Cosa fare a Gabicce in autunno...

Gabicce è una splendida località delle Marche, a confine con la nota località emiliana di Cattolica, in provincia di Pesaro Urbino. Nota soprattutto per il turismo estivo, si rivela essere un’interessante meta anche per il periodo autunnale. La città di Gabicce si compone di due distinte aree: Gabicce Mare, zona di mare e spiaggia e Gabicce Monte dove il panorama cambia sensibilmente e offre opportunità differenti. Una passeggiata per vedere i due lati della località è una delle prime cose da fare quando ci si trova a Gabicce. Dal mare è possibile raggiungere il promontorio seguendo un percorso, di circa 2 km in salita, molto suggestivo. Per la discesa si può scegliere il Sentiero del Coppo che attraverso la vegetazione sbuca al mare. Gabicce si trova proprio alle pendici del Monte San Bartolo, un’area di Parco Naturale di grande bellezza. È proprio qui che ci si può perdere in una lunga camminata per ammirare la fauna e la flora della zona. I diversi itinerari disponibili offrono ai turisti la possibilità di immergersi nella natura incontaminata. Bello da vedere in ogni stagione è il porto della Vallugola, sull’omonima baia. Si tratta di un piccolo porto che fu importante in epoca greco romana, abbandonato dal 1614, anno in cui è stato ricostruito il porto di Pesaro. Oltre al porto la zona offre la possibilità di godersi un po’ di relax nell’incantevole baia. Se il meteo e le temperature lo consentono, l’autunno è un buon periodo anche per vedere da vicino le grandiose falesie naturali del Monte San Bartolo. È possibile farlo grazie ad un’escursione naturalistica in motonave che parte proprio da Gabicce Mare e giunge a Pesaro. A soli 5 km da Gabicce sorge lo storico castello di Gradara, in cui si dice abbiano vissuto la...

Come celebrare Halloween? Tornando al classico!...

Halloween si sta avvicinando a grandi passi: c’è chi si prepara scegliendo un costume, chi si informa sui dolci tipici o le ricette a tema e chi, invece, sta organizzando un party, cercando di trovare il perfetto film horror. Che ne dite di tornare al classico? Diverse pellicole degli anni ’30, ’40 e ’50 sono ricordate ancora oggi come vere e proprie icone, capaci di creare un nuovo linguaggio, una mitologia, consacrando per sempre i personaggi principali ed alcuni degli interpreti. Qualche esempio? Dracula (1931): il film di Tod Browning e Karl Freund, adattamento di un’opera teatrale del ’27 a sua volta basata sul romanzo del 1897 di Bram Stoker, è ricordato come uno dei migliori lungometraggi dedicati al tema “vampiri” e come rampa di lancio di due dei suoi protagonisti, Bela Lugosi e Edward Van Sloan. Una curiosità: la pellicola viene spesso citata non solo per l’incredibile abilità di Lugosi, affascinante e spaventoso, ma anche per la totale assenza della colonna sonora che, in origine, era limitata solo ai titoli di testa (venne scelto Il Lago dei Cigni) Frankenstein (1931): un altro film basato su un’opera teatrale a sua volta nata dal riadattamento dell’omonimo romanzo di Mary Shelley, la pellicola di James Whale viene citata come pietra miliare del genere. Alcuni elementi – lo scienziato pazzo, l’aiutante gobbo, il fulmine come mezzo per riportare in vita i cadaveri ed il make up del mito Jack Pierce utilizzato per il Mostro (zip e chiodi compresi) – sono entrati per sempre nella tradizione del cinema dell’orrore, citati e rivisti in centinaia di pellicole. Il film ottenne all’epoca un successo inaspettato, portando fama immediata anche all’interprete Boris Karloff. La mummia (1932): la pellicola di Karl Freund si basava sulla recente riapertura della tomba di Tutankhamon (1922)...

Bela Lugosi: il divo del cinema horror che non è mai morto...

La storia di Bela Lugosi, una delle vere star del cinema horror, è interessante quanto oscura, segnata da guerre, dipendenze e scelte sbagliate. Bela Ferenc Dezso Blasko nasce a Lugoj nel 1882 e dalla sua città natale decide di prendere il nome d’arte: Bela Lugosi è ancora un giovane attore quando viene arruolato come tenente di fanteria per combattere durante la Prima Guerra Mondiale. Al suo ritorno, si impegna per creare un sindacato e diventa membro attivo della sinistra del suo paese, ma nel 1919 scappa prima in Germania e poi negli Stati Uniti, dove può cominciare la sua lunghissima carriera cinematografica. Fin da subito viene, infatti, notato per l’eleganza, per lo sguardo ipnotico, per i modi garbati e per quell’accento europeo così strano: le sue caratteristiche e la bravura gli permettono di arrivare a Broadway, dove interpreta per la prima volta il personaggio di Dracula. Nel 1931, la Universal Pictures decide di scritturarlo e di affidargli la parte del Conte vampiro per il lungometraggio Dracula del regista Tod Browning: la pellicola ha un successo inaspettato e Lugosi diventa una star dal giorno alla notte. Il suo personaggio è aristocratico, garbato, misurato e gentile, ma, allo stesso tempo, è anche misterioso, spaventoso, oscuro: un mix che colpisce più di qualsiasi altra cosa, consacrandolo come vero mito del cinema horror. Lo stesso anno, a Lugosi viene proposto di interpretare il Mostro di Frankenstein nel film di James Whale, ma divergenze sul trucco portarono l’attore a ritirarsi dal progetto, lasciando la storica parte al rivale Boris Karloff: l’attore ungherese tornerà, poi, sui suoi passi negli anni successivi, interpretando Ygor ne “Il figlio di Frankenstein” (1939) e “Il terrore di Frankenstein” (1942) e riuscendo finalmente a diventare la Creatura nella pellicola “Frankenstein contro l’uomo lupo” (1943). Durante...

