I cosmonauti perduti

Quella dei cosmonauti perduti è una storia che circola, ormai, da oltre mezzo secolo: la leggenda narra che Gagarin, vero e proprio eroe russo (e non solo), non sarebbe stato il primo uomo a viaggiare nello spazio, ma, piuttosto, il primo a partire e tornare vivo. Perché prima di lui ci sarebbero stati almeno altri 10 lanci nel programma spaziale sovietico, finiti molto peggio. Ad oggi, gli unici cosmonauti URSS la cui morte in missione è stata confermata sarebbero i quattro piloti impegnati nelle missioni Sojuz 1 e Sojuz 11 (rispettivamente, 1967 e 1971): l’Unione Sovietica (poi Russia) non avrebbe mai dato per vere le voci secondo cui, ben prima del lancio di Gagarin, alcuni astronauti sarebbero stati inviati in missioni di prova e poi letteralmente “persi”, senza riuscire a far ritorno. Le prime indiscrezioni in questo senso cominciarono a circolare già nel 1959, quando lo scienziato Hermann Oberth affermò di aver saputo da una fonte che non poteva rivelare della morte di un astronauta partito poco tempo prima dalla base di lancio Kapustin Yar: naturalmente, la storia venne smentita. Nel dicembre dello stesso anno, però, l’agenzia italiana Continentale affermò che un esponente del partito comunista cecoslovacco aveva confermato la morte di tre cosmonauti in altrettante missioni spaziali: a supporto della notizia, iniziarono a circolare anche alcune foto di piloti in divisa. Quei piloti, il cui nome veniva riportato in calce, vennero, però, riconosciuti come membri di missioni mai confermate e mai partite, quindi come cosmonauti rimasti a terra. Anche il 1960 venne attraversato da voci di piloti perduti e vennero fatti anche alcuni nomi, come Vladimir Iljushin e Tokov. Le prove più incredibili a supporto di questa teoria arriverebbero, però, da Torino, dove due radioamatori, Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia avrebbero, nel...

Ca’ Dario: un mistero veneziano...

Ca’ Dario è un bellissimo palazzo dallo stile particolare, affacciato sul Canal Grande, a Venezia: costruito nella seconda metà del ‘400 per volere di  Giovanni Dario, venne realizzato mescolando ispirazioni ed elementi provenienti da culture e correnti differenti, portando alla meravigliosa convivenza di particolari gotici, rinascimentali e orientali. Alto, slanciato, largo appena 10 metri e leggermente pendente a causa di un cedimento strutturale, l’edificio è caratterizzato da marmi di diversi colori e pietre d’Istria, oltre che da una facciata asimmetrica ed un lato posteriore disomogeneo: tutti elementi che rendono Ca’ Dario unica e indimenticabile! Il poeta britannico Ruskin ne rimase così impressionato da descriverla minuziosamente nei suoi scritti, mentre Claude Monet la scelse come protagonista di una serie di quadri impressionisti, con stessa angolazioni, ma luci diverse: insomma, chiunque passi davanti a questo palazzo non può rimanere indifferente. Ma gli abitanti di Venezia e gli appassionati del mistero conoscono Ca’ Dario anche per un altro motivo, decisamente meno allegro: il palazzo sarebbe, infatti, vittima di una maledizione, che ricade senza scampo sui suoi proprietari. Tutto inizia con Marietta Dario, figlia di Giovanni e prima erede del complesso: suo marito, Vincenzo Barbaro, finì in disgrazia per una serie di perdite economiche e morì accoltellato; Marietta, disperata, si tolse la vita. Poco dopo, anche il figlio della coppia, Giacomo, cadde vittima di un’imboscata a Creta, suscitando grande scalpore fra gli abitanti della città. La frase posizionata all’ingresso, “VRBIS GENIO IOANNES DARIVS”, cioè “Giovanni Dario, in onore del genio della città”, venne modificata da qualche passante in “VRBIS GENIO IOANNES DARIVS a SVB RVINA INSIDIOSA GENERO”, cioè “Io genero sotto una insidiosa rovina”. La casa rimase di proprietà dei Barbaro fino all’inizio del XIX secolo, quando l’ultimo erede, Alessandro, la vendette ad un ricco commerciante di pietre...

