ricordata come la “Mosè della gente nera”. Nata in schiavitù nel 1822, Harriet visse un’infanzia difficile, fatta di violenze e soprusi: picchiata e frustata dai suoi padroni, venne anche violentemente colpita alla testa da un oggetto metallico. La ferita le provocò conseguenze per tutta la vita, fra cui, per esempio, capogiri e insonnia, ma anche visioni e sogni lucidi. Nel 1849 scappò verso Filadelfia, ma tornò subito indietro per salvare parenti e amici: si occupò in totale di circa 13 missioni, facendo affidamento sulla Underground Railroad, una rete di attivisti impegnati nell’abolizione della schiavitù. Nel giro di pochissimi anni, Harriet riuscì a far fuggire verso il Canada moltissimi schiavi, aiutandoli anche...

Come scegliere il passeggino più adatto a voi...

Quando si aspetta un bambino, le cose a cui pensare sono tantissime. Una delle più importanti è la scelta del passeggino, per portare a spasso il proprio bimbo. Di solito è una delle spese più consistenti, è quindi molto importante scegliere quello giusto e più adatto alle nostre esigenze. Ma soprattutto a quelle del bambino. Le marche sono tante e tutte valide: Peg-Perego, Chicco, Inglesina, Cam, Prenatal, Foppapedretti e tante altre. Adatte alle tasche di chiunque, con più o meno optional. Per prima cosa però è bene individuare la tipologia, che si tratti di passeggino, carrozzine o sistemi modulari (trio). Trio o carrozzina e passeggino? La carrozzina è il sogno di tutte le mamme romantiche. Bella da vedere, spaziosa, e vintage come vuole adesso la moda. La carrozzina permetterà al vostro bambino di godere di uno spazio maggiore, molto più rispetto alla navicella del trio. Quest’ultima infatti difficilmente viene utilizzata dopo i quattro mesi del bambino. Se il vostro bimbo cresce in fretta, potreste smettere di usarla anche prima, attorno al terzo mese. Comunque avrete sempre a disposizione l’ovetto, un altro elemento del trio, molto utile soprattutto per gli spostamenti in macchina. Il passeggino invece verrà utilizzato solo più avanti, quando il bambino inizierà a stare seduto da solo. Perché acquistare un Trio. E’ meno ingombrante. Una volta chiuso, non occuperà molto spazio, ad esempio nel portabagagli, quindi sarà l’ideale anche se avete intenzione di muovervi molto in auto. Al contrario, è sconsigliato il passeggino a tre ruote, perché molto voluminoso. Il Trio inoltre è anche particolarmente facile da manovrare, grazie all’impugnatura, al bilanciamento del telaio e della ruote. I prezzi. Di Trio ce ne sono davvero da tutti i prezzi. Particolarmente vantaggioso potrebbe essere rivolgersi ad un sito che si occupa della vendita...

Creme e prodotti per Acne: cosa scegliere?...

Quando parliamo di prodotti e creme per l’acne, parliamo di un universo vastissimo, nel quale è estremamente difficile, in assenza di una guida, districarsi. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere insieme una dieta che vi aiuti a scegliere i vostri prodotti per combattere l’acne, prodotti che sono in grado di andare a combattere davvero questo fenomeno, senza andare a peggiorare il quadro clinico generale della nostra pelle. Oggi vi presentiamo una breve guida su come scegliere i nostri prodotti per l’acne. Il primo prodotto? Un sapone Il primo prodotto che dobbiamo scegliere per la nostra guerra all’acne è un buon sapone. Non dobbiamo scegliere prodotti che vadano a seccare la cute, dato che non è così che si vanno a combattere i brufoli e la pelle grassa, ma piuttosto un sapone in grado di andare a rimuovere in profondità il sebo in eccesso. Il sebo è infatti uno dei maggiori responsabili per quanto riguarda l’acne: in esso albergano batteri che, dando il via ad infezioni e infiammazioni, sono poi i maggiori responsabili dei brufoli e dei comedoni. L’esfoliazione aiuta L’esfoliazione può sicuramente aiutare per quanto riguarda la lotta ai brufoli. Bisogna però scegliere le creme e le lozioni giuste, come quelle a base di acido glicolico, che ci garantiscono ottimi risultati dato che non solo vanno a rimuovere le cellule morte (anche queste responsabili dello sviluppo dell’acne), ma anche di andare a regolare l’azione di produzione del sebo, andando a rendere la pelle meno lucida e soprattutto andando a rimuovere quello che è il terreno di coltura dell’acne. Idratare Idratare è l’ultimo passaggio per andare ad eliminare efficacemente i brufoli. Una pelle ben idratata è infatti meno soggetta alle infiammazioni e una pelle meno soggetta alle infiammazioni è una pelle che sicuramente sarà...