Jack o’ Lantern: la più famosa leggenda di Halloween...

Con il termine Jack o’ Lantern si intende la famosa zucca svuotata e decorata che viene utilizzata come lanterna durante la festività di Halloween: intagliata per essere simpatica oppure spaventosa, viene generalmente utilizzata nei paesi anglosassoni, ma la sua presenza si è diffusa in tantissimi paesi. Il nome Jack o’ Lantern deriva da una delle più famose ed antiche leggende collegate a questo particolare periodo dell’anno: la storia, di origine irlandese, racconta di un fabbro avido e furbo di nome Jack che, durante una delle sue solite bevute al bar, incontra niente meno che il Diavolo in persona. Ubriaco, il fabbro rischia di perdere l’anima, ma, con un astuto stratagemma, convince Satana a trasformarsi in una moneta: chiederà un’ultima birra e poi gli consegnerà il suo spirito. Il Diavolo si fa convincere, ma, una volta trasformatosi, viene beffato: il giovane mette, infatti, la moneta dentro al suo borsello, proprio vicino ad una croce d’argento. Pur di liberarsi, il Demonio gli promette altri dieci anni e se ne va. Dieci anni dopo, puntale, il Diavolo si presenta alla porta di Jack, chiedendogli l’anima: di nuovo, il fabbro lo inganna, chiedendogli di raccogliere una mela per lui prima di andarsene. Satana sale sull’albero e Jack intaglia una croce, in modo che non possa più scendere: una nuova discussione fra i due porta finalmente ad un accordo. Il Diavolo sarà libero e Jack non sarà mai più dannato. Il fabbro conduce, allora, una vita piena di peccati, comportandosi nei peggiori dei modi: alla morte, il Paradiso lo rifiuta, ma, memore dell’accordo, anche l’Inferno lo rifiuta, condannandolo ad un’esistenza infelice, fra la vita e la morte, senza riposo. Quando Jack fa notare al Diavolo che la strada è buia e fredda, il Diavolo gli risponde gettandogli un tizzone,...

George Carlin: fra genio e irriverenza...

C’è una cosa veramente idiota che faccio: si chiama “pensare”. E non sono un buon americano perché mi piace farmi la mia opinione da solo (George Carlin – Jammin’ in New York) George Carlin è uno dei comici più famosi ed apprezzati di sempre: conosciuto per l’irriverenza e per la profondità di molti suoi pezzi, nel 2004 venne scelto dalla rete Comedy Central come miglior comico dopo Richard Pryor. Nato a New York nel ’37 e cresciuto solo dalla madre, ancora giovanissimo si arruola in aviazione, cominciando contemporaneamente la carriera da disc jockey: nel ’57, viene congedato poiché poco produttivo. A soli 18 anni, inizia a scrivere i suoi pezzi e ad esibirsi nei night club: il successo arriva già negli anni ’60 e gli permette, nel 1967, di pubblicare il suo primo album, registrazione di uno spettacolo del ’66, “Take-Offs and Puts-ons”. È spesso ospite di Carson al suo The Tonight Show e comincia ad interpretare anche alcuni personaggi piuttosto famosi, come il disc jockey stupido o il sergente indiano. Nel ’75 diventa il primo animatore del Saturday Night Live, ma raggiunge l’apice con il suo famosissimo sketch “Seven Dirty Words”, dedicato a sette parole volgari che non si possono pronunciare in tv: a causa di questo pezzo, viene arrestato nel ’72 durante un’esibizione e denunciato nel ’73 da un padre che aveva scoperto il figlio ad ascoltare Carlin alla radio. Cinque anni dopo, la Corte Suprema degli Stati Uniti lo definirà volgare, ma non osceno e la sentenza darà il via al controllo sulle trasmissioni radio e tv per eliminare ogni volgarità. Dopo questo momento di particolare fama, George Carlin diventa conosciutissimo in tutto il mondo e continua a proporre spettacoli e a partecipare a serie tv e film (Dogma, Cars, Scary...

Le voci dei cartoni animati: chi si nasconde dietro ai nostri eroi?...