Il Vampiro di Highgate: fra realtà e mistero...

Il Cimitero di Highgate, situato nell’omonima periferia a nord di Londra, è uno dei più interessanti luoghi di sepoltura inglesi, la cui bellezza è tale da avergli permesso di rientrare fra i monumenti di primo grado secondo l’English Heritage e fra le riserve naturali del paese. Costruito come parte del progetto “Magnificent Seven” ed aperto nel 1839, venne da subito apprezzato per lo stile gotico e, in epoca vittoriana, divenne luogo “alla moda” per le sepolture dell’aristocrazia (oltre che luogo di interesse per visitatori e turisti): fra le “tombe note” ci sono quelle di Karl Marx, Douglas Adams, George Eliot, Jean Simmons, John e Elizabeth Dickens (genitori dello scrittore Charles Dickens) ed Elizabeth Siddal. Proprio quest’ultima è al centro delle primissime voci che riguardarono la comparsa del Vampiro di HighGate. Elizabeth Siddal, conosciuta anche come Lizzy, era nota come poetessa, pittrice e modella per gli artisti preraffaelliti della metà dell’800: moglie del pittore Dante Gabriele Rossetti, ebbe una vita, purtroppo, molto breve, che si concluse nel 1862 con una dose eccessiva di laudano ed un più che sospetto suicidio, tenuto nascosto per non creare problemi alla famiglia (all’epoca, togliersi la vita era considerato un crimine e sarebbe costato alla Siddal la sepoltura in un cimitero consacrato). All’atto della chiusura della tomba, il marito avrebbe lasciato fra i suoi capelli un quaderno pieno di poesie d’amore dedicate alla moglie: pochi anni dopo, nel 1869, ossessionato dall’idea di pubblicare i suoi scritti, Rossetti richiese ed ottenne di disseppellire Elizabeth per riprendersi il manoscritto. Secondo alcuni testimoni  – ma permane più di un dubbio rispetto alla storia che cominciò a circolare subito dopo la riapertura della tomba – la bara, aperta di notte per non destare inutile scalpore, avrebbe rivelato il corpo della Siddal ancora in perfette...

Viaggi alternativi: il mistero della foresta Hoia Baciu...

Situata nei pressi di Cluj Napoca, in Romania (precisamente in Transilvania), Hoia Baciu è una foresta piuttosto grande, che si estende per circa 250 ettari ed ha un’età di 200 anni: protagonista di leggende, misteri e storie più o meno conosciute, è considerata la più infestata del mondo! Perché? Perché da molti anni, in particolar modo a partire dagli anni ’60, Hoia Baciu è diventata teatro di strane sparizioni/apparizioni e di interessanti avvistamenti di UFO. Fra le storie che vengono maggiormente ripetute, c’è la scomparsa di un pastore e delle sue 200 pecore, la temporanea sparizione di una bambina, tornata 5 anni dopo essere entrata nella foresta senza essere invecchiata di un giorno e convinta fossero passate poche ore, e la momentanea sparizione di una donna, ritornata dopo giorni con una moneta del XV secolo in tasca. Naturalmente, queste leggende, e la conseguente teoria riguardante la presunta presenza di un varco temporale all’interno del bosco, possono essere facilmente contestate ed inserite nel vasto mondo del folkore, già piuttosto sviluppato in una regione come la Transilvania, famosa in tutto il mondo per racconti molto simili. Hoia Baciu, però, è davvero una strana foresta. Pur avendo oltre 200 anni, gli alberi sembrano molto più recenti e giovani: a destare sospetti è, poi, la loro forma. Non sono, infatti , “classici” tronchi verticali, ma piuttosto curvi, contorti, quasi piegati su se stessi. Chi ha visitato la foresta ha, poi, confermato di essersi sentito osservato, seguito da qualcosa nascosto nell’ombra ed alcuni hanno detto di aver perfino sentito sussurri e voci fra gli arbusti: in generale, in tantissimi hanno manifestato disagio e hanno provato diversi malesseri, fra cui ansia, mal di testa, nausea e leggere ustioni. Perfino uno dei biologi chiamati a studiare la zone, Alexander Sift, venne...