Chirurgia plastica: quali sono le città più care?...

La chirurgia plastica è una disciplina ritenuta, a torto o a ragione, piuttosto cara. Certo, non è soltanto colpa dei cachet stratosferici dei migliori chirurghi d’Italia, ma anche dei costi fissi (anche questi abnormi) collegati agli interventi. Questo però non vuol dire che non si può cercare di risparmiare qualcosa, pur rimanendo nell’alveo dei professionisti e delle procedure di qualità indubbia. Come fare? Eliminando quelle che sono le città più care d’Italia quando si ha a che fare con la chirurgia estetica e ricostruttiva. Milano Lo scettro di città più cara per gli interventi di chirurgia estetica in Italia se lo aggiudica, a mani basse, Milano. Si tratta di una città che forse raccoglie i migliori professionisti d’Italia, ma dove costo degli affitti degli studi e competizione hanno portato i prezzi a salire considerevolmente. Si tratta di una realtà con la quale fare i conti se il nostro obiettivo è quello di portare a casa un intervento comunque di qualità senza andare a svenarsi a livello di costi. Milano avrà sicuramente i suoi pregi ed il vanto di annoverare tra le sue professionisti della chirurgia plastica come il Professor Camillo D’Antonio, ma quello dell’economicità non è sicuramente uno di questi. Torino Torino, quando si parla di chirurgia estetica, è una città decisamente particolare. In media sono pochi i professionisti che operano in questa città, e fanno pagare a carissimo prezzo la comodità di essere a pochi chilometri da casa. La città sabauda è di poco meno cara, mediamente, della carissima Milano, soffrendo sicuramente anche la vicinanza di questa. Chi vuole risparmiare qualcosa, dovrà comunque orientarsi verso altri lidi. Verona e Padova Al terzo posto inseriamo Verona e Padova, due città del Nord Est dove i costi per gli interventi di chirurgia estetica sono senza...

TEORIE DEL COMPLOTTO: RETTILIANI, SCIE CHIMICHE ED ALTRE STRANEZZE...

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di teorie del complotto. Accordi fra super potenze, morti sospette, battaglie, guerre e crisi pilotate ed abilmente messe in scena, avvistamenti di Elvis… insomma, ogni paese, ogni settore commerciale, ogni area politica ha la sua! Ma quali sono le più conosciute e condivise? Quali di queste “stranezze” raccolgono il maggior numero di sostenitori? Scopriamone qualcuna! 1 – UNDERGROUND REICH: secondo alcuni appassionati di storia e politica, i gerarchi nazisti, almeno i principali, non sarebbero morti tutti negli anni ’40, ma si sarebbero riorganizzati tenendosi nell’ombra e realizzando un Reich sotterraneo, capace di coinvolgere anche diversi marchi e tante famiglie in vista. Lo scopo? Controllare la società, naturalmente. 2 – SBARCO SULLA LUNA: niente viaggio, niente sbarco, niente astronauti che saltellano sulla superficie lunare. Quello del 1969 è un film girato con chiare intenzioni propagandistiche: sottolineare e celebrare la superiorità degli USA sull’URSS. Chi è il regista dell’allunaggio? Stanley Kubrick! 3 – I KENNEDY: JFK venne ucciso il 22 novembre del 1963. Ma da chi? Ben il 61% degli americani non crede che Lee Oswald abbia agito da solo: ad aiutarlo, alternativamente, la mafia, il governo, la CIA, Castro o i gruppi razzisti. E suo figlio? John F. Kennedy Jr. si inabissò in mare con il suo aeroplano il 16 luglio del 1999: nell’incidente morirono anche la moglie e la cognata. Alcuni, però, non pensano sia stato un incidente, ma, piuttosto, un attentato, portato a termine con lo scopo di eliminare uno dei possibili candidati alla Casa Bianca nel turno che vide Al Gore e Bush Jr. a confronto. 4 – CATACLISMI VARI: Giappone, Haiti e Pakistan: i terremoti, le inondazioni e le calamità meteorologiche che hanno colpito questi paesi deriverebbero dall’utilizzo da parte degli americani...

Ecco perché evitare ciò che ci fa paura non è sempre una buona idea...