Da molti anni, chi realizza i film di animazione si avvale della collaborazione di grandi nomi per doppiare non solo i personaggi principali, ma anche le piccole comparse: che si tratti di un attore pluripremiato o di un personaggio appena esploso a livello internazionale, tantissime pellicole vantano la partecipazione di attori e attrici davvero sensazionali! Vediamo alcune delle voci dei cartoni animati più famose! Nel 1991, Angela Lansbury – la famosissima Signora in Giallo – collaborò con la Disney, dando la sua voce alla mitica Mrs. Bric, la teiera simpatica e dolcissima che accompagna la protagonista de La Bella e La Bestia. Un anno dopo, fu Robin Williams a sorprendere tutti con il suo Genio della Lampada, uno dei personaggi principali di Aladdin: l’interpretazione fu magnifica e, in italiano, l’onere della carica di doppiatore venne affidato a Gigi Proietti, che confermò ancora una volta il suo enorme talento! Il Re Leone, nel ’94, vide la partecipazione di Matthew Broderick, voce del Simba adulto che torna per vendicare il padre, James Earl Jones, Mufasa, Jeremy Irons, un fantastico Scar, Rowan Atkinson, con uno Zazù impertinente ed irresistibile, e Whoopi Goldberg, nei panni della divertentissima iena Shenzi. In Italiano, due di queste parti vennero affidate a Vittorio Gassman e Tullio Solenghi, che interpretarono con maestria rispettivamente Mufasa e Scar. Nel 1995, a rubare la scena fu l’innovativo Toy Story, che coinvolse, per le voci dei due protagonisti Woody e Buzz Lightyear, niente meno che Tom Hanks e Tim Allen: in italiano, le parti andarono a Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto. Tre anni dopo, A Bug’s Life – Megaminimondo vide la partecipazione di Julia Louis-Dreyfus nei panni della Principessa Atta, la giovanissima Hayden Panettiere (Dot), Bonnie Hunt (Rosie) e l’inquietante Kevin Spacey, nei panni del cattivo di...

Scarpe da ginnastica storiche: i modelli più famosi dei film!...

Negli ultimi tempi, le scarpe da ginnastica storiche, i modelli particolarmente diffusi fra gli anni ’80 e ’90 sono tornati prepotentemente alla ribalta, complici non solo alcuni programmi televisivi legati a quell’epoca (l’ultimo dei quali è l’acclamatissimo Stranger Things), ma anche un generale ritorno della moda  e dello stile a quegli anni ricchi di colori e “follie”. Sempre più ragazzi portano ai piedi le Nike Cortez bianche,blu e rosse, le slip-on a scacchi della Vans oppure le Adidas Stan Smith originali… chissà se conoscono i titoli dei film che hanno, spesso, decretato il successo di questi modelli! Vediamo qualche pellicola e le scarpe da ginnastica associate! 1 – Nike Classic Men’s Sneakers bianche e blu: sono le scarpe indossate da Data, uno dei Goonies, nel 1985! 2 – Nike Internationalist blu e gialle: ad indossarle Brian Johnson, il cervellone un po’ nerd del Breakfast Club (1985) 3 – Vans slip-on checked classic bianche e nere: il modello preferito di Jeff Spicoli in Fast Times at Ridgemont High (1982) 4 – Adidas Original Stan Smith completamente nere: indossate da Rick Deckard in Blade Runner (1982) 5 – Converse All Star (high top) grigie: le porta Chris Chambers, il personaggio di River Phoenix in Stand By Me (1986) 6 – Converse All Star (high top) bianche e Rebook Alien Stomper: indossate da Ellen Ripley in Alien (1979) 7 – Adidas Men’s Dragon azzurre e bianche: le scarpe preferite di Starsky in Starksy & Hutch (1975 – 1979) 8 – Adidas Samba bianche, nere e marroni: il modello indossato da Axel Foley in Beverly Hills Cop (1984) 9 – Nike Air Force II bianche e azzurre: le scarpe indossate da Josh Baskin in Big (1988) 10 – Nike Cortez bianche, rosse e blu: indossate da Forrest Gump...

31 ottobre 2016: un’altra lista dei migliori film horror da vedere ad Halloween! Ott03

31 ottobre 2016: un’altra lista dei migliori film horror da vedere ad Halloween!...

Nella sezione cinema di questo blog potete trovare tre articoli che raccolgono le migliori commedie, i migliori teen horror e le migliori pellicole horror da vedere nella notte fra il 31 ottobre ed il 1 novembre, per celebrare una festività che forse non ci appartiene, ma che è sempre capace di affascinare ed interessare anche noi! Quegli articoli, però, non potevano, per loro natura, essere esaustivi: ecco perché con l’avvicinarsi della fine del mese, è opportuno dedicarsi ad una nuova lista dei migliori film horror da vedere ad Halloween! In questo caso, verranno prese in considerazione pellicole storiche e cult, vere e proprie pietre miliari! 1 – NON APRITE QUELLA PORTA (The Texas Chain Saw Massacre): diretto da Tobe Hooper e distribuito a partire dal 1974, questo film viene ricordato per il crudo realismo delle sue immagini. Con un budget iniziale di soli 140mila dollari (a fronte di un incasso pari ad oltre 30 milioni di dollari solo negli Stati Uniti), la pellicola nacque, infatti, come “falso documentario” dedicato al tragico massacro di un gruppo di amici durante una gita pomeridiana a Newt, in Texas: Sally, Franklin, Jerry, Kirk e Pam incappano per loro sfortuna in una famiglia di sadici assassini, composta da nonno, padre e due figli, cioè l’autostoppista e Leatherface (in italiano Faccia di Cuoio). Leatherface, interpretato da Gunnar Hanses (che studiò attentamente diversi disturbi mentali per riuscire a rappresentare al meglio il suo personaggio), è – forse – uno dei personaggi horror più iconici e famosi di tutti i tempi, così come la casa e i suoi terribili arredi sono ancora oggi fonte di ispirazione per giovani registi: alcuni sostengono che lo scheletro usato in scena fosse vero e proveniente dall’India! Il film si distingue anche per un’altra curiosità: la protagonista...