Il Faro delle Isole Flannan: un mistero ancora irrisolto...

Le isole Flannan si trovano a largo della costa occidentale della Scozia e sono conosciute anche come Sette Cacciatori, o Seven Hunters: il loro nome deriva dall’omonimo Vescovo Flannan che, nel 1600, decise di trascorrere gli ultimi anni della propria vita in solitudine proprio su uno di questi isolotti. Alla sua morte, non rimase quasi nulla, tranne una cappella e, appunto, il nome. Nel corso dei secoli successivi, però, i Sette Cacciatori cominciarono ad essere interessati dal passaggio di moltissime imbarcazioni, coinvolte in nuove rotte commerciali a largo della Gran Bretagna: gli incidenti iniziarono a verificarsi con sempre maggiore frequenza e, nel 1895, per cercare di limitare i danni ed aiutare i marinai, la Northern Lightouse Board decise di costruire un faro sull’isola più grande, Eilean Mor. La costruzione del faro, alto ben 23 metri, venne ultimata in circa quattro anni e comprese anche la preparazione di luoghi adatti allo sbarco, l’installazione di scale e la sistemazione di alcuni binari, necessari a trasportare viveri e materiali più rapidamente sull’isola: all’epoca, questo genere di costruzioni necessitava di un personale minimo, impegnato a spegnere e accendere la luce notturna e ad occuparsi del buon funzionamento e della corretta manutenzione della struttura. Poco prima dell’inaugurazione del faro, avvenuta il 7 dicembre del 1899, vennero, quindi, scelti quattro uomini di comprovata esperienza e serietà: Thomas Marshall, un ex marinaio, James Ducat, capo guardiano, Donald McArthur, marinaio e guardiano, e Joseph Moore, già impegnato in passato in incarichi simili.  I quattro si misero d’accordo su turni da sei settimane di lavoro e due di riposo: a rotazione, in tre sarebbero rimasti al faro e uno sarebbe tornato sulla terra ferma. I primi mesi di lavoro andarono piuttosto bene e non si segnalarono particolari problemi: alla fine dell’anno successivo, però,...

Leggende dalle Barbados: la cripta dei Chase...

Nel cimitero della Chiesa Parrocchiale di Cristo ad Oistin, alle Barbados, c’è una cappella molto particolare, chiusa da un pesante portone in marmo e in parte sommersa dal terreno, in corrispondenza della cripta. L’edificio, costruito durante la prima metà del ‘700, aveva già ospitato il riposo di Elizabeth Elliot, poi spostata (anche se non ci sono documenti che si riferiscono a questo passaggio), e di Thomasina Goddard, della famiglia Walronds, quando venne acquistata all’inizio dell’800 da Thomas Chase, facoltoso colonnello, noto per la sua severità. Il colonnello la scelse come luogo di sepoltura di famiglia, senza spostare il feretro della Goddard: nel 1808, la cripta venne aperta per accogliere Mary Ann Chase, morta in tenera età. Poco dopo, nel 1812, la cappella venne di nuovo utilizzata, questa volta per Dorcas Chase, figlia maggiore del colonnello, lasciatasi morire, si diceva, di inedia a causa dei difficili rapporti con il padre. La cripta dei Chase si riaprì quasi esattamente un mese dopo, questa volta per ospitare proprio il pesante feretro in metallo del colonnello, forse morto suicida: al momento di collocare i resti all’interno della cappella, però, gli uomini si trovarono di fronte ad uno spettacolo incredibile. Le bare delle due Chase erano spostate, capovolte, appoggiate contro le pareti: dalla cripta non mancava nulla, ma gli spostamenti erano inspiegabili. Forse un atto di vandalismo, forse un tentativo di furto andato male: il feretro del colonnello venne posizionato e le bare delle due figlie rimesse al loro posto. Si prese solo la decisione di chiudere meglio il portone, sigillandolo il più possibile. Il terribile spettacolo, però, continuò: ad eccezione delle spoglie della Goddard, che rimanevano sempre al loro posto, tutte le altre bare continuavano a spostarsi in modo impossibile, addirittura scheggiandosi e rovinandosi negli urti con le...