Molte persone mettono in atto delle strategie dette di evitamento, con lo scopo di evitare tutte le situazioni sociali e familiari che potrebbero potenzialmente essere fonte di sofferenza o di rifiuto attuato da altri verso se stessi. Nella stragrande maggioranza dei casi, queste autolimitazioni non hanno alcun motivo di esistere, in quanto non hanno fondamenti reali ma derivano esclusivamente dal pensiero del soggetto, che molte volte, secondo gli psichiatri, ha subito traumi inconsci nell’infanzia. Passare la vita limitando le interazioni sociali e le scelte, per evitare una possibile sofferenza, si traduce in un comportamento che è esso stesso causa di sofferenza per il soggetto. Chi mette in atto strategie evitanti, evitando la socializzazione e l’occasione di incontri, è talmente terrorizzato dalla sofferenza o dall’idea di subire derisione che si paralizza completamente, rifiutando relazioni, occasioni di lavoro e opportunità. Questo comportamento spesso viene praticato dal soggetto senza una completa consapevolezza, in quanto esso si ritrova, ad un certo punto, ad essere quasi del tutto solo e si chiede in quale modo è arrivato a isolarsi in maniera tanto netta dal resto del mondo. La causa di questo atteggiamento di paura è da ricercarsi nella famiglia, che molto spesso frena il soggetto, lo inibisce, lo convince che il giudizio degli altri sia determinante; a lungo andare, il senso di vergogna prevale su tutti gli altri, spingendo il singolo a bloccare ogni slancio e ogni impulso nel timore di risultare inadeguato, fino al sentirsi stupido, estraneo alla società e timoroso di ogni cosa. Psichiatri e psicoterapeuti sono concordi nell’affermare che la strategia più adeguata per affrontare questo genere di problema, che può diventare seriamente invalidante, è mettere il soggetto davanti ai propri timori. Così come il bambino, accendendo la luce, si accorge che il mostro in realtà...

Se il Guardian stronca l’Expo…...

Negli scorsi giorni, il critico di architettura e design Oliver Wainwright ha pubblicato sul Guardian un giudizio piuttosto severo riguardante l’Expo di Milano: un commento lucido e a 360°, che non ha risparmiato praticamente nessuno. Ad essere entrati nel mirino di Wainwright sono stati soprattutto i padiglioni, giudicati ammassi contorti e folli collage: là dove sulla carta si sarebbero dovuti costruire impianti innovativi e originali, si trovano, invece, strutture controverse, il cui destino non è chiaro. L’dea di fare qualcosa di diverso si è persa durante la realizzazione dell’esposizione e ancora troppo vaga è anche la destinazione finale del terreno su cui è stata costruita l’intera manifestazione: sarà rivenduto? Trasformato? Mantenuto intatto? Secondo il critico del Guardian, tutti questi problemi sarebbero da imputare a spese eccessive, ritardi, corruzione dilagante e, soprattutto, una distribuzione sbagliata delle risorse: insomma, dopo 7 anni di sforzi ci sarebbe davvero poco da salvare. Generale stroncatura anche sui contenuti, ritenuti insulsi e, forse, più adatti ad una fiera per agenti di viaggio: Wainwright non si fa mancare una stoccata anche sugli sponsor… possibile che l’Expo dedicata all’alimentazione ed alla celebrazione dello slow food veda la collaborazione di colossi come Coca – Cola e McDonald’s? Le considerazioni finali del critico riguardano l’utilità effettiva di questo tipo di manifestazione, che spesso crea solo debiti e strutture architettoniche da smaltire: non sarebbe meglio assegnare definitivamente l’Expo agli Emirati Arabi, location perfetta per incontri che richiedono grandi spese e costruzioni rapide? E voi come la pensate? Siete già andati all’Expo di...

WANKSY: I GRAFFITI CONTRO LE BUCHE STRADALI...