Debate Night: il primo scontro Clinton – Trump Set27

Debate Night: il primo scontro Clinton – Trump...

Si è da poche ore concluso il primo dei tre dibattiti che i due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton e Donald Trump dovranno affrontare prima del voto di novembre: i prossimi incontri, che si preannunciano di fuoco, si terranno il 9 ed il 19 ottobre. Ma come funziona una Debate Night? Il dibattito è organizzato da una società indipendente, che rende disponibile uno spazio televisivo a tutti i candidati che abbiano raggiunto il 15% delle preferenze nei sondaggi ufficiali: i candidati si incontrano e, incalzati dal presentatore, rispondono a domande dirette sulle tematiche di interesse per gli elettori. Ogni partecipante ha a disposizione due minuti per dare la propria risposta senza interruzioni: a seguire, si intraprende un breve scambio, cercando, però, di evitare il più possibile un botta e risposta diretto e facendo affidamento sull’intervento del mediatore. Quest’anno, il dibattito è stato presentato da Lester Holt, giornalista della NBC noto per la schiettezza e l’equità, che ha introdotto i tre argomenti della serata: America’s Direction, cioè quali sono i progetti dei candidati per il futuro – soprattutto economico – della Nazione, Achieving Prosperity, quindi tematiche per lo più interne e riferimenti al sociale, e Securing America, cioè un approfondimento sulle strategie necessarie per proteggere il paese da pericoli interni ed esterni. Hillary Clinton e Donald Trump si sono, quindi, affrontati su argomenti come economia, commercio, sicurezza (anche informatica), armi, razzismo, Isis e tasse, senza risparmiare affondi e accuse riguardo alle rispettive mancanze. In particolare, chi ha visto la Debate Night, ha potuto notare come i punti salienti dello “scontro” siano stati fondamentalmente le accuse della Clinton a Trump – colpevole di aver sfruttato la crisi del 2008 per arricchirsi, di essersi avvicinato troppo a Putin, di aver insistito per anni sul...

Abbey Road compie 47 anni! Set26

Abbey Road compie 47 anni!...

Abbey Road è il disco dei Beatles più venduto di sempre: un vero e proprio long seller, uscito il 26 settembre 1969 e confermatosi, da allora, come una vera e propria pietra miliare del rock. La sua storia è, in realtà, piuttosto travagliata: l’album è, infatti, l’ultimo registrato in studio dal gruppo, che si sarebbe sciolto di lì a poco ed è succeduto solo da Let It Be (maggio 1970), una raccolta di pezzi registrati molto prima. Tutto inizia con il famosissimo Rooftop Concert del 30 gennaio 1969: i Beatles salgono sul tetto degli studi di registrazione, portano gli amplificatori e suonano poche canzoni, gli ultimi pezzi live della loro carriera in quanto band. Una volta terminato quel mini evento – non privo di difficoltà – l’unione del gruppo comincia definitivamente a vacillare. Ogni membro è, infatti, ormai impegnato in progetti solisti e sembra davvero impossibile riuscire a completare un lavoro tutti insieme. Solo la determinazione di Paul McCartney fa sopravvivere l’idea di un ultimo album, le cui registrazioni partono praticamente subito, per concludersi con mille ritardi ad agosto: quello che sembra un disastro annunciato, un disco destinato a suonare male, scoordinato e disordinato, si rivela, invece, come un vero capolavoro, fatto di armonie e di piccoli elementi che rimarranno, imitati da altri, nel rock degli anni ’70 e oltre. Nonostante i quattro non registrassero mai insieme, nonostante i dubbi sui brani, nonostante i contrasti sull’ordine della scaletta, nonostante l’ossessione per alcuni pezzi vocali, Abbey Road superò ogni aspettativa. Il disco è caratterizzato da due lati molto diversi, che rispecchiano, non casualmente, anche le personalità di Lennon e McCartney: il lato A è, infatti, classico, suddiviso in brani (l’iconica Come Together, la bellissima Something, Maxwell’s Silver Hammer, Oh!Darling, il secondo lavoro di Ringo Starr...

Premi Emmy 2016: i vincitori!...