Lo Stanley Hotel: una meta per appassionati di misteri!...

Lo Stanley Hotel è uno degli alberghi più famosi degli Stati Uniti: situato in Colorado, sarebbe stato scelto da Stephen King come ispirazione per il famoso Overlook Hotel, l’edificio in cui Jack Torrance e famiglia  vanno ad abitare per l’inverno nel famosissimo Shining (il romanzo uscì nel ’77, il film nell’80). A quanto pare, lo scrittore statunitense avrebbe soggiornato nella camera 217 dell’hotel prima di dedicarsi al romanzo e lo avrebbe scelto come ambientazione ideale, pur cambiandone il nome: lo Stanley Hotel non è presente nemmeno nella pellicola, per cui vennero utilizzate principalmente ricostruzioni all’interno di studios appositi e riprese aree di un altro impianto, il Timberline Lodge. Eppure, strane voci circolano attorno a questo edificio e sembrano giustificare l’interesse di Stephen King: nel 1911, la stanza 217 sarebbe, per esempio, stata teatro di un’esplosione che avrebbe quasi ucciso l’allora capo-governante Elizabeth Wilson. La Wilson rimase ferita e decise di non entrare più in quella camera: però, dalla sua morte, avvenuta nel 1950, una presenza sembra prendersi particolare cura della 217, lasciando dolci, vestiti piegati o fiori. Le altre stanze non sono da meno: luci che si accendono e si spengono, oggetti che si spostano, corse e risate di bambini nei corridoi… i fantasmi dei coniugi Stanley passerebbero molto tempo fra Music Room, uffici e sala del biliardo, mentre il secondo piano sarebbe “abitato” da una bambina che vaga in cerca della tata. Le camere infestate sono tre: la già citata 217, la 407 (dove sarebbe possibile sentire l’odore del tabacco della pipa del defunto Conte di Dunraven, precedente proprietario del terreno) e la 418, occupata da spiriti di bambini. Naturalmente, lo Stanley Hotel ha cavalcato l’onda del successo, soprattutto da quando, nel 1997, è stato scelto per ospitare le riprese della serie “Stephen...

TEORIE DEL COMPLOTTO: RETTILIANI, SCIE CHIMICHE ED ALTRE STRANEZZE...