Nella contea di Greater Manchester, come in tanti altri centri abitati inglesi (e non), la situazione delle buche stradali è drammatica: in mezzo miglio di strada si possono contare fino a 70 voragini piccole e grandi, pericolose per autisti, ciclisti, motociclisti e pedoni. Gli incidenti non sono poi così rari e, all’ennesimo amico ferito da una brutta caduta, Wanksy, questo lo pseudonimo di un ignoto artista della zona (molto probabilmente ispiratosi al più famoso Banksy), ha deciso di agire. Come? Disegnando con una bomboletta spray dei peni tutt’intorno alle buche. Secondo l’anonimo (e stufo) cittadino, questo sarebbe il mezzo più semplice per riportare l’attenzione sul problema e generare una reazione rapida: a volte, guidiamo e camminiamo così tante volte accanto alle buche da smettere letteralmente di vederle. Ma anche se ci abituiamo alla loro presenza, il problema rimane. Un disegno di questo tipo, per la sua oscenità, rimette in luce la questione “buche”, provocando un sorriso, forse, ma anche una nuova indignazione: più graffiti compaiono, più è evidente il problema. Il governo locale non sembra essere stato coinvolto nell’ondata di ilarità scatenata da Wanksy: oltre a contestare il soggetto scelto per i disegni (ritenuto sconveniente soprattutto nel caso di passaggio di bambini o famiglie), i rappresentanti della istituzioni hanno dichiarato che ogni centesimo speso per cancellare la vernice (lavabile in un paio di settimane, a detta dello sconosciuto giustiziere) è un centesimo in meno per riparare le buche. Ma la domanda è: siamo sicuri che senza quei disegni quei centesimi sarebbero stati effettivamente usati per riparare il manto...

La strada nei sogni

Può capitare nella vita di attraversare momenti di difficoltà, e come ogni cosa che ci accade nel reale tutto viene elaborato e trasformato in immagini oniriche, non sempre, anzi quasi mai, di facile interpretazione, se non per gli addetti ai lavori. Per esempio sognare di camminare e di percorrere una strada, in ogni sua variante, fa sempre riferimento alla nostra vita e alle decisioni che ci si parano innanzi. Sognare una strada lunga, di cui non vediamo la fine, denota una situazione di vita impegnativa. Arrivare ad un incrocio, e decidere quale strada prendere, vuol dire che siamo convinti delle nostre azioni. Una strada senza uscita, un vicolo cieco, rappresenta un blocco, una nostra paura, e che la decisione presa o da prendere è sbagliata. Camminare e avere difficoltà a procedere per via di alte mura, vicoli e strade che si restringono impedendoci il passaggio, indica non solo che si sta attraversando una serie di difficoltà nella vita, ma che si teme di non essere capaci di affrontarle nel modo migliore, e quindi credere poco in se stessi. Più ostacoli si trovano durante il percorso e più difficile sarà portare a termine le nostre scelte, infatti una strada dissestata, rotta, o ancora tortuosa simboleggiano tutti gli ostacoli e le difficoltà che potremmo incontrare durante il percorso della nostra vita. A volte invece le immagini dei sogni rappresentano il contrario di quello che sembra, così una strada in discesa, ripida può significare sia un percorso facile da intraprendere sia al contrario la perdita di controllo, similmente una strada in salita denota si una difficoltà ad arrivare in cima e quindi a raggiungere degli obiettivi, ma allo stesso tempo è un’immagine positiva in quanto sta a significare che abbiamo un progetto e siamo pronti per portarlo...

Giornata Mondiale per l’Autismo 2015: dove è arrivata la ricerca?...

La Giornata Mondiale per l’Autismo 2015 è dedicata, come ogni 2 aprile, ad approfondimenti e informazione riguardo ad una malattia ancora in parte sconosciuta, spesso evitata, nascosta nella convinzione, durata anni, che solo pochissimi bambini ne fossero affetti: in realtà, nell’ultimo periodo, si è passati dalla certezza che solo 3 casi ogni 10mila fossero compatibili con questo disturbo, alla consapevolezza che 1 bambino su 68 è autistico. Numeri e proporzioni ben diverse da quanto ci si potesse immaginare. E questo nuovo punto di vista, più realistico e disincantato, si è fortunatamente affermato insieme a nuove conoscenze anche dal punto di vista medico e scientifico. Per esempio, i ricercatori del progetto europeo “Eu-Aims” hanno messo a punto una nuova tecnica genomica, chiamata “Array-Cgh”, grazie alla quale, per 1 caso su 3, è stato possibile individuare la causa certa o altamente probabile dell’insorgere del disturbo: non vaccini o inquinamento, quindi, ma, piuttosto, un’origine genetica, che per questi casi potrà essere affrontata con terapie personalizzate. Un team di studiosi e medici del San Raffaele di Milano ha, poi, individuato una speciale proteina, nominata RAB39B, a causa della quale la comunicazione fra cellule nervose non avverrebbe in modo regolare, ma subirebbe interruzioni capaci di causare disabilità intellettiva ed autismo (anche se sarebbe meglio dire “autismi”). Negli Stati Uniti, invece, l’Università di San Diego (California) avrebbe rivelato che esiste un intero profilo genetico che consentirebbe di individuare bimbi affetti da autismo con un semplice esame del sangue: il test si concentrerebbe sui globuli bianchi e permetterebbe di intervenire rapidamente e nel modo migliore su tutti i casi sospetti. La Giornata Mondiale per l’Autismo 2015 vuole sensibilizzare, informare e far conoscere, diminuendo le distanze e portando un po’ di aiuto a tutte le famiglie coinvolte: a sottolineare ulteriormente la nuova...