I Premi Emmy 2016, assegnati poche ore fa, hanno confermato la sensazione che si è diffusa negli ultimi tempi: la televisione è davvero sempre più in grado di concentrare gli ascolti, proponendo contenuti di altissima qualità! La cerimonia è stata affidata a Jimmy Kimmel, presentatore sulla ABC del Jimmy Kimmel Live!, ed è stata da subito apprezzata per qualcosa che, invece, era mancata alla cerimonia degli Oscar: la celebrazione della diversità! I riconoscimenti sono, infatti, andati trasversalmente ed equamente a uomini e donne di diverse etnie, andando ad evitare tutta la polemica che aveva circondato le premiazioni di inizio anno (lo stesso Kimmel ha impegnato una parte del suo monologo iniziale per scherzare sull’argomento). Le serie tv più nominate erano sostanzialmente tre: il Trono di Spade, che si presentava con ben 23 nominations, The People vs OJ Simpson: American Crime Story con 22 candidature e, fra le commedie, Veep con 16 nominations. Tutte e tre hanno ottenuto risultati molto positivi: il Trono ha incassato la sua 38esima statuetta in 6 stagioni, andando ad infrangere ogni record ed entrando nella storia della televisione, The People vs OJ Simpson ha vinto ben 5 premi, mentre Veep si è imposta per il sesto anno consecutivo nelle categorie Miglior Serie e Miglior Attrice Protagonista con Julie Louis-Dreyfus. A vincere come miglior attore è stato un ottimo Rami Malek, vera punta di diamante dell’acclamata serie Mr. Robot, tanto apprezzata da critica e pubblico da essersi meritata non solo due Golden Globe, ma anche una riconferma per altre stagioni! Tanti i momenti divertenti della serata: dall’innovativo regolamento “Maggie Smith” che impedisce a chi non è presente di vincere (l’attrice è stata nominata ben 9 volte senza mai, però, presentarsi alla serata), allo sketch fra Kimmel, reduce dalla sconfitta nella sua...

Montascale: Benessere e Sicurezza per gli Anziani Set15

Montascale: Benessere e Sicurezza per gli Anziani...

L’anzianità è una fase delicata dell’esistenza, in cui si vorrebbe continuare con la propria vita come si è sempre fatto, eppure bisogna fare i conti con un abbandono progressivo e costante del proprio corpo che si fa beffe della volontà. È importante però che la persona non si senta mai portare via la forza vitale che ha in sé, e per questo è necessario garantire almeno un minimo di autonomia nonostante i capricci del proprio corpo. È a questo punto che entrano in gioco le nuove tecnologie, delle opportunità concrete per lenire le difficoltà legate a determinate situazioni. Uno dei problemi che accomuna tutti gli anziani è quello dei movimenti. Questa difficoltà è strettamente legata all’ambiente e appare tanto maggiore quanto quest’ultimo è insidioso. Basta qualche gradino per mettere fuori gioco una persona che non si trova più nel fiore dei propri anni. Ecco che allora i montascale per anziani sono determinanti per continuare a vivere e farlo con dignità. Questi apparecchi infatti permettono all’anziano di potersi muovere liberamente nella propria abitazione, senza la sensazione soffocante di essere imprigionato in un dato posto o – forse ancora peggio –  di andare a scomodare qualcuno per essere aiutato a fare una delle attività quotidiane più banali. Oltre questo minimo senso di benessere interiore, i montascale garantiscono un’assoluta sicurezza: preveniscono ogni rischio di cadere e di scivolare che per un anziano potrebbe comportare notevoli ripercussioni. La ritrosia iniziale che spesso si manifesta è quella di non voler ammettere la propria condizione. Superata questa, la gran parte degli anziani ne esprime però soddisfazione. Il merito deriva anche dall’estrema facilità del loro funzionamento: sono infatti appositamente ideati affinché non occorra una grande abilità tecnologica per usufruirne. Sono dotati invece di semplici telecomandi con i quali innescare i movimenti....

Errori da evitare negli investimenti di Forex Trading Set12

Errori da evitare negli investimenti di Forex Trading...

Il Forex trading, cioè l’attività di compravendita di valute internazionali nel mercato Forex, è considerato un investimento ad “alto rischio “. Con un po’ di pratica ed una buona dose di attenzione, però, ogni trader potrà capire i meccanismi del mercato ed evitare gli errori più comuni. Vediamo cosa bisogna assolutamente evitare e quali sono le componenti di rischio più pericolose: 1) Non avere sicurezza in se stessi e nelle proprie capacità. La sicurezza in se stessi nel Forex trading è fondamentale. Competenze e sicurezza si acquistano gradualmente con l’esperienza, quindi non preoccupatevi. Ricordate però che anche la spavalderia ha i suoi rischi: le sue conseguenze possono essere disastrose tanto quanto quelle derivanti dall’insicurezza e dalla paura di sbagliare. 2) Non conoscere gli indicatori tecnici. Le conseguenze per una “ignoranza” nel campo degli indicatori tecnici possono essere devastanti e portare alla perdita dell’intero capitale investito. Prima di operare nel Forex ad alti livelli sarebbe meglio che l’investitore conosca alla perfezione tutti gli indicatori tecnici. 3) Valutare in maniera errata le notizie relative al mercato. La stampa ed i canali di informazione tradizionali non sono esperti in materia finanziaria. Bisogna leggere tutto ma non credere a tutto quello che si legge nei giornali e nei media non specializzati. Le notizie trasmesse da quest’ultimi, infatti, potrebbero essere incomplete, superficiali o false. E’ più consigliabile leggere sempre le news in maniera critica e con intelligenza per non sbagliare! 4) Scegliere il broker sbagliato. Il primo passo per un investitore è la scelta del proprio Forex broker. Questo deve essere affidabile ed offrire condizioni vantaggiose per il forex trader. Attenzione alla scelta del broker: fatela con calma e ragionando bene su ciò che questo costui offre, fatevi consigliare da qualcuno che ha già esperienza, non affidatevi al primo...