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di teorie del complotto. Accordi fra super potenze, morti sospette, battaglie, guerre e crisi pilotate ed abilmente messe in scena, avvistamenti di Elvis… insomma, ogni paese, ogni settore commerciale, ogni area politica ha la sua! Ma quali sono le più conosciute e condivise? Quali di queste “stranezze” raccolgono il maggior numero di sostenitori? Scopriamone qualcuna! 1 – UNDERGROUND REICH: secondo alcuni appassionati di storia e politica, i gerarchi nazisti, almeno i principali, non sarebbero morti tutti negli anni ’40, ma si sarebbero riorganizzati tenendosi nell’ombra e realizzando un Reich sotterraneo, capace di coinvolgere anche diversi marchi e tante famiglie in vista. Lo scopo? Controllare la società, naturalmente. 2 – SBARCO SULLA LUNA: niente viaggio, niente sbarco, niente astronauti che saltellano sulla superficie lunare. Quello del 1969 è un film girato con chiare intenzioni propagandistiche: sottolineare e celebrare la superiorità degli USA sull’URSS. Chi è il regista dell’allunaggio? Stanley Kubrick! 3 – I KENNEDY: JFK venne ucciso il 22 novembre del 1963. Ma da chi? Ben il 61% degli americani non crede che Lee Oswald abbia agito da solo: ad aiutarlo, alternativamente, la mafia, il governo, la CIA, Castro o i gruppi razzisti. E suo figlio? John F. Kennedy Jr. si inabissò in mare con il suo aeroplano il 16 luglio del 1999: nell’incidente morirono anche la moglie e la cognata. Alcuni, però, non pensano sia stato un incidente, ma, piuttosto, un attentato, portato a termine con lo scopo di eliminare uno dei possibili candidati alla Casa Bianca nel turno che vide Al Gore e Bush Jr. a confronto. 4 – CATACLISMI VARI: Giappone, Haiti e Pakistan: i terremoti, le inondazioni e le calamità meteorologiche che hanno colpito questi paesi deriverebbero dall’utilizzo da parte degli americani...

STORIA DI UNA NAVE FANTASMA: LA MARY CELESTE...

La Mary Celeste è, forse, la nave fantasma più famosa di sempre: partita serenamente e ritrovata completamente vuota poco più di un mese dopo l’inizio del suo viaggio, divenne protagonista perfino di un racconto breve di Sir Arthur Conan Doyle. La storia della Mary Celeste parte molto prima di quel 4 dicembre del 1872 – giorno in cui venne avvistata e avvicinata per essere riportata da sola al porto – quando il brigantino si chiamava ancora Amazon. La Amazon era stata costruita nel 1861 nei cantieri della Nuova Scozia (precisamente sull’Isola di Spencer, Canada) ed era stata salutata come una delle prime grandi imprese della zona: una nave bella e veloce, lunga 31 metri, con due alberi e altrettante vele. Ma si capì da subito che quella nave bella e veloce era stata colpita dalla sfortuna. Il primo capitano, Robert McLellan, si ammalò di polmonite pochi giorni dopo aver accettato di comandare l’imbarcazione, morendo all’inizio del viaggio inaugurale. Dopo di lui, altri due capitani persero la vita a bordo. John Nutting Parker, il secondo capitano, andò a sbattere per due volte contro altre navi: il secondo incidente, avvenuto durante la prima traversata dell’Atlantico, portò alla sua destituzione dall’incarico. A seguire, la Amazon visse 6 anni di assoluta tranquillità, interrotti bruscamente nel 1867, quando, durante una tempesta, si arenò rovinosamente: a questo punto, la scaramanzia tipica della marina prese il sopravvento. La nave venne venduta subito dopo il recupero per poco più di 1700 dollari: il nuovo acquirente, Richard Haines, investì quasi 9mila dollari per ripararla e decise di cambiarle anche il nome. Nel 1869 la Amazon divenne ufficialmente la Mary Celeste. La nuova proprietà apparteneva a quattro soci, cioè James H. Winchester, Sylvester Goodwin, Daniel T. Sampson ed il nuovo capitano Benjamin Spooner Briggs:...

LA VILLA DI AMITYVILLE: FANTASMI E MISTERI...