COLLISIONI FESTIVAL 2015: SALE L’ATTESA!...

Il Collisioni Festival 2015 di Barolo si sta avvicinando: ogni giorno vengono pubblicate news e sorprese, che lasciano presagire un’edizione ricca di contenuti importanti e tanto divertimento. Questa manifestazione, il più grande festival di letteratura e musica del Piemonte, nasce nel 2009, con l’intento di coniugare note, pensieri ed impegno sociale, e si è sviluppata di anno in anno, fino ad arrivare a dimensioni davvero notevoli, tali da “occupare” letteralmente per tre giorni di concerti e incontri la meravigliosa cittadina delle Langhe. Ad incontrarsi sui palchi e negli spazi resi disponibili anche grazie all’impegno della Regione e degli Assessorati di Cultura e Turismo sono musicisti, scrittori, giornalisti, premi Nobel e attori spinti al contatto ed al confronto diretto con un pubblico sempre più attivo: negli anni scorsi, si sono succeduti nomi come Salman Rushdie, Don DeLillo, Ian McEwan, Josè Saramago, David Grossman, Bob Dylan, Patti Smith, Lucio Dalla, Zucchero, Roberto Saviano… Durante l’edizione del 2014, ricordata anche per i non pochi problemi di viabilità dovuti ad eccezionali temporali notturni, Collisioni Festival ha visto la partecipazione di Caparezza, Deep Purple, Eugenio in Via Di Gioia, Piero Pelù, Vasco Brondi, Mario Biondi, Elisa, Salmo, De Gregori, Fedez, Dario Fo, Neil Young & Crazy Horse… insomma, personalità italiane e straniere capaci di soddisfare gusti e richieste di un pubblico molto vasto! E il Collisioni Festival 2015? Fra le anticipazioni trapelate e confermate in questi mesi, spuntano nomi davvero eccezionali: il 18 luglio si alterneranno sul palco The Passenger e Paolo Nutini, il 19 sarà la volta di Fedez e J-Ax, il 20 Barolo incontrerà Mark Knopfler ed il 21 luglio sarà accesa dalle note di Sting. Considerate le premesse, le attese per i prossimi eventi in calendario sono davvero altissime! Ma il Collisioni Festival non è solo...

MODE E TENDENZE 2014: DAGLI HIPSTER AI NEW NORMAL...

In questi ultimi mesi del 2014, si è parlato molto di un cambiamento (radicale?) che riguarda mode e tendenze, di un passaggio che porterà, fra la fine di quest’anno ed il 2015, dagli hipster ai new normal. La parola Hipster ha origini e significati incerti: questo termine nascerebbe, infatti, negli anni ’40 per rappresentare quel gruppo di afroamericani appassionati di bebop e hot jazz che desiderano distinguersi dai fan del swing in tutti i modi, compreso vestirsi in maniera eccentrica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la cultura hipster si ampliò, diventando oggetto di interesse per diversi scrittori, fra cui Kerouac, Norman Mailer e Frank Tirro, per cui l’hipster è “l’uomo sotterraneo”, l’esistenzialista americano. Negli stessi anni, questo termine viene, però, utilizzato anche per prendere un po’ in giro quei bianchi che si vestono come i jazzisti di colore, cercando di imitarne i comportamenti. Negli anni ’90, l’hipster è, di solito, un giovane (o una giovane) fra i 20 ed i 30 anni, che tenta di vivere in modo indipendente, rigettando i dettami del consumismo e facendo precise scelte anche dal punto di vista della moda. Nel 2010, questo termine torna alla ribalta, segnando l’inizio di una tendenza che ha come elementi principali un abbigliamento attillato e minimal (tornano skinny jeans e pantaloni con il risvolto), accessori vintage (orologi, occhiali, borse che arrivano direttamente dagli anni ’70/’80 oppure riproposti in tempi recenti da marchi e case di moda, ma creati ispirandosi ai modelli precedenti), baffi e barbe per i ragazzi e una sconfinata passione per la tecnologia (in particolare per i prodotti Apple). Lo stile dell’hipster moderno è un mix di colori, trame, disegni già visti e indossati, ma arricchiti da un tocco contemporaneo. Il 2015 segnerà la fine di questo modello? Ultimamente, diversi marchi...