Freddie Mercury: 5 settembre 1946...

“Io non diventerò una star, diventerò una leggenda” Oggi, 5 settembre 2016, Freddie Mercury avrebbe compiuto 70 anni: nato Farrokh Bulsara a Zanzibar il 5 settembre del 1946, morì il 24 novembre del 1991, lasciando dietro di sé un’eredità musicale enorme, tanto preziosa e “pesante” da non poter, ancora, essere raccolta ed eguagliata da nessuno. La sua morte segnò, in parte, la fine della sua band: i Queen sono andati avanti, hanno partecipato a concerti ed iniziative, ma non sono mai stati in grado di sostituirlo, pur scegliendo, negli anni, cantanti di grande talento. La sua voce, potente, ma soprattutto espressiva ed emozionante, non ha mai trovato paragoni e viene, ancora oggi, studiata nei minimi dettagli, per capire quale fosse la sua reale potenza. Freddie Mercury ha lasciato un segno indelebile, diventando una vera e propria leggenda: ma chi era in realtà e qual è stato ed è oggi il suo contributo al mondo della musica? – Classificato come baritono, Freddie Mercury cantava, almeno inizialmente, da tenore leggero: con l’andare degli anni ed il consumo di sigarette, la voce si modificò parzialmente, portandolo ad una potenza di timbro paragonabile a quella di un tenore lirico. Non ci sono vere e proprie conferme sull’estensione vocale, anche se più di un esperto, fra cui Montserrat Caballé, sostiene che potesse passare dal FA della prima ottava al FA della quinta ottava, arrivando con voce piena al FA della quarta ottava (quindi, F2 – F6). Un esempio di questa capacità sarebbe la canzone All God’s People. Sempre secondo gli studi, Mercury era in grado di usare le sub armoniche, tipiche di alcuni canti etnici e capaci di dare all’ascoltatore l’impressione di un suono ai limiti: oltre a questo, il cantante possedeva anche un Vibrato più veloce rispetto ai...

La storia delle Paralimpiadi! Ago30

La storia delle Paralimpiadi!...

A pochi giorni dall’inizio delle Paralimpiadi di Rio 2016, che vedranno oltre 4300 atleti da 176 paesi cimentarsi in 23 discipline sportive (le ultime arrivate sono canoa e triathlon), può essere interessante tornare alle origini di questo importantissimo evento, che ha avuto la sua prima edizione ufficiale nel 1960 a Roma. Le Paralimpiadi non nascono esattamente per come le conosciamo oggi: nel 1948, infatti, fu il medico britannico Ludwig Guttman a decidere di organizzare a Stoke Mandeville una serie di gare sportive per veterani della Seconda Guerra Mondiale. L’evento, particolarmente apprezzato, venne, da quel momento, ripetuto ogni anno. Nel 1952, gli olandesi decisero di unirsi, dando alla manifestazione il suo primo respiro internazionale: nel ’58, il medico italiano Antonio Maglio suggerì a Guttman di spostare le gare e tenere l’evento a Roma nel 1960. Quella stessa estate, la città avrebbe ospitato anche le Olimpiadi. L’edizione del 1960 venne, nel 1984, confermata come la Prima Edizione dei Giochi Paralimpici estivi! Grazie ai contatti fra Guttman e la delegazione giapponese, le Paralimpiadi cominciarono a seguire i Giochi Olimpici, spostandosi a Tokyo nel ’64, in Germania nel ’72 ed in Canada nel ’76: l’unica edizione a non essere ospitata dallo stesso paese scelto per le Olimpiadi fu quella del 1968. Gli accordi con Città del Messico saltarono e le gare vennero spostate in Israele, come parte dei festeggiamenti per il ventennale dello Stato. I primi giochi invernali arrivarono, poi, nel ’76 in Svezia: l’abbinamento e l’alternanza fra le manifestazioni che conosciamo oggi venne stabilito definitivamente solo a partire dal 2001. Ma chi partecipa alle Paralimpiadi? Tutti gli atleti con disabilità fisiche (suddivise per categorie: potenza muscolare, ipertonia, deficit o perdita di un arto, bassa statura…), visive ed intellettive: le categorie determinano a quali sport partecipare e contro...

Le canzoni da ascoltare per superare il rientro dalle vacanze...