  Amityville è una piccola località nella contea di Suffolk, sulla costa meridionale di Long Island (New York): fondata nel 1658 e denominata “città dell’amicizia” (da amity, a sua volta derivato dalla parola latina “amicus”), è conosciuta principalmente per l’atmosfera molto tranquilla, che la rese una delle località preferite da Al Capone, che vi trascorreva giornate di vacanza e relax. Ma circa 40 anni fa, Amityville è diventata famosa per un altro motivo: al 112 di Ocean Avenue ci sarebbe la casa infestata dagli spiriti più famosa d’America. Procediamo con ordine. La villa, costruita in stile coloniale olandese e caratterizzata da grandi finestre, una torretta, un patio ed un ampio spazio verde, divenne scenario di un omicidio brutale, avvenuto alle 03:15 circa del mattino del 13 novembre 1974: ad abitare la casa all’epoca era la famiglia Defeo, composta dai genitori Ronald e Louis Brigante Defeo e dai figli Ronald “Butch” Jr (23 anni), Dawn (18 anni), Allison (13 anni), Marc Gregory (11 anni) e John Matthew (9 anni). La notte fra il 12 ed il 13 novembre, il maggiore dei figli, Ronald Jr, imbracciò il suo fucile Marlin 336 calibro 35 e sparò a tutti i familiari, uno dopo l’altro: la mattina seguente, come in un terribile gioco, si recò normalmente al bar e confessò all’amico Bobby Kelse di sentirsi un po’ preoccupato, perché non riusciva a contattare nessuno dei suoi parenti. Disse, quindi, che sarebbe tornato a casa per controllare: pochi minuti dopo corse agitatissimo dentro al bar, urlando di aver trovato i genitori assassinati. In pochi istanti diverse persone si unirono per riaccompagnare il maggiore dei figli dei Defeo al 112 di Ocean Avenue, contattando anche la polizia: nel giro di pochi minuti vennero scoperti anche i cadaveri dei quattro fratelli minori....

I FILM MALEDETTI: STORIE DA EVITARE...

Quando si parla di film maledetti si fa, spesso, riferimento a trovate pubblicitarie, strane interviste, affermazioni un po’ particolari. L’ultimo esempio è l’esperienza di Carrie Fisher, che avrebbe espresso più di qualche dubbio su Star Wars VII: prima il suo incidente d’auto, poi la disavventura di Harrison Ford e il suo elicottero… l’attrice sarebbe piuttosto convinta che qualcosa non stia funzionando. Ma quali sono i “classici” film maledetti e perché si sono guadagnati questa fama? 1 – Gioventù bruciata – La pellicola degli anni ’50 vide la morte prematura di ben quattro attori: James Dean, Sal Mineo, Nick Adams e Natalie Wood. In particolare, Dean morì prima dell’uscita del film, coinvolto in un terribile incidente sulla sua Porsche 550 nel 1955, Mineo venne accoltellato nel 1976, Adams venne ucciso da una dose eccessiva di sedativi e stupefacenti nel 1968 (non è mai stato chiarito se la morte sia stata accidentale oppure, più drammaticamente, un suicidio), la Wood cadde dal suo yatch, affogando misteriosamente nel 1981 (il suo caso venne riaperto a più riprese, senza arrivare ad una chiara spiegazione dell’incidente). 2 – Il Conquistatore – La pellicola storica che aveva fra i protagonisti anche John Wayne venne girata nel 1956 nei pressi di St. George (Utah). A quanto pare, l’area era stata utilizzata pochissimo tempo prima per effettuare dei test atomici: fra gli addetti ai lavori (220 circa) si ammalarono di cancro ben 91 persone. 46 di loro, oltre allo stesso Wayne (nel 1979), morirono. Nel conto non vengono, però, considerati familiari, amici ed extra che andavano e venivano sul set. 3 – Poltergeist – L’horror che nel 1982 sconvolse gli spettatori, guadagnandosi il diritto di avere ben due sequel, segnò anche la vita di molti dei suoi protagonisti: Heather O’Rourke morì a soli...

BRUCE E BRANDON LEE: MISTERI ANCORA IRRISOLTI?...