Il rientro dalle vacanze può essere molto difficile: il primo giorno di lavoro, il primo giorno di scuola che si avvicina, le giornate che si accorciano inesorabilmente e l’invadenza dell’autunno, che sembra alle porte appena rimesso un piede in città. I centri si popolano, parcheggiare torna ad essere quasi impossibile e le agende si riempiono di appuntamenti: come fare ad affrontare questa sorta di Summer Blues? Ascoltando qualche bella canzone e voltando pagina! Ecco qualche suggerimento musicale! – Summer’s Almost Gone – The Doors: avete bisogno di riflettere sul vostro viaggio? Volete staccare due minuti per riportare alla memoria i bellissimi e freschissimi ricordi dell’estate 2016? Niente è meglio della dolce voce di Jim Morrison, pronto a farvi piangere e rimpiangere le vacanze appena terminate! – All Summer Long – The Beach Boys: una canzone decisamente più allegra, almeno nel ritmo, direttamente dai re dell’estate, dal gruppo che, forse, ha saputo rappresentare meglio di chiunque altro la gioia di stare in vacanza, coi piedi immersi nella sabbia ed il sole che si tuffa nel mare! Da ascoltare per ballare e divertirsi mentre si disfa la valigia! – Summer Nights – Grease: cosa vi viene in mente leggendo le parole “amori estivi”? Non siate tristi! Pensate a Sandy e Danny: loro si sono incontrati di nuovo! – Mama I’m Coming Home – Ozzy Osbourne: c’è sempre il lato positivo nel tornare a casa, cioè rivedere famiglia e amici! Perciò, abbandonate la tristezza e pianificate incontri, feste e uscite per i prossimi mesi! – My Friend – Groove Armada: un video che descrive proprio questa sorta di tristezza che ci invade al ritorno dalle vacanze… e cosa fa la protagonista? Ricorda i bei momenti e gli amici! Se proprio non riuscite a superare il rientro dalle...

Il Poltergeist di Enfield: una storia mai dimenticata...

Quella del Poltergeist di Enfield è una storia iniziata alla fine degli anni ’70 e sopravvissuta fino ad oggi, con ciclici ritorni: non solo fotografie, video ed interviste, ma anche una nuova pellicola cinematografica ci raccontano la storia che ha per protagonisti Peggy Hodgson e i suoi quattro figli, Margaret, Janet, Pete e Jimmy. Fra l’agosto del ’77 ed il settembre del ’78, i cinque, residenti al 284 di Green Street, vennero letteralmente tormentati da una serie di inspiegabili fenomeni, progressivamente sempre più violenti. I primi a percepire qualcosa di strano furono Janet (11 anni) e Pete (10 anni): i loro letti cominciarono a muoversi da soli, a tremare, mentre iniziarono ad essere udibili anche alcuni colpi alle pareti. Peggy, inizialmente scettica, sperimentò in prima persona alcuni fenomeni curiosi, compreso lo spostamento di un cesto della biancheria, che si rovesciò da solo: terrorizzata, si rifugiò dai vicini con i figli, chiamando la polizia. I due agenti ispezionarono la casa e uno di loro, Caroline Heeps, vide una sedia muoversi: in seguito, firmò anche una dichiarazione dove confermava la veridicità dell’accaduto. Nei giorni seguenti, la signora Hodgson chiese l’aiuto di diverse persone, contattando la chiesa, dei medium e anche la stampa, fra cui, in particolare, due giornalisti del Daily Mirror: contemporanemante, i fenomeni cominciarono ad intensificarsi, con oggetti che si muovevano da soli, colpendo i presenti. I giornalisti, protagonisti di alcuni di questi episodi, convinsero Peggy a rivolgersi alla Society For Psychical Research, che inviò dopo poco più di una settimana Maurice Grosse e Guy Playfair. Colpi alle pareti, mobili e oggetti che si spostavano, pozze d’acqua inspiegabili, piccoli incendi che iniziavano e si estinguevano da soli, improvvise correnti fredde e,infine, la stessa Janet, colpita in particolare da forze che le strappavano coperte e cuscini...

Consigli utili per acquisire nuovi clienti online per liberi professionisti...

Lavorare con Internet permette di presentarsi ad un elevatissimo quantitativo di persone ma questo non significa affatto che tutti possano essere clienti interessati. La capacità del cliente in una prima fase è quella di strutturare ogni progetto Web in linea con il target di riferimento. Questo primo step non solo permette di ottenere contenuti ed informazioni con un’architettura corretta ma permette anche di acquisire clienti che effettuano acquisti, con  contattano per avere informazioni utili, si iscrivono a newsletter e molto altro ancora. Pertanto, puntare ad acquisire clienti per liberi professionisti significa lavorare in modo completamente diverso rispetto a chi vuol promuovere un e-commerce o un’azienda interessato al business to business (B2B). Ma come procedere per ottenere risultati concreti? Proviamo ad individuare qualche consiglio che possa essere utile a tutti. Il primo passo consiste nel definire il profilo del cliente tipo. E’ importante conoscere aspetti come sesso, età media, gusti, interessi, bisogni in relazione al servizio che offriamo, difficoltà, aspettative, desideri e modus operandi collegato a quanto vorremmo offrirgli. Un secondo passaggio consiste nell’analizzare punti di forza e debolezza della concorrenza. In questa fase si commettere l’errore comune di cercare aspetti da copiare nella fase di sviluppo del proprio sito Web. In questo modo, si rischia di non mettere in  evidenza uno o più fattori che ci devono contraddistinguere. La fase due va vista come un vero e proprio processo di apprendimento che consente al nostro sito Internet di crescere. Non bisogna avere paura di testare nuove soluzioni grafiche e strategie comunicative. I test devono essere accompagnati da un utilizzo attento di strumenti come Google Analytics. Va considerato che la massa di dati generati deve essere ragionevoli e non minima altrimenti avremmo valori percentuali “accentuati” che non trovano poi riscontro in assoluto (pochi visitatori ecc.)....

La Baleniera Essex e l’origine di Moby Dick...

Quella della Baleniera Essex è una delle storie nautiche più conosciute, non solo per la tragicità degli eventi capitati fra 1819 e 1821, ma anche perché lo scrittore Herman Melville avrebbe utilizzato parte di questo viaggio come diretta ispirazione per il suo famosissimo “Moby Dick”. Ma cos’era la Baleniera Essex? La Essex era un’imbarcazione lunga circa 27 metri, probabilmente costruita fra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, e ristrutturata intorno al 1819: era munita di ben 4 lance, cioè piccole barche utilizzate per la caccia alle balene. I cetacei venivano inseguiti, arpionati e trasportati alla nave madre, dove venivano trattati per l’estrazione del preziosissimo olio, venduto, poi, in tutta America. All’epoca dei tragici fatti che ne decretarono la fama, il capitano della nave era James Pollard Jr, di appena 29 anni: il suo primo ufficiale era Owen Chase, ancora più giovane, mentre l’equipaggio era formato, in totale, da altre 18 persone, fra cui il giovanissimo mozzo quattordicenne Thomas Nickerson. Il viaggio, della durata prevista di due anni, iniziò il 12 agosto del 1819 e non partì sotto i migliori auspici: due giorni dopo aver lasciato il porto di Nantucket, piccola isola a largo del Massachusetts, l’imbarcazione venne, infatti, colpita da una tempesta molto violenta, subendo danni allo scafo e alle vele. Il capitano decise comunque di continuare verso Capo Horn, che venne raggiunto già nel 1820: i primi mesi dell’anno furono, quindi, caratterizzati da una caccia non troppo fortunata nel Pacifico e da alcuni racconti di altri equipaggi, che suggerivano di provare a spingersi più a largo, a circa 4500 Km a Sud Ovest dalla costa. Lì, a detta di chi c’era stato, balene e capodogli nuotavano in grande numero e si poteva sperare di ottenere diverse centinaia di barili d’olio: la...

La Zona del Silenzio: di cosa si tratta?...

Situato in Messico, nel punto di incontro fra gli stati di Durango, Chihuahua e Coahuila, il deserto nominato “Zona del Silenzio” è uno dei più famosi e misteriosi al mondo. Protagonista di leggende urbane, racconti e storie, viene dai più considerato un vero e proprio luogo maledetto, caratterizzato da strani eventi, che lo accomunano al Triangolo delle Bermuda o alla zona delle Piramidi, con i quali, stranamente, condivide anche la posizione (fra il 26° ed il 28° parallelo). Ad alimentare la fama della Zona del Silenzio sono alcune storie in particolare, ritenute dai più attendibili. La prima riguarda Francisco Sarabia Tinoco, un aviatore messicano particolarmente esperto che, negli anni ’30, fu protagonista di un incidente quanto mai anomalo, mentre sorvolava proprio la zona di Durango: entrato con il suo velivolo nella Zona del Silenzio, la sua radio avrebbe progressivamente smesso di funzionare, emettendo prima suoni senza senso, poi solo rumore bianco incomprensibile. Il segnale si perse anche da terra e, temendo il peggio, alcuni uomini partirono alla ricerca del pilota: Sarabia venne trovato poco dopo, non molto distante dall’ultimo punto in cui le comunicazioni erano avvenute con successo, sano e salvo, ma spaventato. Secondo il suo racconto, tutta la strumentazione avrebbe iniziato a dare problemi e l’aereo, più che a volare, avrebbe iniziato a fluttuare, costringendolo ad uno stranissimo atterraggio di fortuna. Da quel momento, si rifiutò di sorvolare di nuovo la zona. Sempre in quel deserto sarebbe, poi, precipitato il Meteorite Allende, ancora oggi uno dei più studiati reperti provenienti dallo spazio: disintegratosi nell’atmosfera sopra la Zona del Silenzio, avrebbe ricoperto l’area con migliaia di piccoli pezzi, caratterizzati da elementi sconosciuti al nostro sistema solare. Secondo gli studi, il Metorite Allende avrebbe oltre 4 miliardi di anni e risulterebbe più antico del nostro...