Il 27 novembre del 1940 nasceva negli Stati Uniti uno dei personaggi simbolo della seconda metà del ‘900, un’icona sia dal punto di vista sportivo, che culturale: Bruce Lee. Cresciuto in Cina, il “Piccolo Drago” (questo il significato del suo nome cinese Lǐ Xiǎolóng) si impegnò nell’apprendimento delle arti marziali, approdando presto al cinema: dai ruoli più piccoli, alle parti da protagonista, il cammino di Bruce Lee venne sempre caratterizzato dalla forza, dalla tenacia e dalla determinazione. Una determinazione che gli consentì di sintetizzare anche i principi del Jeet Kune Do, “la via del pugno che intercetta”. Brandon Lee, figlio di Bruce e di Linda Emery, intraprese la stessa carriera del padre, impegnandosi nella recitazione e nelle arti marziali: viene ricordato come uno dei simboli degli anni ’90, soprattutto per aver interpretato Eric Draven nel film cult “Il Corvo”. Bruce e Brandon Lee non sono accomunati solo dal percorso nel mondo dello spettacolo: i due condividono, purtroppo, anche una fine prematura e inaspettata. Il primo morì il 20 luglio del 1973: impegnato nel progetto “Game of Death”, Bruce Lee si era recato a casa dell’attrice Betty Ting Pei per discutere del copione alla presenza del produttore Raymond Chow. Colto da una terribile emicrania, assunse un potente medicinale, l’Equagesic: poco dopo cadde in un sonno profondo da cui non si risvegliò mai. L’attore era già stato vittima di un incidente simile solo pochi mesi prima, quando era stato trasportato d’urgenza all’ospedale per un edema cerebrale da cui sembrava essersi ripreso. Le ipotesi riguardanti il suo decesso sono svariate, ma i più pratici sostengono che la morte sia stata probabilmente causata da una reazione allergica ad uno dei componenti del farmaco assunto quella mattina. 20 anni dopo, anche Brandon Lee subì lo stesso destino: il 31...

LAS MARIPOSAS: LA STORIA DELLE SORELLE MIRABAL...

Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne: questa data è stata scelta dalle Nazioni Unite nel 1999 e, da allora, ha raccolto le iniziative di un numero sempre maggiore di paesi, impegnati nella sensibilizzazione e nell’educazione rispetto ad un fenomeno che riguarda, purtroppo, milioni di donne in tutto il mondo. Questa specifica giornata non è stata, però, scelta a caso. A proporre il 25 novembre fu, infatti, la Repubblica Dominicana, in ricordo dell’assassinio delle Sorelle Mirabal, donne simbolo della passione, dell’impegno e della libertà. Patria (Patria Mercedes), Minerva (Maria Argentina Minerva), Maria Teresa (Antonia Maria Teresa) e Dedè (Belgica Adelia) erano quattro sorelle, originarie di Salcedo: forti, decise, istruite, si opposero al regime che Rafael Leonidas Trujillo aveva imposto sulla Repubblica Dominicana fin dagli anni ’30, nazionalizzando e poi confiscando i beni privati ed impedendo ogni forma di dissidenza. Fin dalla fine degli anni ’40, Patria, Minerva e Maria Teresa si misero in prima linea nella diffusione di informazioni e volantini, promuovendo una sensibilizzazione dei propri connazionali e raccogliendo i mezzi per una rivolta civile. All’inizio degli anni ’60 costituirono il Movimento del 14 di Giugno, utilizzando il nome in codice Las Mariposas, cioè Le Farfalle. Il gruppo venne, però, presto scoperto e le forze del regime cominciarono a perseguitare ed incarcerare i partecipanti: fra loro anche le tre donne ed i loro mariti. Le sorelle Mirabal vennero, però, rilasciate prima dei coniugi: il 25 novembre del 1960 Patria, Minerva e Maria Teresa si recarono con l’autista Rufino de la Cruz alla prigione della città di Puerto Plata per far loro visita. Durante il tragitto, l’auto venne intercettata dal SIM e gli occupanti furono costretti a scendere e a seguire gli agenti in un luogo isolato....

JACK LO SQUARTATORE: IL MISTERO È RISOLTO?...

Il caso di Jack lo Squartatore è forse il “cold case” (un’indagine ancora aperta, senza risoluzione definitiva) più famoso di sempre: a partire dagli ultimi giorni dell’estate del 1888 e poi per tutto l’autunno dello stesso anno, un assassino senza volto e nome uccise nel quartiere londinese di Whitechapel cinque prostitute, dando vita ad un personaggio tanto misterioso da diventare nel corso dei decenni protagonista delle più svariate teorie, oltre che di libri, film, saggi e canzoni. Le certezze riguardo a questa vicenda sono davvero pochissime: basti pensare che, nonostante il numero di vittime canoniche sia cinque, diversi investigatori hanno ipotizzato che gli omicidi di Jack lo Squartatore sarebbero compresi fra 4 e 16, interrotti da un arresto per crimini di altro tipo o dalla certezza da parte del colpevole di essere stato quasi scoperto. I dubbi sull’identità del serial killer più famoso della storia hanno coinvolto uomini di ogni estrazione sociale, impegnati nelle più diverse professioni e hanno alimentato per anni leggende e storie più o meno improbabili: il 2014 sembra, però, l’anno della svolta. Russell Edwards, autore britannico, avrebbe scoperto la verità grazie ad un esame del DNA sui reperti originali: Jack lo Squartatore sarebbe Aaron Kosminski, un barbiere residente nel quartiere degli omicidi, già noto alle autorità dell’epoca e morto nel 1899 all’interno di un manicomio. Ma come si sono svolti i fatti in quel terribile 1888? La prima vittima accertata fu Mary Ann Nichols, ritrovata il 30 agosto, seguita poi da Annie Chapman (8 settembre), Elizabeth Stride (30 settembre – l’assassino fu costretto alla fuga dal sopraggiungere di un cocchiere), Catherine Eddowes (30 settembre – Jack lo Squartatore si accanì su di lei probabilmente senza una reale pianificazione, solo per concludere il lavoro iniziato con la Stride) e Mary Jane...

IL CLUB 27 E LE MORTI SOSPETTE...

“Club 27” è un’espressione giornalistica ormai diventata di uso comune per indicare quel gruppo di artisti, in maggioranza musicisti, deceduti a 27 in modo più o meno chiaro: omicidi, suicidi, incidenti, overdose… la lista dei giovani colpiti da questa “maledizione” continua, purtroppo, ad allungarsi, facendo vittime in tutto il mondo. Addirittura, sarebbe nata una sottocategoria, definita “J27“, che includerebbe tutti gli artisti morti a 27 anni, che nel nome o nel cognome presentavano una J: Robert Johnson, Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Amy Jade Winehouse… insomma, esistono una serie di dettagli molto particolari, che potrebbero davvero portare a credere che ci sia un sortilegio nascosto. Soprattutto se si considera che alcuni dei nomi inclusi nel Club 27 sono protagonisti di storie sospese e vagamente macabre… ROBERT JOHNSON E IL PATTO COL DIAVOLO: CHI ERA IL PRIMO MEMBRO DEL CLUB 27? Di Robert Johnson si sa davvero pochissimo: nato in Mississippi nel 1911, figlio di una relazione extraconiugale, cresce appassionandosi alla musica ed imparando a suonare armonica a bocca e chitarra. Nel ’29 si sposa con Virgina Travis e si trasferisce a Robinsonville: nel ’30 la sua vita viene sconvolta dalla morte della moglie e Robert, disperato, comincia a vagare per il Mississippi, diventando un forte bevitore. Nel 1931 si risposa con Calletta Craft, ma anche questa unione naufraga dopo poco. L’abilità di Johnson con la chitarra sarebbe, secondo la leggenda alimentata dallo stesso protagonista, una conseguenza del patto che il musicista avrebbe deciso di stipulare con il diavolo: la sua anima per poter suonare meglio di chiunque altro. La sua tecnica è quella del fingerpicking (toccare le corde solo con le dita e senza mai usare il plettro) ed i suoi testi parlano spesso di demoni e spettri: alcuni musicisti raccontano...